• Settore 1 – Sistemi produttivi industriali,
artigianali e commerciali
Obiettivi specifici Misure
29/4 Favorire l’espansione l’aumento
di competività e di produttività, di
iniziative imprenditoriali nei settori
che dimostrino buone capacità di sviluppo |
4.01 potenziamento dei sistemi industriali |
30/4 Promuovere l’adozione di innovazioni
di processo/prodotto che configurino soluzioni
superiori sia dal punto di vista dell’efficienza
economica
che del rispetto dell’ambiente
|
4.02 potenziamento dei sistemi artigianali e commerciali |
31/4 migliorare la dotazione e la funzionalità delle
infrastrutture per la localizzazione e la logistica delle
imprese e delle infrastrutture di servizio e supporto per
la forza lavoro
|
4.04 strumenti di sviluppo territoriale (fesr) |
32/4 favorire la nascita e la localizzazione di
nuove
attività e nuove imprese
|
|
33/4 favorire la creazione ed il rafforzamento dei servizi alle
imprese ed in particolare la loro qualificazione e specializzazione
anche sul versante dei processi di ricerca e di innovazione all’interno
delle logistiche di filiere, focalizzando gli interventi sul lato
della
domanda
|
|
34/4 sostenere le imprese in modo organico e articolato,
rispondendo ai loro bisogni reali, con particolare riguardo all’innovazione
tecnologica
|
|
• Settore 2 – Sistema agricolo e rurale
Obiettivi specifici |
misure |
35/4 migliorare la competività dei sistemi
agricoli ed agro-industriali
in un contesto di filiera |
4.06 Investimenti aziendali per l’irrobustimento
delle filiere agricole e zootecnica |
36/4 sostenere lo sviluppo dei territori rurali e valorizzare le
risorse agricole forestali, ambientali e storico-culturali |
4.07 Insediamento dei giovani agricoltori |
|
4.08 formazione (FEAOG) |
|
4.09 miglioramento delle condizioni di trasformazione e commercializzazione |
|
4.10 sostegno e tutela delle attività forestali |
|
4.11 ricomposizione fondiaria |
|
4.12 avviamento di sistemi di consulenza aziendale e di servizi
di sostituzione e di assistenza alla gestione delle aziende agricole |
|
4.13 Commercializzazione dei prodotti agricoli di
qualità |
|
4.14 Sviluppo e miglioramento delle infrastrutture
rurali connesse allo sviluppo dell’agricoltura |
|
4.15 promozione dell’adeguamento e dello sviluppo
delle zone rurali |
• Settore 3 – Sistema della pesca e dell’acquacoltura
Obiettivi specifici |
misure |
37/4 Rafforzare la competività dei
sistemi locali della pesca in un ottica di sviluppo
sostenibile, valorizzando in particolare la produzione ittica di
allevamento in acqua
marina, salmastra e dolce. Prevenire i danni derivanti da uno sfruttamento
non equilibrato. Ridurre il differenziale socio-economico
nel settore della pesca
|
4.16 Interventi a sostegno della pesca e dell’aquacoltura,
investimenti produttivi |
|
4.17 Interventi a sostegno della pesca e dell’acquacoltura,
interventi di contesto
delle risorse biologiche. |
• Settore 4 – Sistema
produttivo turistico
Obiettivi specifici |
misure |
38/4 Accrescere e qualificare
le presenze turistiche in Sicilia
|
4.18 promozione turistica |
39/4 Accrescere l’articolazione, l’efficienza
e la compatibilità ambientale delle imprese
turistiche |
4.17 Interventi a sostegno della pesca e dell’acquacoltura,
interventi di contesto
delle risorse biologiche. |
40/4 Accrescere l’integrazione produttiva del
sistema del turismo in un ottica di filiera |
4.20 infrastrutture turistiche di interesse regionale |
MISURA 4.16 – INTERVENTI A SOSTEGNO DELLA PESCA E DELL’ACQUACOLTURA,
INVESTIMENTI PRODUTTIVI
OBIETTIVO |
1 |
FONDO |
SFOP |
ASSE |
IV – SISTEMI LOCALI DI SVILUPPO |
OBIETTIVO SPECIFICO |
37/4 |
SETTORI CLASSIFICAZIONE |
UE 143 (30%) 144 (40%) 145 (30%) |
Quadro finanziario
Costo totale |
70.108.325 |
Totale risorse pubbliche |
52.440.722 |
Risorse comunitarie |
27.578.000 |
Contributi privati |
17.667.603 |
Tasso di partecipazione fondo su spesa pubblica |
52,59% |
PREVISIONE INDICATIVA DELLA SPESA PUBBLICA PER ANNO IN EURO
2000 |
2001 |
2002 |
2003 |
2004 |
2005 |
2006 |
2007 |
2008 |
0 |
1.200.893 |
3.770.488 |
20.803.242 |
1.305.797 |
13.596.024 |
5.229.240 |
5.229.240 |
1.305.798 |
DESCRIZIONE
Si punta al raggiungimento dell’obiettivo specifico
connesso al settore della pesca e dell’acquacoltura, valorizzando
la produzione ittica d’allevamento in acquamarina, salmastra e dolce,
tendendo a prevenire i danni derivanti da uno sfruttamento non equilibrato
delle risorse biologiche. La misura è articolata in 4 sottomisure:
sottomisura A |
protezione e sviluppo delle risorse acquatiche |
sottomisura B |
acquacoltura, adeguamento strutturale e creazioni
di nuovi impianti, diversificazione della produzione verso specie
ittiche pregiate |
sottomisura C |
potenziamento degli impianti esistenti per la trasformazione
e commercializzazione e ammodernamento dei mercati ittici tramite
sistemi di collegamento telematica |
sottomisura D |
adeguamento infrastrutturale dei porti pescherecci
per il ricovero delle attrezzature da pesca, nuove attrezzature per
la conservazione del pescato, per il rifornimento idrico e dei carburanti
delle imbarcazioni
|
AMMINISTRAZIONE RESPONSABILE:
REGIONE SICILIA- ASSESSORATO REGIONALE PER LA COOPERAZIONE, COMMERCIO,
ARTIGIANATO E PESCA, DIPARTIMENTO REGIONALE PESCA.
COPERTURA GEOGRAFICA:
- INTERO TERRITORIO SICILIANO
PROCEDURE PER L’ATTUAZIONE E CRONOGRAMMA
Per la misura è prevista la modalità di attuazione di seguito
descritta:
La misura è attuata tramite la pubblicazione di
bandi di gara.
In aderenza dell’esigenza di “semplificazione dell’attività amministrativa”,
l’amministrazione definisce una procedura che si atta a ridurre al
minimo gli adempimenti posti a carico dei richiedenti e, nel contempo,
offre anche garanzia di legittimità amministrativa.
L’istruttoria amministrativa dei progetti viene effettuata dall’amministrazione
regionale, una commissione nominata dal dipartimento regionale pesca, valuta
e seleziona i progetti presentati ai sensi del bando relativo alla misura,
assegnando a quelli ritenuti idonei, i punteggi attribuiti agli stessi
sulla base dei criteri di selezione di seguito individuati.
|
Il programma operativo regionale
per il periodo 2000-2006 si pone l’obiettivo
di individuare gli obiettivi e le strategie di sviluppo a sostegno del
settore peschereccio locale; con tale programma si intende incentivare
la permanenza, l’afflusso e l’investimento di risorse al
fine di ottenere un tasso di crescita soddisfacente e ridurre il disagio
sociale
con un forte aumento occupazionale.
Nell’ambito dell’asse IV del P.O.R. “Sistemi locali
di sviluppo”, finalizzato alla creazione di condizioni economiche
idonee per lo sviluppo imprenditoriale, alla crescita produttiva ed all’aumento
della competività si colloca il settore della pesca, con seguenti
obiettivi specifici:
• Accrescere la dotazione di servizi
e la propensione alla innovazione
• Rafforzare la competitività dei sistemi
locali della pesca in un ottica di sviluppo sostenibile
• Ridurre il differenziale socio-economico del settore
• Adeguare e potenziare nonché valorizzare
la produzione ittica di allevamento anche attraverso la riconversione
degli addetti
al settore, con il sostegno della ricerca, di strutture di servizio e
di assistenza
• Prevenire i danni derivanti da uno sfruttamento
non equilibrato delle risorse biologiche marine.
SI INTENDONO PERTANTO OTTENERE NEL PERIODO CONSIDERATO:
• Maggiori investimenti ed un maggior valore aggiunto
diretto e indiretto sul territorio interessato, attraverso il rafforzamento
della filiera della pesca ed altre attività quali l’acquacoltura,
la maricoltura,e il pescaturismo
•
Un incremento del numero e del livello di operatività dei consorzi,
intese accordi e programmi creati da imprese della pesca per lo sviluppo
produttivo e commerciale
• Un maggior reddito per i lavoratori del settore della pesca
• La riconversione degli addetti verso la produzione ittica di allevamento
Come ho accennato ora, si intendono ottenere nel periodo considerato
maggiori investimenti sul territorio interessato attraverso varie attività,tra
quali il “PESCATURISMO”.
PROGETTO:
|
ATTIVITA' » PESCATURISMO » COS'E'
IL PESCATURISMO |
|
COS'E' IL PESCATURISMO
Il "Pescaturismo" consiste in un'attività integrativa
alla pesca artigiana che offre la possibilità agli operatori
nel settore di ospitare a bordo delle proprie imbarcazioni un certo
numero di persone diverse dall'equipaggio per lo svolgimento di attività turistiche
ricreative.
L'attività di pescaturismo è attualmente regolamentata
dal decreto ministeriale 13 aprile 1999, n° 293 che comprende
lo svolgimento di attività nell'ottica della divulgazione
della cultura del mare e della pesca, come: brevi escursioni lungo
le coste, l'osservazione delle attività di pesca professionale,
la ristorazione a bordo o a terra, la pesca sportiva e tutte quelle
attività finalizzate alla conoscenza e alla valorizzazione
dell'ambiente costiero che possono servire ad avvicinare il grande
pubblico al mondo della pesca professionale. Il pescaturismo rappresenta
una proposta innovativa per rispondere all'esigenza di diversificazione
di parte delle attività di pesca, in special modo all'interno
delle AMP, riqualificando una quota del mercato turistico in parte
esistente e creandone una aggiuntiva particolarmente interessante;
il tutto in perfetta linea con l'esigenza di politiche che rispondano
ai criteri di un "Turismo responsabile".
|
|
Il concetto di "Turismo responsabile" nasce da nuove
esigenze di valorizzazione e riscoperta della realtà sociale
ed ambientale dei luoghi più suggestivi e delle antiche tradizioni
della nostra cultura. Si vuole offrire al visitatore la possibilità di
inserirsi in maniera armonica nel contesto preesistente senza alterarne
le preziose particolarità.Gli usi e le tradizioni legati alle
marinerie italiane possono offrire nuove possibilità di rilancio
di questo settore, rispondendo contemporaneamente alle politiche
europee sulla razionalizzazione dello sforzo di pesca. Il Pescaturismo
può portare molteplici vantaggi: il mantenimento di quell'integrità sociale
ed economica spesso danneggiata dal voler promuovere attività che
non tengono conto del contesto locale; una valida risposta ai problemi
legati alla pesca, con la possibilità di integrazione del
reddito degli operatori del settore attraverso un'attività non
contrastante la loro stessa identità storica e culturale;
la razionalizzazione del prelievo delle risorse, ottenuta tramite
l'orientamento verso una graduale diversificazione delle attività produttive.
Il pescaturismo permette, infine al pescatore, di mettere in rilievo
aspetti della cultura marinara e delle tradizioni della pesca artigianale,
spesso sottovalutati. |
|
Questa nuova
attività permette al pescatore
artigianale, oltre alcuni vantaggi detti precedentemente, anche di
incominciare a crearsi una piccola impresa, incominciando ad avere
più barche per l’attività e più operai
pescatori al servizio della sua attività. Ricordo che la figura
dell’imprenditore è una nozione fondamentale del DIRITTO
COMMERCIALE. Tutto questo ramo del diritto, infatti, ruota intorno
alla figura dell’imprenditore per disciplinare le forme attraverso
le quali egli opera, gli strumenti dei quali abitualmente si avvale,
la situazione di crisi nella quale può venirsi a trovare.
L’imprenditore moderno trova le sue lontane radici nel mercante
medievale e nelle fiere delle città più importanti
d’Europa. Con il crescere degli scambi e delle esigenze di
mercato, si sono poi affermate figure imprenditoriali sempre più complesse
e influenti, come quelli dell’armatore che metteva a disposizione
le proprie navi e ne organizzava i viaggi per commerciare spezie,
tessuti e altre merci di scambio e lavorazione con i paesi d’oriente,
oppure quella del banchiere,etc…Nel corso dei secoli al mercante
medievale e rinascimentale si sostituì il borghese di fine
settecento, l’evoluzione continuò fino ai giorni nostri
attraverso la figura del commerciante delle codificazioni dell’ottocento
fino ad arrivare –in ultimo- l’imprenditore del codice
civile del 1942.
Certo la nozione di imprenditore non può rifarsi unicamente
al passato, ma deve guardare anche e soprattutto alle prospettive
del futuro. Si tratta di un processo in atto del quale già si
sono affermati alcuni tratti di fondo tra loro interdipendenti, quali
la tendenziale integrazione dei mercati e dei sistemi produttivi
mondiali (GLOBALIZZAZIONE) e l’applicazione del sistema economico
delle nuove tecnologie telematiche e dei servizi della società di
informazione (INFORMATIZZAZIONE).Quindi nel mondo del commercio
ormai internet ne fa da padrone. |
|
The internet is a network of people and information, linked together
by telephone lines which are connected to computers. Information
can be transported, for example, through e-mail and the www. All
you need to join this system is a computer, a normal telephone line,
a modem and an account with an internet service provider, a company
that provides access to the internet.
ADVANTAGES FOR COMPANIES
Generally speaking, the internet allows companies to work faster
and more efficiently than any traditional methods. In particular,
they can:
• Promote their products and services easily and cheaply to a worldwide
market.
• Obtain, send, receive and store information in written, audio and
visual forms.
• Advertise for and find staff.
•
Etc………………….
Electronic commerce applications started in the early 1970. However,
the extent of the applications was limited to large corporations,
financial institutions and a few businesses. Later it expanded
from financial transactions to other transactions processing so
that manufacturers, retailers, service providers and so on could
also use it. With the commercialization of the internet in the
early 1990 and its rapid growth among millions of potential customers,
EC application increased rapidly.
E-COMMERCE IS VERY COMPETITIVE OVER TRADITIONAL DIRECT SALES METHODS:
1. Product promotion: E-commerce enhances promotion of product
and services through direct and interactive contact with costumers.
2. New sales channels: it creates a new distribution channel for
existing products
3. direct savings: Also all the costs of a transaction from ordering
products to exchanging documentation are reduced.
|
Quindi un imprenditore dei nostri giorni trova la
propria definizione giuridica nel codice civile, in base all’articolo 2082 : è imprenditore
colui che esercita professionalmente un’attività economica
organizzata al fine della produzione o dello scambio di beni o di
servizi. In poche parole per poter definire imprenditore un soggetto
occorre la presenza di tutti i seguenti elementi:
•
L’esercizio di un’attività economica
• La produzione o lo scambio di beni e servizi
•
L’organizzazione dell’attività economica
•
L’ esercizio professionale dell’attività economica.
Di imprenditori però ce ne sono di vari tipi: infatti la
realtà dimostra che possono esistere vari tipi di imprenditore,
secondo le dimensioni dell’impresa e della natura dell’attività esercitata.
Il codice civile recepisce questa differenziazione distinguendo
tra
-piccolo imprenditore art. 2083 c.c.
-imprenditore agricolo art. 2135 c.c.
-imprenditore commerciale art. 2195 c.c.
E’ molto importante saper individuare le diverse categorie
imprenditoriali perché il regime previsto per l’imprenditore
commerciale (la figura giuridicamente ed economicamente più importante) è più rigoroso
di quello applicabile al piccolo imprenditore e all’imprenditore
agricolo. Infatti il piccolo imprenditore e l’imprenditore
agricolo, diversamente da quanto avviene per l’imprenditore
commerciale, sono esonerati dalla tenuta delle scritture contabili
e, in caso di insolvenza, non sono soggetti al fallimento. Quindi
l’imprenditore commerciale, come abbiamo già accennato, è sottoposto
a un particolare regime giuridico che non si applica né al
piccolo imprenditore né all’imprenditore agricolo.
Il complesso delle disposizioni dettate appositamente per l’imprenditore
commerciale viene comunemente denominato statuto dell’imprenditore
commerciale.
I punti fondamentali di questo statuto riguardano
:
- la capacità a esercitare l’impresa
- L ’obbligo di iscrizione nel registro delle imprese
- la soggezione al fallimento e alle altre procedure concorsuali
- l’ obbligo di tenere le scritture contabili
A proposito di contabilità possiamo aprire una parentesi
e parlare della CO.GE. ma ancora meglio della COA.
Infatti la contabilità generale ha per oggetto la registrazione
di tutte le operazioni di gestione esterna e come scopo la determinazione
del risultato economico d’esercizio e del patrimonio di funzionamento.
Invece la contabilità analitico gestionale, o contabilità industriale,
consente di determinare, analizzare e rilevare costi, ricavi e
risultati economici relativi a singoli prodotti, a particolari
produzioni, o a determinati comparti dell’attività aziendale.
Il sistema di rilevazione della COA analizza e registra le operazioni
di interna ed esterna gestione, allo scopo di calcolare, sia in
via preventiva sia a consuntivo, i costi, i ricavi, e il risultato
economico di specifiche attività.
Gli scopi della COA possono essere così sintetizzati:
1. Attuare la programmazione e il controllo della gestione affiancandosi
alla CO.GE. e al budget;
2. attuare lo studio del comportamento dei costi che permette:
• il controllo del processo produttivo aziendale;
• il calcolo del costo di prodotto e la determinazione di risultati
economici analitici;
•
la verifica dell’efficienza dei fattori produttivi;
•
la fissazione dei prezzi di vendita o la verifica della loro remuneratività;
• le valutazioni di fine esercizio( prodotti in corso di lavorazioni
e finiti, costruzioni in economia,ecc..)
3. Costituire un indispensabile supporto informativo alle decisioni
aziendali nei problemi di scelta.
La COA si affianca alla CO.GE.
per produrre e gestire numerose informazioni che la CO.GE. non è in grado di elaborare,
quali ad esempio, i risultati di specifici settori dell’azienda
o do particolari combinazioni produttive, l’analisi del
processo di formazione e di aggregazione dei costi,ecc… Le principali differenze tra la CO.GE. e la COA sono riassunte
nella tabella seguente:
|
Contabilità generale |
Contabilità industriale |
Epoca di riferimento |
passato |
Passato e futuro |
Oggetto |
Operazioni esterne di gestione |
Operazioni interne dei gestione |
Classificazione dei costi |
Per natura, secondo la loro origine |
Per destinazione |
Momento di rilevazione |
Momento dell’accertamento di costi
e ricavi |
Momento di utilizzo dei fattori produttivi
E della vendita del prodotto
|
Campo di indagine |
Rileva sia l’aspetto economico sia
quello finanziario |
Rileva soltanto l’aspetto economico |
Strumenti di rilevazione |
Scritture contabili in P.D. |
Scritture contabili o extra contabili in P.D. o scritture
libere |
Utilizzo direzionale |
saltuario |
Continuativo |
obbligatorietà |
obbligatorietà Obbligatoria secondo
la normativa civilistica e fiscale |
Non obbligatoria |
Se
facciamo una riflessione su tutto quello che ho appena detto,e
cioè parlando di misure
di provvedimenti per lo sviluppo economico e sociale della
regione SICILIA, parlando di tutti queste misure di attuazione,parlano
di impresa e di imprenditori, la domanda che viene facilmente
da pensare è: che cosa ha reso le regioni del sud dell’Italia,in
maniera particolare la Sicilia, economicamente e socialmente
così arretrate e povere di vie di sviluppo delle risorse
produttive rispetto a quelle del nord e del centro?
Oppure come ha scritto uno dei maggiori interpreti contemporanei
della storiografia meridionalista, Rosario Villari, e cioè:
si è realizzata “una più radicale rinunzia” ad
utilizzare nel processo di ammodernamento del paese le potenziali
risorse umane, economiche, politiche ed intellettuali del mezzogiorno?
Questi sono alcuni degli interrogativi, molti dei quali tuttora
aperti, che hanno animato la discussione politica e storiografica
intorno alla cosiddetta “questione meridionale”.
|
LA POLITICA DEI FALLIMENTI
A metà del novecento il Sud dell’Italia è una
terra di povertà. Le conseguenze della seconda guerra
mondiale ne hanno aggravato le condizioni economiche: il reddito
pro capite , se è 100 al nord, al Sud è 55. La
popolazione meridionale, a partire dall’unita d’Italia, è complessivamente
raddoppiata, ma quella in grado di lavorare va progressivamente
diminuendo sempre più, a causa dell’emigrazione
verso il nord che continuerà per oltre un decennio.
Gli investimenti privati – i capitali delle società per
azioni- raggiungono, a metà del secolo un misero 8
% rispetto al totale nazionale.
Durante il fascismo si tenta una politica di dura repressione
della mafia rurale, soprattutto per impulso di Cesare Mori,
detto il “prefetto di ferro” per i suoi metodi
militari. Nel 1926 Mori organizza un rastrellamento violento
e indiscriminato ai danni delle famiglie mafiose locali; ma
l’azione repressiva,in poco tempo, sortisce effetti contrari
a quelli auspicati: tutt’altro che sconfitta, la mafia
trova un alleanza sempre più forte con la popolazione,
che identifica nei carabinieri una forza repressiva. Negli
anni trenta si persegue una politica di leggi speciali per
la sistemazione di singole aree e si lancia un programma di
investimenti nei lavori pubblici: strade, acquedotti, infrastrutture.
Si tratta però di speculazioni,infatti in gran parte
le opere rimangono incompiute. Questa è solamente uno
dei tanti motivi che incidono sulle ragioni strutturali della
povertà del sud.
L’ atto finale di questa politica di stanziamenti a fondo
perduto, promossi quasi sempre da meccanismi di clientelismo
individuale, se non di corruzione, è la cassa per il
mezzogiorno, l’ente istituito nell’agosto del 1950
sul modello inglese e americano di risanamento delle “aree
depresse” per finanziare opere pubbliche – bonifiche,
acquedotti, ferrovie, strutture turistiche – e realizzare
una fase di crescita industriale. La conclusione dell’attività della
cassa, prevista a regime straordinario per il 1960, verrà prorogata
al 1980, con risultati per la verità scarsi, a causa
di una gestione tutt’altro che trasparente dei cospicui
finanziamenti. In conclusione questa riforma non portò gli
esiti sperati.
|
L’EMIGRAZIONE
AL NORD: LO SRADICAMENTO
Il boom economico, cioè la rapidissima crescita
industriale degli anni sessanta, limitata ai grandi centri
del nord, fa il resto: chi può lavorare abbandona
il sud così l’Italia si ritrova divisa in
due parti,una delle quali assorbe le risorse dell’altra. |
IL DOPOGUERRA
Altre testimonianze,
nell’immediato dopoguerra,
legano strettamente l’inchiesta sociologica alla
narrazione:quella per Esempio del torinese CARLO
LEVI,
medico , scrittore , pittore di fama, testimone diretto
dell’arretratezza e dello spessore arcaico della
civiltà contadina.
L’AUTORE E L’OPERA Carlo Levi nasce a Torino
nel 1902; suo zio è leader politico socialista
Claudio Treves. Laureato in medicina, Levi si perfeziona
a Parigi, dove conosce i fratelli Rosselli e Gaetano
Salvemini , fuorusciti antifascisti. Attivo nel gruppo
torinese di giustizia e libertà, viene mandato
al confino in Basilicata dal 1935 al 1936. L’asprezza
del paesaggio lucano gli si rivela come nuova fonte d’ispirazione
e come un nuovo impulso per l’avvio della scrittura
narrativa e memoriale: il paesino di Aliano (Matera)
sarà infatti il teatro del suo capolavoro, Cristo
si è fermato a Eboli (1945). Questo capolavoro è una
profonda indagine antropologica e sentimentale condotta
con il passo narrativo del romanzo: pubblicato nel 1945
conosce un rapido successo che lo porta a essere tradotto
in parecchie lingue. Scritto in prima persona, è il
memoriale del soggiorno coatto di Levi ad Aliano, ribattezzato
nel libro Gagliano, e della scoperta della società e
della cultura del meridione rurale Italiano, così distante
e in certi aspetti inspiegabile agli occhi di un intellettuale
del nord. Per quel mondo sconosciuto l’autore ha
occhi e orecchie appassionati e curiosi, sempre più messi
in crisi nella certezza dei loro schemi interpretativi
codificati, ma via via conquistati dalla complessità antropologica
di quell’estremo oltre confine : per i gaglianesi,
infatti, Cristo, simbolo di civiltà, non è andato
oltre Eboli, lasciando la Lucania, quell’ ultimo
lembo di sud in una condizione preumana, animalesca
e animistica.
In questo frammento
l’occhio dell’osservatore
in esilio nella realtà del sud affronta l’analisi
di un tema di grande rilievo nella storiografia meridionalista:
il brigantaggio, che acquista una certa consistenza
già a partire dall’annessione del regno
di Napoli all’Italia unita da parte di Garibaldi.
Nei primi anni, i briganti riescono a organizzarsi
in un piccolo esercito finanziato dagli spagnoli, favorevoli
a un ritorno dei Borbone nell’ Italia meridionale.
Fino al 1865 le campagne governative di repressione
sono molto violente, senza tuttavia ottenere i risultati
sperati. Con questa visione retrospettiva Levi coglie
il fenomeno di progressivo radicamento del brigantaggio
come una risposta disperata di rivendicazione dei diritti
delle classi rurali più deboli, sfociata irrimediabilmente
nella violenza.
IL TESORO DEI BRIGANTI
“
Di veri briganti, di quelli del 1960, non c’è ne
quasi più. Uno ne vive mi raccontò la
Giulia, qui vicino, a Missanello. E’ un vecchio
di novantenni, con una gran barba bianca, ed è un
santo. Era stato un temuto capo di bande. Ora vive
nel paese onorato dai contadini come un patriarca;
si ricorre a lui per consigli in tutti i casi difficili
della vita. Mi dispiace di non essere mai potuto andare
a conoscerlo.”
|
CONI (COMITATO OLIMPICO NAZIONALE
ITALIANO)
Rimanendo sempre
in periodo fascista, possiamo aprire un'altra parentesi,
e cioè quella dell’educazione
fisica. Infatti il periodo fascista aveva saldamente
legato tra loro educazione fisica e ideologia di regime,
perciò inevitabilmente l’una è destinata
a richiamare alla mente l’altra. I saggi ginnici,
le marce di parata, gli incontri calcistici a cui erano
soliti assistere gerarchi fascisti di rilievo avevano
dato il marchio fascista a qualsiasi attività fisica
o ginnica.
Lo stesso CONI, che durante il periodo fascista sotto
la pressione del “fidato” Lando Ferretti,
assumeva spesso e volentieri il ruolo di macchina propagandistica,
a favore del fascismo. Sarà attraverso lo slogan
sport agli sportivi , coniato da Giulio Onesti nella
sua scalata alla presidenza dell’ente nel 1947,
che il CONI farà pubblica la propria relazione
con la passata gestione politica. Ma l’affermata
neutralità del fenomeno sportivo rispetto ai meccanismi
di gestione del potere e di conseguenza dei partiti politici,
risulterà più presunta che reale. Essa
sarà invocata e si ergerà come barriera
insormontabile a bloccare ed emarginare tutti coloro
che richiederanno una maggiore trasparenza dei meccanismi
organizzativi dello sport italiano, ma sarà nel
contempo del tutto disattesa nella pratica, seguita da
molti politici, di acquisire responsabilità nelle
federazioni sportive nazionali. Si colloca in questa
fase la nascita di quello strano processo che porterà il
CONI ad essere regolamentato legislativamente come
un ente privato, ma ad essere nei fatti una sorta di
ministero
dello sport non sottoposto alle leggi del ricambio
elettorale a suffraggio universale.
Detto questo, vediamo che cosa accade nel versante
scolastico, giacché anche in questo settore il secondo dopoguerra
si caratterizza come periodo di ripensamento e revisione
dell’intero ordinamento. L’insegnamento dell’educazione
fisica rientra alle dipendenze del ministero della
pubblica istruzione. Ma gli insegnanti continuano ad
essere numericamente
scarsi, approssimativamente preparati, assolutamente
non coordinati.
Per rimediare a questa situazione e con lo scopo di
affrontare i vari problemi esistenti nel settore, nel
1948 si fonda
l’ANEF (associazione nazionale di educazione fisica),
associazione di categoria degli insegnanti. L’ ANEF
nel decennio ’48-’58 lavora in collegamento
con il ministero, al difficoltoso riordino di una materia
che forse aveva subito più di altre gli umori
dei tempi.
Questo prezioso contributo è recuperato e reso
organico dall’allora Ministro alla pubblica istruzione
Aldo Moro, che il 7 febbraio 1958 presenta una articolata
proposta di legge che nel box sottostante evidenziamo
nei suoi punti salienti.
|
Legge n° 88 del 7/2/1958
- obbligatorietà in ogni ordine e grado di scuola
- Programmi di lavoro differenziati per sesso
- Voto dell’educazione fisica negli istituti magistrali
compreso nel calcolo della media nei punti ai fini dell’ammissione
agli esami.
- Forniture delle palestre da parte degli enti locali
|
CONI:
Il comitato olimpico nazionale italiano è istituito nel 1906 ma assume
l’attuale denominazione nel 1914. Dapprima organo
di collegamento delle nascenti federazioni sportive
nazionali, durante il periodo fascista amplia di gran
lunga i suoi poteri,diventando un vera e propria federazioni
delle federazioni, un sicuro strumento di guida politica
controllata dal regime. |
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Infine concludo il mio discorso
ricordando che sempre riferito alla seconda guerra mondiale e
agli anni poi successivi,
ebbe origine la ricerca operativa, precisamente nei paesi anglosassoni.
Fu inventata per risolvere problemi di natura militare riguardanti
in particolar modo l’impianto di radar per la difesa antiaerea,
la strategia per i bombardamenti contro i sommergibili, la determinazione
delle dimensioni ottimali dei convogli marittimi per approvvigionare
le truppe operanti in Europa. Si ottennero validi risultati poiché,
senza ricorrere a mezzi supplementari, le perdite e i danni furono
sensibilmente ridotti. Dopo nel 1945 la ricerca operativa ha trovato
sempre più ampie applicazioni nei settori dell’industria,
del commercio, dei trasporti e delle comunicazioni, della pubblica
amministrazione, per risolvere problemi di pianificazione, sviluppo
e impiego di risorse, di controllo delle scorte, di distribuzione
dei prodotti, di pubblicità,ecc…
Le decisioni che i gruppi dirigenti devono prendere si sono fatte
più complesse e da assumersi sempre più rapidamente
in quanto una scelta errata o non tempestiva può arrecare
danni rilevanti all’impresa.
La ricerca operativa non si sostituisce ai dirigenti responsabili
nell’assumere le decisioni,ma, fornendo soluzioni dei problemi
ottenuti con metodi scientifici, permette di effettuare scelte
razionali.
La prima fase della ricerca operativa
consiste nell’esame
della situazione reale e nella raccolta di informazioni nel modo
più ampio e approfondito possibile; i dati raccolti dovranno
poi successivamente essere sottoposti ad analisi critica.
La seconda fase è la formulazione del problema, che comporta
l’individuazione delle variabili controllabili e non controllabili
e la scelta della funzione economica da massimizzare o da minimizzare.
La terza fase è la costruzione del modello matematico,
che deve essere una buona rappresentazione del problema, anche
se è quasi impossibile che sia una rappresentazione perfetta;
In una quarta fase si cerca la soluzione del modello.
L’ultima fase è quella
di analisi e di verifica delle soluzioni ottenute.
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