ALESSANDRO

TETI

TORRICELLA PELIGNA NEGLI ANNI 50 & 60

 

 

 

IL CINEMA

Spesso, sia la RAI che MEDIASET, trasmettono, tra gli altri, i vecchi film dell'indimenticabile Totò. Ebbene, strano ma vero, buona parte di essi, chi ha ormai i capelli grigi, li aveva già visti in epoca remota nel cinema di Torricella, che si trovava al piano terra della scuola elementare. Esso dapprima fu gestito da Armando Passalacqua, che era anche un ingegnoso elettrotecnico, ma si può ben immaginare quanto poco lavoro avesse da svolgere in tempi in cui gli unici elettrodomestici consistevano in pochi apparecchi radio e in qualche sgangherato grammofono a manovella. Infatti finì per espatriare negli USA dove sicuramente poté mettere a profitto le sue capacità. La gestione del cinema passò quindi alla Ditta Di Sangro Nicola e Figli. Naturalmente, dati i tempi, non certo floridi, la nuova società, nonostante i buoni propositi, si barcamenava tra. mille difficoltà, perciò si doveva limitare a proporre film poco costosi, soprattutto western e comici. Tuttavia vi era un nutrito gruppo di incalliti cinef'ili così impazienti, che per cono¬scere anzitempo il titolo del film in programmazione per la settimana successiva andavano a leggerselo sulla "pizza"spedita da Pescara con la corriera delle cinque. L'inizio dello spettacolo pomeridiano era fissato per le ore quindici di ogni domenica, ma si trattava di un'indicazione del tutto aleato¬ria che, in termini matematici si potrebbe definire come una "variabile dipendente” nel senso che l'avvio della proiezio¬ne cambiava sempre orario e dipendeva dall'afflusso degli spet¬tatori. Per farla breve: quando in sala c'era un discreto nume¬ro di persone si mettevano in moto le macchine, il che avveniva sempre con notevole ritardo, così il pubblico spazientito protestava scandendo ritmicamente e a gran voce: "o ra rio, o ra rio". I1 locale era costantemente pervaso da una densa nuvolaglia di fumo che rendeva l'aria irrespirabile e ancor più offuscate le già sbiadite immagini sullo schermo. Tutti fumavano, anche gli sbarbatelli che, approfittando del buio, davano libero stogo a quel desiderio represso per tanto tempo. Salvo poi ad essere smascherati da qualche "spione" che andava a riferire tutto ai genitori. A volte la visione della pellicola era preceduta dai cosiddetti cinegiornali, che però essendo proposti in ritardo, minimo di sei mesi, riferivano su avveni¬menti ormai superati, per esempio a Natale capitava di vedere immagini di spiagge infuocate gremite di bagnanti, mentre a Torricella c'era un gelo da far rabbrividire. Durante le proiezioni poteva accadere di tutto: ragazzi squattrinati che scagliavano sassi sulle porte. improvvisa mancanza di corren¬te. In quest'ultima evenienza la sala restava completamente buia e così i più scalmanati ne approtittavano per gridare, fischiare o battere rumorosamente i sedili pieghevoli contro il poggiaschiena. Un inserviente allora si precipitava ad aprire le porte rimanendovi nei pressi per impedire che qualcuno approtiffando del trambusto, si intrufolasse furtivamente in sala. La giornata dell'Epifania era de1 tutto particolare. C'era una folla strabocchevole e nelle prime file i soliti schiamaz¬zatori che erano più turbolenti del solito per via delle pisto¬le a tamburo ricevute nella calza. Provate a immaginare (o a ricordare) cosa accadeva se si proiettava un western! Quando non se ne poteva piu, dopo numerosi e infruttuosi richiami, lo spettacolo veniva interrotto, si accendevano le luci e doveva intervenire "zi Nicola" : ''Chi è stato?! Se continuate così vi caccio tutti fuori". Figuriamoci se qualcuno si dichia¬rava colpevole! Né tantomeno chi, innocente, si azzardava ad accusare i più facinorosi: avrebbe rischiato un pre linciag¬gio appena spente le luci, per poi beccarsi il resto un istante dopo aver messo piede fuori dal cinema. Comunque la ra¬manzina di zi Nicola contribuiva a riportare un po' di calma.
Molto spesso sul più bello la proiezione si interrompeva perché "s'ave stuccate la pelliquele" ed anche in tale frangente si levavano bordate di fischi e di grida di disapprovazione. Alla fin fine si trattava pur sempre di film che avevano fatto il giro di tutta l'Italia! Comunque nonostante questi insormon¬tabili contrattempi, il cinema a Torricella contribuì sicura¬mente a migliorare il livello culturale e soprattutto a favori¬re i contatti sociali fra la gente. Era l'occasione propizia per scambiarsi informazioni, novità dell'ultima ora "Li sì ca Necole part pe lu Canadà". "Maestre coma va fijeme a la scole?" Richieste di lavoro: "Ndo, dumane matìne pu menì a la case ca me s'é rott lu lavandine?". C'erano inoltre dei veri e propri appassionati che rivedevano fino alla nausea lo stesso film e se disgraziatamente te ne capitava uno vicino, ti rendeva la vita impossibile perché voleva a tutti i costi anticiparti la trama. Uno di questi personaggi, di cui è meglio non fare il nome per non infrangere la legge sulla privacy, accanito fan di Eddy Costantine, famoso attore poliziesco, ne imitava anche i gesti, con il fondato pericolo di mollarti uno sganas¬sone in faccia! All'inizio degli anni '60 però cominciò l'inelut¬tabile declino delle sale cinematografiche italiane, causato principalmente da uno scatolone di legno con uno schermo di vetro chiamato "televisione". A Torricella fece la sua compar¬sa nel 1956, ironia della sorte, ad opera di Armando Passa¬lacqua poco prima di fare le valige per l'America. A dire il vero quello strano marchingegno non fece una buona impressione. Dopo un'iniziale curiosità, prevalse lo scetticismo o addirit¬tura l'indifferenza nei suoi contronti, pienamente giustificati dal fatto che si vedevano delle ombre che si muovevano, coper¬te da una specie di nevischio "sémbre ca néngh" era il commen¬to di tutti. Nel giro di poco tempo però le immagini migliora¬rono; cominciarono i primi acquisti di televisori, finché ne fu installato uno presso l'UNRRA e poi un altro all'ONARMO. In tal modo, essendo l'ingresso libero e gratuito' nessuno più frequen¬tava il cinema, che già assillato da tanti problemi, fu costretto ¬a chiudere definitivamente i battenti.