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Tom Napper Tom Bliss - The Silverlode

 

Succede. Non molto spesso, ma succede: un disco di esordio da parte di due musicisti dell’area di Leeds non molto conosciuti, almeno qui in Italia, ma che fin dal primo ascolto ti dà la sensazione di qualcosa di veramente particolare. Forse l’impasto sonoro, particolarmente gradevole, forse i brani stessi di questo The Silverlode, forse l’interscambio musicale tra i due Tom (Bliss e Napper) che compongono il duo. O forse un po’ tutte queste cose insieme, ma di certo si tratta di un album tra i migliori che ci sia capitato di ascoltare in questi ultimi tempi.

Avevamo fatto la conoscenza di Tom Bliss all’incirca un anno fa, ai tempi della recensione su Keltika dell’album della folk band inglese Slide (UK) The Slippery Slope: Bliss, fondatore e anima del gruppo, ci aveva parlato in quella occasione delle sue canzoni (si tratta infatti di un eccellente compositore), della sua passione per il mare e per la piccola isola di Alderney, del suo gusto per la musica folk e delle scelte musicali della sua band.

A distanza di pochi mesi da quell’intervista ci è arrivato, un po’ a sorpresa, un album dello stesso cantautore, questa volta in compagnia di Tom Napper, uno dei migliori musicisti della zona di Leeds, con oltre 25 anni di carriera a fianco di artisti come Tom McConville, Gordon Tyrrall, Jez Lowe (Dab Hand) e Alistair Russell (Battlefield Band).

La storia dell’incontro tra i due Tom è abbastanza singolare: entrambi si trasferirono a Leeds verso la metà degli anni Settanta per studiare, ciascuno con una forte passione musicale che li spinse a frequentare il circuito dei folk club locali. Nel giro di un paio di anni, i “due Tommasi” avevano però intrapreso strade differenti: mentre Napper, grazie alla eccezionale perizia su un gran numero di strumenti a corda (tenor banjo, mandolino, chitarra tenore, ma stranamente non la chitarra!), decideva che avrebbe posto la musica al centro della propria vita, Bliss proseguiva i propri studi, laureandosi in architettura e diventando in seguito anche direttore di una televisione privata. Per lui la musica rimaneva sostanzialmente un’attività a livello amatoriale.

Nel frattempo le abilità di Tom Napper erano sempre più richieste in sala di registrazione: lo strumentista diventava così un apprezzato session man, oltre a partecipare a svariati progetti musicali, a insegnare musica e a dirigere un gran numero di workshop. Bliss, invece, “tradiva” sempre più spesso il folk per la musica rock. I due Tom si conoscevano già, grazie ad alcuni amici in comune, ma l’idea di suonare insieme era ancora molto lontana.

Giungiamo così al 1995. Bliss, stanco di musica amplificata, rispolverò la sua chitarra acustica: la vecchia fiamma della folk music ardeva ancora, evidentemente, insieme alla gioia di tornare a suonare nelle session informali dei folk club di Leeds e di riprendere a comporre ballad ispirate alla tradizione popolare.

Non solo: a Tom Bliss venne in mente di formare una folk band stabile – appunto gli Slide (UK) – e parallelamente iniziò a suonare anche altri strumenti (whistle, flauto, armonica, melodica e accordion).

La band di Bliss si rivelava come una delle rivelazioni della scena folk britannica, ma lo stesso musicista-compositore si rendeva conto che solo la formula del duo avrebbe consentito una maggiore diffusione alle sue apprezzate composizioni. Fu così che, nel corso di una telefonata con Tom Napper per motivi del tutto differenti, Bliss ebbe a chiedergli se per caso conoscesse qualcuno che fosse interessato a suonare in duo le sue canzoni: “Perché non io?” fu la risposta di Napper…

Iniziando a provare, la compatibilità tra i due Tom si è subito rivelata assoluta: due voci ricche e potenti, una grande abilità nel suonare un’ampia gamma di strumenti e le medesime idee in fatto di scelte musicali, attrezzature, arrangiamenti e presenza on stage. Ma sono soprattutto le diversità tra i due a rendere particolarmente gradevole la loro musica: Bliss è essenzialmente un compositore ed eccelle nell’accompagnamento, mentre le doti virtuosistiche di Napper sono indiscutibili. I due Tom, in altri termini, si complementano a vicenda.

Lo scorso settembre i due hanno avuto il loro debutto al Wombwell Folk Club e all’Otley Festival; il mese successivo sono iniziate le registrazioni di The Silverlode, album pubblicato all’inizio di dicembre.

Ci ha raccontato Tom Bliss a proposito di questo album in duo: “La differenza principale rispetto alla musica con gli Slide è che in The Silverlode l’approccio è molto più semplice: in questo album mancano strumenti come le pipes e i whistle, e il fiddle è presente solo marginalmente. Credo però che lo standard, sia dal punto di vista dell’esecuzione musicale che degli arrangiamenti, sia superiore. Quello che ci premeva fare era realizzare un album che fosse il più possibile realistico, la cui musica fosse cioè il più possibile simile a quella che eseguiamo dal vivo. Il titolo The Silverlode deriva dalla canzone “The Silverlode of Sark”. Il “silverlode”, il filone d’argento, è la stria di argento grezzo che tutti vorrebbero disperatamente trovare…un po’ come noi, alla perenne ricerca del successo! La storia di questa canzone si rifa a eventi realmente accaduti nell’isola di Sark, molto vicina alla mia amata Alderney, intorno al 1840, quando su quest’isola vi era una miniera di argento: la foto sulla copertina del disco mostra quel poco che oggi ne rimane! L’unica cosa che mi dispiace è di non essere riuscito a mettere su quest’album tutte le mie ultime composizioni. Ne ho già pronte altre quattro: una storia di fantasmi ambientata sull’isola di Alderney, altre due basate su storie vere di naufragi verificatisi nelle isole del Canale e nelle isole Scilly, e infine una ballad sulla storia della moglie del re Carlo I…e anche ora sto lavorando a molte altre canzoni!”

The Silverlode è un’album godibilissimo e interessante, e si stenta a credere che si tratti di un disco di esordio: fin dalle sue prime note si ha invece la sensazione di un grandissimo affiatamento tra i due musicisti. Sembra incredibile che fino a sei mesi fa i “due Tom” non abbiano mai suonato insieme: evidentemente i due sono fatti, musicalmente parlando, l’uno per l’altro. I vari brani che compongono l’album – un alternarsi di strumentali e di ballad, di brani tradizionali (“Poor Labourers”, “The Blue Cockade”) e di composizioni originali – sono arrangiati in modo sapiente in funzione dei vari strumenti utilizzati.

Sono tuttavia le splendide creazioni di Tom Bliss il vero punto di forza di questo disco, un vero esempio di cosa dovrebbe intendersi per composizione folk contemporanea: Bliss è infatti dotato di un grande senso narrativo e riesce anche a comporre melodie accattivanti, che conferiscono a queste ballad quel particolare, magico sapore delle canzoni senza tempo. Anche il desiderio di produrre un album “quasi dal vivo” riteniamo sia stato coronato da successo: la sensazione è proprio di trovarsi seduti in un folk club, ad ascoltare canzoni in un’atmosfera raccolta e rilassata.

Sono due i brani, tratti da The Silverlode, presenti su questo numero di Keltika: la title-track “The Silverlode Of Sark”, ottimo esempio dell’abilità compositiva di Bliss, vede lo stesso autore alla chitarra e come vocalist e Napper al mandolino e seconda voce, mentre l’anima “celtica” del duo è ben rappresentata da un set di gighe, “The High Part Of The Road/Creel Of Turf/The Castle”.

Il sito web ufficiale del duo, contenente tra l’altro anche i testi di The Silverlode, è raggiungibile all’url: www.napperbliss.co.uk

 

                                                                                              Testo di Alfredo De Pietra