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Dal N.39 in Edicola Giovedì 18 Ottobre 2001 - pag.11 - LETTERE A 'IL NOSTRO GIORNALE'

Terrorismo ecologico e demenza metropolitana

Luigi Francesco Traverso
Articolo cui si fa
riferimento in questo
- Si Vis Pacem, Para Bellum -

Riceviamo e pubblichiamo:
Se tutto va bene siamo rovinati.
Nel momento in cui la sensibilità collettiva sul problema dello sviluppo ecocompatibile e dell'ambiente sta crescendo si riescono a percepire, sentire e leggere pareri di ogni genere.
Chi sostiene che la battaglia a tutela dell'ambiente e dello sviluppo ecocompatibile sia assurda, quasi terroristica.
Chi invece ritiene che lo sviluppo debba avvenire a prescindere dalle esigenze ambientali.
C'è chi scrive e dice, mi riferisco se non vado errato al Presidente della Provincia di Alessandria, che l'unico modo per dare rilancio alla Valle Scrivia sia quello di concedere la distruzione della Val Lemme e permettere il rifiorire dell'Arquata Cementi.
Tutto può essere digerito, ci sono medicine che aiutano anche i deboli di stomaco.
Le posizioni possono essere diverse, sono sicuramente incompatibili e contrapposte, ma analizzandole trovano una logica, vuoi ambientale, vuoi di interesse collettivo, vuoi di interesse privato, ma trovano una logica.
Quelle che non riesco a comprendere sono le posizioni "acefale", quelle senza testa, quelle che pretendono di richiamare alla calma i ragionamenti e ragionamenti non sono.
Mi riferisco ad un pezzo a firma Dario Ubaldeschi apparso il 13 ottobre scorso su "Il nostro GIORNALE".
Dopo una attenta esposizione dei problemi di sviluppo ecocompatibile ed equilibrato, nel rispetto di tutti e di tutto, il signor Ubaldeschi propone una riflessione su quanto territorio sia stato aggredito e depauperato da insediamenti sia civili che industriali, per poi passare ad apostrofare come pseudo ambientalisti coloro che si schierano a salvaguardia di uno sviluppo che tenga veramente conto almeno dell'ambiente e dell'acqua e qualifica come terrorismo ecologico e fondamentalismo qualunquista l'esposizione dei fatti che potrebbero derivare dalla distruzione dell'Ambiente.
Ma allora i fatti sono chiari.
Siccome in Italia, nel Mondo e anche nel basso Novese o nell'alta Val Lemme e Valle Scrivia sono state fatte un sacco di porcate, perché dovremmo preoccuparci per il Terzo Valico Ferroviario o per l'inaridimento della Val Lemme e per la distruzione di altri 195 ettari di bosco?
Siccome nel recente passato sono state cementificate le sponde dei fiumi e sono stati invasi i loro alvei e le zone di rispetto con insediamenti di ogni genere, per quale motivo dovremmo preoccuparci anziché continuare a brutalizzare il territorio?
Siccome in molti casi sono state fatte scelte con i muscoli e non con il cervello, a danno della collettività, andiamo avanti in quella direzione.
Queste sono le logiche deduzioni che derivano dal pezzo del signor Ubaldeschi.
Adesso veniamo ai piccoli terroristi ambientali e fondamentalisti dell'acqua e della natura, spudoratamente schierati.
Noi, che non siamo fondamentalisti, abbiamo il coraggio di impegnarci a difesa di un bene che è fondamentale per l'umanità ed esso è proprio l'ambiente.
E' con l'ambiente che si devono e si dovranno fare i conti per garantire alle future generazioni una decente qualità della vita ed uno sviluppo di civile coesistenza.
Ci auguriamo che progresso non voglia unicamente significare la corsa verso la schizofrenia, verso lo stress o verso l'arricchimento a qualunque costo.
Ci auguriamo che i valori fondamentali della vita trovino ancora collocazione in questo mondo così veloce.
Ci auguriamo che progresso non significhi ridurci a vivere tutti concentrati in megalopoli sempre più frenetiche, magari dormendo in alberghi-loculo come già avviene in Giappone.
Ci auguriamo che progresso non significhi distruggere e disperdere fonti idriche ed inaridire le valli.
Ci auguriamo che progresso non significhi smettere di ragionare e diventare agnostici.
Ci auguriamo che progresso non significhi non vedere più lontano del naso e dimenticarsi di aver ricevuto il nostro pianeta in eredità dai nostri padri, con l'obbligo di doverlo lasciare, il meno distrutto possibile ai nostri figli.
Non siamo noi piccoli terroristi, oppositori dello sviluppo e del progresso a dire queste cose.
Sono gli scienziati di tutto il mondo, da quelli dei G8 ai no-global, a dire che dalla difesa dell'ambiente e dell'acqua, in particolare, dipenderà il futuro più o meno breve del nostro pianeta.
Non sono queste descrizioni apocalittiche di qualche profeta o di qualche asceta abituato a vivere esclusivamente nella sua grotta a contatto con la natura.
Questi sono dati universali incontrovertibili e purtroppo inappellabili, forniti all'umanità proprio da quel mondo occidentale che per primo violenta brutalmente la natura.
Se questo è vero, e personalmente non ho dati e strumenti per controbattere queste teorie, anche la difesa di un piccolo territorio, rispetto all'intero pianete Terra, come il basso Novese, la Val Lemme, la Valle Scrivia, la Val Borbera, deve essere attuata a qualunque costo.
Purtroppo è ben poca cosa difendere questo piccolo territorio e le falde acquifere delle nostre zone sono risibili rispetto alle esigenze di acqua dell'intera umanità, ma noi abbiamo questo da difendere e null'altro.
Non ci si può dimenticare che tra meno di vent'anni circa 3 miliardi di persone non potranno fruire dell'acqua potabile.
Sarebbe veramente miope, idiota ed egoistico, ritenerci tra quei fortunati che l'acqua ce l'hanno e permetterci quindi di sprecarla e distruggerla.
Che strano, ma quando si parla di morte si pensa sempre a quella degli altri, quando si parla di tumori, a quelli degli altri e quando si parla di problemi ambientali sembra quasi che riguardino un altro pianeta.
In alternativa, secondo quanto si riesce a leggere dal messaggio del signor Ubaldeschi, ci sarebbe da continuare come si è fatto fino ad oggi, magari per trovarci un'altra Acna di Cengio, un'altra Stoppani di Arenzano, un'altra Cementir, un'altra Subalpina, un'altra Ecolibarna, un'altra Miniera e disboscamento selvaggio di 195 ettari di bosco in Val Lemme, carotaggi, trivellazioni, cunicoli esplorativi, fatti con tecnica oserei dire "Saracena", che hanno lasciato senz'acqua interi paesi dell'Appennino tosco emiliano, estrazione di ghiaia selvaggia in Val Borbera ecc. ecc.
Se invece vogliamo trattare degli insediamenti meno dannosi, potremmo continuare ad edificare negli alvei dei fiumi e nelle fasce di rispetto, per poi piangere distruzione e morte quando i fiumi stessi tentano di riprendere il proprio letto ed il proprio alveo e lamentare danni multimiliardari per le devastazioni causate da alluvioni e frane.
Se questa è l'alternativa ci permettiamo di dire che non ci possiamo trovare d'accordo.
Domenica 14 ottobre ad Assisi, in una manifestazione sicuramente non organizzata da ambientalisti integralisti, si è marciato oltre che per la Pace per il Diritto all'Acqua per tutti.
Noi terroristi (avrebbe potuto chiamarci anche talebani) non siamo contro alla civiltà ed allo sviluppo, forse pretendiamo, probabilmente a torto, di riuscire a sopravvivere a questi due elementi che se presi in maniera esasperata possono produrre veramente la distruzione dell'umanità e del pianeta.




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