“And here in this labyrinth of lost mysteries
I close my eyes on
this night
and you're
all that
I see.”
The End
Savatage
Solo per te
Silvestro
Fratello Mio
23/III/07
02:06
Questa è forse la 3° volta che, nella mia
vita, mi ritrovo a mettere per iscritto il mio pensiero. Forse, un giorno, in
un tempo futuro, non avrò difficoltà a comprendere e rammentare lo stato
d'animo che provo, che vivo nel buttare giù queste righe. Di
quanto cariche di dolore siano queste parole. Per tre volte mi sono
ritrovato, sentivo forte il bisogno di "dire" ad un pezzo di carta,
quanto grande fosse il vuoto lasciato da un evento
della mia, travagliata ed imprevedibile e, nello stesso tempo, facile e
prevedibile esistenza. Rammento. Aprile '98. Un insieme di eventi
e situazioni che mi hanno fatto maturare. Alto il prezzo che
ho dovuto pagare. La mia salute psichica ne ha risentito fortemente. In quella occasione credevo che la scrittura potesse aiutarmi.
Scrivere per rendere concreto il pensiero e la
confusione che lo minacciava. Giugno '04. Ho a che fare con la malattia ed il
terrore di perdere, in seguito ad essa, il mio Papà. Terrore che da sempre mi perseguita. Gennaio '07.
Il vuoto.
Un divario
Lascia dietro di me un mondo perfetto.
Un'esistenza felice, serena, scherzosa. Un mondo di speranza
per il futuro. Protezione. Amore.
Un divario.
Che dinnanzi a me crea un
vuoto.
Paura.
Il nulla.
Quanto povera di significato è la parola!
Quanto imprecisa è la scrittura!
Ambigua e scialba nello stesso tempo.
Quanto effimera e precaria è la vita.
Quanto alto è il prezzo da pagare!
Esponenziale il dolore
inversamente proporzionale a frammenti di felicità che troppo effimeri sono e
non ti danno neanche il tempo, la possibilità di un ultimo saluto; un ultimo
bacio; l'ultimo abbraccio.
Se questa è la vita, non vale la pena
d'esser vissuta.
Adesso subentra il dubbio; la mia
riflessione.
Quanto siamo
padroni della nostra vita? Ma il dubbio che più d'ogni
altro tormenta la mia riflessione e che so, per certo, non troverà mai
risposta. Esso può riassumersi in una sola e semplice parola.
"Perchè?".
Silvestro, adesso solo tu conosci la
risposta.
Sei tornato in quel mondo dove il tempo e
lo spazio cessano di esistere. Sei tornato ad "essere" ciò che da
"sempre siamo stati". Sei in quel "luogo dove il paradosso è
l'unica logica soluzione...nostra passiva rassegnazione".
Silvestro! Aspettami. Un giorno sarò lì
con te. Il mio corpo sarà lì con il tuo.
09:52
Quanto è bello sognarti la
notte.
Quanto è stato bello stamattina svegliarmi mentre
ancora nel sogno ti abbracciavo, piangevo, e tu mi chiedevi sorridendo
"abbracciarmi?...abbracciami!"...come per dire "se proprio
devi!?"; ignaro di quel che ti è successo, anche nel sogno non ti rendi
conto dell'inferno che hai passato. Il mio risveglio, in un cuscino fradicio di
lacrime piante nel sonno, subentra adesso la rabbia. Questo
sentimento che mi fa paura, veramente paura. Sentimento
che sfugge al mio controllo e che mi fa pensare, dire, fare cose insane...verso
eventi, persone, cose, ma soprattutto nei confronti di quel Dio che non mi
appartiene; a quel Dio cui io non appartengo. A quel
Dio che ignora la giustizia; a quel Dio che fonda la sua ipotetica azione sul Caso.
Un Dio che ha ipoteticamente creato una natura
fondamentalmente aleatoria, un mondo contingente. Un Dio che ignora il
sentimento umano, un Dio che non conosce il significato della parola amore, ma
soprattutto, un Dio che ignora il significato del dolore.
Eppure continuo a scrivere
il Nome di Dio con la "D" maiuscola. (?)
Inevitabile a tal punto non porsi domande
relative all'esistenza e la condizione dell'essere
umano, comprendere meglio il significato di quel "essere" umano. A
cosa credere? A quella mente che si scinde dal corpo, ma che insieme con esso perisce? O a quello spirito che vive ed esiste al di là dell'appoggio materiale prestato dal corpo?
Dobbiamo fare i conti con Il Desiderio contrastato dall'evidenza. La brama di
una vita eterna, unico presupposto che può illuderci di re-incontrare
i nostri cari deve soccombere all'evidenza della morte, semplicemente.
Il corpo è materia;
La mente è energia;
Lo spirito è la relazione, invisibile,
immateriale, suscettibile all'odio e all'Amore.
L'uomo è questa triade.
Triade suscettibile a morte.
Se così non fosse, un Dio ce lo direbbe, senza lasciare all'uomo l'ardua impresa di
interpretare erroneamente, dunque invano, la presenza e la parola di Dio in
ogni cosa. È facile, così, perdere la ragione.
Ma Dio siamo Noi! E
come Noi, anche questo Dio è passibile a morte. Il mio Dio, per queste ragioni,
è morto il 22 gennaio dell'anno 2007. Il mio anno, l'anno
della nostra famiglia.
Ironia della sorte;
Casualità degli eventi;
Rabbia e dolore;
Vuoto e terribile senso di ingiustizia;
Paura;
O-dio.
Questa è oggi la mia vita.
Ma allora mi chiedo, Silvestro, che vivo a fare? Se non fosse per la
Famiglia che ho, e le conseguenti responsabilità, cosa potrebbe mai inibirmi
nel fare un gesto insano, un infausto desiderio di essere con te, come te?
Silvestro, sai cosa lentamente mi uccide? Il non potere
condividere con te le mie gioie. Il non poter essere confortato da te
nei momenti di dolore. Il pensiero di non poterti regalare
più momenti di felicità. Questo spoglia la mia vita. E con essa si spoglia la gioia d'ogni sua carica positiva
lasciando posto al dolore. Sai qual è il paradosso?
Sono contento che non sia stato tu a vivere questi momenti.
Silvestro, tu sei morto. E con te tutto
quel che di positivo c'era in me.
Però Silvestro, tu sei morto una prima ed
ultima volta. Nella tua vita, la morte, non l'hai mai incontrata, conosciuta,
oltre la tua.
Questo è un conforto per me.
Silvestro, fratello mio,
mi manchi!
Mi manchi maledettamente!
Mi sento perso senza di te! Questo mondo
non mi appartiene! Mi è estraneo senza la tua guida.
Non mi resta che piangere.
Sento ancora il tuo odore! È scolpito
nella mia mente. È entrato dentro di me quando, quel
ultimo bacio, attendeva che il tuo cuore smettesse di battere, per sempre. Ed io ti sussurravo nell'orecchio queste parole:
“Silvestro, sbrigati a guarire…Silvestro,
sbrigati che dobbiamo tornare a casa con la nostra
musica. Silvestro, ricorda, io la H, tu la M. Siamo i
due HM, i Calandra Blues Brothers”.
Il tuo odore, la memoria, i ricordi, la
tua musica…
Quando ci sono loro, ci sei anche tu, qui con
me.
Sai Silvestro, quel ultimo
gruppo che hai scoperto? Gli Shaaman? Io lo so perché
li hai cercati. So perché li hai trovati e so perché
nell’ultimo periodo li ascoltavamo continuamente, ossessivamente. Gli Shaaman sono il tuo ultimo regalo.
Hai voluto lasciarmi questa musica per ricordarmi che quando c’è lei, ci sei
pure tu.
Io per questo ti ringrazio, Silvestro.
Grazie Silvestro!
Grazie per tutto il bene che mi hai
fatto, grazie per avermi regalato gli anni più belli della mia vita.
Grazie per aver dato al
mondo interno l’orgoglio della tua presenza.
Grazie per avermi degnato di ciò.
Grazie di tutto, fratello mio.
Scusami, Silvestro.
Ti amo
Tuo Fratello
Per Sempre
e
solo per Te.
Shaaman
Born to Be
Innocence
Arrivederci fratello mio
Alfredo
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