LA BIONOMIA

Da qualche anno, col supporto linguistico della Dr.ssa Sabine Baur, approfondisco lo studio di I.H. Schultz autore del famoso "Training Autogeno". È il desiderio di andare alla fonte di questo filone d'oro che è la Psicoterapia Autogena Bionomica che mi ha spinto fin dal 1987 ad accostarmi all'opera autentica di Schultz. Ai lettori italiani è noto il libro sul T.A. tradotto a cura di Giuseppe Crosa. Traduzione che ha avuto il merito di divulgare in Italia il metodo, ma che non essendo impeccabilmente esatta, ha lasciato spazio ad ambiguità e malintesi sulla tematica della Autogenicità, a volte confusa con il rilassamento e il volerlo raggiungere, cosa questa che è assolutamente l'antitesi. Più in particolare ho condotto attualmente la traduzione di "Psicoterapia Bionomica" di Schultz, di prossima pubblicazione per i tipi della Masson. Vi scopro descritti molti concetti che pur non avendo potuto leggere prima, mi sono trovata a "riconoscere" e non a scoprire come cosa nuova. Infatti la pratica pura e semplice del T.A. conduce alla intuizione e alla comprensione delle basi sulle quali poggia tale metodica. Bionomico è tutto ciò che "segue le leggi della vita" (Bios= vita; Nomos= norma, legge). Per essere in stato di salute è evidente che sia necessario vivere secondo tali norme. Da cui consegue che la malattia sia dovuta al discostarsi da esse. Vivere sotto pressioni derivanti da norme che vogliono salvaguardare aspetti della vita definibili come accessori, non raramente ci conduce a tradire la vita stessa: ü è utile avere paura di fronte ad un pericolo, ma fare della paura il nostro centro di riferimento vuol dire annichilirsi e confondersi ü è utile procacciarsi dei beni che garantiscano l'accesso al nutrimento, alla cura, al divertimento, all'affermazione di sé, ma fare di questi beni il nostro centro di riferimento vuol dire disperdersi ü è bene saper discernere tra opportunità, situazioni, cose, persone, per poter condurre avanti in modo avveduto un nostro progetto, ma fare del "giudizio" il riferimento della nostra esistenza diventa distruttivo per sé e per gli altri È nella norma della vita, è bionomico: avere percezione del pericolo, essere previdenti e procacciarsi mezzi anche in previsione delle necessità più prossime, oltre che di quelle attuali, essere capaci di distinguere tra ciò che oggi, in questo momento, mi serve e mi fa bene e ciò che nel qui ed ora non è utile. È a-bionomico o addirittura anti-bionomico: l'esasperazione, il diventare prigionieri delle necessità perdendo tutte le risorse nell'affaccendarsi, nel rassicurarsi, togliendo tempo ed energia al vivere. Una separazione tra psiche e soma, tra spirito e psiche, tra energia e materia è del tutto impropria. È solo nella macchina che si possono abbinare le parti perchè funzioni e comunque anche rispetto ad una macchina c'è la necessità di comprenderne la totalità. Ma è soprattutto nell'organismo vivente che il concetto di vitale è compreso nel concetto di unitarietà. Quest'ultimo concetto lo riprenderemo nel prossimo numero.

Dr.ssa Miranda Ottobre

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