Steve Mulherne & Ian Laws
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Steve Mulherne & Ian Laws – The Mirthical Reel

Un chitarrista del Tyneside ed un fiddler nord-irlandese, entrambi residenti a Londra, si incontrano casualmente prima di una Irish session in un pub della capitale britannica. Iniziano a suonare insieme, ed il loro primo album autoprodotto, The Mirthical Reel, riceve ben presto entusiastiche recensioni dai migliori magazine specializzati, “Folk Roots” in testa: sembrerebbe una favola, e invece è la recente storia musicale di Steve Mulhern e Ian Laws, presenti su questo numero di Keltika con due brani tratti dal loro interessantissimo album di esordio.

Il violinista Steve Mulhern è di Belfast, dove è cresciuto sino ad un primo trasferimento a Dublino. Lì Mulhern si è laureato in Lingue Moderne al Trinity College, affiancando agli studi un’intensa attività musicale, che lo ha portato a formare nel 1978 il gruppo Blackthorn, il cui primo disco raggiunse in quegli anni la top ten delle classifiche irlandesi. Alla fine degli anni ’80 Steve si è traferito a Londra, dove tuttora insegna e suona il fiddle nel circuito delle Irish session. Mulhern è anche “l’anima compositiva” del duo: anche se i brani di The Mirthical Reel risultano a firma Mulhern e Laws, in realtà essi nascono dall’ispirazione musicale del violinista di Belfast.

Ian Laws è invece originario del Tyneside, e “nasce” chitarrista acustico nei locali folk della sua regione di origine. Dal 1975 vive a Londra dove è, ormai da oltre 25 anni, uno dei session guitarist più richiesti. Ha registrato infatti con artisti delle più svariate tendenze musicali, da Ray Charles a Tom Jones, da Roger Daltrey a Shirley Bassey. Questa esperienza musicale del duo con Steve Mulhern ha in fondo consentito a Ian di rivisitare finalmente le sue radici, un suo desiderio lungamente accarezzato.

Ian e Steve hanno risposto ad alcune nostre domande sulle origini della loro musica, con alcune interessanti considerazioni sulle modalità di composizione musicale nel campo della musica tradizionale:

Ian, lei è originario del Tyneside mentre Steve è irlandese, ma entrambi siete residenti a Londra…

Ian: “Sì, è stato per caso che ci siamo incontrati qui a Londra. Io mi sono trasferito qui nel 1975, poco tempo dopo aver terminato gli studi musicali al college: Londra mi è parso il miglior posto dove intraprendere una carriera di musicista freelance. Steve invece si è trasferito qui insieme alla famiglia nella seconda metà degli anni ’80.”

Steve: “In precedenza io avevo suonato a Belfast e a Dublino, sin dalla metà degli anni ’70 e agli inizi degli anni ’80, sia musica classica che tradizionale. Quando mi trasferii a Londra inizialmente ho suonato in alcuni ritrovi musicali per polacchi, per entrare successivamente nel giro dei locali di musica irlandese nella parte meridionale di Londra. In seguito ho finalmente iniziato a scrivere la mia musica, una mia aspirazione da molto tempo. Londra è una città in cui è molto facile ascoltare musica irlandese, anche in modo informale, nei pub. Di solito noi suoniamo con una certa regolarità nella parte meridionale di Londra.”

Come vi siete incontrati? E com’è nata l’idea di suonare insieme?

Ian: “Ci siamo conosciuti circa due anni fa, in una session irlandese, in un locale di Londra: dal momento che eravamo i primi due musicisti ad essere arrivati, ci presentammo e andammo, nell’attesa, a farci un paio di Guinness. Bene, ancor prima di iniziare a suonare avevamo già fatto amicizia. Così, quando sentii suonare Steve, e soprattutto ascoltai le sue composizioni originali, gli chiesi se gli avrebbe fatto piacere suonare qualcosa insieme. È stato così che abbiamo iniziato a registrare questo nostro primo album”.

Steve: “Personalmente sono rimasto entusiasta dell’incontro con Ian: la sua enorme esperienza, ma anche la sua sensibilità musicale sono risultate fondamentali per sviluppare le mie composizioni, e inoltre abbiamo iniziato ad esplorare insieme nuovi sentieri musicali. È per me un’esperienza stupenda, anche perché con il tempo ci sentiamo attratti da nuove melodie e nuove sonorità”.

Riconoscete nella vostra musica qualche influenza particolare? A tratti, ascoltando il vostro CD, si ha addirittura la sensazione di avere a che fare con un disco di Martin Carthy e Dave Swarbrick degli anni 2000…

Ian: “Dal mio punto di vista di chitarrista, è naturale che la musica di Martin Carthy abbia in qualche modo contribuito a formarmi, almeno nel periodo dei miei inizi. Aggiungerei anche Bert Jansch e il grande Nic Jones, che purtroppo ha dovuto smettere di suonare a causa di un grave incidente automobilistico”.

Steve: “Dovendo citare i musicisti fondamentali per la mia formazione, parlerei innanzitutto di Kevin Burke e Paddy Glackin, sia per la pulizia e la precisione del fraseggio che per la grande maestria nell’uso dell’archetto. A parte questo, sono affascinato dalla sfida di improvvisare nell’àmbito della musica tradizionale, e da questo punto di vista mi è stata particolarmente utile l’esperienza con alcune band nord-irlandesi”.

Ian, lei è uno dei più richiesti session guitarist nei più svariati àmbiti musicali. Secondo lei, in qualche modo ciò si riflette anche nella musica di questo The Mirthical Reel?

Ian: “Direi solo genericamente, in termini di musicalità ed esperienza. Il mio lavoro in sala d’incisione è risultato invece molto importante, per la mia pratica ormai decennale con le tecniche di registrazione”.

Andiamo ora a questo vostro album d’esordio, The Mirthical Reel: come mai questo titolo?

Ian: “Sono stato io a suggerire questo titolo per uno dei brani composti da Steve, un gioco di parole tra “mirthful”, cioè “allegro”, dallo spirito di quel brano, e “mythical”, con riferimento alla miriade di leggende presenti nel folklore celtico. Solo in seguito mi sono reso conto che la parola “mirthical” non esiste in alcun dizionario di inglese, come giustamente segnalatomi da Steve!

Steve: “Aggiungerei solo che il brano “The Mirthical Reel” è particolarmente gioioso, e vuole sottolineare la spensieratezza della musica da danza irlandese”.

Steve, sono rimasto particolarmente colpito dalla sua abilità nel comporre nello spirito della musica tradizionale. Ci sono particolari difficoltà in questo tipo di composizione musicale?

Steve: “Qui devo necessariamente parlare in modo tecnico. Quando una nuova idea musicale “viene alla luce”, per farla diventare una tune, un vero brano musicale, è necessario darle una forma, trasformarla cioè in una linea melodica che abbia un senso, e soprattutto portarla ad un climax, un punto di particolare intensità emotiva, il che avviene di solito nella seconda o nella terza parte del brano stesso. Le difficoltà possono nascere dalla necessità di mantenere il brano comunque semplice e adatto agli strumenti utilizzati, ma anche dal bisogno di tornare all’enunciazione della linea melodica iniziale con naturalezza, servendosi di particolari modulazioni o variazioni. Questo processo si verifica in gran parte dei brani di musica irlandese: la sfida per un compositore di questo genere di musica è di continuare a ragionare in questi termini anche per le proprie composizioni”.

Questo vostro album di esordio ha comunque ricevuto recensioni entusiastiche. Progetti futuri?

Ian: “Abbiamo iniziato a comporre la musica per le registrazioni del prossimo album, ma ci vorrà ancora un po’ di tempo per terminarlo”.

Steve: “Sì, in esso inizieremo ad esplorare differenti ritmi e linee melodiche, pur mantenendo il medesimo, semplice, approccio acustico. Credo anche che inseriremo delle parti vocali”.

The Mirthical Reel è un disco freschissimo e ricco d’inventiva: in Laws e Mulhern la “stoffa” musicale c’è, ed anche di qualità pregiata. I quindici brani che compongono l’album non presentano mai un momento di caduta d’interesse, e l’accoppiata fiddle-chitarra (ma Ian Laws è presente anche nelle vesti di banjoista, mandolinista e percussionista) mostra una sonorità veramente ricca e piacevole, a tratti degna erede di blasonate esperienze del passato (Carthy & Swarbrick…).

Due sono i brani tratti da The Mirthical Reel che Ian e Steve regalano ai lettori di Keltika: le grandi capacità compositive (sempre nel solco della tradizione) del duo risaltano splendidamente nell’ipnotica “Will On The Hill”, una slip-jig di pregiata fattura caratterizzata da un gustoso gioco a rincorrersi tra violino e chitarra , mentre il gusto nel riarrangiamento di brani tradizionali è testimoniato dal set di reel “The Broken Pledge/Mother & Child/Toss The Feathers”, che mette in mostra la valenza tecnica del fiddler di Belfast, contrappuntata dall’interessante gioco ritmico della chitarra e del banjo di Ian Laws.

Il sito web ufficiale del duo Ian Laws & Steve Mulhern, con il relativo indirizzo email, è il seguente: www.themirthicalreel.com

 

                                                                                              Intervista di Alfredo De Pietra