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di Giovanni Bogani
Data di pubblicazione: 29/11/00
Il Giorno

Seta - Alessandro Baricco
VIAREGGIO - Dopo Shakespeare, Baricco.
John
Madden, il regista che ha portato sullo schermo il bardo innamorato con il volto nobile di Joseph Fiennes, trasformerà in film la leggerezza, l'erotismo, il mistero di "Seta" di Alessandro Baricco. 

Il primo ciak potrebbe essere battuto nella primavera 2001. Dopo "La leggenda del pianista sull'oceano", che Giuseppe Tornatore ha tratto dal suo monologo "Novecento", "Seta" sarà il secondo film tratto dalle pagine di Baricco. Che ieri a Viareggio, ospite del festival Europacinema, ha raccontato i particolari del suo impatto con il cinema. Quello con la C maiuscola. Quello di Hollywood. "Da "Seta" può venir fuori un film ignobile, di una bruttezza abnorme: per questo avevo molte resistenze a cederne i diritti. Ho lavorato per un po' su "Seta" insieme a Mike Figgis, poi il progetto non è andato avanti. 

Mi si è presentato John Madden, il regista di "Shakespeare in Love", e ho capito che poteva essere il tipo giusto per non fare un film brutto. Ho dato il mio ok, e insieme a un allievo e a due insegnanti della scuola Holden abbiamo scritto una prima sceneggiatura, che adesso è terminata". 

Per i non baricchiani, la Holden è la scuola-laboratorio di scrittura che Baricco dirige a Torino. Non è stata tutta rose e fiori l'esperienza di Baricco come sceneggiatore. Dietro c'era la Miramax, la stessa casa di produzione di "Shakespeare in Love", quella che distribuisce negli Usa "La vita è bella", a controllare. 
"Scrivendo il film, ho imparato molte cose. Sul cinema, e sugli americani. Mi sono accorto che abbiamo due concezioni opposte del cinema. Ogni tanto veniva da noi un analyst: doveva vedere che cosa stavamo scrivendo e suggerire soluzioni. Beh, ho capito che per gli americani quella storia lì, la storia di un uomo normale che vive una storia pazzesca, che gli incrina ogni certezza, gli sconvolge la vita, doveva avere per forza un finale, con 'l'insegnamento'. Quello che il protagonista trae da tutto questo. Ma il fatto è che il protagonista non ne trae nessun insegnamento. Capisce solo che l'esperienza umana è inspiegabile". "Per gli americani", spiega Baricco, "la vita è come un negozio. Entri, e devi per forza uscirne con qualcosa. Un insegnamento, un pistolotto finale. Quanti film sono rovinati dal discorso finale? Se il protagonista di "Seta" fa un discorsino finale su quello che ha imparato, il mio libro lo puoi buttare nel…". 
Però si vede anche che, in fondo, il gioco del cinema gli piace. "Ma sì, ho anche scritto una sceneggiatura da "Castelli di rabbia", per il produttore Domenico Procacci. Ma sarebbe un film in costume costosissimo, non lo faranno mai". 
Conclude: "In ogni caso, non pretendo che un film sia il mio libro. So perfettamente che saranno due cose diverse. Vedrò solo, al cinema, una storia di cui conosco perfettamente la trama. E' come quando vedi, su una rivista per uomini, una tua vecchia fidanzata. E' quella, ma non è quella, è più liscia, più irreale: e poi, che cosa ci fa addosso a lei quel serpente?…". 

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Ultimo Aggiornamento_Last Update: 10 Nov. 2001