I Viaggi di Alberto

 

albertogregori72@yahoo.it

 

Hong Kong, Macao,

Penang e K.L.(Malesia), Angkor (Cambogia) 

Krabi e Koh Lanta (Thai)

 

Dicembre 2009, Gennaio 2010

Data di Partenza: 23 Dicembre 2009 - durata: 24 giorni

Volo Turkish Airlines, in Oriente con AirAsia - pernottamento in hotel

Difficoltà organizzativa e di viaggio: facile

 

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Hong Kong

Macao

Malesia (Penang e K.L.)

Cambogia (Siem Reap)

Ko Lanta e Krabi (Thai)

 

HONG KONG

MACAU

MALAYSIA

CAMBOGIA

THAI - KO LANTA

THAI - KRABI

 

Hong Kong

23/12/09 – Partenza per Hong Kong

Dopo una tormentata vigilia per via delle fitte nevicate che hanno bloccato Malpensa, eccoci miracolosamente in volo per Istanbul dove ci aspetta la coincidenza del volo della Turkish Airlines (a/r 770 ritorno da BKK) che ci porterà ad Hong Kong. In realtà avremmo dovuto avere il tempo per qualche ora a spasso per la capitale Turca, ma il ritardo del volo da Malpensa, conseguenza sempre della nevicata, non ce l’ha permesso, per cui trascorriamo non poche ora in questo moderno e trafficato aeroporto, dove stranamente i prezzi di qualsiasi ristorante, snack bar, paninoteca sono assurdi.

                   

24/12/09 – arrivo ad Hong Kong e Kowloon

All’arrivo ad Hong Kong optiamo per il più veloce taxi (€ 27) rispetto al previsto economico bus. Impieghiamo circa mezz’ora per arrivare al nostro hotel di Kowloon, l’Intercontinental Grand Stanford (€ 80 con colazione), in ottima posizione sul lungomare e circondato da molti locali, centri commerciali e ristoranti. Ormai è sera ed usciamo subito per una prima rapida occhiata di Kowloon: è la vigilia di Natale e sembra che tutti gli abitanti di Hong Kong siano a spasso per la città: cori natalizi di bambini, grattacieli illuminati con decorazioni natalizie, un via vai di persone quasi sconvolgente, a volte sembra di essere trasportati senza nemmeno camminare. Nonostante i notevoli sforzi, di atmosfera natalizia ne percepiamo ben poca…

Entriamo in un Cafè de Coral, una catena alimentare locale dove si trova sia del cibo occidentale che cinese. Dopo non poca fatica nell’ordinazione, ci tuffiamo nella prima cena orientale, circondati da chiassosi ma simpatici clienti orientali quasi incuriositi dalla nostra presenza, che ci sorridono cordialmente e ci augurano compiaciuti Merry Christmas. Dopo cena una passeggiata sul lungomare di Kowloon, dove l’isola di Hong Kong ci appare con il suo indimenticabile fascino notturno: tutti i grattacieli sono illuminati creando uno spettacolo unico ed affascinante, solo parzialmente velato da una leggera foschia.

25/12/09 – l’isola di Hong Kong

                   

Il Natale più strano della nostra vita lo trascorriamo visitando la città: percorriamo la lunga promenade che collega il nostro hotel con la stazione dello Star Ferry: questa mattina la baia è immersa in una forte foschia, quasi si fa fatica a riconoscere i grattacieli di Hong Kong. L’attraversamento della baia con gli antichi Star Ferry è comunque suggestiva: questa baia è davvero uno spettacolo unico al mondo. Sbarcati all’isola di Hong Kong optiamo per un taxi per arrivare alla stazione inferiore del Peak: abbiamo deciso di farlo la mattina presto per evitare la ressa ed abbiamo ragione, infatti al ritorno troveremo una lunghissima fila in attesa di salire.

Il Peak Tram (€ 5 a/r inclusa la terrazza panoramica) è un’altra straordinaria attrazione della città e per quanto super-turistica, la salita al Peak è davvero emozionante: una ripidissima salita, circondata prima da altissimi grattacieli e poi da una fitta foresta. Arriviamo in cima e già siamo preparati all’impatto con l’orribile struttura panoramica in cemento armato: all’interno un elegante centro commerciale con prezzi gonfiati e con una serie di scale mobili arriviamo al piano superiore, dove ci appare la città ai nostri piedi: purtroppo la foschia non ci permette di ammirare la baia nel modo migliore, ma la vista è comunque altamente spettacolare, grazie all’immagine verticale dei grattacieli in primo piano e tutta l’isola di Hong Kong che li circonda. Scendiamo nuovamente con il tram e visitiamo lo splendido parco cittadino, l’Hong Kong Park, un polmone verde tra i grattacieli, con bellissime viste sul Lippo Center e la Bank of China. Entriamo nell’aviario (gratuito) con passerelle in legno sospese su una foresta pluviale lussureggiante, circondati da molte specie di uccelli. Nonostante sia inverno c’è un caldo piacevole, sui 20-22 gradi, con una gradevole brezza. Passeggiamo un po’ per il centro volgendo continuamente lo sguardo in alto per ammirare questi superbi grattacieli dal design futuristico: sembra di passeggiare in una Manhattan del futuro.

                   

Decidiamo di salire su uno dei vecchi tram a due piani e scendiamo in prossimità dell’Escalator, la famosa scala mobile, la più lunga del mondo, che si inerpica tra la giungla di grattacieli. Siamo nella zona del Central, dove colpiscono i forti contrasti: i moderni grattacieli, i piccoli templi cinesi, le decorazioni del Man Mo Temple, i negozi d’artigianato, persino un barbiere all’aperto tra le lamiere. Hong Kong è davvero una città stupefacente.

La sera ci rechiamo invece al Temple Street Night Market, in prossimità di Jordan: un’altra zona piacevole con numerose bancarelle e tantissimi ristoranti di pesce (rigorosamente vivo) con tavoli direttamente sulla strada.

26/12/2009 – Ocean Park di Hong Kong

                   

La giornata la trascorriamo all’Ocean Park di Hong Kong (€ 25), per la gioia di mio figlio. Lo raggiungiamo con il bus 973 da Kowloon in circa 40 minuti. Il parco è davvero enorme anche se un po’ disordinato: ma la sola visita agli splendidi panda giganti giustifica il costo del biglietto: tenerissimi, pacioconi, golosi e giocherelloni. Notevole anche l’enorme acquario con pesci tropicali e barriera corallina, con le due piattaforme panoramiche, una a pelo d’acqua e una sottomarina. Il resto è un susseguirsi di attrazioni da luna park, montagne russe, spettacoli non entusiasmanti.

Al ritorno breve sosta ad Aberdeen, immersa nella foschia.

27/12/2009 – Lantau Island

                   

Un soggiorno ad Hong Kong non può escludere assolutamente l’isola di Lantau, con il magnifico Giant Budda ed il Monastero di Po Lin. Prendiamo un taxi per il China Ferry Terminal dove ritiriamo i biglietti del ferry per Macao per domani, già pagati online. Quindi prendiamo la MTR fino a Tung Chung, dove acquistiamo i biglietti per il nuovo Cable Car che conduce ai piedi del Budda (€ 9 a/r). Il percorso del cable car è davvero incredibile, prima attraversa una baia, poi sale in montagna fino a giungere al Budda. La zona è davvero particolare, una lunga scalinata sale fino all’immenso monumento, il più grande Budda in bronzo al mondo. Ai suoi piedi il bellissimo monastero, con pregevoli decorazioni ed un piccolo ristorante economico vegetariano gestito dai monaci.

                   

Torniamo in centro e sostiamo prima al Wong Tai Sin Temple, nulla di speciale sebbene sia tra i più importanti per gli abitanti di Hong Kong, che qui vengono per conoscere il loro futuro, quindi passeggiamo tra i mercati del centro, quello della giada, quello alimentare tra carni appese, pesci in grandi vasche e per le grandi e moderne arterie con ogni sorta di centro commerciale e gli atelier degli stilisti più famosi.

                   

La sera il cielo si annuvola e comincia a piovere, la temperatura si abbassa improvvisamente, ma, come per incanto, la foschia che ci ha accompagnato in questi giorni sparisce lasciando spazio ad una bellissima vista sulla baia. Decidiamo di tornare al Peak per vedere la città illuminata: nonostante una leggera pioggerella, questa volta riusciamo ad ammirare la baia in tutta la sua estensione, il panorama è davvero mozzafiato ed i grattacieli sembrano non finire mai.

Hong Kong è davvero unica: è una città sorprendente, da una parte ultra-moderna ed architettonicamente avanzata, ma nelle sue strade si respira un’aria autentica ed antica, con i numerosi templi, il suo ritmo frenetico, le bancarelle che vendono ogni specialità cinese e orientale.

 

Macau

                   

28/12/2009 - Macau

Questa mattina lasciamo HK per trasferirci alla vicina Macau: raggiungiamo il Ferry China Terminal, che sembra un aeroporto ultramoderno, dove prendiamo il traghetto veloce (€ 12 + supplemento bagagli) che in un’ora ci porta a destinazione. All’arrivo troviamo una coda interminabile per passare i controlli doganali, mai vista una cosa simile. Con il bus navetta gratuito dell’hotel raggiungiamo il Royal Macau (€ 75 con colazione) dal quale con una breve passeggiata raggiungiamo il centro coloniale, un angolo di Portogallo trapiantato in Cina. Gli edifici della piazza principale, Largo Senado, e delle vie adiacenti sono caratterizzati dai colori sgargianti e viivaci, le strade sono lastricate e decorate da addobbi natalizi, come il grande albero di Natale.

                   

Sono molte le chiese che richiamano lo stile lusitano (anche se con interni piuttosto insignificanti) mentre alcuni palazzi conservano diversi azulejos, come il Leal Senado. Passeggiare per Macau è davvero piacevole, nonostante la giornata molto fredda, 10 gradi: un viavai continuo di gente, negozi tipici che sfornano le cose più diverse, dai pasticcini di Belem alle carne essiccata. Raggiungiamo le rovine di St. Pauls, dove resiste unicamente la facciata, diventata simbolo della città-stato. Lasciamo il centro coloniale per visitare l’altra faccia di Macau, quella moderna dei lussuosi e scintillanti casino che ne fanno la Las Vegas d’Oriente.

                   

Con un taxi raggiungiamo l’hotel The Sands, affacciato sul Waterfront, una specie di parco di divertimenti. Qui prendiamo il bus navetta gratuito fino all’hotel Venetian: chi ha già visitato quello di Las Vegas resterà sorpreso: questo è grande il triplo ed ancor meglio costruito. La sera ceniamo invece al mega buffet del Casino Lisboa, resort famoso per la mega-sfera multicolore, che la sera diventa davvero spettacolare. Il buffet è piuttosto costoso per gli standard orientali (circa 25 euro), ma la scelta è davvero infinita, come l’illimitato banco sushi, mai visto così tanta varietà.

Malaysia

29/12/2009 – Arrivo a Penag, Malaysia

                   

Lasciamo definitivamente le colonie cinesi per cambiare radicalmente zona geografica e clima: ci aspetta il volo dell’Airasia per Penang (€ 25), in Malesia. Mi soffermo un momento su Airasia: è stata nominata la low-cost più grande e migliore del mondo; nulla di più vero: rispetto alle nostre, tariffe ancor più competitive, supplementi per bagagli poco costosi, posti pre-assegnati, bevande e cibi a bordo estremamente economici, voli molto puntuali. Noi abbiamo girato l’Asia con 5 voli al prezzo di 80 euro, incluso tutti i supplementi (bagagli, assicurazione, posto prioritario).

Arriviamo all’aeroporto di Penang e troviamo una folla spaventosa, probabilmente stanno attendo i rispettivi conoscenti. Prendiamo un taxi (prepagato presso l’apposito botteghino) e raggiungiamo l’hotel, il Bayview Georgetown, sicuramente il meno confortevole dell’intero viaggio, ma visto il prezzo pagato chiudiamo un occhio…(€ 45 con colazione, camere molto grandi, pulizia scarsa, colazione cosi cosi, piscina gelida perennemente all’ombra). Facciamo un primo giro per Georgetown e subito intuiamo che qui si compra a prezzi incredibilmente bassi, sia per strada che nei centri commerciali. Attraversiamo Chinatown, dopodiché torniamo verso l’hotel dove ceniamo divinamente in un ristorantino con pochi euro.

30/12/2009 – I templi di Georgetown, Malaysia

                   

Penang mi ha davvero sorpreso positivamente: i suoi templi sono magnifici, alcuni inseriti in un contesto naturale intatto, tra colline e giungla tropicale. E’ il caso del Kek Lok Si, che raggiungiamo in circa 25 minuti di taxi. Il tempio è enorme e colpisce per la pagoda bianchissima e per il nuovo tempio che ospita l’immensa statua di bronzo di Kuan Yin, alta30 metri.

Vista la notevole grandezza, il tempio occupa un’intera collina, la parte inferiore è collegata a quella superiore da una funicolare. Sparsi nel complesso numerosi e affascinanti tempietti, tetti decorati da dragoni, giardini fioriti e pagode.

Scendiamo in città e ci facciamo portare al Nattukotai Temple (circa 3km dal centro). Anche questo è davvero magnifico, finemente decorato, con pagode d’oro e monaci intenti alla benedizione. Di fronte si trova il Wat Chayamangkalaram con il Budda disteso al suo interno.

Infine passeggiamo sul lungomare dove si trovano gli edifici coloniali: il Queen Victoria Memorial Clocktower,la Supreme Court, la Town Hall e l’antico Fort Cornwallis.

31/12/2009 – Georgetown  e capodanno a Kuala Lumpur

                   

In mattinata contrattiamo uno dei caratteristici risciò per fare il giro del centro di Georgetown: trascorriamo un paio d’ore molto piacevoli, fermandoci per visitare i templi più significativi, quali lo splendido Tong Khoo Kongsi, dalle ricchissime decorazioni. Poi la moschea Kapitan Keling, Little India con il Mahamariamman Temple, con i caratteristici riti induisti. Infine prendiamo un taxi per l’aeroporto e ci fermiamo una mezz’ora allo Snake Temples, con i vari serpenti liberi sugli altari, un po’ storditi dagli intensi fumi d’incenso.

 

Nel pomeriggio volo con Airasia per Kuala Lumpur (€ 13), dove atterriamo al Low Cost Terminal e acquistiamo il ticket per il taxi (qui ci rifilano un evitabilissimo taxi di lusso per via dei bagagli, 30 euro). Impieghiamo con estrema fortuna (a detta del taxista) un’ora fino al nostro hotel, senza trovare traffico nella nostra direzione, mentre dalla parte opposta il traffico è paralizzato. Ci sistemiamo presso il Renaissance (tripla 80 euro con colazione, dall’aspetto lussuoso ma con molte carenze, piscina enorme ma quasi sempre all’ombra, extra carissimi, posizione ottima).

                   

Per cena abbiamo prenotato presso il  ristorante Seri Melayu, ottimo buffet malese ed interessante spettacolo tradizionale (€ 15). Infine andiamo sotto le Petronas Tower per i festeggiamenti del 2010 immersi in un bagno di folla ed attendiamo impazienti il conto alla rovescia ed i fuochi d’artificio. Le torri gemelle sono davvero incredibili: sembrano un’astronave di Star Trek, mai vista una costruzione così futuristica e la notte, brillantemente illuminate, danno il meglio di se.

1/1/2010 – Kuala Lumpur e Batu Caves

                   

Pensando che, considerate le baldorie della sera prima, il primo gennaio dovrebbe esserci in giro ben poca gente, andiamo alle Petronas per cercare di prendere i biglietti limitati, gratuiti, per salire allo Skybridge. Ma…alle 9 sono già tutti finiti e ci dicono che in questi giorni, per riuscire a prenderne uno, bisognerebbe arrivare prima delle 6. Rinunciamo!!!

Facciamo una passeggiata nello splendido parco e presso il lussuoso centro commerciale Suria KLCC, all’interno delle Petronas. Con un taxi raggiungiamo la KL Tower dove acquistiamo i biglietti per salire all’Observation Deck (8 euro), ma non restiamo entusiasmati dalla vista: piuttosto nebbiosa, poi non è che il panorama sia chissà cosa, Kuala Lumpur non ha un vero centro.

                   

Contrattiamo un taxi per raggiungere le Batu Caves (15 euro a/r ma si può spendere meno). Visto il traffico impieghiamo una mezz’ora. Il tempio nelle cave è un vero must, secondo me, la più bella attrazione di Kuala Lumpur. Oggi è festa, centinaia di pellegrini indù invadono il tempio: sulla lunga scalinata che conduce alla grotta si susseguono suggestivi riti induisti, i sacerdoti recitano le preghiere, tra tamburi e offerte, con le scimmie che cercano di procurarsi un pasto. Intere famiglie vestite a festa ci salutano compiaciute, si prestano volentieri ad alcuni scatti. La grotta è un qualcosa di straordinario: enorme, pareti che cadono verticali mentre in alto il sole filtra da una stretta apertura.

Qui secondo me finisce la bellezza di Kuala Lumpur, infatti il centro non mi ha per nulla entusiasmato.

2/1/10 – Kuala Lumpur e Putrajaya

                   

Perché non mi ha entusiasmato il centro? Molto disordinato, si sviluppa senza una logica ben precisa, mancanza di indicazioni, le varie reti delle metropolitane non sono integrate tra di loro, spesso nemmeno le stazioni di intercambio sono le stesse, ma si deve uscire e rientrare.

Solo per capire da che parte si entra alla Moschea Jamek (più bella comunque esternamente) abbiamo impiegato 10 minuti, girandoci attorno. Piuttosto scenografica è comunque la piazza principale, Dataran Merdeka, ma alcuni edifici erano in restauro. Little India sembra abbondata a se stessa, il tempio principale completamente invisibile dalle impalcature e l’interno non ha nulla che a vedere con i bellissimi templi di Penang. Anche Chinatown non ci è apparsa molto caratteristica. Per non parlare di Kampung Baru, osannata dalla Lonely Planet: la moschea non la conosceva nemmeno il tassista e quando l’abbiamo trovata abbiamo capito il perché: insignificante. Le strade non offrono alcuna attrattiva anche se sicuramente rappresentano uno spaccato autentico di vita cittadina. Al ritorno abbiamo faticato non poco addirittura per trovare un taxi per rientrare. Nel pomeriggio abbiamo invece preso il treno Klia Transit per Putrajaya: dalla stazione 5 minuti di taxi per arrivare fino alla Grande Moschea. La zona è bella e caratteristica, super moderna, ospita tutti gli uffici governativi più importanti, ma purtroppo era l’ora della preghiera e non siamo potuti entrare. Impossibile trovare un taxi per tornare alla stazione del treno, l’unico che abbiamo trovato, dopo 20 minuti, non conosceva nemmeno la strada. Per cui, se decidete di visitare la zona in treno, assicuratevi che il taxi che vi porta dalla stazione alla moschea vi attenda per il ritorno, a costo di pagare qualcosa in più. Si può in alternativa optare per un taxi direttamente dalla città, ma in questo caso il problema è rappresentato dal traffico.

Carina ma poco autentica la moderna zona di Bukit Bintang, piena di centri commerciali e ogni tipo di ristorante, con prezzi un po’ più elevati rispetto alla media.

 

Cambogia - Siem Reap

3/1/10 – trasferimento in Cambogia, Siem Reap

                   

Sveglia all’alba per raggiungere l’aeroporto per il volo delle 7.00 per Siem Reap, Cambogia (€ 20, sempre con Airasia). All’arrivo esibiamo il nostro visa ottenuto online (25 dollari) e ci sistemiamo presso l’hotel Pacific (tripla 51 euro con colazione, su hotels.com), struttura nuovissima ed elegante, camere enormi e comode, una splendida piscina praticamente quasi sempre tutta nostra, solo la colazione è un po’ sottotono.

Angkor Wat è uno di quei luoghi che ho sempre sognato di visitare: basta vederlo una volta raffigurato su una rivista per imprimerlo in modo indelebile nella mente. Oltre ad essere forse il tempio più culto più grande di tutta l'umanità, la sua bellezza è amplificata dalla suggestiva posizione in cui si trova, circondato da una giungla che per secoli ne ha nascosto gli inestimabili tesori.

Andiamo subito a visitare il Cambodian Cultural Village, praticamente di fronte all’hotel. Il biglietto d’ingresso non vale assolutamente la candela (10 dollaroni): il parco, molto curato, si propone di rappresentare l'arte, la cultura e l'architettura del popolo cambogiano, con la ricostruzione delle antiche abitazioni e spettacoli folcloristici. Alcune cose sono carine, come il villaggio galleggiante ed alcune esposizioni, ma ci si stufa presto. Contrattiamo un tuktuk per la visita alla zona archeologica per i prossimi 3gg e ci accordiamo per 35 dollari.

                   

Verso sera raggiungiamo lo splendido Angkor Wat per ammirare il tramonto (ingresso per 3gg 40 dollari): i turisti sono davvero numerosi, l’impatto non è così imponente come me l’aspettavo. La classica immagine riportata nelle guide, con le alte guglie che sovrastano l’edificio centrale, è difficile da ammirare: la parte centrale è sempre in restauro e percorrendo il viale principale non si nota l’immensità del tempio. Per farlo è necessario spostarsi sulla sinistra, alle spalle della pozza d’acqua ricoperta da ninfee. Ma la maestosità del tempio non tarda a stupirci: una volta entrati nel tempio principale ci si ritrova immersi in una straordinaria atmosfera surreale: i lunghi corridoi finemente decorati sembrano non terminare mai, le guglie khmer si innalzano imponenti di fronte ai nostri occhi, la pietra, massiccia e severa, sembra riportare alla luce la fastosità di un tempo. Solo per percorrere il perimetro del complesso si deve camminare per quasi un’ora! Purtroppo non è possibile salire sulle scalinate più alte, quelle che simboleggiano il monte Meru, che per i khmer rappresentava il centro dell’Universo.

La massa di turisti e la confusione dei tuktuk che si nota all’ingresso sparisce quasi per incanto, disseminata nella vastità del tempio. Un guardiano mi avvicina e mi chiede se mi piacerebbe salire in cima. Chiedo, in che modo? Risposta: devi pagare…La tentazione è forte ma non mi sembra corretto e rinuncio mio malgrado, nonostante la cifra irrisoria.

Il tramonto è davvero un momento magico ad Angkor Wat, le pietre millenarie assumono una colorazione suggestiva, il sole si riflette negli specchi d’acqua che circondano il tempio, la maestosità del luogo emerge fortemente: una di quelle sensazioni che difficilmente si possono dimenticare.

4/1/10 – I templi di Angkor

La mattina seguente torniamo nuovamente ad Angkor Wat per una visita più approfondita. I lunghi corridoi coperti raccontano le vicissitudini di un’intera civiltà, con bassorilievi finemente lavorati e splendidamente conservati, che si estendono per oltre un chilometro di lunghezza. Al termine della visita raggiungiamo le bancarelle all’esterno del tempio, dove abbiamo un primo contatto con l’adorabile popolo cambogiano: nonostante l’insistenza con la quale propongono i loro prodotti, si distinguono per la gentilezza e per l’eterno sorriso, per la curiosità dei bambini e per l’estrema educazione e pacatezza. Incredibile pensare che fino a pochi anni fa, questo popolo talmente amabile, abbia dovuto subire le torture più indegne che l’umanità possa ricordare.

                   

Verso le 11 ci spostiamo con il nostro tukutk verso un altro dei gioielli di Angkor: il Tha Prom, rimasto ancor oggi inghiottito dalla giungla e lasciato così come è stato ritrovato nel 1860, con le enormi radici degli alberi aggrovigliate, che creano uno spettacolo unico e affascinante.

Nei passaggi stretti del tempio, l’unica nota stonata sono i molti turisti, ma anche il Tha Prom, diversamente da come me l’aspettavo, è molto ampio e offre molteplici attrattive: è stato il set naturale del film Tomb Raider.

Nel pomeriggio ci rilassiamo nella piscina del nostro hotel, dove io e il pupo vendichiamo l’eliminazione dei mondiali in Corea, con una sonora vittoria in una improvvisata partita di pallanuoto (in verità due coreani hanno fanno parte della nostra squadra…). Alla fine hanno chiamato mezza Corea per fare una foto di gruppo in nostra compagnia!!!

La sera facciamo un giro nel centro dell’attraente cittadina di Siem Reap: il viale principale dopo le 18 viene chiuso al traffico e si trasforma in un suggestivo mercato notturno, con moltissimi ristoranti a buon mercato e bancarelle che propongono specialità alla griglia.

5/1/10 - I templi di Angkor

                   

Ultimo giorno di visita all’area archeologica di Angkor: raggiungiamo subito il Bayon, assolutamente spettacolare, degno antagonista di Angkor Wat e del Tha Prom. La bellezza di Angkor sta proprio nel fatto che ogni tempio è completamente diverso dagli altri: il Bayon si caratterizza per le bizzarre guglie che si innalzano irregolarmente, con le numerose facce scolpite che raffigurano re Jayavarman VII, che sembrano controllarti con lo sguardo in ogni direzione.

Proseguiamo la visita con la Terrazza degli Elefanti e gli altri templi minori, quali il Preah Khan ed il Ta Som, meno imponenti ma molto suggestivi per via del poco affollamento di turisti, che difficilmente si spingono fin da queste parti.

Che dire, la Cambogia è davvero un paese affascinante, peccato esserci rimasti per così poco tempo: porteremo per sempre il ricordo del sorriso della sua gente e delle vestigia del passato di questo straordinario impero kmher.

 

Thailandia - Ko Lanta e isole

dal 6/1/10 al 13/1/10 – Ko Lanta e le isole del sud, Thailandia

Giornata dedicata al lungo trasferimento a Ko Lanta, in Thailandia. Dopo aver pagato la tassa d’uscita all’aeroporto (25 dollari), ci imbarchiamo questa volta sul volo della Bangkok Airlines, che da solo c’è costato più di tutti quelli di Air Asia messi insieme (111 euro), poi coincidenza a Bangkok per Krabi (volo Air Asia 22 euro a/r). All’arrivo taxi per Ko Lanta (50 euro) che raggiungiamo in circa un paio d’ore, per via dell’attesa e dell’imbarco sui due vecchi ferry che collegano l’isola. Praticamente è già sera.

                   

L’isola ci accoglie con un violento temporale che continuerà anche per tutta la mattina seguente (ma come…non dovrebbe essere la stagione perfetta?). Fortunatamente per i giorni successivi splenderà sempre il sole, anche se qualche breve temporale è sempre in agguato.

Ci sistemiamo al Casuarina Resort, un bel complesso che si affaccia direttamente sulla Long Beach (82 euro per la tripla con colazione). La camera non è nulla di eccezionale, la vista pessima sul parcheggio, molto più carine le parti comuni, bellissima la zona piscina che si affaccia direttamente sulla spiaggia. Durante i primi giorni il mare di fronte ci ha un po’ delusi, un po’ scuro e tendente al torpido, forse per via delle condizioni meteorologiche non ideali, mentre dopo un paio di giorni l’acqua è diventata limpida e trasparente, anche se nulla che a vedere con il mare delle piccole isole che circondano Ko Lanta.

                   

La spiaggia di fronte al resort non è attrezzata e non viene ripulita, non che sia sporca, ma potrebbe essere più curata (ad esempio, come quella del vicino Layane Resort). Il ristorante del resort non è granché e con prezzi superiori alla media. Per raggiungere i vicini ristoranti meglio affittare un scooter, che serve tra l’altro per girare l’isola (20 euro 5 gg, uscire dal resort e incamminarsi verso sinistra). La colazione a buffet è più che sufficiente.

Ko Lanta, nonostante i moltissimi resort, la maggior parte piccoli e a gestione familiare, resta un’isola intatta, non rovinata dal turismo di massa, verdissima e con molte spiagge lunghe e deserte. Girando con lo scooter si apprezza in modo ancora più netto il suo aspetto di isola vergine e rigogliosa: bella la spiaggia del Pimalai Resort ed in generale, tutta la piccola strada costiera.

Ko Lanta è’ poi base ideale per raggiungere alcune isole che sono delle vere e proprie perle.

KO ROK

                   

La prima isola che visitiamo è Ko Rok. Prenotiamo l’escursione direttamente con il resort, visto che i prezzi non sono maggiorati (32 euro con il pranzo), in più il veloce motoscafo viene a prenderci proprio di fronte alla nostra spiaggia. Dopo qualche sosta nelle varie spiagge di Ko Lanta per prelevare altre persone, partiamo veloci per Ko Rok. Le due isole, separate da uno stretto braccio di mare, sono davvero fantastiche. L’acqua ha colori meravigliosi, con sfumature eccezionali, tra i fondali si intravedono banchi di corallo pieni di fauna, la spiaggia è di un bianco accecante.

                   

La maggior parte delle persone che sono con noi (saremo una ventina di persone) decide di fare snorkelling al largo, noi optiamo per sbarcare sull’isola e godercela fintanto che è ancora deserta, tra l’altro si può fare dell’ottimo snorkelling direttamente dalla spiaggia. Ko Rok resta deserta per buona parte del giorno, visto che tutte le barche restano al largo sui banchi corallini. Soltanto verso mezzogiorno si affolla un po’, visto che tutte le barche raggiungono la spiaggia principale per il pranzo, restano un paio d’ore e se ne vanno.

                   

La giornata è fantastica, con un cielo blu intenso, l’acqua caldissima e la sabbia impalpabile. La spiaggia è molto estesa, si presta a belle passeggiate e si può raggiungere una bassa laguna semplicemente meravigliosa: volendo si potrebbe nuotare fino all’isola di fronte, non distante. Le orecchie sibilano per il forte rumore di cicale e grilli (penso) che arrivano dall’interno. Ko Rok è davvero un autentico paradiso naturale

P.N. Hat Chao Mai – Ko Kradan

                   

Sempre con la stessa agenzia e stesso prezzo (direttamente in hotel) prenotiamo l’escursione per le 4 isole, incluse nel parco nazionale di Hat Chao Mai.

La prima sosta è un per veloce snorkelling sotto ad una parete rocciosa verticale, nulla di eccezionale e con scarsa visibilità. Raggiungiamo Koh Mook, l’isola conosciuta perla Grotta di Smeraldo, una favolosa spiaggia che si apre al centro dell'isola e che si raggiunge nuotando nel buio attraverso un tunnel nella montagna. Un posto davvero unico al mondo, sebbene un po’ troppo invaso da turisti (il percorso è obbligato, per cui…)

Terza tappa Koh Kradan: è un'altra isola paradisiaca, caratterizzata da picchi carsici ricoperti da vegetazione tropicale, acqua dai riflessi sbalorditivi e sabbia bianchissima. Ci godiamo questo paradiso per quasi 3 ore, la spiaggia è lunghissima e mi allontano dal resto del gruppo per una bella passeggiata sulla spiaggia deserta, fino a raggiungere una bassa laguna dai colori indescrivibili. Proprio qui il fattaccio: mentre sono beatamente a mollo, mi sento mordere dietro al piede (forse un pesce ragno). Per un paio d’ore un dolore lacerante, piccola medicazione e 5 giorni di zoppicamento!!! (il dolore dopo 2 ore si è affievolito). Ultima tappa sotto una impressionante parete rocciosa, con enormi banchi di corallo.

 

Thailandia - Krabi

13/1/10 – Krabi

Con il taxi raggiungiamo la località di Krabi, esattamente al Peace Laguna Resort (€ 65, molto bello, camere super spaziose), a poche centinaia di metri dalla spiaggia di Ao Nang. Krabi è davvero una località balneare deliziosa, sebbene qui il turismo sia notevole, anche se non ai livelli di Phuket. Ristorantini che si susseguono, tutti con pesce fresco, negozietti dove fare buoni affari, una miriade di resort.

Dal centro prenotazioni sulla spiaggia acquistiamo il biglietto per il passaggio in longboat alla vicina Railey Beach (€ 2 a/r). La costa in questa zona è davvero magnifica, un colpo d’occhio mozzafiato: le montagne dalla forma bizzarra, ricoperte da giungla tropicale, si tuffano nel mare delle Andamane, formando baie dalla bellezza incontrastabile, circondati da imponenti faraglioni. E’ cosi anche Railey Beach, una stretta penisola che forma una mezzaluna bianchissima bagnata da acque verde smeraldo. In spiaggia c’è parecchia gente (non è Ko Lanta), ma c’è spazio per tutti. Alle spalle della spiaggia c’è un viale con bar, ristorantini, market, molto animata.

14/1/10 – Krabi e le isole

                   

Per oggi abbiamo deciso di affittare una longboat tutta per noi (50 euro) e fare l’itinerario e le soste a nostro piacimento. Purtroppo soffia un forte vento che increspa il mare, l’andata per le isole è piuttosto movimentata, con continui spruzzi (il ritorno sarà pure peggio). Puntiamo subito verso la piccola isoletta di fronte a Poda Island, famosa per la lingua di sabbia che collega due isolotti. Non c’è ancora la bassa marea, pertanto la striscia è sommersa dall’acqua che assume colorazioni turchesi, ma si può comunque camminare fino all’isola di fronte. In compenso siamo i primi ad arrivare e ci godiamo il luogo in estrema pace e solitudine, infatti, al momento della ripartenza, sono già parecchie le barche in arrivo e la spiaggia è piuttosto limitata.

                   

momento della ripartenza, sono già parecchie le barche in arrivo e la spiaggia è piuttosto limitata. Proseguiamo con il mare decisamente agitato fino a Chicken Island, dove ammiriamo la curiosa sagoma di questo imponente picco calcaree dalla forma appunto del pollastro. Lungo il ritorno notiamo una bella spiaggetta riparata e decidiamo di fermarci un’oretta. La spiaggia è davvero stretta ma l’acqua è stupenda, in più il posto è tutto per noi. Per finire attracchiamo a Poda Island, molto frequentata e con la spiaggia principale contro vento, per cui troviamo il mare con alti e divertenti cavalloni. Nel complesso, un’altra splendida giornata, purtroppo l’ultima di questo nostro lungo ed entusiasmante girovagare per l’Estremo Oriente.

                   

 

I ricordi che più porto nel cuore? La frenesia, la modernità e l’autenticità di Hong Kong ed il suo stupefacente skyline, i contrasti tra il cuore antico ed i moderni casinò di Macao, gli idilliaci templi di Penang e dei coinvolgenti riti induisti della Malesia, lo spettacolo futuristico delle Petronas Tower, il sorriso, la gentilezza dei Cambogiani ed il fascino dell’intramontabile regno Kmer, il candore degli splendidi gioielli che emergono dal Mare delle Andamane in Thailandia.

 

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