cantori del mediterraneo

no.mad, Eduardo arroyo, desert park, Baracaldo 2000

guida emozionale tra gli architetti del mare nostrum

Ha un titolo provocatorio, il testo degli Ian+. Viene da chiedersi se sia possibile dimostrare un’effettiva comunanza tra le parole “Odissea” e “Digitale”. Loro ci riescono, percorrendo un viaggio, un nostos, per dirla come Omero, ovvero un viaggio di ritorno. Ma  quale sia l’Itaca nostrana , rimane una domanda aperta, al lettore e a chi si occupa di architettura.
Si parte dalla Desert Plaza di Eduardo Arroyo e dai Punti parco Eur degli stessi Ian+: spazi e architetture di relazione che si fanno espressione di una collettività specificatamente mediterranea. E’ infatti la volontà di “mettersi in rete”, di scambiare informazioni e tradizioni, formando una sorta di “conglomerato ereditario”, una delle peculiarità della nostra cultura: il mondo digitale amplifica questi scambi, in maniera più veloce e rapsodica, trovando terreno fertile per avere uno speciale sviluppo nel nostro bacino.
“Il digitale conferisce una dimensione mitica alla nostra ordinaria azione di progettisti e architetti”(Ian+). Il mito lavora in uno spazio immaginario, virtuale, proprio come il digitale. Lo spazio mitico è espressione emotiva ed estetica di un sistema, così come il digitale non implica la semplice possibilità tecnica di riconfigurare gli spazi, bensì la capacità di esternare sensazioni e immaginazioni che uno spazio comporta. Lo affermano gli alloggi a Ceuta di Actar architettura e le esili torri – canneto – monolocali dei Cero9 per il South East Regional Park.
Nella composizione di un mito, confluiscono sedimenti e risonanze di una cultura: il mondo digitale permette di raccogliere immagini, per poi ricontestualizzarle e ricombinarle in un diverso collage e offrire effetti informativi diversi, quasi fossero degli standard, degli epiteti omerici.

 

 

 

bernard khoury, b018, beirut 1998

 


“Il ritorno al luogo d’origine muove sempre da un desiderio profondo di riscoprire e rispettare le proprie tradizioni”(Ian+). Reinterpretare e recuperare il contesto è una potenzialità mediterranea. Lo esprime al suo ritorno a Beirut Bernard Khoury, nel B018. Non è l’unica: “risulta evidente che qualsiasi evento non può mai essere indipendente da altre condizioni : questo è ciò che chiamiamo pensiero ecologico”. Chi dunque più condizionato di noi? Chi più vicino alla soluzione?
Si può effettivamente attraversare questo Mare Nostrum “instaurando un dialogo serrato con le risorse, i flussi e le impronte lasciate dalla natura sul territorio?” Lo fa Giovanni D’Ambrosio con il suo asilo nell’isola di Bali, lo fa il gruppo Studio Azzurro con Meditazioni Mediterraneo.
Odissea Digitale è guida sentimentale, costellata di momenti progettuali un po’ emozionali e dal finale speranzoso.
“Forse, se il digitale riuscisse a informare e contaminare questa antica sapienza, se riuscisse cioè a essere il pensiero attraverso il quale codificare un nuovo linguaggio capace di collaborare con lo sviluppo sostenibile del territorio, riuscirebbe a prendere forma quella nuova ecologia intesa non solo come processo, ma come sistema di vita.”

Alessandra Cao

IAN+, Odissea Digitale - Un viaggio nel Mediterraneo

La Rivoluzione Informatica, Universale di architettura n°153

Torino, Testo e Immagine, 2004

ian+, punti parco eur, roma 2002
giovanni d'ambrosio, kindergarten, isola di bali 2003
ian+, nuovi territori, istallazione alla seconda biennale di valencia, micro-utopias 2003
actar architettura, alloggi a ceuta, spagna 1998
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