Associazione Laziale per l'Attività fisica dei Diabetici
- organizzazione ONLUS -


- Sport e diabete -


Il diabete mellito è una patologia endocrina complessa la cui manifestazione più evidente è l'aumento dei livelli circolanti di glucosio a digiuno e, ancor più, dopo i pasti, per carenza assoluta o relativa di insulina. Quest'ultima è un ormone prodotto dal pancreas, deputato all'utilizzazione del glucosio da parte del fegato, dei muscoli e del tessuto adiposo.



Quando la carenza ormonale è assoluta si parla di diabete insulinodipendente o "di tipo 1", che richiede terapia sostitutivo sottocutanea, mentre quando la carenza è relativa si parla di diabete non insulinodipendente o "di tipo 2", che richiede terapia facilitante per via orale. Si calcola che oltre il 5% circa della popolazione sia diabetica: una così ampia diffusione della malattia ha reso pertanto necessaria l'istituzione di una legge di tutela del diabetico, nota come 115/87, grazie alla quale, negli ultimi sei anni, ha trovato notevole impulso l'attività di prevenzione e cura, con lo sviluppo, fra l'altro, di tecniche via via più sofisticate di autocontrollo e di autosomministrazione di insulina.
Ciononostante, per i diabetici resta spesso quasi un tabù l'attività sportiva.



E' noto sia ai medici che ai diabetici che l'attività fisica regolare consente un migliore utilizzo del glucosio da parte del muscolo e quindi un minor fabbisogno di insulina, tanto che essa viene considerato un cardine della terapia, insieme alla dieta adeguata ed alla terapia farmacologica, ma un preconcetto legato a paure ancestrali ed a teorie mediche ormai superate continua ad ostacolare di fatto la diffusione dell'attività sportiva, agonistica e non, fra i diabetici.
Eppure l'articolo 1, comma D, della legge citata recita "......... agevolare l'inserimento dei diabetici ......... nelle attività sportive ....." e l'articolo 8 fa riferimento al "......... rilascio del certificato di idoneità fisica per le attività agonistiche da parte del diabetologo .....". Inoltre, pochi anni fa, con la Dichiarazione di Saint Vincent, la comunità scientifica diabetologica europea ha sancito la necessità di evitare assurde discriminazioni e di favorire la partecipazione dei diabetici all'attività atletica e sportiva in genere. D'altra parte, l'attività fisica ha un ruolo fondamentale per l'autostima individuale, il controllo dello stress, il benessere in generale.



E’ anche vero, però, che un atteggiamento sconsideratamente permissivo da parte del medico curante potrebbe sortire un effetto opposto, ingenerando nei pazienti un malinteso, frenetico attivismo incontrollato, che provocherebbe conseguenze dannose sia immediate che tardive.
Crediamo fermamente che un’educazione ben condotta, caratterizzata da una presenza continua di esperti sul campo, garantisca il diffondersi della prevenzione attiva delle complicanze diabetiche secondarie allo scompenso metabolico e contribuisca ad estendere al diabetico la validità dell’antico aforisma “mens sana in corpore sano.





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