IL FILO DEI RAPPORTI

Una e-mail con tono celatamente intimidatorio mi implorava di produrre quanto prima un articolo sul tema "il filo dei rapporti", suggerendomi la possibiltà di chiedere aiuto ad amici e congiunti, "...financo il gatto di casa". Ma io, che il gatto non ce l'ho, che potevo fare? Beh, ho comunque i passeri che vengono a mangiare in terrazza! Ma sarà stato per il mio cinguettio, pieno di errori di ortografia, o per la loro naturale pigrizia (ingrati!), che mi hanno risposto: "C.I.P." (Che Idea Peregrina), volando via con aria disgustata. Dopo aver buttato via tutte le briciole per vendetta, ho quindi devotamente iniziato a spremere le meningi... Dunque... Il filo dei rapporti... Mah!... Ma che è 'sto filo dei rapporti? Un filo? A me sembra più una rete... Il filo mi suona come da unidimensionale: qualcosa in cui si incontra una persona alla volta nel corso della propria vita, e poi magari non la si incontra più... Insomma per me il filo rappresenta una storia. È vero però che un filo può formare una matassa o anche una rete, e costituire quindi qualcosa di tridimensionale; ma si snoda comunque secondo un andamento sequenziale. No, non è l'idea che in questo momento sento come più pregnante a proposito dei rapporti tra persone. Mi piace invece pensare a una rete: qualcosa che lega ognuno di noi ad altri, qualcosa che prescinde dal tempo che scorre e che porta con sé inevitabili cambiamenti di abitudini, frequentazioni. Una rete si potrebbe anche pensare come immanente, al di là del tempo, esistente anche prima di quando i singoli componenti si sono conosciuti... È qualcosa che somiglia a un corpo, anche se si confonde e compenetra con altri simili corpi: la mia rete ha una sua piccola personalità, che evolve nel tempo (ma non perde i suoi componenti), ha dinamiche e modi di comunicazione propri. È qualcosa di cui io mi sento far parte, è come un telo dei pompieri tenuto da tante mani, su cui mi posso buttare in caso di incendio... ma anche per molto meno! La rete dei rapporti intorno a una persona è "umana" nel momento in cui esistono altri che si preoccupano per lui, si domandano se stia bene, manifestino accoglienza e disponibilità verso di lui... Si può pensare anche a una rete in senso più ampio, dove i collegamenti possono essere anche tra persone che non si conoscono. Ad esempio, vi sono delle persone "a voltaggio universale", che provano comprensione per chiunque, solo in quanto essere umano, prescindendo dalla sua particolare personalità o dalla storia della sua vita. Persone del genere appartengono alla rete di ciascuno di noi: sappiamo che anche noi possiamo contare su di esse e che, anche se in maniera virtuale, ottenere la loro accoglienza. Questo è un po' uno dei concetti che mi pare di riscontrare in Bernanos, nei "Dialoghi delle carmelitane". Se ci ritroviamo in questo concetto, non possiamo non riconoscere che ognuno ha una rete "umana" attorno a sé, più o meno lontana, più o meno estesa, ma pur sempre esistente: è un invito alla fiducia! E perché poi non ricordarci che anche noi, volenti o nolenti, siamo una rete per gli altri? Ogniqualvolta proviamo comprensione, compassione, o semplicemente ci interessiamo sinceramente a qualcuno, noi siamo rete positiva per lui. L'ultima ossevazione, e poi darò qualche briciola... a quei poveri passeri. Chiediamoci chi sia mai una delle persone più importanti della nostra personale rete... Siamo noi stessi! Incominciamo ad accoglierci?... Da fuori un entusiastico (o interessato?!) "C.I.P.!" (Che Idea Portentosa!)

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