il territorio delle idee

"In particolare due sono i temi all'attenzione: da una parte il bisogno di superare il tabù modernista della ricerca formale "pura", dall'altra la coscienza che l'architettura appartiene ad un luogo specifico."

da "Linee Virtuali.Da Cannaregio a Castelvecchio"di Antonino Saggio

Da decenni Peter Eisenman persegue con fermezza lo studio e la ricerca intellettuale. Costante di ogni ricerca che si rispetti, da Borromini a Terragni, è l'oscillazione tra la volontà di astrazione e l'aderenza a un territorio fatto di tracce e memorie: la Storia. Peter Eisenman sceglie di puntare proprio sulla Storia dei luoghi, sul contesto, per alimentare le sue architetture, quando, nell'epoca del post-moderno, nessuno ancora l'ha fatto.

L'idea di Storia , si sa, è l'unica capace di opporsi all'Idea di Natura: scegliere la Storia vuol dire dunque "porsi in modo dialettico e artificioso di fronte alle cose del mondo", alla realtà, allo stesso modo in cui Eisenman si pone artificiosamente di fronte a un territorio per rimodellarlo.

 

pontormo

 

 

 

Molto prima di lui, nel campo dell'arte, ci avevano provato i Manieristi. Non è una novità che questi ultimi, per sensibilità e pensiero, possiedano delle qualità "moderne": lo stesso Colin Rowe, amico e collega di Eisenman, lo sottolinea in un saggio intitolato "Mannerism and Modern Architecture", ripreso da Pier Vittorio Aureli in "manierismo,o maniera al tempo di Eisenman". Di fatto, non si tratta solo di catalizzarsi intorno al tema della storia: i Manieristi riflettono, per poi implodere, sul linguaggio dell'arte, allo stesso modo in cui la House2 implode entro spazi introversi. L'innovazione e il cambiamento sono raggiunti attraverso la "pratica critica" dell'arte, la ripresa straniata dei riferimenti storici, ammagliati di volta in volta in composizioni diverse.

 

 

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L'architettura di Eisenman nasce dunque da un approccio mentale, che interpreta i "frammenti" territoriali come "flussi energetici e componenti di un testo", ma che soprattutto mette in luce la crisi del rapporto tra oggetto e soggetto e il ricorso a una soggettività alimentata da infiniti punti di vista.

Alessandra Cao

 

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