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Data di pubblicazione: maggio 1999
Alice.it

"È una cosa strana. Quando ti accade di vedere il posto dove saresti salvo, sei sempre lì che lo guardi da fuori. Non ci sei mai dentro. È il tuo posto, ma tu non ci sei mai."

Mami Jane, madre di Ballon Mac, il supereroe dentista di una fortunata serie di avventure prodotte dalle edizioni Crb, deve morire? Da questa domanda ha avvio l'ultimo romanzo di Alessandro Baricco. La domanda è posta telefonicamente ai lettori da ragazze pagate dalla casa editrice, indecisa sulla fatidica scelta: una di queste è Shatzy Shell, uno degli intervistati è Gould. E da questa telefonata il romanzo si dirama in innumerevoli strade, costruisce una città. Dà vita a un'umanità, in cui appaiono personaggi da cartone animato, da film, da cronaca giornalistica e sportiva, e creature fragilmente vere, con le tristezze e le malinconie di ogni giorno, la solitudine di questi poveri tempi che hanno bisogno del successo e del denaro per dare consistenza alla vita. Ma la trentenne Shatzy cerca stimoli vitali dalle fotografie di Eva Braun (che tristezza per lei scoprire che Eva non era la figlia, ma l'amante di Hitler!) e di Walt Disney, e il genio tredicenne Gould costruisce nel bagno, ascoltando la radio, la sua leggenda del pugile Larry Gorman, un pugile di buona famiglia, anomalo, vincitore per gioco e per sfida ai luoghi comuni che vedono nella miseria la ricerca del successo nel pugilato. Dai quaderni di appunti e da un piccolo registratore che Shatzy porta sempre con sé nasce anche un western, che riappare all'interno del romanzo: bisogno di sperimentarsi in un genere così poco letterario, gioco dell'intelligenza, fuoco d'artificio di un romanzo eclettico e caleidoscopico?
In questa City abitano due personaggi da cartoon, il gigante Diesel (troppo grande per poter viaggiare: quale treno o automobile lo potrebbe contenere?) e il muto Poomerang. Deliziosi i dialoghi tra i due, con i "nondisse" che introducono il discorso diretto del muto, il loro farsi coro, commento a tanti eventi. L'intervista televisiva a cui il giovanissimo Gould è sottoposto, vede questi due curiosi personaggi seriamente impegnati a rispondere, forse solo mentalmente, alle domande stupide, da talk-show, che vengono poste (con ironico disprezzo Baricco mostra l'incapacità del genio di rispondere a tali sciocchezze).
E poi altre strade, altre persone: l'università e i suoi docenti, in particolare il professor Mondrian Kilroy. Piange il professore molto spesso, calza buffe pantofole, sta immobile ad osservare le partite di calcio per trarne deduzioni scientifiche, ma alcune delle sue lezioni (la lezione n.11 in particolare) sono l'espressione della straordinaria sensibilità artistica di Baricco. Leggere il capitolo dedicato alle Nymphéas di Monet è uno dei rari piaceri che oggi un lettore può provare, un momento quasi di esaltazione, di ammirazione per questo autore che, può essere più o meno simpatico, ma è ineludibilmente uno dei più grandi scrittori italiani contemporanei.
Dall'iperrealismo della minestra coi piselli data ai malati in ospedale, alle sorelle Dolphin che avevano una mira tale da sparare sempre due colpi al fante di cuori se un mazzo di carte veniva gettato in aria, al triste finale che immalinconisce dopo tanta scoppiettante ironia: eppure tutto sa di verità in questo romanzo che incanta. Oppure tutto sa di fantasia, tutto meno che l'abilità narrativa di Baricco, le prodezze linguistiche, la ricchezza di codici e situazioni, la tenerezza che prova per i suoi personaggi, un libro che, cosa piuttosto rara oggi, si sente meditato e "lavorato" a lungo, per ben tre anni ci dice l'autore, nell'unico luogo in cui dichiara di voler parlare di City, un parlare virtuale, attraverso un sito Internet in cui verrà data voce anche ai lettori.


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