Poesie di Cesare Vivaldi
Poesie di Giuseppe Cassinelli
Nato a Porto Maurizio, si trasferì a Roma nel 1933. Giornalista e docente di Storia dell'Arte nelle Accademie di Napoli e poi di Roma. Poeta noto in Italia e all'estero, di lui si possono ricordare numerose raccolte, quali Dettagli (1964), Una mano di bianco (1978), Poesie liguri vecchie e nuove (1980), Umbria negli occhi (1995) e la raccolta complessiva di tutte le poesie in ligure La vita sa di buono (1996). Negli anni Cinquanta fu vicino alle posizioni del neorealismo, successivamente i suoi versi hanno assunto una connotazione più propriamente lirica; un certo abbandono sentimentale era d'altronde sempre stato presente nelle sue composizioni.
Sera di siccità
I omi i mangia in silensiu all'usteria.
Mancu e scummesse e van ciü. Bacicin,
L'America A l'è distante l'America...
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Gli uomini mangiano in silenzio
all'osteria.
Quest'anno la siccità ha bruciato le olive, e il vino cattivo, stasera, l'allegria. Nemmeno le scommesse vanno più.
Baccicin,
È lontana l'America...
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Mio zio
U me barba u l'è in omu grande e
grosciu
A u me barba u ghe piasge cian cianin
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Mio zio è un uomo grande e grosso
che lavora in campagna: (ma una volta lavorava nella fabbrica del signor Paolo, che ancora le ginocchia gli fanno male). A mio zio gli piace pian piano
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Senza che ti chiami
Sensa che mi a te ciamme
eccu che ti presente
Oh, se sulu ina vota se puvesse
savé
Cosa a diggiu? De longu ti
me vegni davanti
e me musciasse, o mae, unde
ti sei (che mi
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Senza che io ti chiami, ecco che tu presente
sei in me, sempre mi vieni davanti, e la tua voce è la mia, una voce di pianti che sale come nebbia sulle colline della mente. Oh, se solo una volta si potesse sapere
Che dico? Sempre mi vieni davanti
mi mostrassero, o madre, dove tu sei (che io
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Madre non dimentico
A nun me sun scurdau de ti, che ti me
freidu, in utubre freidu: u gh'èa
in fine-
troppu u me cö cu u ventu. In t'e
maìne
àsgini d'üga, e toe man sensa
fin
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Non mi sono dimenticato di te, che mi
dicevi, o madre, che "il vento nasceva dalle montagne e scendeva nelle spiagge, col vento sei nato tu." Faceva freddo, un ottobre freddo: c'era un fine-
troppo il mio cuore con il vento. Nelle spiagge
acini d'uva, le tue mani senza fine
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