Il termine tradimento deriva dal latino tradere, che significa 'dare, affidare, consegnare'.
In generale, indica il venir meno alla fede data, in senso più esteso, significa rivelare inopportunamente; in senso figurato venir meno a qualcuno, mancargli.
Esistono varie forme di tradimento, che possono anche coesistere: per esempio, venire meno ad un impegno, deludere la fiducia, infrangere un patto. In ogni caso, il tradimento è sempre un atto, un’azione, che muta l’andamento e il senso dei rapporti tra le persone, delude la fiducia, le aspettative, infrange un legame e una continuità, in seguito al quale si separa un prima e un dopo.

Il tradimento, dell’Altro, come di se stessi, si definisce in una dimensione relazionale, perché è il frutto di relazioni e interazioni. La persona tradita si trova a dover fronteggiare una sensazione smarrimento e di vuoto, che si accompagnano alla perdita improvvisa del senso della propria esistenza. Affinché si possa parlare di tradimento, però, vi devono essere delle aspettative razionali ed emotive di lealtà, oltre che relazioni ed interazioni basate sulla fiducia. Il tradimento si presenta dunque come un evento del tutto inatteso, in seguito al quale i rapporti tra traditore e tradito e l’immagine individuale, non saranno più gli stessi, ma verranno ridefiniti in base a quell’evento. Il tradimento ha le sue basi nella e dalla condivisione, il senso del Noi collettivo da cui uno dei soggetti si allontana e di cui tradisce l’appartenenza.

I tradimenti presentano alcuni elementi in comune:
ciò che si tradisce è la relazione, da cui uno dei partecipanti si allontana e di cui impone una ridefinizione;
il tradimento è potenzialmente presente in ogni forma di comunicazione, in quanto ogni messaggio è interpretabile in innumerevoli modi, a seconda dei soggetti coinvolti nella comunicazione e del tipo d’interazione che intercorre tra loro;
affinché si possa parlare di tradimento, esso deve essere percepito e definito come tale da chi ne è coinvolto;
il mutamento dei partecipanti, nel corso di una relazione, a volte, viene percepito come un tradimento e può indurre all’allontanamento reciproco;
il tradimento è asimmetrico, nel senso che esiste un divario tra le aspettative personali e la realtà dei fatti, tra l’immagine dell’altro attesa e quella effettiva;
il tradimento è asincrono: per il traditore, il tempo viene percepito come dilatato, per il tradito, contratto.

Alcuni Autori, come Hillman, sostengono che il tradimento subito possa costituire un mezzo di crescita e di formazione dell’autonomia individuale.
Secondo Lui, è necessario infrangere la fiducia primaria, per permettere ai rapporti di evolvere, per imparare a distinguere l’Altro dal Sé e per apprendere a fidare e a diffidare.
Questo, inoltre, permetterebbe di acquisire la consapevolezza sia di poter essere traditi, sia di essere dei traditori potenziali. Altri Autori, d’altro canto, prendono le distanze da tale concezione pedagogica o educativa, in quanto ritengono che un tradimento agito con intenzionalità si definisce ‘inganno’ e, come tale, non può avere una valenza positiva sul processo della crescita. Al contrario, invece, può spingere irrimediabilmente verso il perpetrarsi di un circolo vizioso, in cui il tradito diventa, a sua volta, traditore.
In questo senso, è necessario trasmettere, più che la sfiducia, la fiducia, in modo da porre le condizioni per poterla trasmettere, a propria volta, alle generazioni successive. La scoperta della possibilità di tradire e di essere traditi fa parte di un sano processo di crescita, ma questo è ben differente dal mettere in atto volontariamente un tradimento, nell’intenzione di favorire tale processo. Sarà proprio la fiducia di base, costruita e veicolata grazie alle prime relazioni con le persone significative per il bambino, ciò che consentirà di stabilire relazioni basate sull’af-fidarsi reciproco.