ALESSANDRO

TETI

TORRICELLA PELIGNA NEGLI ANNI 50 & 60

 


PARTE TERZA: LA SCUOLA MEDIA

Lo stabile che accoglieva la Scuola Media si trovava nella ex Piazza Municipio (oggi Piazza Ettore Troilo); all'esterno era come tanti altri palazzi, sembrava fatto con avanzi di altre costruzioni.
All'interno invece presentava una graziosa scalinata ricurva con balaustre in ferro battuto; le volte erano decorate con garbo. Chi lo fece erigere tanto tempo prima, ebbe molto più buon gusto di chi ne decretò 1’abbattimento! Fino al '68 la scuola media non era obbliga¬toria, dunque chi intendeva accedervi doveva superare gli esami di "ammissione". Alla preparazione degli alunni,affin¬chè affrontassero adeguatamente la prova, pensava l'insegnan¬te di quinta che, per una modica somma di denaro, nei pomeriggi, da gennaio a giugno, approfondiva gli argomenti trattati in mattinata in classe. L'impatto con il nuovo ambiente scolastico non era dei più incoraggianti: si avvertiva una cer¬ta freddezza rispetto al clima familiare della scuola prima¬ria; ti chiamavano per cognome e non per nome; non c'erano le bacchettate per raddrizzare le teste calde, ma in compen¬so la minaccia dei voti bassi e delle temutissime note sul diario o sul registro, facevano molto più male.
Una volta, in prima media, all'inizio di ottobre, un compagno osò chiedere: "Per favore posso andare al gabinetto?". Non l'avesse mai detto! La giovanissima professoressa, mai vista dalle nostre parti, andò su tutte le furie. "Ignorante replicò non sai che
bisogna dire ' Posso andare al bagno? ' ". Quale fu la gioia di tutta la classe nell'appurare, una settimana più tardi, che la prof. in oggetto era stata destinata altrove! A1 suo posto arrivò il prof. Aristide Gnagnarella, una persona dai modi garbati che parecchi torricellani ricorderanno con piacere. Restò poco da noi.
Chi invece volle rimanere a Torricella, fu la prof.ssa Carmela Giuffrè, la quale ricoprì anche la carica di preside.
A differenza delle elementari, quasi tutti gli insegnanti delle medie provenivano da altre località, fatta eccezione per il prof. Nicola Ficca e la prof.ssa Flavia Piccone.
Le attività eseguite a scuola e i compiti a casa erano tan¬ti, ma occorre riconoscere che, grazie ad essi ed alla seve¬ra professionalità dei docenti, gli allievi potevano acqui¬sire un'ottima preparazione di base molto utile nel prosieguo degli studi. Ovviamente questo discorso non vale per i più svogliati i quali preferivano trascorrere il pomeriggio al campo sportivo e se qualche professore passeggiando, ap¬pariva inopinatamente alla curva di S. Antonio, i furbacchioni si acquattavano frettolosamente dietro le "mucchie” di paglia per sottrarsi ad una sicura interrogazione il giorno successivo.

Il latino

Una novità assoluta, e non sempre gradita, che i ragazzi,pro¬venienti dalle elementari si trovavano tra i piedi, era la lingua latina, frettolosamente liquidata dal legislatore in occasione dell'istituzione della Scuola Media obbligatoria. I1 latino è una materia che non ammette vie di mezzo: o si ama, o si odia.
Un buon 70 per cento propendeva per la seconda ipotesi.
Perciò, quando si svolgevano i compiti in classe, copiose schiere dei malcapitati scolari, o dovevano rassegnarsi a fa¬re da soli, e ne veniva fuori una specie di latino macchero¬nico, oppure dovevano allungare il collo per adocchiare il foglio di un compagno più bravo.
Ma bisognava superare un ostacolo insormontabile: gli occhi vigili dell'insegnante pronto a scattare come un falco sulla povera preda; a volte si verificavano anche delle situazioni comiche, di fronte alle quali gli stessi proff. non potevano trattenersi dal ri¬dere. Ad esempio uno scolaro anzichè tradurre "i mari e i fiumi sfociano negli oceani" scrisse "Maria e Filomena si tuffano negli oceani".
E ancora: nel corso di un esame di matematica fu chiesto come si chiamasse l'angolo di 180 gradi, ma l'esaminato tar¬dava a rispondere. Uno dei prof., per aiutarlo, gli suggerì: "Ricordati dove mangi" "Ah si fece l'alunno tutto contento I'an¬golo vaccile".