BLACK BLOC:
QUESTI INGENUI IMBECILLI

di Andrea Parola



La manifestazione del 15 ottobre scorso a Roma ha lasciato l’amaro in bocca, un gusto acerbo, sgradevole, acido e velenoso, tanto per i gravissimi atti di violenza gratuita, perpetrati dagli infiltrati e da condannare senza indugi, quanto per le implicazioni politiche che i fatti accaduti lasciano intravvedere.

Riflettiamo insieme per un momento.
Sappiamo che la manifestazione che gli “indignati” avevano organizzato a Roma e in altri paesi, voleva essere una protesta forte ma pacifica e civile, contro la crisi economica mondiale. Contro un sistema fallimentare fondato sul debito, voluto e gestito per decenni anche dal nostro governo e dalle nostre banche. Un disastro finanziario che avrà ripercussioni gravi su tutti noi cittadini europei e del mondo occidentale in genere e ancor di più sui nostri figli. Una protesta quindi per chiedere ad alta voce un intervento credibile e urgente.



Ora, chiediamoci quale risposta potrebbe dare una classe dirigente come la nostra, che non è riuscita a mettere insieme una manovra decente ad agosto scorso, che da anni non da risposte politiche, concentrando gli sforzi sulla spartizione del potere e sulla tutela giuridica del loro leader. Un governo, impreparato e incapace di governare, addirittura di pulire le città dall’immondizia, un governo delle sortite sensazionali e del bluff più conclamato, che getta in rissa ogni confronto politico per non dare risposte.



Cosa fare dunque per evitare il successo di una manifestazione del genere? Facile. Creiamo lo scompiglio, il parapiglia, il putiferio, in modo da oscurare la legittima richiesta del popolo civile. Ma in che modo? Usiamo il popolo incivile.

Viene spontaneo chiedersi infatti, visto che i black bloc sono dei personaggi molto ben conosciuti dalle forze dell’ordine, non solo italiane, come sia possibile che questi raggiungano sempre indisturbati le città e i luoghi delle manifestazioni e come possano organizzare punti logistici dove fornirsi di oggetti e armi per la devastazione. I black bloc utilizzano anche loro i mezzi di trasporto come tutti gli altri cittadini, non è possibile intercettarli?



No. Invece conviene usarli, lasciarli agire, non c’è nemmeno il bisogno di dire loro cosa devono fare . . . poi dopo li arresteremo , scriveremo nuove leggi, più repressive, più severe, riempiremo i giornali di queste notizie, così da far vedere la determinazione del governo nel debellare ogni azione di violenza fisica.

Resta, ahinoi, la violenza psicologica, meno visibile e qualche volta travestita di perbenismo e di falsa saggezza, ma che colpisce molte più persone e fa molto più male.

Ebbene, l’obiettivo è stato raggiunto con successo. La cronaca, nei giorni a seguire, ci suggerisce questo. I media non hanno quasi mai parlato degli “indignati”, dei motivi che li hanno spinti a scendere in piazza, del loro logorio, della persecuzione a cui sono sottoposti.

Tutti i media hanno limitato l’informazione agli atti di violenza, più interessanti per una popolazione assopita e concentrata nel proprio egoismo, chiusa nel proprio isolamento psicologico. I media hanno riempito le pagine e gli schermi di ipocrisia, fuorviando la realtà, oscurando volontariamente il vero e nobile motivo della protesta.



Black bloc, siete caduti ancora una volta nel tranello. Avete ancora una volta fatto la parte dei capri espiatori. Siete stati usati e poi sbattuti in galera. E chi non è stato catturato questa volta, non mancherà certo l’occasione di essere usato nel prossimo futuro.

Tutti ricorderemo il 15 Ottobre per il veicolo dei carabinieri in fiamme, per i 100 e più agenti feriti, per i “sanpietrini” lanciati contro la polizia o per l’estintore lanciato dal “pelliccia” o per il successo degli arresti dei violenti. Ci ricorderemo delle foto, stampate in prima pagina, delle auto rovesciate o bruciate, dimenticando che siamo un paese sull’orlo del fallimento.

La crisi economica, ammesso che ci sia ancora, è un problema che ci siamo messi ormai alle spalle.

(31 Ottobre 2011)
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