Associazione ALTA VORACITA' - Contro questo Terzo Valico

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LA STAMPA web: alessandria - Marcello Sorgi Direttore - ( Del 10/02/2002 Sezione: Alessandria Pag. 35 ) - LA STAMPA -

Oggi in Edicola - Domenica 10 Febbraio 2002 -


PALENZONA:
«DA 30 ANNI BLOCCANO UN TERZO VALICO UTILE AL TERRITORIO»
Una carica a testa bassa «I Verdi? Asini raglianti»


Massimo Delfino

ALESSANDRIA

- Fabrizio Palenzona - «Sul Terzo valico lŽItalia è ferma da 30 anni per colpa di gruppi di "asini che ragliano" e bloccano ogni tentativo di iniziare opere concrete».

Il pesante attacco del presidente della Provincia, Fabrizio Palenzona, ai Verdi e ai comitati ambientalisti ha animato la serata sullŽalta capacità ferroviaria organizzata dai Rotary Club di Alessandria, Novi e Tortona.

Palenzona ha ribadito che «lŽeconomia viaggia di pari passo con le merci: è inaudito perdere tempo stando a discutere sui fiorellini dei campi che si distruggerebbero realizzando un tracciato ferroviario.
Siamo la sesta potenza mondiale, vorremmo diventare la quinta e non essere la Repubblica delle passeggiate sui prati, tagliata fuori dal resto del pianeta».

Il presidente della Provincia ha poi sostenuto: «Si parlava di Terzo valico fra Genova e Milano già nel 1910. Erano matti i nostri antenati? No, solo preveggenti: il porto di Genova, quelli di Voltri e Savona si sono espansi, ma gli Appennini sono sempre stati un ostacolo ed è giunta lŽora di risolvere questo problema che frena il sistema dei trasporti».

Prima del pirotecnico discorso di Palenzona, la relazione del tecnico Franco Grasso (rotariano e componente della commissione intergovernativa per lŽalta velocità nella Comunità europea) era stata lineare, ma non aveva aggiunto novità alla questione del Terzo valico.
«La Genova-Milano ha senso solo se non è isolata - ha detto Grasso -. Va realizzata contestualmente alla Torino-Milano-Trieste».

LŽassessore regionale allŽAmbiente, Ugo Cavallera, ha confermato come «lŽalta capacità ferroviaria sia una priorità, pur con la dovuta attenzione a non deteriorare il territorio».

Molto più cauto il sindaco di Novi, Mario Lovelli: «Se per lŽinteresse nazionale la linea deve passare nel nostro territorio, ne prendiamo atto e siamo pronti a sopportare i disagi ambientali e gli anni di convivenza con i cantieri, ma a patto che la Valle Scrivia tragga benefici dallŽopera.
Se Genova e Milano avessero vantaggi e il Novese solo danni, non potremmo dar torto ai comitati di cittadini che si oppongono al progetto».


Massimo Delfino


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