LE
ORIGINI:
Reso
famoso per l'accoppiata con alcuni tra i più celebri
velivoli americani degli anni '50 e '60 come F 4 "Phantom"
e, ovviamente, F 104 "Starfighter", il General
Electric J 79 è uno dei propulsori che ha riscosso
maggiore successo in assoluto nella storia dell'aviazione.
La sua storia iniziò nel 1952, quando l'aviazione
militare statunitense propose la specifica per un turbogetto
assiale da installare sui velivoli "in cantiere"
dalle prestazioni superiori a Mach 2.
La strada scelta dalla General Electric è stata quella
di un progetto semplice, di un propulsore monoalbero che
rendesse possibile e, soprattutto, facile la costruzione
su licenza.
La formula si è rivelata vincente: più di
17.000 le unità realizzate. La semplicità
del prodotto finale, grazie anche ad un numero "limitato"
di pezzi - circa 22.000 - ha fatto sì che anche il
lavoro di manutenzione sia ridotto. La media è di
1,7 ore di lavoro per ora di volo, circa un terzo di quelle
richieste dal più moderno e complesso Pratt &
Whitney F 100.
J
79 e F 104:
Primo
Starfighter a montare un J 79 è stato l'YF 104 A,
esemplare di preserie. Il propulsore, versione GE 3, aveva
un difetto di progettazione (l'ugello rimaneva in posizione
aperta anche dopo lo spegnimento del post-bruciatore, causando
un improvviso calo di spinta con conseguente stallo) e perciò
fu presto sostituito con il GE 7 (F 104 C).
Passando poi alle versioni italiane del "Cacciatore
di Stelle", la G montava il J 79 GE 11A. Con l'avvento
della versione S, si è scelto di equipaggiare gli
F 104 dell'AMI con il più potente J 79 GE 19. Quest'ultima
versione, caratterizzata da un 15% di spinta in più,
è stata rivista nella turbina e nell'ugello, ed è
quella tutt'ora in uso sugli F-104 ASA e ASA-M.
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General Electric
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