Associazione ALTA VORACITA' - Contro questo Terzo Valico

( Torna all'indice ) - Associazione Alta Voracita' - 21 maggio 2000

E' solo un armistizio


"Terzo Valico": Concessioni revocate, progetto bloccato, tempi lunghi in vista per le gare internazionali …
Sì, certo, ma non abbassiamo la guardia e soprattutto cerchiamo di approfittare di questa apparente pausa per chiarire e puntualizzare quanto sinora accaduto ed azzardare qualche ipotesi per il futuro.

Dal lato Genova della galleria si continua ad enfatizzare la grande opera. E' del 12 maggio un articolo di un quotidiano genovese in cui è riportato un commento attribuito al presidente del Co.Civ., Attilio Oliva; vi si legge testualmente "… con le gare internazionali i tempi si allungherebbero moltissimo e, vista la situazione di Genova, dove c'è un porto che scoppia, questa sarebbe una prospettiva preoccupante per l'intera comunità ligure …".
A dispetto, e senza aver minimamente discusso, delle cifre sul traffico stimato presentate dal "Comitato Interregionale contro l'Alta Velocità Milano-Genova", dal WWF Italia e dall'Associazione "La Nostra Terra", ci risiamo con il rosario terzovalicista.
E sempre dallo stesso articolo: "E, per cercare di accelerare comunque i tempi, Oliva insiste sulla necessità di aprire al più presto la conferenza dei servizi per approvare almeno il progetto del Terzo Valico ferroviario, sebbene sia ancora in corso la valutazione d'impatto ambientale.".
Attenzione, questi sono discorsi di oggi, cioè di dopo che il progetto ha subito un arresto. E' perciò evidente che solo di arresto temporaneo si tratta. Per cui tra sei mesi, un anno, due anni forse, lo riavremo di nuovo addosso, più aggressivo e letale di prima. Non facciamoci trovare impreparati.

E dal dibattitito organizzato dalla sezione del WWF Italia di Novi, tenutosi presso l'Hotel – Ristorante "Da Bruno" in Località San Nazzaro alle ore 21 del 12 maggio, che è stato un compendio di quanto più volte detto e scritto, e, mai come in questi casi "repetita iuvant" , si sono tratte valide indicazioni.

Presenti gli autorevoli "Comitato Interregionale contro l'Alta Velocità Milano-Genova", WWF Italia e Associazione "La Nostra Terra"; cioè coloro che per ben due volte hanno respinto e deviato il mostro che corre sottoterra.
E presenti con noi anche gli altri Comitati ed Associazioni sorti recentemente.

Ampia e puntuale relazione del dibattito è già stata data la settimana scorsa negli articoli rispettivamente di Angelo Albasio (del Comitato di Novi) e di Andrea Guenna.
Noi ci limitiamo qui a segnalarne e commentarne alcune fasi.

E' stato ricordato come questa concessione che ora verrebbe revocata, fu assegnata nel 91, rispettando le regole allora vigenti, ma vincendo una gara con il tempo, cioè vi si arrivò ad appena due giorni prima che entrasse in vigore la normativa europea che impone invece le gare internazionali cui ora ci si richiama.

Già in inizio di serata, tratteggiandone la storia, l'ingegner Brunetti ("Comitato Interregionale contro l'Alta Velocità Milano-Genova"), accenna alla Milano-Genova come di "Torta aggiuntiva" (ed autoaggiudicata). Gli attuali concessionari, cioè, vi avrebbero ricorso in quanto, essendosi inaridite le loro usuali fonti, ed essendo già state aggiudicate le linee "vere", bisognosi com'erano di appalti e nuove commesse, sarebbero stati miracolati da una torta non prevista nel piano originario; una Torta, per l'appunto, "aggiuntiva".

Fa qui capolino la figura dell'ex ministro genovese Burlando con il suo progetto di raggiungere Kiew e anche Tokio … passando per Novi.
Dovreste frequentare di più queste riunioni, vi perdete delle vere chicche.

Torniamo seri: citiamo dall'intervento della dottoressa Anna Donati (responsabile nazionale dei trasporti per il WWF e membro del Consiglio di Amministrazione delle FF.SS.) l'osservazione che l'andamento e l'esito della questione "... dipende da tre elementi: da voi, dal Ministero dell'Ambiente, dai vostri amministratori (in conferenza dei servizi) ...".
Va da sè che il terzo elemento impegna tutti noi a "stargli sul collo" ai nostri amministratori, ad evitare che vuoi per leggerezza, vuoi per incompetenza, vuoi … fate voi per cosa, ci rendano vittime di decisioni sbagliate.

Altra citazione che riteniamo opportuno fare è l'affermazione dell'ingegner Brunetti per cui gli aiuti (autentici) si debbono accettare da chiunque, "… anche a rischio di qualche fregatura …".
Concordiamo pienamente. Gestire un evento serissimo come la minaccia del "Terzo Valico" alla stessa stregua di una tifoseria calcistica, agendo nell'intento di escludere dalla lotta per la tutela degli interessi del cittadino le forze appartenenti ad un'ipotetica "squadra avversaria", tendendo così ad indebolire la protesta, a tutto vantaggio di chi vuole il "Terzo Valico", è, nella migliore delle ipotesi, un agire irresponsabile.

A proposito della definizione corrente di "Terzo Valico" data alla concessione Co.Civ., Renato Milano, del WWF di Novi, ne ha fatto rilevare la palese inesattezza, essendo in realtà questo ipotetico ulteriore collegamento dal mar Ligure alla pianura Padana il "Sesto Valico".
In quanto già esistono:
1) Savona - San Giuseppe di Cairo – Torino.
2) Voltri – Ovada.
3) Genova-Milano via Busalla.
4) Genova-Milano via Mignanego.
5) La Spezia-Parma.

Ribadiamo a questo proposito quanto già indicato (traendolo da fonte autorevole) nelle nostre osservazioni presentate il 15 marzo:
"Tutte queste linee di valico, utilizzate al meglio, potrebbero assorbire ben 800 treni merci al giorno nel 2010; traffico 7 volte superiore rispetto alle stime previste per lo stesso anno indirizzando sul cosiddetto "Terzo Valico" di Genova il traffico di La Spezia e Savona.

E' purtroppo sin troppo ovvio che l'utilizzo dei valichi di Savona e La Spezia va fortemente a sfavore della costosa realizzazione del "Terzo Valico per le merci" di Genova"
.

Dal punto di vista tecnico, un passo dell'intervento del geologo dottor Pietro Maifredi (prof. di geologia applicata presso il Dipartimento di Ingegneria Strutturale e Geotecnica DISEG, Università di Genova) ha fatto balenare nelle nostre menti un'estrapolazione agghiacciante nella sua disarmante ovvietà. Cioè: una galleria scavata dentro le falde acquifere drena immancabilmente ed irrimediabilmente le stesse e le acque defluiscono (ovviamente) nel verso della pendenza della galleria.
Di ciò, oltre alle conoscenze geologiche, fanno testo le esperienze fatte in tutto il mondo, nel corso di oltre cento anni con tutti i precedenti trafori.
Guarda caso, nella riunione tenutasi il 18 aprile a Rigoroso con i tecnici del VIA, essi affermarono a tal proposito che per il deflusso delle acque è già prevista apposita galleria a livello inferiore di quelle di transito.
Se consideriamo che il vero problema che assilla Genova e i genovesi, al di là del loro improbabile porto, è la cronica mancanza d'acqua, la prospettiva di succhiarsi via la nostra con una cannuccia lunga 35 chilometri è per essi una prospettiva senz'altro allettante.

Nel suo intervento il dottor Maifredi ha anche rilevato come, a differenza del progetto del precedente tracciato in cui si ammetteva, anche se in maniera superficiale, la possibilità di problemi geologici (da risolversi man mano si presentassero), "in questo progetto la geologia applicata non c'è, così non ci sono i problemi".

E inoltre: "questi si aprono le cave da soli"; molte sono le obiezioni a ciò, addirittura tra quelli indicati nel progetto vi sono siti protetti, il cui uso come cava è già stato vietato più volte. L'Autorità di Bacino non risulta ancora essere stata informata (verbalmente essa rilascia tale dichiarazione).

Allo scopo di avere conferma scritta della situazione in tal senso sia del Magistrato del Po che dell'Autorità di Bacino, abbiamo chiesto e ottenuto, come Associazione, in data 3 maggio 2000, una interrogazione a risposta scritta al Ministro dei Lavori Pubblici e al Ministro dell'Ambiente.
(Il firmatario è l'Onorevole Oreste Rossi, cui dobbiamo dare atto con ciò di star dimostrando una coerenza post-elettorale sconosciuta ai più).
Sarà nostra cura vigilare affinchè tale coerenza persista nel tempo.

Il nostro impegno come Associazione "Alta Voracità - contro questo Terzo Valico" ci ha portato anche a partecipare all'incontro tenutosi il 15 maggio a Palazzo Guasco in Alessandria, presenti, oltre al consigliere regionale Cavallera, l'ing. Perotto (direzione regionale trasporti) e altri tecnici, sempre della Regione.
Presente, insieme ai Comitati ed alle Associazioni contrarie al "Terzo Valico", anche l'On. Oreste Rossi, che nel suo intervento ha attaccato il Co.Civ. ribadendone la carenza di informazioni e la scarsa serietà dimostrata nella presentazione del progetto agli enti locali, Provincia compresa; ha illustrato gli enormi problemi e pericoli relativi a quest'opera: dai 30 ettati di cave in Val Borbera e relativo (tra l'altro) abbassamento dei pozzi, alla ricostruzione del monte della ex cava Cementir a Voltaggio con incombente frana (e diffusione nell'ambiente di polverino siliceo/amiantifero), agli scarichi della lavorazione del calcestruzzo per il rivestimento delle gallerie che finiranno anch'essi nell'ambiente, alle cave previste a Pozzolo, al traffico spaventoso e pericolosissimo dei camion sulle nostre già ora carenti strade, alle case demolite; tutto ciò per un' opera di dubbia utilità che si ferma ad Arquata.
E da cui è da tempo fuggito il finanziamento privato.

Mario Bavastro del WWF, a nome del "Comitato Interregionale contro l'Alta Velocità Milano-Genova" ha consegnato copia delle stime emesse dal porto di Genova relative alle previsioni di incremento dei traffici. Su tali previsioni di incremento si basa la richiesta di costruzione del famigerato "Terzo Valico".
Già in data 31 gennaio 2000 il "Comitato Interregionale contro l'Alta Velocità Milano-Genova", il WWF Italia e l'Associazione "La Nostra Terra" presentavano un'analisi molto particolareggiata delle previsioni di incremento sopracitate dalla quale si può dedurre che da parte dei fautori del "Terzo Valico" ci si trova di fronte anche ad una sovrastima dei traffici previsti (se ne consiglia la lettura).

Dino Frambati per il "Comitato spontaneo Ligure-Piemontese per la valorizzazione e la salvaguardia della Val Borbera" ha ribadito il no deciso al colossale prelievo di ghiaia per il "Terzo Valico"; precisando inoltre che la normale movimentazione di ghiaia per la manutenzione dell'alveo del Borbera è e deve restare una questione completamente separata.

Angelo Albasio per il comitato di Novi ha segnalato che esistono gia' ora problemi agli edifici posti vicino alla massicciata FS di Novi (infiltrazioni d'acqua, vibrazioni).

Roberto Stretti per l'Associazione "Alta Voracità - Contro questo Terzo Valico" ha ricordato la superficialità della progettazione di questa opera, facendo notare tra l'altro la mancanza di studi geologici degni di tale nome ed eseguiti in profondità lungo tutto il tracciato della galleria.
Ha poi chiesto notizie della Voltri-Ovada, in quanto inserita dall'Unione Europea tra le principali vie per il traffico merci che attraversa la Pianura Padana (via Ovada-Alessandria-Novara-Domodossola).
Come si legge nella relazione WWF-Comitati del 31 gennaio precedentemente citata: "... è stata scelta dalla CEE per i finanziamenti comunitari ed oggi viene sistemata per il passaggio degli high-cube, con un investimento di 35 miliardi ...".
Stretti ha inoltre ricordato come lo stesso allora ministro Ronchi, durante l'audizione alla Commissione Trasporti della Camera del 25-11-97, valutò che il potenziamento e ammodernamento delle linee storiche dei Giovi e Voltri-Ovada, avrebbe portato ad una potenzialità di 400 treni al giorno contro la stima dell'autorità portuale di 125-175 al giorno.

A quest'ultimo intervento gli interlocutori sono apparsi contrariati. Anche in questa occasione si è manifestata la sindrome del sacro dogma dell'"Alta Capacità Rivelata" si è cioè avuta ancora una volta la netta sensazione che il mettere in dubbio l'opportunità dell'opera sia argomento non gradito.

Al termine degli interventi, Cavallera ha dichiarato che il demanio idrico della Val Borbera è passato alle dirette competenze della Regione per cui da essa, in base al piano di bacino, e alla legge regionale, n.40 del 1998 che regola le cave e l'approvigionamento materiali per le grandi opere, dipendono le decisioni finali. Ha inoltre confermato di essere a conoscenza del fatto che la valle (anche nel tratto minacciato dai prelievi) è sede di biotopi sottoposti a vincolo ambientale-paesaggistico.

L'ing. Perotto, a proposito dei problemi attuali delle case vicino alla massicciata FS di Novi (infiltrazioni d'acqua, vibrazioni), ha espresso l'intenzione di organizzare un incontro con le FS, il Comune e il Comitato (di Novi), perchè "per legge, le FS devono risolvere questi problemi".
Per quanto riguarda il progetto del terzo valico ha dichiarato che da parte loro (Regione) c'e grande preoccupazione per l'aspetto idrico e geologico e nelle osservazioni si chiedono studi geologici e idrogeologici approfonditi, precisi e completi "senza i quali il problema non è risolvibile".
Quindi, nel complesso, si è potuto constatare che almeno alcune delle obiezioni sollevate dai Comitati contro il "Terzo Valico" sono state recepite e figureranno nella stesura delle osservazioni a livello Regione.

E' in questa occasione che ha suscitato scalpore l'affermazione dell'ing. Perotto sulle cave in val Borbera, per cui, in Regione, sarebbero stati il presidente di quella Comunità Montana ed alcuni sindaci (di cui non ha fatto i nomi) a chiedere di prelevare ghiaia.

Cavallera ha infine dichiarato che la Regione esprimerà parere alla prima riunione di giunta e si è detto disponibile ad altri incontri.

Veniamo infine alla seduta pubblica del Consiglio della Comunità Montana Valli Borbera e Spinti di sabato 20 maggio, ore 21.
Durante il Consiglio i cittadini hanno potuto esprimere la loro opinione.
Ordine del giorno: Progetto "Alta Capacità" Milano-Genova-Terzo Valico - Studio di compatibilità ambientale in relazione alla salvaguardia e la valorizzazione della Val Borbera.
La seduta si è aperta con i consiglieri arroccati in posizione fortemente difensiva, tanto da dare la sensazione di ritenersi sul banco degli accusati.
D'altra parte il sorgere di Comitati per questioni che sono normalmente di competenza degli eletti nelle istituzioni denota come minimo una sfiducia in esse.

Dopo l'ottimo intervento letto dal rappresentante del "Comitato spontaneo Ligure-Piemontese per la valorizzazione e la salvaguardia della Val Borbera" (il cui testo, inviato alla stampa, è un'altra delle letture consigliate ), la discussione ha iniziato inevitabilmente a ruotare intorno alla famigerata frase dell'ing Nicolini a pag. 64 del progetto Co.Civ. presentato ai Comuni.
Il semplice riferire poi, da parte del giornalista dott. Dino Frambati, che tale concetto era stato ampianente ribadito ad Alessandria dai rappresentanti della Regione, ha dato, come si suol dire, fuoco alle polveri.
Comunque non vogliamo qui dilungarci. La riunione nel complesso è risultata corretta, con numerosi e qualificati interventi e, soprattutto, grandemente costruttiva.
Il Consiglio ha infine presentato una delibera sull'ordine del giorno. La delibera è stata approvata con voto unanime.
Essa ricalca le "Osservazioni allo studio di impatto ambientale relativo al progetto di terzo valico ferroviario tra Liguria e Piemonte funzionale al sistema di trasporto ad Alta Capacità" emesse dalla Comunità Montana Val Borbera e Valle Spinti (protocollo n. 863 in data 27 marzo 2000) e inviate ai Ministeri dell'Ambiente e dei Trasporti, alla Provincia di Alessandria ed alla Regione Piemonte, in cui tra l'altro si dichiara categoricamente che "… il Consiglio della Comunità Montana respinge il progetto di prelievo di ghiaia da questo territorio ritenendolo non sostenibile sotto i profili ambientale ed economico …".
E inoltre: " che l'eccessività del prelievo comporta una altrettanto insostenibile attività di trasporto al frantoio previsto in Borghetto e di qui ai cantieri: la stima circa la movimentazione di centinaia di automezzi al giorno attraverso alcuni centri abitati (Borghetto e Vignole) e l'utilizzo di una rete viaria "fragile" come quella provinciale e comunale non può che indurre ad una ferma opposizione. ".
Tra le richieste contenute nelle osservazioni (che per motivi di spazio citiamo parzialmente, invitando comunque i cittadini a leggersele per intero) compare quella di "un'adeguata informazione sui benefici dell'opera in progetto a fronte dei costi richiesti, nella consapevolezza che in caso contrario risulterà quasi impossibile il coinvolgimento delle comunità locali in progetti che dovrebbero avere un ruolo strategico nello sviluppo nazionale dei prossimi decenni".
Non vi è cioè una chiusura totale al dialogo, ma esso vi è fortemente condizionato.

Ciò contribuisce a mettere a tacere le voci di una acquiescenza nei confronti dei fautori del cosiddetto "Terzo Valico".
A questo punto, per fare chiarezza, dichiarazioni verbali "di parte" come quella attribuita a Co.Civ. cui ha fatto eco un "super partes" come il già citato ing. Perotto della direzione Trasporti della Regione Piemonte, sarebbe opportuno figurassero in un pubblico confronto in presenza dei chiamati in causa.

E, visto che le voci sono tante e discordanti anche nella generalità degli altri siti interessati dal Tortone "Terzo Valico", stiamo prendendo visione, forti dell'articolo 425 della Legge sulla Trasparenza, delle delibere a tal proposito emesse da quelle Amministrazioni comunali.

Delle osservazioni sopra citate abbiamo copia, e comunque sono state pubblicate a cura della stessa Comunità Montana sul suo periodico trimestrale "Comunità Montana VALLI BORBERA e SPINTI" (anno 12 n.1) uscito nella seconda metà di aprile.

Dello stesso periodico ci trova sostanzialmente d'accordo anche il contenuto dell'articolo "Alta capacità ... di confondere" a firma dell'assessore all'Ambiente Giorgio Serratto, integrato dal trafiletto "Gli assenti hanno sempre torto".
Cogliamo qui l'occasione dataci dall'assessore Serratto per dissociarci dalla fasulla "... camicia verde di qualche noto (?) personaggio ...." associandoci invece all'esortazione che "... Meglio farebbero, certi consiglieri che non hanno mai partecipato alle sedute del consiglio della Comunità Montana, a esprimere la propria opinione nelle sedi istituzionali, anzichè nelle piazze o al bar".



Associazione "Alta Voracità - Contro questo Terzo Valico"
Sede: Loc. Vallegge n° 31 Gavi (AL) - cap 15066 - Tel. 0143/64.33.82

Il presidente - Stretti Roberto



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