Il fiddle nel Donegal
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Il fiddle nella contea di Donegal 

La contea del Donegal è situata nella parte nord-occidentale della Repubblica d’Irlanda, in altri termini immediatamente ad ovest dell’Irlanda del Nord (Ulster). E’ una regione in cui il Gaeltacht, l’antica lingua irlandese di origine gaelica, è ancora oggi presente e notevolmente radicato, ed al suo interno nettamente palpabili sono un certo senso di indipendenza e diversità delle proprie tradizioni popolari.

Il Donegal potrebbe anche essere considerato una piccola Irlanda in miniatura, con le sue brughiere ricche di erica, i suoi monti, le sue torbiere e oltre 300 km di coste, un affascinante, continuo alternarsi di spiagge dorate e alte scogliere.

Probabilmente la sua stessa posizione geografica, ai margini occidentali dell’isola, ha contribuito in maniera determinante al senso di indipendenza di cui si diceva, che si riflette in buona misura anche nella musica di questa Contea. La sua natura selvaggia ha tra l’altro costituito per molti secoli una difesa naturale dalle invasioni esterne. 

Il vecchio nome del Donegal era Tyrconnel (“terra di Conall”), a ricordo di una linea monarchica che ebbe origine nel corso del V secolo d.C. Il nome “Donegal” si ritiene provenga da un antico insediamento vichingo nel luogo in cui oggi vi è la città di Donegal, e significherebbe “forte degli stranieri”. Durante il Medio Evo Tyrconnel fu sotto il dominio degli O’Donnells, uno dei due rami della dinastia Uì Neill, che regnò sull’Ulster per oltre mille anni.

Nel 1601 gli O’Donnells di Tyrconnel ed i loro parenti, gli O’Neills di Tyrone, furono sconfitti dalle truppe inglesi nella battaglia di Kinsale, e si rifugiarono in Continente, salpando dal Lough Swilly, nella parte settentrionale della Contea.

Successivamente il governo inglese iniziò un programma di pacificazione a lungo termine dell’Ulster, concedendo le sue terre ai coloni protestanti provenienti dalle Lowlands scozzesi.

A causa dell’infertilità dei terreni del Donegal la maggior parte di questi coloni preferì tuttavia stabilirsi nelle fertili campagne dell’Ulster centro-orientale. Anche in virtù di ciò, quando nel 1922 furono stabiliti i confini della Repubblica d’Irlanda, il Donegal, in larga parte cattolico, fu separato dal resto dell’Ulster e divenne parte integrante della Repubblica, cui è collegato da uno stretto lembo di terra.

Storicamente i legami tra il Donegal e la Scozia sono stati sempre molto tenaci. Ancor prima della conquista del 1601 le Highlands scozzesi e l’Irlanda potevano essere considerate quasi una sola regione, essendo unite da culture e linguaggi molto vicini tra loro, tant’è che ancora oggi c’è chi in Irlanda definisce scherzosamente la Scozia “la Contea più settentrionale dell’Ulster”. Così, ad esempio, il potere militare degli O’Donnell si avvaleva dell’apporto dei “gallowglasses” (soldati mercenari scozzesi) e in ambito musicale gli arpisti dell’epoca si spostavano liberamente tra le corti nobiliari sia di Irlanda che di Scozia, i cui stili musicali erano spesso abbastanza simili.

In seguito alla decadenza dell’aristocrazia gaelica, l’importanza della Scozia per l’economia del Donegal divenne fondamentale: i proprietari terrieri (inglesi) richiedevano affitti in moneta ai loro fittavoli, ma i miseri contadini del Donegal riuscivano a malapena a nutrirsi ed a vestirsi, e la depressa economia locale era basata per lo più sul baratto, con pochissima moneta circolante. Di conseguenza, per poter pagare gli affitti, praticamente tutti gli uomini adulti di quella Contea durante i mesi estivi si recavano a lavorare nelle Lowlands scozzesi; nel contempo rimanevano a casa donne, vecchi e bambini, a coltivare le terre ed a raccogliere la lana per vestirsi.

Il Donegal è rimasto una regione povera anche per buona parte del XX secolo, e l’emigrazione stagionale in Scozia si è perpetuata sino alla prima metà del secolo scorso. 

 

Il “Donegal style” 

A dispetto della povertà sociale di cui si è detto, il Donegal è culturalmente un’area tra le più ricche d’Irlanda. E’ da ricordare innanzitutto come questa Contea sia una delle ultime roccaforti esistenti della lingua Gaelica, e la diffusa pratica locale canora del sean-nòs è riuscita a conservare sino a oggi un corpus letterario che affonda le sue radici nella tradizione dei trovatori medievali.

Le prime memorie che parlano della cultura musicale del Donegal risalgono al 1760: in quell’anno l’arpista Arthur O’Neill fu invitato ad una cerimonia nuziale ad Ardara “…ma senza l’arpa, perché il posto era pieno di suonatori di cornamusa e di fiddle”. Ancora, nacque in Irlanda nell’800 il detto popolare secondo il quale “nel Donegal c’era un fiddle in ogni casa”.

Si può senz’altro affermare che la musica del Donegal ha, nell’ambito della musica tradizionale irlandese, caratteristiche uniche, che la pongono su un piano differente rispetto al resto dell’isola.

Per cominciare, è universalmente accettato il ruolo fondamentale delle cornamuse nell’origine della musica strumentale irlandese di questi ultimi secoli: ebbene, mentre nel resto dell’Irlanda predominano le uillean pipes, queste ultime costituivano quasi un’eccezione nel Donegal, dove la cornamusa più frequente era la pìob mòr, molto somigliante per struttura e sonorità alla cornamusa scozzese. Il suono della pìob mòr ha avuto una notevole influenza sul Donegal fiddle style: nel resto d’Irlanda il fiddler tende ad imitare le uilleann pipes mediante arzigogolati abbellimenti ad opera della mano sinistra. Predomina il legato, con più note suonate con un solo colpo di archetto.

Il tipico Donegal style tende invece alla sonorità squadrata, quasi essenziale, della pìob mòr: in genere un colpo di archetto per ogni singola nota, ed un quasi costante uso dello staccato. Può essere al riguardo interessante osservare come simili caratteristiche siano presenti anche nello stile violinistico della zona di Cape Breton, notoriamente basato anch’esso sulla sonorità delle Highland bagpipes.

Un’altra differenza può osservarsi a proposito del sean-nòs: questa antichissima tecnica vocale è nel resto d’Irlanda essenzialmente un forma d’arte solistica: l’unica eccezione al riguardo si ha proprio nel Donegal, dove sono presenti forme di sean-nòs cantate in coppia (all’unisono o per ottave). Trattandosi di una forma canora che presenta larghi spazi per l’improvvisazione, appare evidente come queste esecuzioni in duo richiedano una sorta di telepatia mentale, ed infatti a cimentarvisi sono per lo più persone molto affiatate tra loro (fratelli, padre-figlio). Tutto ciò si è trasposto anche nella musica per fiddle, strumento eminentemente solistico nel resto dell’isola, laddove invece nel Donegal è ben presente e radicata una antica tradizione di duo fiddling.

Vi è infine un’ultima differenza tra la musica del Donegal e quella del resto d’Irlanda: strumenti come il tin whistle, il flauto e la concertina hanno fatto la loro comparsa in questa contea solo negli ultimi decenni: gli unici strumenti ivi adoperati erano quasi esclusivamente il fiddle e la piob mòr.

Ciò che essenzialmente rende lo stile di fiddling del Donegal differente dal resto d’Irlanda è il suo attacco e la sua aggressività. Altre caratteristiche tipiche sono la modalità dell’uso dell’archetto, un’andamento piuttosto veloce, la tendenza a suonare jigs e reels “straight”, ovvero con poco swing, un uso degli abbellimenti piuttosto limitato, ed al contrario un frequente uso del basso continuo (“droning”).

Da un punto di vista tecnico, l’esecuzione non prevede l’uso di ritmi sincopati, ed ogni nota è trattata con uguale “peso”. Essenziale è la particolare impostazione tecnica nell’uso dell’archetto, che fa un costante uso delle terzine (“bowed triplets”).

Il risultato di tutto ciò è uno stile del tutto particolare ed estremamente interessante. Come si è detto, in qualche modo questo stile somiglia a quello tipico dei violinisti di Cape Breton: gli stili dell’Irlanda meridionale risultano all’ascolto più “scorrevoli” e “pulsanti”, in una parola più “swinganti”: per comprendere meglio queste differenze sarebbe ovviamente auspicabile l’ascolto dell’esecuzione (anche discografica) dello stesso brano da parte di un fiddler del Donegal (John Doherty, James Byrne…) comparativamente ad un violinista dell’Irlanda del Sud (Kevin Burke, Michael Coleman…)

Anche il repertorio, d’altra parte, è differente dal resto d’Irlanda: oltre a jigs, reels, hornpipes ed airs, i violinisti del Donegal suonano anche altri tipi di brani musicali, come:

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le Strathspeys, in 4/4, di origine scozzese, che conservano molte delle accentuazioni ritmiche tipiche della musica scozzese: si ritiene che esse traggano origine dalle reels che venivano suonate nella valle dello Spey, in Scozia. Sono in genere meno veloci delle reels irlandesi;

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le Highlands, (o Schottisches, o flings): pure in 4/4, leggermente più veloci delle hornpipes, spesso basate sulle strathspeys;

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le Barndances, anche dette German Schottisches: brani in 4/4, in genere abbastanza lenti;

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le Mazurkas, danze in ¾ di origine polacca, vicine concettualmente al valzer, ma più spesso con un accento sulla seconda battuta.

L’uso del fiddle era infine nel Donegal una costante nelle cerimonie nuziali (e anche questa è una tradizione molto più vicina alla Scozia che al resto d’Irlanda): la sposa entrava in chiesa al suono del fiddle che suonava “Haste to the Wedding”; procedendo verso l’altare, si passava a “The Wedding Jig”; alla firma del contratto di matrimonio veniva eseguita “The Girl Who Broke My Heart”, ed alla fine della cerimonia gli invitati si recavano a casa della sposa al suono di “Kiss the Maiden Behind the Bar”.

Il motivo di queste diversità può facilmente riassumersi nell’importanza dell’influenza della Scozia sulla cultura e sulla musica del Donegal. Come si è visto, la Scozia ha infatti svolto storicamente un ruolo di una certa importanza nella vita e nella società di questa regione irlandese: al ritorno in patria gli emigranti in terra scozzese spesso riportavano indietro tunes, ritmi e danze tipici del Paese di immigrazione, così come accadeva che i pescatori del Donegal riportassero nella propria Contea la musica delle isole Shetland, nelle cui pescherie ed industrie del pesce essi spesso confluivano.

 

I fiddlers

 Nel corso del XIX secolo e nella prima metà del XX secolo i musicisti del Donegal erano in realtà quasi sempre dei fabbri specializzati nella lavorazione della latta (anche i loro violini erano spesso di latta!) che svolgevano inoltre l’attività di musicisti itineranti: per le loro virtù musicali essi erano infatti accolti benevolmente nelle case di tutta la Contea.

L’attività del musicista itinerante era, beninteso, diffusa in tutta l’Irlanda, ma quasi sempre si trattava di strumentisti diffidenti dei loro “colleghi”, e che proteggevano gelosamente il loro repertorio. A differenza di quanto ora detto, i musicisti del Donegal erano particolarmente aperti mentalmente e poco gelosi delle proprie tunes, che ebbero così modo di diffondersi per tutta la Contea. Anche i lavoratori stagionali di cui si è già detto spesso tornavano dalla Scozia con manuali e raccolte di musica per violino. I fiddlers del Donegal hanno tra l’altro contribuito in modo determinante alla diffusione in Irlanda di brani della tradizione scozzese, come ad esempio “The Flogging Reel”, “The Tarbolton” e “Lucy Campbell”, divenuti oggi parte integrante del patrimonio musicale irlandese.

Questi musicisti erano molto orgogliosi della propria abilità tecnica, e non disdegnavano anche l’esecuzione di brani estranei alla tradizione, purchè questi servissero ad evidenziare il loro virtuosismo strumentale: in questo senso erano ad esempio molto diffuse tra i Donegal fiddlers le composizioni del virtuoso violinista scozzese James Scott Skinner e dell’inglese James Hill.

Storicamente la figura di maggiore spicco tra i Donegal fiddlers è John Doherty, nato nel 1895 e morto nel 1980. Di professione fabbro (come del resto tutti gli altri componenti di sesso maschile della sua famiglia) nella cittadina di Finntown, egli girovagava per il Donegal vendendo le proprie mercanzie, ed in questa maniera riuscì anche a far conoscere ed apprezzare il proprio stile violinistico in tutta la regione. Si dice che non portasse quasi mai il fiddle con sé, conscio del fatto che certamente ne avrebbe trovato uno in qualsiasi casa in cui avesse deciso di passare la notte.

Tecnicamente molto dotato, Doherty aveva un repertorio ricchissimo di brani poco conosciuti, tramandatigli dalle precedenti generazioni familiari (la storia della famiglia Doherty può essere ripercorsa all’indietro per oltre duecento anni!).

Il suo uso dell’archetto era molto vigoroso, tendente spesso ad imitare il suono e le tecniche propri della pìob mòr . Le sue sonorità, spesso melanconiche, erano per lo più dotate di una intrinseca “cantabilità” e di un eccellente senso della melodia, derivante anche dalla parsimonia con cui Doherty si rivolgeva allo swing ed agli abbellimenti.

I suoi dischi (“The Star of Donegal”, “Pedlar’s Pack” e “The Floating Bow”) sono oggi difficilmente reperibili, ma hanno contribuito in maniera determinante a qualificare Doherty come lo standard, quasi l’icona stessa del Donegal fiddling, sebbene vada al riguardo precisato che buona parte di questa fama deriva anche dalla relativa carenza di registrazioni degli altri violinisti contemporanei originari di questa regione. Va così ad esempio ricordato che John aveva un fratello, Mickey Doherty, pure egli fiddler, il cui stile di esecuzione a quanto si dice differiva sostanzialmente da quello del più celebrato fratello, ma che oggi non è ricordato proprio perché di lui mancano registrazioni degne di nota.

Ciò vale anche per gli altri esponenti “storici” di spicco del Donegal fiddling: nomi quali Francie Cassidy, Francie Byrne e Neil Boyle hanno lasciato a testimonianza della loro tecnica e del loro stile solo rare, quasi introvabili registrazioni, e per questo motivo la loro fama e importanza storica deriva quasi esclusivamente dalla tradizione orale e dai racconti dei loro colleghi e degli altri musicisti irlandesi contemporanei.

Francie e Mickey Byrne, di Kilcar, nella parte sud-occidentale della Contea, sono l’emblema dello stile di duo fiddling tipico del Donegal. I due fratelli Byrne erano abilissimi in complessi passaggi all’unisono, esecuzioni ad ottave e nell’uso del basso continuo. Il loro stile ha profondamente influenzato le esecuzioni in duo fiddling degli Altan.

James Byrne è il massimo esponente dello stile violinistico della zona di Glencolumbkille. Nel XIX secolo in questa regione vi erano molti fiddlers, che scambiavano liberamente le proprie esperienze di fiddling con i vari musicisti di passaggio. James Byrne a sua volta è riuscito nell’intento di assicurare la prosecuzione del Glencoulmbkille style diffondendone la conoscenza presso molti giovani fiddlers.

Con Cassidy esemplifica invece il Teelin style. A differenza di Kilcar e Glencolumbkille, a Teelin non vi furono fiddlers degni di nota sino all’inizio dello scorso secolo. Era invece presente una forte tradizione di musica vocale per danza, conosciuta come lilting, o mouth music. Il Teelin style, sviluppatosi appunto grazie a Con Cassidy, risente particolarmente dell’influenza dei vecchi lilters: gli abbellimenti ad opera della mano sinistra sono più complessi, con largo uso del cromatismo. Anche il repertorio è particolare, comprendente un gran numero di valzer e di marce.

Molti sono oggi i musicisti del Donegal che hanno raggiunto un buon grado di popolarità. Innanzitutto gli Altan, tra i più celebrati gruppi di musica irlandese in assoluto, sono ottimi rappresentanti della tradizione musicale del Donegal. Nata e cresciuta a Gaoth Dobhair, nel nord-ovest del Donegal, Mairéad Nì Mhaonaigh, leader e fiddler del gruppo, è oggi universalmente riconosciuta come una delle principali figure del Donegal style. Figlia d’arte (il padre, Francie, era un maestro di violino), tra le sue fonti di ispirazione sono sicuramente da annoverare, durante la sua adolescenza, le frequenti visite della sua casa a scopo didattico da parte di tanti fiddlers. Mairéad è inoltre un’eccellente cantante, profonda conoscitrice della tradizione del sean-nòs.

Il gruppo degli Altan sin dagli inizi ha basato la propria musica  sulla tradizione musicale del Donegal, combinando un accompagnamento ad opera di chitarra e bouzouki, un frequente uso del duo fiddling ed un repertorio comprendente brani di John Doherty, Francie e Mickey Byrne, Con Cassidy, Tom Glackin, Tommy Peoples e James Byrne.

Attualmente Mairèad affianca all’attività concertistica e discografica quella di presentatrice radio-televisiva di programmi attinenti la musica tradizionale irlandese (“The Long Note”, “The Pure Drop”).

Un altro fiddler oggi molto noto, eccellente esponente del Donegal fiddling, è Tommy Peoples, il cui stile è però difficilmente definibile e rifugge da schematiche classificazioni: pur muovendosi saldamente all’interno della tradizione violinistica della Contea, Peoples suona infatti in modo molto personale, con sonorità brillanti e ricche di variazioni ed abbellimenti.

Peoples nasce a St.Johnston, vicino alla città di Derry, nel nord-est della Contea del Donegal, nel 1948, ed il suo primo fiddle master è suo cugino Joe Cassidy. Negli anni della sua  adolescenza si trasferisce a Dublino, dove diventa uno dei principali esponenti della scena musicale irlandese della seconda metà degli anni ’60, insieme a figure di spicco come Paul Brady, Matt Molloy, Liam O’Flynn e Sean Keane.

In quegli anni Peoples è tra i membri formatori della storica Bothy Band, con cui registra il primo album del gruppo, “Bothy Band - 1975”. Degni di nota sono inoltre gli album “The High Part of The Road” con Paul Brady e “Tommy Peoples, Matt Molloy & Paul Brady” (1976), e la partecipazione al disco di Paul Brady “Welcome Here Kind Stranger”.

Solo di recente, dopo un lungo periodo di silenzio discografico, frutto di una giustificata diffidenza nei confronti dell’industria del disco (per motivi poco chiari non ha mai ricevuto una sterlina dalle vendite del disco della Bothy Band, di certo uno dei dischi più venduti e popolari di musica tradizionale irlandese), Peoples ha pubblicato il CD (autoprodotto) “The Quiet Glen”. Attualmente Tommy Peoples vive nelle vicinanze di Ennis, nella Contea di Clare, dove si esibisce spesso in sessions di duo fiddling insieme alla figlia Siobhain, anch’ella raffinata fiddler.

Altro violinista infine che ha in questi ultimi decenni contribuito in modo determinante a divulgare questo stile di esecuzione violinistica è Paddy Glackin. Pur essendo cresciuto a Dublino, Glackin è infatti un esponente della musica del Donegal, dal momento che la sua famiglia è originaria di quella Contea. Paddy risente particolarmente dell’influenza di John Doherty, di cui ha inciso molte tunes nel suo recente disco Rabharta Ceoil. Molto forte anche l’influsso del repertorio per uillean pipes, il che lo distingue dagli altri Donegal fiddlers.

Ma il Donegal non ha dato solo fiddle players alla causa della musica irlandese: basti pensare ai nomi di musicisti di grande successo come i Clannad, Enya e Mìcheàl O’ Domhnaill, (tutti originari di questa piccola contea) oltre indirettamente, come si è detto, alla Bothy Band (di cui hanno fatto parte gli stessi O’Domhnaill, Paddy Glackin e Tommy Peoples). I musicisti del Donegal affermano, tra il serio ed il faceto, che il motivo del loro successo risiede nella loro capacità di rispecchiare, nella loro musica, la bellezza selvaggia dei panorami della propria terra. Ed è certo difficile dal loro torto…

 

Discografia essenziale 

bulletThe Brass Fiddle (Claddagh) per solo fiddle. Vede all’opera Francie Byrne, Vincent Campbell, James Byrne e Con Cassidy.
bullet Fiddlesticks: Irish Traditional Music from Donegal (Nimbus). Contiene registrazioni live di Séamus e Kevin Glackin, Tommy Peoples, Maonaigh e Mairéad Nì Mhaonaigh.
bulletJohn Doherty (Comhaltas Ceoltòirì Eireann), anch’esso per solo fiddle.
bulletMickey Doherty, The Gravel Walks (Comhairle Bhéaloideas Eireann). Solo fiddle.
bulletJames Byrne, The Road to Glenlough (Claddagh). In alcuni brani accompagnamento ad opera di una chitarra o di una squeeze box, in altri fiddle duos con Peter Carr e Dermott McLaughlin.
bulletTommy Peoples, The High Part of the Road (Shanachie). Vede l’accompagnamento alla chitarra da parte di Paul Brady.
bulletPaddy Glackin, In Full Spate (Gael Linn). Paddy Glackin è un seguace di John Doherty, ma nel suo stile sono presenti anche i colori del fiddling dell’Irlanda meridionale. Al bouzouki ed al bodhran Donal Lunny.
bulletPaddy Glackin, Rabharta Ceoil (Gael Linn), con i suoi fratelli Séamus e Kevin.
bulletTutte le registrazioni del gruppo Altan: per chi volesse approfondire gli aspetti violinistici, dischi come “Altan” e “Horse With No Name” (i primi del gruppo in senso cronologico) sono quelli in cui sono più evidenti le caratteristiche del Donegal fiddling.

 

I testi

 Il testo più completo sull’argomento Donegal fiddling è opera di Caoimhìn MacAoidh, e si intitola “Between the Jigs and the Reels: the Donegal Fiddle Tradition”: in questo libro l’autore, uno dei fondatori del Cairdeas na bhFidleìrì, organizzazione che sponsorizza una serie di iniziative finalizzate al Donegal fiddling, passa in rassegna biografia, tecnica e stile di decine di fiddlers, oltre ad aspetti come storia, influenze, danza e tradizioni popolari del Donegal. La prefazione è ad opera di Tommy Peoples.

Poche sono le raccolte di brani originari del Donegal per fiddle: il testo più conosciuto è “The Northern Fiddler”, di Allen Feldman ed Eamonn O’Doherty, rispettivamente un americano ed un irlandese che negli anni ’70 percorsero le Contee del Donegal e di Tyrone registrando sul campo alcuni vecchi fiddlers, le cui incisioni furono in seguito fedelmente trascritte su spartito. Il libro contiene interviste con John Doherty, Mickey Byrne, Con Cassidy e molti altri fiddlers della vecchia generazione, oltre ad un preciso inquadramento storico e sociale del Donegal style. Una ricca iconografia evoca compiutamente i luoghi e le situazioni in cui tale musica veniva eseguita. E’ purtroppo un testo ormai praticamente introvabile.

Un altro libro di trascrizioni di tunes nella tradizione del Donegal è “An Ceol”, in realtà libro di testo della Donegal Fiddlers’ Summer School. Altri aspetti del Donegal fiddling sono trattati in “A Dossan of Heather” (Mel Bay) e nel testo di Bernie Stocks “The Microphone’s Rambles”, un manuale con trascrizioni di brani di Tommy Peoples, James Byrne ed altri violinisti del nord.

Naturalmente vari brani della tradizione musicale del Donegal, per violino ma non solo, sono presenti anche nei testi “classici” della musica irlandese, quali Ceol Rince na hEireann, The Complete Irish Fiddle Player, Music of Ireland, One Thousand Fiddle Tunes e Kerr’s Collection of Merry Melodies.

A conferma di quanto affermato all’inizio dell’articolo, va infine ricordato che la tradizione del Donegal fiddling è tutt’ora ben presente e coltivata all’interno di questa regione: la Cairdeas na bhFidleìrì è una società dedita alla sua promozione mediante l’organizzazione di una serie di eventi in tutta la Contea, quali la Donegal Fiddlers’ Summer School, che ha luogo annualmente in agosto a Glencolumbkille, e la Magh Ena Residential Donegal Fiddle School, che si svolge nei mesi estivi a Ballyshannon. Sono corsi che riscuotono un sempre maggiore successo, e le cui lezioni sono tenute dai migliori Donegal fiddlers. Degno di nota è inoltre il fatto che gran parte dei partecipanti a questi corsi sono violinisti provenienti da altre nazioni europee e dagli Stati Uniti.

Nella stagione invernale invece, in genere a ridosso del periodo natalizio, è da segnalare a Dunlewy l’attività della Frankie Kennedy Winter School.

Stando ad un’intervista rilasciata da Mairéad Nì Mhaonaigh, fiddler e leader del gruppo degli Altan, per un violinista che desideri apprendere le caratteristiche stilistiche del Donegal style, oltre ovviamente ad un attento ascolto di musicisti “storici” come John Doherty e James Byrne, sarebbe oltremodo raccomandabile recarsi a vivere nella Contea del Donegal. L’artista sostiene infatti che questo particolare approccio al fiddle deriva direttamente dall’ambiente, dalla gente, dal panorama, insomma dalla particolare atmosfera che si respira in quella Contea: non a caso gran parte dei brani musicali più famosi di questa regione hanno il nome di particolari luoghi, o villaggi, del Donegal: andarvi è forse quindi il primo passo per comprendere la vera essenza del Donegal style 

                                                                                                          Alfredo De Pietra

© New Sounds 2000

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