GAETANO FERRIERI CONTRO LA CASTA

di Andrea Parola



12 ottobre 2011.
Da 131 giorni Gaetano si alimenta artificialmente, è debole, debilitato, la sua voce trema come le sue mani quando imbraccia il megafono. Ma nonostante i suoi sacrifici - pensate che, per quattro lunghi mesi, non si è mai mosso dalla sua baracca - è riuscito a farsi conoscere solo da qualche centinaio di amici, come ad esempio Paolino, Stefania e Roberto, giunti a Roma in mattinata da Bolzano o altri amici che lo hanno raggiunto un po’ da tutto il paese.


Gaetano Ferreri

Gaetano è conosciuto anche da qualche migliaio di “partisan” che, grazie a fb, l’unico mezzo che ha dato finora visibilità alla sua nobile iniziativa, hanno conosciuto la sua causa. I media, tutti, lo hanno nascosto, lo hanno oscurato, lo hanno ignorato perché rappresenta un personaggio scomodo e inattaccabile, non essendo schierato né da una parte né dall’altra.

La lotta di Gaetano è una lotta semplice, trasparente, pulita, apartitica. Lui, a chi vuole partecipare alle sue manifestazioni, chiede di portare solo la bandiera italiana e la Costituzione, perché sono questi i valori in cui crede. Questo è il suo messaggio. Gaetano è un patriota. Sono stati 131 giorni di presidio pacifico, che ha mantenuto fede ai suoi intenti, ma nessuno, dal palazzo di fronte, si è mai affacciato per capire, per parlare con lui, per conoscerlo.


Paolo Buonadio

Alteritalia oggi è in piazza di Monte Citorio, per testimoniare l’esperienza di questo cittadino, un italiano come tanti ma nello stesso tempo come pochi, che dice basta alla mafia nella politica, basta ai super poteri della classe dirigente, improvvisata ed incapace, basta agli sprechi del potere centrale, basta alla finanza d’assalto e all’egemonia delle Banche. Licenziare la “casta” questo è l’obiettivo. L’Italia è nostra.

Oggi è un giorno diverso dagli altri. Oggi Gaetano sembra essere un altro. Nonostante la sua debole struttura, resa precaria dalla lunga astinenza da cibo, Gaetano ha tutta l’aria di voler cambiare qualcosa, sembra non voler più accettare di essere “invisibile”, vuole dare una svolta a questa coraggiosa protesta.

La cronaca:

Ore 10,30 - Gaetano comincia a parlare. “Noi siamo i cittadini di questo paese e questo paese è nostro. Noi lo vogliamo difendere dai continui tentativi attuati per portarcelo via, per rubarcelo”. E’ un catalizzatore di attenzioni Gaetano, va avanti per mezz’ora, alternando esempi, cifre, riferimenti a fatti accaduti recentemente ed in passato. Le sue parole lasciano spazio ogni tanto a qualche inno nazionale, cantato in coro da tutti gli astanti.



Ore 11,30 - Sopraggiunge un folto gruppo di manifestanti da Milano, che si unisce alle persone già presenti in piazza. In tutto saranno trecento fra uomini, donne, giovani e meno giovani.

Ore 12,15 - Prendono la parola i convenuti. Ciascuno porta la sua testimonianza, la propria esperienza, le proprie convinzioni, le proprie proposte per sconfiggere la casta.

Ore 14,30 - La riunione di oggi è finita. E’ stato deciso che è assolutamente necessario dare maggiore visibilità al movimento, è necessario coinvolgere molte più persone, bisogna organizzare un presidio in ognuna delle maggiori città italiane. C’è un po’ di agitazione e stanchezza insieme nella piazza, le persone si muovono lentamente, seguono Gaetano con lo sguardo.

Ore 15,00 - Gaetano vorrebbe muoversi, vorrebbe farsi vedere e parlare con qualche giornalista o con qualche politico. Prova a spostarsi verso P.zza Colonna, ma qui trova solo sbarramenti. Torna alla sua baracca, poi si muove ancora verso la stessa piazza, seguito da un centinaio di amici. Poi non si sa più nulla. Tutto tace. Dove sono andati Gaetano e i suoi amici?

Ore 15,30 - Corre voce che Gaetano sia stato picchiato dalla polizia, pare che sia stato accerchiato, malmenato e gettato a terra, dalle parti di via Santi Apostoli, a qualche centinaio di metri dal Presidio. Poi qualcuno dice che sia stato arrestato, altri che sia stato portato al pronto soccorso dell’ospedale.


Savino Pezzotta

Ore 15,45 – Cominciano a comparire dal nulla giornalisti, televisioni da ogni dove, persino un parlamentare, Savino Pezzotta, ex segretario Generale Cisl. L’atmosfera si riscalda, le discussioni si fanno concitate, tutti vogliono sapere cosa è successo veramente. Cominciano le interviste e le riprese in diretta. Poi il comunicato ufficiale da parte dei responsabili del presidio: Gaetano, mentre, insieme ad altri partecipanti, percorreva le vie del centro, cantando l’inno nazionale, è stato aggredito dalle forze dell’ordine. Ora Gaetano sta bene ma è trattenuto in ospedale, in osservazione, è debole e i valori delle analisi non sono molto buoni.


Alessandro Sortino

Al di là di tutte le opinioni politiche, che in questo avvenimento hanno nulla a che fare, urge una riflessione su quanto accaduto oggi. Per quattro lunghi mesi nessuno strumento di informazione si è interessato alla protesta, seria ed onesta, di Gaetano Ferrieri. Ancor meno alcun politico, di nessuno schieramento, si è mai affacciato sulla piazza per guardare ciò che stava accadendo. Oggi, invece, è successa una cosa deprecabile, è entrata in scena la violenza.


diretta H24

Allora interroghiamoci tutti: può essere solo e sempre la brutalità, la furia, può essere solo e sempre l’avvenimento rissoso, aggressivo e vessatorio a fare notizia?

Grazie Gaetano.
Lunga vita a te e agli uomini di pace e di coraggio.
(Gaetano Ferrieri e il suo presidio sono su Facebook)

(31 Ottobre 2011)
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