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Sebastiano

 

Certe  emozioni sono come un prezioso, fragile cristallo, devono essere trattate con cura e rispetto, e forse troppe parole le possono offuscare, o incrinare. Alessandra, mio marito ed io diciamo solo

 GRAZIE
L'Arena
IL GIORNALE DI VERONA                                             venerdì 15 dicembre 2006 pag. 29

-Domani la cerimonia di intitolazione dell’ex «casetta del custode»
Nel ricordo di Alessandra
«Casa Zecchin» è al servizio di bambini e ragazzi
San Giovanni Lupatoto.
Quella che i lupatotini chiamano da sempre «la casetta del custode» da domani avrà un nome. Nei giorni scorsi la giunta comunale, su proposta del Sindaco Remo Taioli, ha deliberato di intitolare ad Alessandra Zecchin lo stabile antistante la scuola elementare «Cangrande della Scala», finora denominata «ex casa del custode», in quanto fino a una decina di anni fa era l’abitazione della famiglia del custode delle scuole.
Molte persone a San Giovanni Lupatoto ricordano Alessandra Zecchin sia per averla conosciuta direttamente, ma soprattutto per quanto le è accaduto. Alessandra è infatti la giovane studentessa di Raldon che ha perso la vita, travolta da un’auto, la mattina del 15 ottobre 2003, mentre si recava alla fermata dell’autobus che doveva portarla a scuola.
«Alessandra, talento naturale, ricca di un immaginario rotondo, amava scrivere e lo faceva con uno stile preciso ed originale», ricorda il sindaco. «Il suo libro,
Segnalibro a pagina 15, raccoglie le sue riflessioni, i pensierini di bambina, le poesie e gli scritti di un’adolescente sensibile e particolare. Alessandra scrive trasferendoci lo stupore e l’incanto di chi non dà nulla per scontato, di chi prova meraviglia per ogni piccolo, apparentemente insignificante, dettaglio. Un riconoscimento nei suoi riguardi è doveroso».
La casa che porterà il suo nome è già un luogo polifunzionale dedicato ai bambini e ai ragazzi di varia età per le attività pomeridiane.
«L’Associazione Lupatotina Volontari, con l’instancabile Giorgina Bertacco, già da molti anni vi svolge il richiestissimo doposcuola di sostegno scolastico, dove gli alunni delle elementari e delle medie sono seguiti con competenza e passione nello svolgimento dei compiti», ricorda Ivo Bellamoli, vicesindaco e assessore alle politiche scolastiche e alla cultura. «Questo servizio è particolarmente apprezzato dalle famiglie dove entrambi i genitori lavorano. L’altro progetto dell’associazione è il corso di attività artistiche che si svolge il sabato pomeriggio. Ma la casa che sarà intitolata ad Alessandra Zecchin non ospita soltanto questo. La Polisportiva Libertas, attraverso il Gruppo Promozione Educativa, porta avanti da qualche anno il progetto "Il tempo dei bambini" con la finalità principale dell’integrazione dei bambini con disabilità, nell’ambito del quale è attiva la ludoteca, il laboratorio creativo e i percorsi individualizzati per il sostegno didattico. Riteniamo che le attività svolte nello stabile si addicano particolarmente a ricordare la memoria della giovane studentessa tragicamente deceduta».
Domani, nella sala consiliare del municipio, alle 10.30 avrà luogo la cerimonia ufficiale di intitolazione durante la quale saranno coinvolti anche i ragazzi e le ragazze delle scuole. Alle 11 gli intervenuti si trasferiranno nella casa «Zecchin» per lo scoprimento della targa in suo onore (elaborata dai suoi compagni di scuola) e per un rinfresco.

La nostra immensa gratitudine va al Dott. Calogero Carità, Preside del Liceo Carlo Montanari, all' Avv. Alberto Franchi e ai suoi collaboratori. Con la loro sensibilità, professionalità e determinazione, hanno reso possibile tutto questo. Non potremo mai dimenticarlo.

 

L'Arena
IL GIORNALE DI VERONA
Domenica 21 Maggio 2006 cronaca Pagina 11

 

L’hanno istituita i coniugi Zecchin con l’indennizzo per la morte della loro unica figlia, travolta da un'auto nel 2003


«Il regalo di Alessandra al più meritevole»
Al liceo Montanari borsa di studio e una targa per ricordare la giovane uccisa

Un gesto di generosità immensa, un gesto per fare in modo che il ricordo della figlia resti immutato nonostante lo scorrere del tempo. È per questo che Renzo e Agostina Zecchin, genitori di Alessandra, la studentessa uccisa in un incidente stradale mentre andava a scuola il 15 ottobre 2003 hanno voluto istituire una borsa di studio intitolata alla figlia.
Ieri mattina al liceo Carlo Montanari i familiari hanno fatto illustrare l’iniziativa all’avvocato Alberto Franchi, che con la collega De Guidi ha seguito la pratica, prima per il risarcimento del danno, poi per la creazione dello statuto della borsa di studio.
I genitori infatti hanno vincolato il denaro, e la rendita alimenterà così sempre la borsa di studio che verrà destinata non tanto al più bisognoso, ma al più meritevole. La borsa di studio è destinata a chi frequenta l’ultimo anno, e poi potrà proseguire per pagare le rette universitarie. Ma non se il ragazzo finisce fuori corso. Il bando per partecipare alla borsa di studio verrà pubblicato anche nel sito della scuola. Il preside, Calogero Carità ieri mattina, ha detto che Alessandra è morta «nell’esercizio delle sue funzioni», perché stava andando a scuola. A lei è stata intitolata l’emeroteca, anche se altre due alunne delle Montanari sono morte negli ultimi anni, l’una rientrando dai festeggiamenti per l’ammissione alla maturità, l’altra sui binari della ferrovia. Alla prima il ministero ha riconosciuto la maturità post mortem. I coniugi Zecchin oltre a questo gesto immenso ne hanno compiuto un altro. Mamma Agostina è stata nelle scuole in cui lavorano le maestre che aveva avuto la figlia e dopo essersi informata sulle necessità degli allievi ha regalato un vocabolario di italiano allo studente più bravo. E lo stesso farà nel passaggio dalle medie alle superiori di ragazzini che se lo siano meritato: «Questo è il nostro modo di far ricordare Alessandra ai ragazzi», ha detto mamma Agostina, «e la gratitudine non va a noi, ma a nostra figlia che non c’è più fisicamente, ma dal 15 ottobre 2003 guida ogni nostra azione. Lo facciamo per lei, perchè era bella, solare, aveva voglia di vivere, le piaceva andare a scuola. La borsa di studio e i libri sono un regalo di Alessandra per chi se lo merita». (a.v.)

 

Cronaca pag. 18 da "L'Arena" del 4/04/2006  
 
Per il suo funzionamento è stata fatta un’apposita convenzione di collaborazione con il Conservatorio statale Dall’Abaco
Al Montanari partirà il liceo musicale
Previsto dalla Riforma Moratti, dopo mesi di attesa è arrivato il sì definitivo per il suo avvio

Il Montanari avrà una classe di liceo musicale dal settembre prossimo: è la maggiore novità della riforma Moratti per quanto riguarda l’istruzione liceale alle superiori... Nell’ottica del liceo musicale, assume una notevole importanza il laboratorio di musica del liceo Montanari, che proprio di recente il Consiglio di istituto ha dedicato a uno dei più noti professori di musica del Novecento, il maestro Luigi Lucchi, una personalità della musica veronese, molto nota in tutta la città, docente di musica dal 1937 al 1977.
Nato a Villabartolomea il 18 dicembre 1907...il professor Lucchi, venne assunto in ruolo, il 16 ottobre 1937, per l’insegnamento di musica e canto all’allora Regio istituto magistrale Montanari, che lasciò, dopo quarant’anni di docenza, il 1 ottobre 1977, per raggiunti limiti di età.
Insegnò contemporaneamente per molti anni musica corale e direzione di coro anche al liceo musicale pareggiato Dall’Abaco. Profondo studioso e ricercatore di antichi spartiti musicali, ha messo in luce un repertorio interamente dedicato alle Laudi, trascrivendo, per anni, decine di manoscritti rinvenuti in molte biblioteche italiane ed estere...
.... Alcuni brani da lui riscoperti appartengono a Lucrezia Tornabuoni, madre di Lorenzo il Magnifico, che altro non sono che il travestimento spirituale di canzoni di Angelo Poliziano. Sue anche le elaborazioni organistiche. Un suo interessante studio sulle sopravvivenze etnofoniche del Basso Veronese è apparso negli Atti del secondo convegno di studi sul folclore padano, tenutosi a Modena nel 1965. È scomparso il 19 luglio del 2000, all’età di 93 anni.
Sempre di recente, il Consiglio di istituto del Montanari ha poi deliberato di intitolare l’emeroteca della scuola all’alunna Alessandra Zecchin, scomparsa nel 2003. «Non potevamo che pensare all’emeroteca, per ricordare questa nostra giovane alunna», spiega Carità. «Frequentava la seconda liceo psicopedagogico e aveva già mostrato un naturale talento per la scrittura. Aveva molti progetti e molti sogni, ma tutto è rimasto incompiuto. Il 15 ottobre 2003 alle 7 del mattino, ad appena 15 anni e due mesi, cinque minuti dopo essere uscita di casa per recarsi a scuola, ha perso la vita, falciata da un’automobile. La famiglia per ricordarla ha creato una borsa di studio in sua memoria, riservata agli studenti dell’indirizzo pedagogico che si iscrivono all’università, per seguire un corso di laurea triennale, e che concludano gli studi con regolarità. La borsa, che si rinnova ogni anno, in prima battuta sarà riconosciuta agli alunni maturandi della classe 5 F che furono i compagni di classe di Alessandra».
Ad Alessandra Zecchin è stato dedicato anche un sito, mentre di recente è stato pubblicato un suo libro. «Dunque», aggiunge il preside Carità, «ci è parso molto significativo dedicarle uno spazio della nostra scuola, perché il suo entusiasmo resti un esempio per tutti i nostri allievi». (e. cerp.)

 

In un libro pensieri e parole di una vita spezzata a 15 anni  

L’ha fatto pubblicare la madre di Alessandra Zecchin, morta in un incidente

Cronaca pag. 21 da "L'Arena" del 15/04/2005

 Un libro è sempre uno strumento per tenere legati ricordi, emozioni, sensazioni. Un libro scritto da una mamma con le parole della figlia quindicenne morta in un incidente stradale è qualcosa di più. Quello che ha fatto Agostina D’Alessandro, mamma di Alessandra Zecchin è lo straziante gesto d’amore di chi non si rassegna ad aver perso il bene più prezioso. Agostina ha messo insieme bigliettini, racconti, temi della ragazza, figlia di Renzo, ispettore capo di polizia giudiziaria della stradale.
Ne è uscito un volumetto, intitolato Segnalibro a pagina 15 (prima che l’inchiostro svanisca) edito dalla Seneca Edizioni di Torino.
«Alessandra scriveva molto bene, i suoi insegnanti, fin dai primissimi anni, glielo dicevano, pronosticandole, con affetto e ammirazione, un futuro da scrittrice...Alessandra sognava di diventarlo ma, quasi con la stessa intensità, come afferma spesso nel libro, voleva anche diventare commissario di Polizia. Le motivazioni, per l’una e l’altra professione, sono talvolta profonde e tenere, talvolta buffissime...come quando dice di voler fare il commissario "per inculcare in certe zucche vuote che rubare non porta a nulla, solo alla galera"», ha detto mamma Agostina. E ha aggiunto: «Raccogliendo, con rimpianto e tenerezza, qualcosa che lei ha scritto, ho realizzato uno dei suoi sogni, quello di scrivere un libro. E, se il suo sogno di diventare commissario non si potrà mai realizzare, Alessandra comunque darà il suo contributo alla Polizia che tanto amava: tutti i proventi derivanti dal suo libro saranno devoluti al Fondo Assistenza Orfani della Polizia di Stato».
Alessandra era stata investita il 15 ottobre 2003, mentre andava a prendere l’autobus che l’avrebbe portata a scuola al liceo psicopedagogico Montanari. Era morta sul colpo. «Sono felice come non lo sono mai stata», scriveva Alessandra, raccontando la sua storia, poco prima dell’incidente, «e spero che questa sensazione duri per i prossimi cinque anni. Siamo una classe molto unita e ci vogliamo davvero bene». Era felice anche quel 15 ottobre Alessandra, quando ha messo in spalla il suo zainetto giallo per andare a scuola. È questa l’immagine che chi l’ha amata conserva di lei. (a.v.)

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