A) punti qualificanti
1) Unità e continuum psiche soma
Non è certamente I. H. Schultz l'unico a sostenere il principio dell'unità
psicosomatica, ma è stato colui che ha posto tale principio come asse portante
di tutta la prassi terapeutica da lui strutturata; proprio per questo
ha definito il Training Autogeno: "Psicoterapia Autogena e Bionomica". Assetti
neurovegetativi e somatici, che si manifestano attraverso sensazioni fisiche
o altri segni somatici rilevabili, sono sempre correlati con vissuti psichici
consci o inconsci; con modalità appropriate si può risalire dagli uni agli
altri e viceversa (continuum psiche-soma). Lo Psicoterapeuta di Training Autogeno
è costantemente attento a tali correlazioni e, attraverso queste, tende a
penetrare l'essenza dei meccanismi sottesi.
Nel Training Autogeno Inferiore o Somatico il punto focale è l'accostarsi
a se stessi, e quindi conoscersi. Attraverso questo intimo contatto, si impara
una migliore gestione di sé. L'accostamento avviene partendo dalla facciata
fisica della propria unità psicosomatica; lo stimolo di partenza è
dato da parole come: pesante, caldo ecc. che indirizzano verso la facciata
somatica. L'ascolto inizialmente è rivolto alle sensazioni fisiche, ma le
risposte che emergono sono date da ogni parte della realtà psicosomatica
e su di esse s'incentrano i meccanismi di guarigione e l'attività psicoterapica
(vedi più avanti il concetto di "autogonon").
Nel Training Superiore lo stimolo di partenza è dato da parole che
si riferiscono a realtà simboliche come ad es.: colori, mare, montagna, vaso,
spada, figure geometriche, concetti astratti ecc.; queste indirizzano ad entrare
in se stessi attraverso la facciata psichica. Le risposte che emergono
sono comunque ancora espressione di tutta la realtà psicosomatica e, anche
in questo caso, su di esse si incentrano i meccanismi di guarigione e l'attività
psicoterapeutica; nelle sedute di T.A.S. il T.A.I. rappresenta la porta d'ingresso
e l'impalcatura della seduta.
La finalità psicoterapica è il riordino di meccanismi e di risposte, al
mondo interno ed esterno, dell'unità psicosomatica.
Le recenti acquisizioni in campo neurobiologico attualizzano gli assunti di
I.H.Scultz, già così ampiamente e scientificamente descritti dallo stesso
autore del metodo (2)
e dai suoi allievi, primo fra tutti W.Luthe. (3)
L'insieme di esperienze, stimolazioni, immagazzinate nei momenti cruciali
della maturazione del nostro sistema nervoso e quando tale maturazione è già
avvenuta, influiscono sulla formazione e sulla modulazione delle sinapsi,
sul completamento dell'albero dendritico e nella mielinizzazione degli assoni.
La struttura che così si plasma sottende i meccanismi mentali di elaborazione
delle esperienze e di risposte alla realtà (4)
.
Dice uno dei più quotati neurobiologi del mondo E.R.Kandel: ( vedi nota N°4.)
"....Il secondo stadio, quello della efficacia funzionale e della fine
modulazione delle sinapsi appena sviluppate, ha luogo durante periodi critici
precoci dello sviluppo e richiede un tipo appropriato di stimolazione ambientale.
Il terzo stadio, rappresentato dalla regolazione dell' efficacia sinaptica
a breve e a lungo termine, avviene negli stadi successivi della vita ed è
determinato dall'esperienza giornaliera.............I fattori ambientali e
l'apprendimento permettono l'espressione di queste capacità latenti modificando
l'efficacia di vie preesistenti e determinando quindi la comparsa di nuovi
tipi di comportamento."
Le esperienze entrano e plasmano il cervello, attraverso gli organi di senso,
venendo registrate e catalogate dal cervello come "insieme di sensazioni".
Nel T.A. Somatico il fulcro è rappresentato dalle sensazioni e, attraverso
queste, emergono e si incontrano le realtà, i vissuti, i meccanismi ad esse
connesse. Questo facilita quell'incontro con tutta quella realtà psichica
e psicosomatica che, negli stadi formativi del neonato, precede il nascere
del pensiero (Nei vari tipi di Training Superiore l'emergere di vissuti, con
sensazioni reali di traumi avvenuti per esempio in parti distocici, sono una
cosa non rara (5)).
Nel primo anno di vita le esperienze che plasmano alcuni circuiti neuronali
del bambino sono fondamentalmente quelle riconducibili alle transazioni con
la, o le, figure adulte, "madre", che lo allevano. La comunicazione che avviene
non è verbale ma tonico emozionale, anche quando è tramite suoni-parole; viene
recepita e registrata dal cervello come "sensazioni".
Lo "Stato Autogeno " favorisce l'emergere delle sensazioni e molto spesso
di quelle sensazioni in cui la distorta tonicità della "madre", ha impresso
paure, conflitti, modalità di reazione al mondo controproducenti: distorta
tonicità della "madre" quando è depressa, quando è impaurita, quando non accetta
il bambino o quel bambino, quando allatta ed ha fitte terribili per ragadi
al seno, quando non capisce il vero bisogno del figlio ma proietta e accontenta
i propri bisogni, quando il bambino ha dolori in bocca durante l'alattamento
perchè ha il mughetto, quando avverte la mancanza di sensazioni note perchè
la madre è assente e l'accudisce un'altra persona ecc. Attraverso i vissuti
del T.A.I e del T.A.S. abbiamo ritrovato i concetti espressi da Melania Klein.
(6) (7)
Anche solo questo caposaldo della psicoterapia Schultziana sarebbe sufficiente
a darle peculiarità, originalità e dignità di modello terapeutico; inoltre
il cumulo di studi, esperimenti, esperienze validanti è molto consistente.
2) Allenamento
I H.Schultz introduce, per la prima volta nella storia della psicoterapia,
l'allenamento come uno degli assi portanti della stessa.
Anche l'introduzione di questo concetto è di una attualità impressionante
e si salda strutturalmente con gli altri punti del sistema Schultziano.
Riprendiamo ancora le ultime acquisizioni della neurobiologia riportando,
una per tutte, le deduzioni di E.R. Kandel che a pag 881, dell'opera prima
citata, dice testualmente: " invece di distinguere le diverse forme mentali
secondo criteri biologici o non biologici è più esatto porci i seguenti problemi
per ogni tipo di malattia mentale: in che misura l'alterazione biologica è
determinata da fattori genetici ed evolutivi e in che misura invece è determinata
da fattori ambientali e sociali? Anche nelle alterazioni mentali che hanno
una radice sociale più profonda il risultato finale è di tipo biologico, in
quanto è l'attività mentale stessa che viene modificata. Perciò se gli interventi
di tipo sociale, come la psicoterapia o i consultori, sono utili, lo sono
in quanto agiscono, anzi devono agire sul cervello e con ogni probabilità
sulle connessioni fra le cellule nervose."
Quando migliaia di esperienze, di un certo segno, hanno tracciato nel cervello
"segni" biologici non possiamo pretendere che tali "segni" si modifichino
miracolosamente con una sola, o poche, esperienze di segno contrario. Possiamo
ragionevolmente presupporre che occorreranno stimolazioni ad hoc ripetute
moltissime volte ed è ciò che è emerso con la prassi. Questo attualizza
l' originale impostazione di Schultz di fare dell'allenamento un asse portante
non solo del T.A.I. ma anche del T.A.S..( come per il T.A.I anche per
il T.A.S il paziente si allena a casa nei vari esercizi).
(Il Dott. M.Prior, in una ricerca su 604 pazienti, che hanno fatto il T.A.
nello studio Gastaldo-Ottobre, ha confermato, con una rigorosa analisi statistica,
ciò che I.H.Schultz aveva rilevato (8)
e cioè una diminuzione, statisticamente significativa, dell'ansia e della
depressione in relazione alla regolarità dell'allenamento (9)).
Anche questa caratteristica contribuisce a conferire originalità, peculiarità,
e dignità di modello terapeutico alla psicoterapia autogena.
NOTE
01) Questo articolo
è una parte di un allegato, alla relazione scientifica, che l' A.I.R.D.A.
ha presentato, alla Commissione Ministeriale per il riconoscimento
delle scuole di psicoterapia.
02) SCHULTZ I.H., Il Training Autogeno, Feltrinelli, Milano 1968: I-
II vol. (vedi in particolare il II° volume).
03) LUTHE W., Autogenic Therapy, Grume & Stratton, New York, London,
1965/70 - in particolare il IV° volume "Research and Theory".
04) a) E.R.Kandel in : "Principi di neuroscienze" casa editrice ambrosiana,
seconda edizione, Milano 1988 pag 866/883 (vedi
anche brano
riportato nel paragrafo successivo "allenamento") e ancora:
b) Floyd E. - Azlyne Lazerson: "Il
cervello, la mente e il comportamento"- CIBA GEIGY EDIZION, pag 271: Plasticità
del cervello
ed effetti
ambientali.
c) vedasi anche tutti i trattati
aggiornati sul rapporto: mente / corpo / sistema nervoso.
05) Gastaldo G., Ottobre M., Nel labirinto con il filo di Arianna -
lo strutturarsi delle vie dell'energia nell'età evolutiva, Piovan Editore,
Abano Terme (PD), 1987 - vedi in particolare
Cap. II° da pag 53 a pag.59 (Ed esaurita; attualmente reperibile solo presso
gli autori).
06) Gastaldo G.,Ottobre M., Il Training Autogeno in quattro stadi -
l'appuntamento con se stessi, Armando editore, Roma, marzo 1994, - in particolare
vedi Cap. III°.
07) Vedi "Nel labirinto con il filo di Arianna" ( nota 5) cap. III° e cap.
XI° alle pag. 396/403.
08) Vedi libro citato alla nota 2
09) Prior M., T.A. Somatico: incidenza della variabile "regolarità
dell'allenamento" sulla diminuzione dell'ansia e della depressione. Rivista
di Psicoterapie. Ipnosi, Volume
1 N°1 Maggio Giugno Luglio Agosto 1990, E.U.R. Roma.
Giovanni Gastaldo Miranda Ottobre
LA PSICOTERAPIA AUTOGENA;
ATTUALE SISTEMA PSICOTERAPEUTICO (1)
ATTUALITA' in PSICOLOGIA, anno XI N° 2, 1996 EUR ROMA