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Alessandro Barteletti
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Il motore: General Electric J 79

LE ORIGINI:

Reso famoso per l'accoppiata con alcuni tra i più celebri velivoli americani degli anni '50 e '60 come F 4 "Phantom" e, ovviamente, F 104 "Starfighter", il General Electric J 79 è uno dei propulsori che ha riscosso maggiore successo in assoluto nella storia dell'aviazione.
La sua storia iniziò nel 1952, quando l'aviazione militare statunitense propose la specifica per un turbogetto assiale da installare sui velivoli "in cantiere" dalle prestazioni superiori a Mach 2.
La strada scelta dalla General Electric è stata quella di un progetto semplice, di un propulsore monoalbero che rendesse possibile e, soprattutto, facile la costruzione su licenza.
La formula si è rivelata vincente: più di 17.000 le unità realizzate. La semplicità del prodotto finale, grazie anche ad un numero "limitato" di pezzi - circa 22.000 - ha fatto sì che anche il lavoro di manutenzione sia ridotto. La media è di 1,7 ore di lavoro per ora di volo, circa un terzo di quelle richieste dal più moderno e complesso Pratt & Whitney F 100.

J 79 e F 104:

Primo Starfighter a montare un J 79 è stato l'YF 104 A, esemplare di preserie. Il propulsore, versione GE 3, aveva un difetto di progettazione (l'ugello rimaneva in posizione aperta anche dopo lo spegnimento del post-bruciatore, causando un improvviso calo di spinta con conseguente stallo) e perciò fu presto sostituito con il GE 7 (F 104 C).
Passando poi alle versioni italiane del "Cacciatore di Stelle", la G montava il J 79 GE 11A. Con l'avvento della versione S, si è scelto di equipaggiare gli F 104 dell'AMI con il più potente J 79 GE 19. Quest'ultima versione, caratterizzata da un 15% di spinta in più, è stata rivista nella turbina e nell'ugello, ed è quella tutt'ora in uso sugli F-104 ASA e ASA-M.


Foto General Electric

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