GIUGNO 2001: NUMERO 1
Perchè questo opuscolo? di Guido Falca
Cenni sulla nascita della nostra Sezione di Mario Ameduri
Walter Giachero intervistato da Margherita Caggiano
Ezio Morina intervistato da Margherita Caggiano
La nuova AIA vista dall'interno di Mauro Vignolo
I nuovi associati interviste di Margherita Caggiano
GIUGNO 2002: NUMERO 2
Bilancio annuale di Guido Falca
Cenni di vita sezionale di Mario Ameduri
L'allenamento di Walter Giachero
Il mio punto di vista sugli osservatori arbitrali di Alberto Di Mauro
Lezioni tecniche di Amos Pons
Commissione di Disciplina Regionale di Tullio Cirri
Donne arbitro di Margherita Caggiano
GIUGNO 2003: NUMERO 3
Bilancio annuale 2003 di Guido Falca
I test atletici...degli anni '50 di Mario Ameduri
Non solo 90 minuti di Walter Giachero
La Can D dalla tribuna di Sergio Capurso
Il fratello minore del grande calcio stà...crescendo !!! di Mauro Vignolo
Aspetto atletico - I consigli del medico del Dott. Gino Barral
GIUGNO 2004: NUMERO 4
Bilancio annuale 2004 di Guido Falca
La visita del Presidente Nazionale Tullio Lanese di Margherita Caggiano
Le nostre sedi di Mario Ameduri
Arbitri senza fischietti di Walter Giachero
Gli esami non finiscono mai di Andrea Bedini
Il quarto ufficiale di gara di Walter Giachero
Speriamo che non succeda mai di Paolo Bolley

PERCHE' QUESTO OPUSCOLO? - di Guido Falca
 

A conclusione di questa prima annata calcistica del 3° Millennio e del mio primo, anche se parziale anno, di Presidenza, ho deciso, insieme ai Colleghi e amici del Consiglio direttivo sezionale, la realizzazione di questo opuscolo per raccontare e fissare sulla carta gli avvenimenti stagionali più salienti, che hanno riguardato la Sezione e l’attività arbitrale di tutti gli Associati.

L’annata calcistica che si sta concludendo e che questa sera festeggiamo con la consueta cena sezionale, è stata ricca di novità associative, cominciate con l’elezione diretta del Presidente di Sezione da parte di tutti gli Associati, proseguita poi a Roma con la votazione per il Presidente nazionale Tullio Lanese e i Componenti nazionali tra i quali il nostro Presidente regionale Pietro Biasizzo e terminata con la promozione di Felice Viterbo a Presidente regionale.

Naturalmente, anche per me è stata un’annata speciale, culminata la sera del 26 ottobre 2000 con l’elezione a Presidente di Sezione da parte di tutti Voi , dopo la rinuncia a proseguire nell’incarico del mio predecessore e amico Gianfranco Passet, al quale va il ringraziamento di tutti gli Associati e mio particolare per l’opera svolta nella direzione della Sezione e per la preziosa e quotidiana collaborazione che fornisce, e che spero continuerà a fornire anche in futuro, per il buon funzionamento di tutta l’attività tecnica sezionale e non solo.

La corrente stagione calcistica ha portato all’inserimento più costante del collega Walter Giachero nella direzione di gare impegnative della serie C1, mentre vi è stata l’ennesima ma purtroppo ultima conferma, causa il raggiungimento del limite d’età, di Ezio Morina nella collaborazione quale assistente arbitrale nella gare di serie A del calcio Femminile; in ambito regionale, oltre all’ottimo inserimento in 1° categoria degli A.E. Fabio Coppola, Francesco Marinaro e Marco Sandrone, in Eccellenza dell’ A.A. Paolo Bolley e dell’O.A. Andrea Bedini, gli altri Colleghi, già nei vari organici, hanno confermato la categoria di impiego con prestazione più che positive ma senza quello spunto necessario al salto di categoria, che è riuscito solamente a Stefano Sblendorio con l’esordio nel campionato di Promozione.

In ambito sezionale sono entrati a far parte della nostra Associazione ben 18 nuovi Colleghi che hanno frequentato con sucesso i 2 corsi terminati a Dicembre e Marzo, ai quali , oltre a dare un caloroso benvenuto , auguro una permanenza ricca di soddisfazioni e promozioni, mentre i Colleghi più anziani di età e di anni di tessera, sia Arbitri che Osservatori, hanno confermato le capacità e l’esperienza acquisite con ottime prestazioni sui terreni di gioco o con i prezioni consigli ai giovani arbitri, molti dei quali stanno migliorando di partita in partita le proprie direzioni di gara con numerosissimi passaggi di categoria nell’ambito O.T.P. che fanno ben sperare per il futuro della Sezione.

Colgo l’occasione inoltre per ringraziare il V. Presidente Umberto Pittino, Gianfranco Passet e tutti i Consiglieri, il Collegio del Revisori e i Collaboratori per gli incarichi sezionali che hanno svolto con passione e competenza durante la stagione e tutti gli Arbitri, gli Assistenti e gli Osservatori per l’impegno e la professionalità profusi nelle centinaia di gare dirette che hanno consentito lo svolgimento regolare di tutti i campionati.

Concludo con l’augurio, a tutti gli Associati e alle loro Famiglie, di un rilassante periodo estivo con l’arrivederci a Settembre al raduno precampionato per ricominciare insieme e con entusiasmo un’altra stagione sportiva che sia ricca di reciproche soddisfazioni.

Buone vacanze !


CENNI SULLA NASCITA DELLA NOSTRA SEZIONE - di Mario Ameduri
 

Fu nella storica Trattoria Cernaia, per gentile concessione dei titolari Sigg. Ubino, sotto i portici di Corso Torino, ora Trattoria Zappatori, che si svolse il primo corso di Aspirante Arbitro a Pinerolo, condotto da Piero Ferrero, aiutato dall'instancabile Giulio Raimondo. Siamo nei mesi autunnali dell'anno 1955, la TV era ancora agli inizi e le informazioni sul mondo del calcio si avevano dai giornali e dalla radio: Nicolò Carosio era il radiocronista per antonomasia; non esisteva ancora la moviola e poche erano le immagini che ci venivano proposte dai cinegiornali e dai corti filmati TV alla domenica sera. Si conosceva molto dei giocatori di quel tempo, Parola, Boniperti, Nordhal, Liedholm, Lorenzi, Amadei , Jeppson , Vinicio, Bearzot....ma molto poco del mondo arbitrale, le famose giacchette nere! Silvano, Liverani, Bonetto di Torino, Galeati, Bernardi di Bologna, Dattilo (si proprio lui, quello che non voleva mai concedere i calci di rigore), Orlandini di Roma, Campanati di Milano ecc. erano, per gli amanti del gioco del calcio figure mitiche dei campi della seria A ; per noi giovani di allora, semplici appassionati di quel mondo, al solo pensiero di farne parte, era particolarmente stimolante.

Il pinerolese vantava già allora di un bel gruppetto di Arbitri di calcio: oltre ai già citati Ferrero e Raimondo, il veterano di quel tempo Giacomo Micca, e anche Gabbio, Cavallo, Pasquet, Negro, Gilli, Doria, Marchesa Rossi, Forin e forse qualche altro che ora sfugge alla memoria. Tutti facevano parte della Sezione di Torino. Il calcio giovanile incominciava a crescere e l'esigenza di una sezione locale si faceva pressante.

Fu appunto la caparbietà e la determinazione di Pierino Ferrero che riuscì a reclutare e portare all'esame di Aspirante Arbitro circa venticinque giovani fino a formare un gruppo di oltre trenta arbitri, necessario per avere l'autorizzazione a formare una Sezione indipendente anche a Pinerolo. Questa la scaletta: 28 gennaio 1956 esami del primo corso arbitri e nella primavera dello stesso anno ufficializzazione della nuova sezione con solenne cerimonia presso il Cinema Roma (ora Museo Diocesano), presente l'Avv. Bertone allora Consigliere Nazionale dell'AIA (come attualmente il nostro Pietro Biasizzo) e le autorità di Torino. Fu quindi eletto il primo Presidente di Sezione nella persona di Piero Ferrero, mentre la sezione stessa veniva intitolata ad una gloriosa figura di giocatore pinerolese : Martin III (Dario Martin) , giocatore granata e della Nazionale anni trenta. Nel tempo la sezione si ingrandì e si sviluppò sempre di più esprimendo figure di altissimo livello. Basti pensare a Guido Falca, attuale Presidente in carica, già arbitro di Serie C e guardalinee della serie A; Walter Giachero arbitro in attività della C1 e poi Marco Fassone, Ezio Morina ecc. anche loro reduci dai campi della massima divisione.

Dopo quasi quarantacinque anni, fanno ancora parte di quel gruppo nella nostra Sezione gli attuali Mario Ameduri, cassiere in carica da venticinque anni, Tullio Cirri, attuale componente Regionale della Commissione disciplina e Gianfranco Passet del Direttivo sezionale e Presidente uscente della Sezione. Una citazione particolare per Alberto Di Mauro, a cui giunge tutto il nostro affetto, che a causa di malattia ha dovuto interrompere la sua attività di Presidente sezionale.

I presidenti che hanno guidato per circa mezzo secolo gli arbitri di Pinerolo sono stati : Piero Ferrero ; Tullio Cirri ; Alberto Di Mauro ; Gianfranco Passet e , attualmente in carica, Guido Falca. Ma sugli sviluppi e le affermazioni dei singoli associati e per tutti i colleghi che nel tempo si sono prodigati per la nostra Sezione e che meritano di essere citati, ritorneremo il prossimo anno.


WALTER GIACHERO - intervistato da Margherita Caggiano
 

Molti di noi l’hanno visto crescere, altri hanno iniziato ad arbitrare insieme a lui, alcuni l’hanno conosciuto durante le riunioni in Sezione o agli allenamenti settimanali; vogliamo presentarlo anche ai più giovani ai quali forse può sembrare strano che dalla nostra piccola sezione sia possibile raggiungere le alte vette dell’arbitraggio. Walter Giachero inizia ad arbitrare a 16 anni, soltanto due anni dopo è già in regione e ad appena 21 anni esordisce a livello nazionale alla CAN D Scambi. “ E’ stato mio padre, che da giovane faceva l’arbitro, a spronarmi ad iniziare. Mi sono sempre allenato due volte a settimana anche se allora non erano molte le soddisfazioni. Mi piace il calcio e arbitrare era un modo per restare all’interno di quel mondo e per guadagnare qualcosa. Nella sezione di Pinerolo ho trovato un clima serio e familiare che sicuramente mi ha sostenuto.”

Due anni fa è stato finalmente promosso in C quest’anno ha arbitrato sette partite in C1. “Arbitrare in uno stadio in cui ci sono cinque o seimila persone è davvero molto appagante, tuttavia è piuttosto impegnativo. Ci alleniamo almeno tre volte a settimana, poi ci sono i ritiri e il week-end è quasi sempre occupato. Ci vuole un certo spirito di sacrificio; si tratta di rinunciare ad uscire con gli amici quando magari ne avresti voglia. E’ indispensabile avere una partner che ti appoggi, altrimenti le due cose diventano inconciliabili.

Ci sono dei momenti di sconforto, a volte mi capita di arrivare in campo di cattivissimo umore magari a causa di qualche problema personale; immancabilmente proprio quel giorno mi trovo il commissario che mi riprende; anche se mi rendo conto che ha ragione sono frangenti difficili.

Non vi spaventate, Giachero conduce anche una vita normale al di fuori del mondo arbitrale.

Ha quasi 30 anni ed è riuscito a terminare gli studi universitari in architettura e ad entrare nel mondo del lavoro. Non è facile indovinare l’atteggiamento giusto da mantenere in campo, questo talvolta crea dei seri problemi; gli abbiamo chiesto di illustrarci il suo modo di porsi con i giocatori: “Ci sono alcuni arbitri che hanno un carisma eccezionale, e appena entrano in campo i giocatori si sentono in dovere di rispettarli; in parte questo è dovuto alla corporatura, ma è soprattutto un aspetto naturale del loro carattere. Io questa dote non ce l’ho quindi adotto un atteggiamento molto aperto al dialogo, a volte anche troppo! Cerco di ascoltare i giocatori, di parlare con loro e di mantenere un clima disteso.” Raccontaci qualche episodio buffo che ti sia accaduto in campo: “C’è ne sono parecchi, ad esempio in una partita mi è successo che il portiere ha scavalcato il recinto per andare a picchiare un tifoso! L’importante comunque è mantenere la calma in qualsiasi occasione e ricordarsi che sbagliare è umano…”

Non ci resta che porgergli i nostri migliori auguri, con la speranza che arrivi presto in serie A e di veder emergere dalla nostra sezione di Pinerolo qualche altro talento che segua le sue orme.


EZIO MORINA - intervistato da Margherita Caggiano
 

Ognuno di noi inizia ad arbitrare pensando esclusivamente al mondo del calcio maschile. Come anche i media parlano soltanto di esso. Inoltre il business e gli interessi che gli ruotano attorno non concede molto spazio ai campionati femminili. Esistono, nonstante questa premessa, anche arbitri che da tempo si dedicano con grandi gratificazioni al calcio femminile; il collega che ha raggiunto i risultati più elevati è Ezio Morina che è assistente in serie A. "Ho iniziato ad arbitrare nel 1981, dopo aver militato due anni nella categoria interregionale e per altri due nella Can C, e poi mi sono trovato ad un bivio: potevo scegliere di tornare a disposizione della Regione oppure fare l'osservatore, ma dato che ho sempre amato stare in campo ho approfittatto della possibilità di provare con il calcio femminile. Mi sono trovato in un mondo completamente differente, ma altrettanto affascinante. Inoltre in questo modo ho continuato a girare l'Italia settimana dopo settimana." A volte si crede che le donne abbiano un gioco meno interessante e rapido, ma Morina ci spiega che ciò non è completamente vero: "Sicuramente una calciatrice non ha la potenza fisica pari a quella dell'altro sesso, tuttavia l'agonismo è elevatissimo, in serie A si assiste ad un tipo di gioco veramente bello. Il problema maggiore dei team femminili è proprio l'aspetto economico, perchè spostare una squadra per tutta Italia significa sostenere spese ingenti e inoltre le giocatrici più note percepiscono stipendi di tutto riguardo con notevoli difficoltà economiche da parte delle società”.

Tra l'altro cambia anche la tipologia di colleghi con i quali ci si trova a dirigere le gare, vi sono infatti numerose donne che grazie al calcio femminile hanno raggiunto i più alti livelli:" Ho conosciuto colleghi e colleghe molto simpatici e validissimi; credo inoltre che questa sia l'unica possibilità di carriera per le brave donne arbitro. Per quanto mi riguarda ho avuto l'opportunità di fare da assistente quando militavo in serie C ad arbitri davvero illustri, quali De Sanctis, Messina, Rosetti e Trentalange, oltre ad essere stato quarto uomo in ben 13 gare di serie A maschile. E' sempre emozionante entrare negli stadi più grandi d'Italia!" Anche per il calcio femminile è fondamentale l’allenamento, tanto è vero che Morina è il preparatore atletico della sezione di Pinerolo. Per le donne arbitro il calcio femminile potrebbe essere una meta obbligata e ambita, in quanto è piuttosto evidente che quello maschile ha per loro, in generale, enormi ostacoli fisici; è comunque un mondo da scoprire che merita maggiore notorietà anche se il lato economico al momento lo penalizza. Gli sponsor maggiori infatti non se ne interessano affatto; Ci sarebbero numerose possibili soluzioni, tra le quali quella ad esempio di inserire almeno una partita di serie A femminile in schedina, proposta che tempo fa fu avanzata dalle squadre di serie A. Il calcio nel 2000 deve essere ancora uno sport per soli uomini? Noi donne arbitro pensiamo proprio di no!


LA NUOVA A.I.A. VISTA DALL'INTERNO - di Mauro Vignolo
 

Venerdì 20 aprile durante la consueta riunione tecnica abbiamo ricevuto la gradita visita di Pietro Biasizzo , C.R.A. del Piemonte per molti anni e dal novembre scorso eletto Componente il Comitato nazionale dell’Associazione. Dopo aver ricordato brevemente gli oltre 8 anni di Presidenza del Comitato regionale e l’affetto che lo lega alla nostra Sezione , Biasizzo ha raccontato degli impegni della sua nuova attività che settimanalmente lo portano a Roma in via Allegri sede della F.I.G.C. e dell’A.I.A. , dei sorteggi degli arbitri per le gare di serie A / B e della serie C , della collaborazione sua e degli altri Componenti nazionali alla trasmissione radiofonica domenicale “La moviola vediamola alla radio”, dei raduni bisettimanali degli arbitri e assistenti della Can A / B che si svolgono dal giovedì al sabato a Coverciano. Ha parlato poi del Presidente nazionale Tullio Lanese , di cui è il più stretto e assiduo collaboratore, descrivendolo come una persona iperattiva, molto efficiente e che “pretende” il massimo impegno dalla sua squadra, in modo da riuscire nel più breve tempo possibile a mettere in pratica e realizzare le numerose iniziative e programmi che ha in mente, per migliorare il rapporto con tutti gli Associati e rendere più efficiente l’organizzazione e l’amministrazione sia centrale che periferica dell’A.I.A. Tra le iniziative che sono già operative , anche se solo in parte, vi è la collaborazione con la società ‘VESPINA EDIZIONI’ di Roma che ha garantito la stampa e la spedizione gratuita della nostra rivista ‘L’ARBITRO’ e inoltre ,quasi sicuramente , per l’inizio della prossima stagione calcistica la copertura finanziaria necessaria per la stipula dell’assicurazione a favore di tutti gli

Arbitri per gli eventuali incidenti e danni durante il viaggio e la direzione delle partite; questo accordo, naturalmente, ha una contropartita che impegnerà gli Arbitri a comunicare ad un numero verde della società la gara diretta e il risultato finale con le modalità operative che nei prossimi mesi verranno comunicate e che già i colleghi di alcune regioni stanno già sperimentando.

Altre iniziative che sono in cantiere e che dovrebbero andare in porto nei prossimi mesi riguardano un accordo con l’Alitalia per ottenere sconti particolari per le trasferte degli arbitri a livello nazionale e, speriamo noi, anche per viaggi personali e familiari e la definizione di un nuovo accordo con lo sponsor tecnico (attualmente la Diadora) per la fornitura a tutti gli Arbitri di divise che siano numericamente e qualitativamente migliori di quelle fornite finora.

Un’altra spinosa questione che riguarda tutti gli Associati e per il quale la Presidenza nazionale sta cercando la soluzione più rapida è quello della lentezza dei rimborsi spese, che potrebbe risolversi con la gestione diretta da parte dell’A.I.A., e non più della F.I.G.C., dei controlli sulle diarie e dei pagamenti agli Arbitri; sicuramente questa soluzione comporterà un notevole aggravio di lavoro sia a livello centrale che periferico, ma risolverebbe finalmente il problema.

A conclusione della serata, Biasizzo ha ricordato i colleghi che operano alla Can C e Can D che sono stati promossi durante la sua gestione del C.R.A. e che si stanno comportando molto bene nei campionati di loro competenza, con la speranza, molto fondata per alcuni, di essere promossi nelle categorie superiori; anche il nostro Presidente Guido Falca, il C.D.S. e tutti gli Arbitri pinerolesi si augurano e sperano nei prossimi anni di poter festeggiare il passaggio alla Can A / B del collega Walter Giachero.

Nel ringraziare l’amico Pietro per aver privilegiato la nostra Sezione per questa sua prima visita ufficiale in Piemonte come Componente nazionale, gli Arbitri pinerolesi augurano a Lui e al Presidente nazionale Tullio Lanese un proficuo e soddisfacente lavoro nella realizzazione di tutto il programma previsto ed enunciato durante l’elezione romana.


I NUOVI ASSOCIATI - interviste di Margherita Caggiano
 

Durante la stagione 2000/2001 la sezione di Pinerolo ha organizzato ben due corsi per arbitri effettivi, per un totale di 18 nuovi a.e; si tratta di un dato positivo che indica una crescita moderata dell'adesione all'arbitraggio. Come ben sappiamo infatti nella nostra regione assistiamo da alcuni anni ad una carenza di iscrizioni sempre maggiore. I neo arbitri sono quasi tutti molto giovani e ci auspichiamo che siano altrettanto promettenti! A questo proposito abbiamo chiacchierato con loro per sentire come hanno vissuto l'impatto con le prime partite: "Beh durante la prima partita non ho fischiato molto, però adesso va meglio, finora ho dato parecchie ammonizioni e anche un'espulsione!" Qualcun altro invece ha già dovuto affrontare i primi momenti di difficoltà: "Nella scorsa partita stava per scatenarsi una rissa e il pubblico dagli spalti si era surriscaldato troppo, ero un po' nel panico, alla fine mi hanno dovuto accompagnare fuori dal campo, per fortuna si è concluso tutto benone." Alla domanda- quali sono le vostre maggiori difficoltà? - la risposta è unanime (purtroppo…!): "La corsa! Non mi alleno mai e alla prima gara mi sono trovato a fare lo spettatore a centro campo in molte occasioni. Dalla prossima stagione però mi riprometto di allenarmi anche perché altrimenti non riesco proprio a seguire da vicino le azioni".

- L'esame l'avete trovato complicato? Il regolamento lo conoscete bene vero?- " Sia lo scritto che l'orale non sono stati difficili, però devo ammettere che le regole non me le ricordo tutte benissimo…" Perché hanno deciso di iniziare a fare gli arbitri? Nessuno di loro pare mosso da una vera e propria passione irresistibile, c'è chi l'ha sentito dire da un amico, un altro è stato invogliato da Mario Cavallone, altri lo hanno deciso alla festa giovani e uno è rimasto favorevolmente colpito dall'annuncio del Presidente Falca sull'Eco del Chisone. Insomma la motivazione principale sembra essere la curiosità.

- Ma gli orecchini ve li togliete prima della partita?- "Si, no, non sempre." Forse è meglio non dimenticarsi di questi particolari.

E con i colleghi osservatori che vi hanno accompagnato la prima partita e poi rivisto successivamente, come vi siete trovati? “Molto bene, ci hanno aiutato con i loro consigli sia sul regolamento che pratici, speriamo di vederli spesso!” Mi raccomando ragazzi, non diminuite il vostro entusiasmo, ma soprattutto iniziate ad allenarvi.


BILANCIO ANNUALE - di Guido Falca
 

Anche quest'anno, a conclusione dell'annata calcistica, ho deciso, insieme agli amici e Colleghi Consiglieri, di continuare la pubblicazione di questo numero unico che ha avuto, l'anno scorso, alla prima edizione, positivi apprezzamenti e giudizi da parte della maggioranza degli Associati e non solo.

Questa stagione sportiva, a differenza della precedente, non ha avuto particolari novità associative, anzi il nuovo statuto dell'A.I.A. che la F.I.G.C. doveva approvare l'estate scorsa è ancora ' in alto mare ' causa, prima il commissariamento della Federazione e poi per la pausa di riflessione e studio che il nuovo Presidente federale CARRARO si è preso per esaminare il nuovo ordinamento arbitrale.

Il nostro Presidente LANESE, come ci ha confermato nella riunione del 5 aprile a Borgaro in occasione della sua visita al C.R.A. piemontese e alla Sezione di Torino, spera che questo nuovo statuto, così sofferto, sia approvato e diventi operativo con l'inizio della prossima annata calcistica il 1° di luglio p.v..

Naturalmente la Presidenza e il Comitato nazionale hanno, comunque, concluso a favore di tutti gli Associati diverse iniziative che sono già in vigore, mentre altre sono in cantiere per il prossimo anno, in particolare: l'assicurazione per gli infortuni e i danni in itinere, l'aumento del numero totale delle tessere federali, la collaborazione con la società Vespina, la ricerca di sponsor per compensare il taglio dei contributi della F.I.G.C., il potenziamento del sito internet dell'Associazione con l'inserimento sia di tutte le designazioni settimanali degli O.T. nazionali e dal prossimo campionato anche di quelle regionali, sia di tutti i numeri della nostra rivista ' l'Arbitro' fin dalla sua nascita, la collaborazione con un importante istituto bancario per una carta di credito per gli Associati con particolari condizioni favorevoli, la definizione di un accordo con la F.I.G.C. per la gestione diretta da parte dell'A.I.A. dei rimborsi spese arbitrali e altre ancora.

Per quanto riguarda specificatamente la nostra Sezione sono state programmate, durante la stagione, alcune nuove iniziative, quali il raduno precampionato di 2 giorni a Bobbio Pellice, le riunioni 'allenamento' al campo 'Martin', il questionario per avere suggerimenti e consigli da parte di tutti gli Associati, che hanno dato numericamente buoni risultati, ma hanno anche evidenziato che molti Colleghi sono 'Arbitri' solo per andare a dirigere le gare, ma sono carenti di quello spirito di appartenenza al gruppo e di partecipazione alla vita sezionale che serve per crescere e migliorarsi tutti insieme e per fare grande la nostra Associazione.

Anche in quest'annata calcistica il Collega Walter Giachero ha diretto in tutta Italia, con ottimi risultati, le partite dei campionati di serie C e ci auguriamo tutti che, al termine della prossima stagione, possa coronare il sogno di ogni Arbitro con la promozione alla Can A e B; in ambito regionale, oltre alla conferma nelle varie categorie dei Colleghi che già operavano l'anno precedente, vi è stato il brillante inserimento in Prima Categoria degli A.E. Gianluca Manganiello e Andrea Piscione, in promozione degli A.A. Pietro Addesi e Corrado Calzoni, in eccellenza dell'A.A. Renzo Marino, dell'O.A. Carlo Giraudo e, in particolare, dell'A.E. Fabio Coppola che, con un doppio esordio, prima a settembre in promozione e poi nella massima categoria regionale ad aprile, ha raggiunto il fratello Francesco, attualmente militare di leva.

La stagione che si sta concludendo è stata per il reclutamento arbitrale un'annata 'speciale' in quanto sono stati 22 i nuovi Colleghi promossi nei 2 corsi conclusi a dicembre ed aprile , ai quali porgo, insieme al C.d.S., un caloroso benvenuto con la speranza che ottengano, come gli altri Associati, ottime soddisfazioni arbitrali; per questo brillante risultato, che è in controtendenza rispetto alla maggioranza delle Sezioni del nord Italia e che ha portato l'organico attuale a 114 Associati, devo ringraziare tutti i Colleghi che hanno convinto amici, compagni di scuola e conoscenti a frequentare i corsi e tutti gli Istruttori che si sono alternati durante le lezioni, in particolare i responsabili Mauro Vignolo, Andrea Bedini e Amos Pons.

L'attività tecnica sezionale si è svolta regolarmente, come di consueto, sotto la supervisione del V. Presidente Umberto Pittino per le designazioni degli Osservatori e del Designatore Gianfranco Passet per quelle degli Arbitri, che hanno diretto complessivamente oltre 1500 partite senza che vi siano stati episodi spiacevoli o particolari lamentele da parte delle società e con numerosi passaggi di categoria in ambito O.T.P. da parte di molti Colleghi; ringrazio , pertanto ,tutti gli Associati, Consiglieri, Revisori, Collaboratori, Arbitri, Osservatori e Assistenti per l'attività e il ruolo svolto con passione, dedizione, capacità e professionalità durante tutto l'anno che hanno consentito alla Sezione di terminare positivamente l'annata calcistica.

Concludo con l'arrivederci a settembre, per iniziare un'altra stagione sportiva ricca di reciproche soddisfazioni e auguro, anche a nome degli amici e Colleghi Consiglieri, buone vacanze a tutti gli Associati e alle loro Famiglie.


CENNI DI VITA SEZIONALE - di Mario Ameduri
 

Per parecchi anni, siamo alla fine degli anni cinquanta, le designazioni arbitri da parte della nostra sezione erano limitate alle gare di Settore Giovanile, mentre per le restanti categorie (a salire la Terza, la Seconda, la Prima, la Promozione e quant'altro a livello regionale ) era il CAR - Commissario Arbitri Regionale - che provvedeva alla gestione completa.

Il passo successivo era a quel tempo la Quarta Serie gestita a livello nazionale da Firenze, mi pare fossero otto i gironi e quindi la CAN C - B - A. Come ancora oggi, lo svezzamento dei giovani arbitri avveniva nella direzione di gare del Settore Giovanile Locale sotto la tutela del designatore locale - Delegato Tecnico.

Il passaggio successivo in Regione avveniva, come sempre, in modo graduale secondo i risultati maturati sui campi del pinerolese. L'impatto con la Regione era veramente impegnativo, almeno sotto il profilo logistico. Da notare che a quei tempi soltanto qualche arbitro possedeva l'automobile propria e quindi tutti gli spostamenti venivano effettuati mediante i mezzi pubblici esistenti, anzi per la precisione, con il penultimo mezzo pubblico a disposizione, come suggerivano le raccomandazioni dei vari Organi tecnici. Il campo di gioco era naturalmente indicato sul foglio di designazione, ma nessun altro elemento per facilitare i modi per arrivarci.

Come una molla nei nostri Colleghi emerse una collaborazione veramente propositiva; ognuno a conclusione del proprio mandato metteva a disposizione l' esperienza vissuta per l'occasione. Si creò in sezione un elenco di campi della Regione con tutte le annotazioni utili per arrivarci.

Vennero quindi associate per ogni destinazione quante più indicazioni possibili: orari, numeri di tram, riferimenti locali e quant'altro. In questo clima di colleganza e di grande entusiasmo nacque l' iniziativa di attribuire un premio al migliore arbitro sezionale dell' anno su segnalazione del Presidente e del designatore.

Gli ottimi rapporti tra il nostro mai dimenticato Presidente di allora Piero Ferrero e le famiglie Martin di Pinerolo, crearono i presupposti di istituire il Premio Martin III, cui la Sezione era intitolata, consistente in una medaglia d'oro donata annualmente dalla famiglia Martin.

Con il passare degli anni tale formula con i Signori Martin si concluse, ma restò ugualmente l'istituzione del Premio Sezionale. E' il caso di ricordare che in seguito, su precisa disposizione dell' AIA, le sezioni dovevano essere intitolate con il nome della propria città e senza altri riferimenti. In altra occasione parleremo dei tanti colleghi che ebbero il privilegio di ricevere i citati riconoscimenti, tuttavia il grande balzo si ebbe, pensate un pò, nell'anno 1994 con la premiazione del collega Alberto Di Mauro cui toccò il grande onore di ricevere il Premio Nazionale "Presidenza AIA" quale miglior Commissario Speciale Lega Nazionale Dilettanti Serie D per la stagione sportiva 1993-94.

Da notare che nella stessa occasione sono stati pure premiati Pier Luigi Collina come migliore arbitro di seria A e il nostro Pietro Biasizzo come migliore CRA Regionale.


L'ALLENAMENTO - di Walter Giachero
 

Sarà già successo a tutti Voi di imbattervi accendendo la televisione, in una trasmissione dove stavano trasmettendo una partita di calcio di venti anni fa. Sicuramente non vi sarete fatti sfuggire l’occasione di fare un confronto fra quel calcio e quello attuale, non sarà stato difficile renderVi conto che ci troviamo di fronte ad un’evoluzione del gioco a dir poco drastica. In questi ultimi venti anni, lo sport più amato dagli italiani ha cambiato pelle, si è evoluto sia dal punto di vista tattico che dal punto di vista della preparazione atletica. Oggi giorno i calciatori sono macchine perfette studiate in ogni loro piccolo particolare, per rendere al massimo; tutto ciò, non poteva non coinvolgere la nostra componente; gli arbitri, per forza di cose, devono essere degli atleti fra gli atleti. Un’ottima prestazione arbitrale non può, per forza di cose, secondo me, prescindere da un’ottima preparazione atletica. Se quest’ultima non è al top sicuramente l’arbitro non riuscirà ad essere presente e lucido nei momenti topici della gara. Proprio per questo motivo l’A.I.A. in questi ultimi anni ha istituito dei poli di allenamento, dove istruttori preparati aiutano gli arbitri ad avere una sempre maggiore qualità nell’allenamento. Negli ultimi sei anni mi sono allenato al polo di Torino, vi assicuro che essere seguiti da una persona qualificata e competente nei miei allenamenti ha migliorato molto le mie capacità atletiche. Inoltre il fatto di frequentare il centro sportivo della Sisport, mi ha permesso di conoscere arbitri più esperti di me come Trentalange e Rosetti, che mi hanno aiutato moltissimo a crescere nell’ambito dell’Associazione, trasmettendomi parte delle loro innumerevoli esperienze vissute sia in Italia che all’estero. Una seduta atletica dura circa un’ora e mezza, ripartita fra: riscaldamento, streching, due lavori (resistenza e velocità), streching e defaticamento. Spero che la lettura di queste poche righe, vi faccia riflettere su quanto sia importante, nell’esercizio della nostra funzione, una buona condizione fisica, per migliorare le prestazioni sul terreno di gioco. Mi auguro anche che vi sia venuta voglia di metterVi una tuta e un paio di scarpette per farVi un salutare allenamento.


IL PUNTO DI VISTA SUGLI OSSERVATORI ARBITRALI - di Alberto Di Mauro
 

Qual è il ruolo dell’ osservatore arbitrale?

Il ruolo dell’O.A. comprende diverse funzioni, alla luce delle diverse categorie di appartenenza. Certamente quando opera in sezione l’O.A. è quasi totalmente istruttore e deve improntare il suo compito alla formazione dell’arbitro giovane e contribuire a stimolare arbitri senza prospettive di “carriera”. Operando in categorie superiori, non tralasciando la parte sempre importante relativa all’istruzione, deve occuparsi prevalentemente di selezionare gli arbitri per conto degli OO. TT. La figura dell’O.A. è importante nella vita sezionale, dove deve mettersi a disposizione dei colleghi arbitri trasmettendo la sua esperienza.

Che rapporto deve instaurarsi tra arbitro e O.A. nel colloquio a fine partita?

Naturalmente in tutta questa mia esposizione si deve sempre tener conto che parlo sia di O.A. a disposizione della sezione che di O.A. operanti presso altri Organi Tecnici. Per i primi ovviamente la situazione di conoscenza, e quindi di una certa confidenza con l’arbitro, determina un rapporto diverso, sicuramente più amichevole e confidenziale; per tanto l’O.A. deve cercare di mettere completamente a suo agio l’arbitro, ma tenere il colloquio sempre sul piano del rispetto dei diversi ruoli. Gli OO.AA. che operano in organi tecnici di categorie superiori, che quasi sempre conoscono l’arbitro solo al momento del colloquio, devono avere un comportamento improntato alla massima serenità, dando all’arbitro la sensazione di vedere nell’O.A. un collega più esperto, disponibile in giusta misura nei loro confronti e non una specie di “inquisitore”.

Che modo di relazionarsi deve avere secondo Te un O.A. perché i suggerimenti di fine gara vengano effettivamente capiti e recepiti dal collega visionato, e in che modo deve esporli?

Dopo qualche parola scambiata con l’arbitro per creare un clima disteso e cordiale l’O.A. deve iniziare il vero e proprio colloquio. L’impostazione che io suggerirei è la seguente: evitare assolutamente di iniziare con gli aspetti negativi e positivi riscontrati, e tanto meno accennare al giudizio finale, l’arbitro memorizzerebbe questo e non ascolterebbe più nulla. Usare uno schema metodico, preferibilmente parlare della prestazione in tutti i suoi aspetti, seguendo l’ordine in cui sono elencati sul Rapporto, per non dimenticarne alcuno. Dilungarsi sulle osservazioni più importanti, sia negative che positive. Nel giudizio finale esprimere chiaramente la valutazione all’arbitro con i termini convenzionali, in modo da non lasciare dubbi. Al termine di questo è bene ricordare le carenze da migliorare. E’ utile parlare all’arbitro in modo pacato ma fermo, senza porsi su un piedistallo, accettare il dialogo nei limiti della correttezza e scoraggiarlo se è teso ad influenzare il nostro giudizio. Sia chiaro che il voto all’arbitro è quello che all’O.A. risulta prima di fare il colloquio. L’abilità o la poca dimestichezza nel dialogo da parte dell’arbitro e i concetti da lui espressi, possono fornirci ulteriori informazioni sulla personalità e maturità, ma non devono mai farci modificare giudizio e voto.

In base alla Tua esperienza, qual è la maggiore soddisfazione che può avere un O.A. nello svolgere la propria funzione?

Fare una graduatoria di soddisfazioni non è mai facile. Ritengo comunque che la soddisfazione maggiore sia quella di percepire che sicuramente il collega visionato ti ha ascoltato con interesse per tutto il colloquio, e che sei riuscito ad instaurare un dialogo proficuo e non un soliloquio che l’arbitro ha “subito”. Si può inoltre avere un certo compiacimento se arbitri visionati e valutati ottimamente sono arrivati a sensibili miglioramenti di carriera, tenendo presente che comunque questo non è certamente merito dell’O.A.

Se devo parlare delle mie personali soddisfazioni, devo citare il Premio Nazionale ricevuto nella stagione 93-94 quale miglior O.A. fra i 200 a disposizione della C.A.N.D, ed essere arrivato in serie C (purtroppo con il rammarico di non avere potuto provare ad arrivare oltre) senza mai aver ricevuto rilievi in nessuna categoria.

Come vive la partita e che emozioni prova un O.A.?

L’O.A. deve vivere la partita con la massima tranquillità e deve cercare di non provare emozioni. Questo perché provare emozioni significherebbe non aver la necessaria obiettività e lucidità nel valutare l’arbitro. La visionatura necessita di costante concentrazione sull’operato dell’Arbitro, per cui l’O.A. non deve praticamente interessarsi o appassionarsi più di tanto al giuoco, non distrarsi troppo. Inoltre è fondamentale non dare peso a commenti di altre persone riferiti all’arbitraggio.

Quali sono le maggiori difficoltà che un O.A. può incontrare nello svolgere l’incarico?

Durante la visionatura le difficoltà possono derivare dalla conformazione degli impianti sportivi, che non permettono una completa visione degli elementi di interesse. Ad esempio dove si può assistere alla Gara allo stesso piano, o quasi, del terreno di giuoco. Oppure come al "Barbieri", dove è quasi impossibile visionare l'Assistente che agisce sotto la Tribuna. Qualche disturbo, operando in ambito locale, può derivare dall'incontro di amici o conoscenti, che ti si piazzano vicino e ti parlano per tutta la Gara. Nelle categorie superiori dove non si incontrano questi piccoli problemi, le difficoltà maggiori sono, non durante la gara, ma prima. Infatti, è inutile negarlo, tutti dal momento della designazione conosciamo l'importanza della gara, le classifiche, le statistiche, spesso abbiamo già sentito parlare dell'arbitro che andiamo a visionare. Possiamo farci condizionare da tutto questo. La difficoltà è dunque di rimanere assolutamente asettici davanti a queste situazioni. La visionatura deve essere fatta con la mente totalmente sgombra, perché ogni prestazione di un arbitro è da valutare per quello che fa vedere sul terreno di giuoco. In sostanza, ogni arbitro, al fischio di inizio deve avere il medesimo voto di partenza (il massimo punteggio). Tale voto non può essere variabile da arbitro ad arbitro, perchè già stabilito dall'O.A., per motivi al di fuori della prestazione offerta.

L 'arbitro nel corso della stagione si allena o dovrebbe comunque farlo, che tipo di "allenamento" deve fare invece un O.A. per poter svolgere nel migliore dei modi il proprio ruolo?

L'allenamento, se così si può chiamare, consiste innanzi tutto nel rileggere spesso il regolamento, specialmente nei punti in cui si possono avere anche piccole carenze. Temo che molti OO.AA. sottovalutino e diano poca importanza a questa mia indicazione. Un O.A. non si può permettere assolutamente di valutare un arbitro ed impostare un colloquio di fine gara, senza avere la massima certezza della materia. Eppure capita. Affermo questo per esperienza personale, in quanto negli anni in cui fui componente della Commissione Arbitri Regionale, mi occupai di OO.AA. (insieme all'amico Felice Viterbo, attuale C.R.A.) ed ebbi la fortuna ( ? ) di leggere, per valutarli, tutti i rapporti di tutti gli OO.AA sia a disposizione del C.R.A., sia a disposizione di tutte le Sezioni Piemontesi. Vi assicuro che riassumendo tutti gli "strafalcioni" letti si sarebbe potuto scrivere un "Anti Regolamento" quasi completo.

A Tuo giudizio quanto è importante per arbitri e OO.AA la partecipazione ed il confronto con i colleghi durante le periodiche riunioni tecniche?

La partecipazione alle riunioni tecniche è fondamentale, oltre che una costante rivisitazione del regolamento, anche per impostare scambi di vedute tra arbitri ed osservatori. Infatti in questo contesto, parlando dei problemi incontrati nei rapporti fra gli uni e gli altri, e chiarendo gli eventuali dubbi a livello di colloquio di fine gara, o di valutazione, ci si può comprendere meglio ed entrare in maggior sintonia. E' utile in questi confronti capire maggiormente su cosa si appunta, anche nelle sfumature, l'attenzione degli OO.AA. Per questi ultimi, alcune osservazioni possono affinare il modo di rendere più proficuo il colloquio di fine gara. La riunione tecnica è la sede ideale per questi confronti, perchè i problemi esposti dal singolo hanno utilità per tutti i partecipanti interessati.

Che consiglio daresti ai ragazzi che iniziano ad arbitrare?

Innanzi tutto puntualizzerei ai ragazzi che arbitrare è uno sport. E' uno sport bellissimo, ma uno sport che va affrontato con grande volontà ed umiltà. Infatti ci si deve allenare, preparare tecnicamente, conservare massima lucidità ed equilibrio, per poi non essere mai protagonisti e difficilmente ricevere un applauso. Comunque direi loro che oltre il divertimento che si può ottenere arbitrando a qualunque livello, accresciuto da maggiori soddisfazioni se si avrà una positiva progressione di "carriera", l'arbitraggio incide sicuramente in modo positivo sulla personalità.


LEZIONI TECNICHE - di Amos Pons
 

Vorrei iniziare questo mio breve intervento con una precisazione che potrà sembrare scontata ma, alla luce delle presenze alle lezioni tecniche, non lo è affatto: le lezioni sono obbligatorie nel senso che è obbligatorio venirci, e non saltarle!

Se dal prossimo anno i presenti al venerdì aumenteranno in maniera considerevole potrò prendermene tutto il merito.

Ma siccome credo che, purtroppo, la spiegazione di una così bassa partecipazione non sia tanto semplice, mi viene spontaneo chiedermi quale possa esserne la vera motivazione.

Molti giovani sostengono che sia un problema di giorno e di orario, asserendo che il venerdì sera si esce con gli amici. Ma quanta gente esce prima delle dieci? Se venite alle lezioni dopo potete sempre uscire, nessuno ve lo vieta! E non credo che nessuno di voi esca a divertirsi alle otto e poi debba tornare a casa prima delle dieci, dovendo così scegliere tra le lezioni e le uscite con gli amici. Considerando poi che si conosce il giorno esatto di ogni lezione con mesi di anticipo… vi ricordate, vero, il foglio che vi viene dato a inizio anno con tutte le date segnate?

E chi lavora? Mai detto di rinunciare al lavoro per le lezioni. Assolutamente. Ma anche in questo caso vi ricordo che i vostri impegni con la sezione li conoscete con mesi di anticipo e che quindi, credo, ognuno possa organizzarsi per tempo. Anche io lavoro su turni ma me li posso sempre far cambiare, soprattutto se avverto con largo anticipo.

E chi va ad arbitrare? Qualcuno il venerdì viene mandato a coprire le partite serali, ma vi posso garantire che ognuno di essi conosce il regolamento molto bene: sono tutte persone con una certa anzianità… di tessera intendevo! Sono persone che negli anni scorsi il venerdì erano sempre in prima fila, intenti ad ascoltare oratori che parlavano di argomenti che conoscevano già a menadito, pronti a fare domande interessanti che suscitavano accese discussioni. Insomma: erano i primi a partecipare pur non avendone, apparentemente, bisogno.

Questo è proprio il punto dolente della questione: chi avrebbe bisogno di venire alle lezione per sentire, e risentire, le regole che poi dimostra di non conoscere sul campo, è sempre assente, oppure viene una o due volte durante tutto l’anno. Fossimo tutti quanti dei geni che letto una volta il regolamento ce lo ricordassimo a memoria allora non ci sarebbe nessun problema, ma purtroppo così non è. E, visto e considerato, che quasi nessuno, come dovrebbe accadere, sfoglia ogni tanto il regolamento per ripassarlo, se viene ad ascoltare un’oretta di chiacchierata fatta tra colleghi sulle regole di maggiore interesse, e più ostiche, non credo gli faccia male e sia neanche così tanto impegnativo.

Oltretutto numerose serate sono dedicate ad ospiti importanti, spesso colleghi arbitri, assistenti, commissari, che raccontando le loro esperienze personali possono aiutare tutti a crescere e a migliorarsi e che rendono la serata piacevole e nient’affatto pesante o noiosa.

Rimane l’ultima domanda: e se non ho voglia? Beh, se uno non ha voglia di venire alle lezioni obbligatorie e poi, magari, non ha neanche voglia di venire agli allenamenti, di telefonare il lunedì sera per accettare le partite e così via, forse è meglio che si dedichi a qualche altra attività meno “impegnativa”.


COMMISSIONE DI DISCIPLINA REGIONALE- di Tullio Cirri
 

Tutti gli iscritti all’A.I.A. — F.I.G.C. che non rispettano il regolamento dell’Associazione possono essere passibili di deferimento ai competenti organi disciplinari.

Questi si articolano in vari gradi e rappresentano una garanzia per l’Associato sottoposto a provvedimento disciplinare. Per alcuni specifici addebiti è il procuratore regionale, che svolge funzioni inquirenti e di indagine, ad assumere e notificare il provvedimento disciplinare a fronte dell’addebito mosso all’Associato. Il Procuratore Regionale è l’Avv. Mancinelli.

Avverso la decisione del Procuratore, l’Associato (arbitro) ha 15 giorni di tempo dalla data di ricevimento della notifica per inviare, con lettera A.R. alla Commissione Regionale di Disciplina, e per conoscenza al Procuratore Regionale e al Presidente di Sezione, le controdeduzioni o giustificazioni. Oltre alla memoria scritta può, se lo ritiene opportuno, chiedere di essere udito con relative spese a carico dello stesso Associato.

Nel caso in cui l’Associato non intenda ricorrere, la sanzione stabilita dal procuratore diventa definitiva. Se invece ricorre sarà cura della Commissione Regionale di Disciplina vagliare le giustificazioni o controdeduzioni prodotte dall’Associato.

La Commissione Regionale di Disciplina è composta dal Presidente l’Avv. Grangia e dai componenti Dott. Barbera, Avv. Margheritis, Prof. Segnan e dal sottoscritto.

A fronte di ciò che l’Associato ha prodotto a sua difesa (ed eventuale richiesta di audizione) la Commissione Regionale di Disciplina emette la sua sentenza che deve essere motivata e può comportare i provvedimenti seguenti: archiviazione (cioè non luogo a procedere); censura; ammonizione; sospensione (per periodo variabili, fino ad un massimo di due anni); ritiro tessera.

Durante il periodo della sospensione l’associato è tenuto: a depositare la tessera federale in Sezione, pagare (se non ha già provveduto) la quota associativa, frequentare le riunioni tecniche sezionali. Ovviamente non può svolgere attività fino a che non abbia scontato la sanzione.

L’arbitro che ritiene immotivato il provvedimento o che nel frattempo ha acquisito ulteriori elementi a sua discolpa può ricorrere alla Commissione Nazionale d’Appello rispettando i termini e le procedure stabilite dal regolamento dell’A.I.A..

Tra gli elementi che costituiscono motivo di deferimento per l’apertura del procedimento disciplinare che sono contemplati nel regolamento dell’A.I.A. , ritengo opportuno menzionare i più ricorrenti: ingiustificati rifiuti a dirigere gare, fungere da A.A., e da O.A.; mancato versamento della quota associativa; mancata produzione all’O.T. di appartenenza del certificato medico; assenza ingiustificate ad almeno due convocazioni per test atletici; ingiustificate assenze alle lezioni tecniche sezionali per almeno 5 volte anche non consecutive nella stessa stagione; dirigere gare non autorizzate. Più raramente: dichiarazioni scritte sui giornali con critiche mosse ai Colleghi; cessione della tessera federale (che è personale) a terzi per l’ingresso gratutito allo stadio; rapporti non improntati allo spirito di correttezza con i Colleghi.

La Commissione di Disciplina Regionale dopo aver accertato la sussistenza dei fatti valuta la graduazione della sanzione da comminare tenendo presente anche delle eventuali aggravanti o attenuanti.


DONNE ARBITRO- di Margherita Caggiano
 

E’ proprio vero che esistono mestieri riservati agli uomini e preclusi alle donne? Se è così, l’arbitraggio è uno di questi? Immagino che molti risponderebbero sì a questa domanda. Tuttavia con i “se” e i “ma” ci si fa poco.

E’ un fatto reale che le donne arbitrino e come tale va accettato; la risposta del gentil sesso è esigua ma determinata. Alcune ragazze sono entrate e uscite rapidamente dal mondo arbitrale, avendo colto subito che non era un’attività adatta a loro.

Altre invece resistono ormai da anni; l’unica causa possibile è che a loro piace stare in campo. Come a tutti gli arbitri del resto. Hanno iniziato perché appassionate di calcio, perché il ruolo dell’arbitro le affascina. Magari anche per andarsene allo stadio qualche volta!

Quando l’arbitro nazionale Silvia Spinelli è venuta a tenere una riunione nella nostra Sezione, ha detto una frase emblematica: “Le donne sono state ammesse all’arbitraggio solo per fare pubblicità”. Anche se ciò è vero, ormai ci sono e non accettano questo tipo di compromesso; non accettano di scendere in campo per dare spettacolo; non accettano di essere guardate con aria di sufficienza da osservatori che non credono in loro.

Purtroppo le crociate ideologiche sono inutili e spesso non resta molta scelta: sopportare o andarsene. Rosa, arbitro della sezione di Pinerolo, dice:“Quando arriviamo al campo restano stupiti, ma è bello essere apprezzate a fine gara. Mi è capitato di sentirmi dire che arbitro meglio di molti uomini.” Da quest’anno ha iniziato ad arbitrare anche Martina; interessata e brillante al corso e sicura in campo: “Non ho avuto grossi problemi finora, le squadre mi sono sembrate soddisfatte, a parte qualche commento dal pubblico tipo ’vai a cucinare’ , ma vedendo gare altrui ho sentito di peggio!” Ci sono dei limiti fisici oggettivi ma superabili. E’ vero che salendo di categoria i giocatori corrono di più, ma i colleghi uomini trovano le medesime difficoltà e, potenziando un po’ l’allenamento, si riesce comunque ad essere sull’azione.

Da una parte il calcio giovanile diventa ogni giorno più violento e scorretto, dall’altra i giocatori e i dirigenti si stanno abituando a vedersi dirigere da donne. Sono sempre più rari quelli che restano a bocca aperta vedendoci arrivare.

A volte succedeva che, prima ancora del fischio d’inizio, il pubblico cominciasse ad urlare motti di scherno. Oggi questo non accade più. Tuttavia se le difficoltà dell’arbitraggio in sé sono molte, se per una donna sono ancora di più, è proporzionale la gratificazione che se ne trae quando la tua condotta viene elogiata.

A volte addirittura si istaura una sorta di complicità con i giocatori e il clima della gara si fa più rilassato. Quando questo non accade è necessario essere severe per ottenere rispetto. Poi gli insulti ci sono per tutti e in ogni categoria; del resto non può essere altrimenti dato l’esempio delle squadre di serie A che ultimamente scaricano ogni propria responsabilità sulla classe arbitrale, perennemente oggetto di polemiche. Ma questo fa parte del gioco.

Per quanto riguarda l’ambiente sezionale, ci si sta bene. Si istaurano dei buoni rapporti, a volte anche di amicizia. A ciò contribuiscono le cene e i test atletici, che l’anno scorso sono stati davvero divertenti.

C’è chi ti sorride con un po’ di falsità ritenendoti incapace, ma pazienza. La sezione è uno stimolo su cui si può fare affidamento nei momenti di sconforto.

Le ragazze poi legano immediatamente perché hanno caratteri simili e condividono le stesse aspirazioni e gli stessi ostacoli. Sono ragazze particolari, piuttosto grintose e sicure di sé. Dunque aspettiamo nuove donne in sezione e nel frattempo continuiamo a perseverare, mosse solo dalla passione per l’arbitraggio.


BILANCIO ANNUALE 2003 - di Guido Falca
 

Siamo giunti al termine anche di questa annata calcistica 2002 / 2003 e, come ormai è diventata tradizione, continua la pubblicazione di questo opuscolo, fatto in economia, che vuole raccontare brevemente non solo l'attività associativa e tecnica della nostra Sezione, ma anche riassumere le iniziative e le novità proposte dai vertici dell'Associazione, mentre gli articoli di alcuni Associati vogliono evidenziare situazioni e aspetti diversi dell'attività arbitrale; quest'anno è stato inserito anche un articolo riguardante concetti sulla pratica sportiva e consigli sull'allenamento trattati dal Dott. Gino Barral che ringrazio per la disponibilità dimostrata anche in occasione della partecipazione alla riunione tecnica del 21 febbraio scorso.

L'annata calcistica è iniziata con i raduni precampionato degli O.T. nazionali nei quali sono stati impegnati Walter Giachero, per la Can C, e Sergio Capurso, fresco di promozione, per la Can D come osservatore, seguiti da quelli regionali per gli Arbitri e Osservatori a Viverone e, per gli Assistenti qui a Pinerolo presso il campo sportivo 'Martin' , mentre quello sezionale si è svolto domenica 15 settembre a Villar Perosa con buona partecipazione degli Arbitri e Osservatori a disposizione della Sezione, anche se alcuni, come sempre assenti, hanno raccontato le solite 'storielle'.

All'inizio di ottobre è iniziato l'annuale corso per i nuovi Arbitri che è terminato domenica 15 dicembre con l'esame finale superato da 14 partecipanti che hanno portato il numero complessivo di Associati della nostra Sezione, dopo le dimissioni di alcuni Colleghi, agli attuali 120, numero mai raggiunto in passato e uno degli obiettivi che mi ero prefissato all'inizio dell'incarico nell'ottobre 2000. Naturalmente di questo devo ringraziare tutti i Colleghi che si sono adoperati per il reclutamento con le iniziative svolte e convincendo amici, conoscenti e compagni di scuola, e i responsabili del corso Mauro Vignolo e Andrea Bedini che hanno svolto il loro compito con grande passione, dedizione e capacità; mi auguro che questo impegno e contributo al reclutamento venga recepito da tutti, in modo che i partecipanti al prossimo corso siano numerosi e di conseguenza si possa mettere in atto, nelle designazioni sezionali, una turnazione meno continuativa.

Nel mese di ottobre il collega Fabio Coppola, a cui vanno i complimenti e il ringraziamento mio personale e di tutto il Consiglio, ha completato e reso disponibile il sito internet della Sezione, il cui indirizzo è riportato nella pagina precedente, che invito a consultare e che è stato molto apprezzato dalla Commissione informatica regionale. Durante l'annata, e in particolare nel mese di dicembre, il C.D.S ha deciso alcuni acquisti per la Sezione e un omaggio per tutti gli Associati, in parte finanziato con i fondi sezionali e in parte 'sponsorizzato' dalla Soc. Immergas tramite il collega Roberto Garelli, che ringrazio veramente di cuore; ogni Arbitro è stato omaggiato un completo da allenamento con logo, mentre gli Osservatori e i Benemeriti hanno ricevuto una 'polo'; inoltre sono state acquistate 25 tute sezionali da utilizzare per tutte le manifestazioni, per gli Associati convocati ai vari raduni regionali, per i componenti la squadra di calcio che parteciperà al Torneo di Aosta, per il quale il C.D.S. ha anche deciso l'acquisto di un completo da gioco.

In primavera la Sezione ha avuto il consueto controllo annuale dell'attività tecnica da parte del CRA, che ha evidenziato l'ottimo lavoro svolto dal designatore Gianfranco Passet e dal V. Pres. Umberto Pittino, mentre le uniche 'osservazioni' rivolte riguardano per alcuni Colleghi la poca dispo nibilità ad arbitrare con continuità durante l'annata con conseguente impossibilità, da parte della Sezione, di seguirli in modo adeguato; mi auguro che, nella prossima stagione, per alcuni Colleghi, specialmente giovani, aumenti la voglia di arbitrare e quindi la possibilità di avanzamento nelle varie categorie.

Nel mese di aprile la Sezione è stata oggetto di verifica contabile amministrativa da parte della Commissione nazionale preposta a tali controlli, che ha constatato la correttezza e la precisione al centesimo di euro dei 'conti' sezionali e di tutte le relative registrazioni, suggerendo solamente alcuni miglioramenti formali che sicuramente il nostro cassiere Mario Ameduri non mancherà di mettere in atto.

L'attività tecnica sezionale è stata complessivamente positiva, sia da parte dei Colleghi più esperti e anziani, sia da parte dei giovani, specialmente degli Arbitri dell'ultimo corso che si sono inseriti in Sezione e sui terreni di gioco con ottime capacità; qualche delusione, invece, è arrivata da alcuni Arbitri operanti a livello regionale che, anche quest'anno, non sono riusciti, per vari motivi, a dimostrare completamente il loro valore e quindi sono rimasti nella categoria di appartenenza; l'unico esordio è stato quello in Promozione dell'A.E. Gianluca Manganiello mentre in Prima categoria si sono inseriti positivamente Giuliano Miegge, Paolo Sandrone, Sergio Scali e Francesco Sgambelluri, in Eccelenza, come A.A., Pietro Addesi, Corrado Calzoni, Paolo Camisassa, Francesco Coppola, Fabrizio La Monaca, e come O.A. in Promozione Giuseppe Puddu. A livello nazionale le visionature dell'O.A. Sergio Capurso sono state valutate positivamente e quindi sarà riconfermato alla Can D, mentre Walter Giachero, come gli anni precedenti, ha arbitrato le partite di C2 e C1 in tutta Italia con ottimi giudizi e, quindi, spero venga riconfermato nel ruolo per il quinto anno consecutivo, il massimo.

Nell'annata che si sta concludendo, l'attività della nostra Associazione è stata molto intensa ed è culminata con l'Assemblea biennale Organizzativa, svoltasi il 7/8/9 febbraio a Bagni di Tivoli, alla quale ho partecipato come Presidente di Sezione; i lavori hanno evidenziato l'enorme attività e le numerose iniziative programmate e messe in atto dal Presidente dell'A.I.A. Tullio Lanese e dai Componenti nazionali, tra i quali il piemontese Pietro Biasizzo, anche se non sono mancate critiche e suggerimenti per ottenere ulteriori miglioramenti per le sempre più pressanti incombenze tecniche, amministrative e associative che quotidianamente la Sezione deve ottemperare. Nell'occasione sono stati distribuiti ed entrati in vigore i nuovi regolamenti dell'Associazione, finalmente approvati dalla F.I.G.C., quello associativo, delle assemblee elettive, amministrativi per i CRA e le Sezioni, le norme di disciplina e di funzionamento degli Organi tecnici nazionali e periferici.

Tra le iniziative portate a termine nell'ultimo anno vi sono: completamento del sito dell'Associazione, per il calcio a 5 l'istituzione della Can D con raduni specifici sia nazionali che regionali, la distribuzione del relativo regolamento e di una cassetta esplicativa, la solidarietà ai terremotati del Molise con la donazione di 3 pulmini ad altrettanti Comuni colpiti e la partecipazione alla raccolta fondi di Telethon, l'adeguamento delle strutture informatiche , l'Aia club vacanze, gli stage a Coverciano, i gadget per gli Associati, la Cd card con il regolamento e la guida pratica, l'aumento dei raduni per tutti gli O.T., accordi commerciali con sconti, mentre quelli in cantiere sono: per il reclutamento un manifesto e uno spot televisivo, lo sponsor sulle divise, il riconoscimento dell'AIA come sesta componente federale, il censimento delle professioni degli Associati e la preparazione per il centenario dell'AIA . In occasione della riunione biennale ho invitato ufficialmente presso la nostra Sezione il Presidente nazionale Tullio Lanese, che ha accettato la proposta; al momento la visita non si è potuta, ancora, concretizzare per i numerosi impegni della sua carica, ma è solamente rinviata alla prossima stagione sportiva.

A questo punto non mi resta che ringraziare tutti gli A.E., A.A., O.A. per la positiva attività svolta sui terreni di gioco, i Collaboratori, i Revisori e i Consiglieri per gli incarichi svolti da ognuno con passione e capacità, ma specialmente Mario Ameduri, Gianfranco Passet e Umberto Pittino per il lavoro costante e quotidiano nella conduzione ottimale amministrativa e tecnica della Sezione.

Buone vacanze a tutti Voi e alle Vs. famiglie e un arrivederci a settembre per l'inizio della prossima stagione sportiva.


I TEST ATLETICI... DEGLI ANNI '50 - di Mario Ameduri
 

Da sempre è stato richiesto agli arbitri la dovuta preparazione atletica, ma il tutto era relativo alla evoluzione del gioco del calcio che mutava nel tempo. Se pensiamo ad alcuni filmati, che la TV ci offre di tanto in tanto, di spezzoni di gara dei mondiali di calcio degli anni 1934-38, notiamo come le azioni in area di rigore appaiono"statiche", al confronto del calcio di oggi. Ancora rivedendo altri filmati degli anni 50-60 appare pure evidente la "lentezza" del gioco di quei tempi, in cui Sivori seminava i suoi avversari; tuttavia il gioco era di molto cambiato rispetto a prima, ma lontano anni luce dal calcio "olandese" e da quello odierno. Da questa lenta, ma grande trasformazione,anche il mondo arbitrale si è puntualmente aggiornato, fornendo sempre le prestazioni più adatte, frutto delle indicazioni anche della scuola arbitrale italiana invidiataci da tutto il mondo.Certamente l'arbitro degli anni 20 poteva dirigere benissimo con la giacchetta, con il fazzolettino ricamato nel taschino e qualche volta anche con il cappello o berretto che fosse e in qualche fotografia compare anche l'allora guardalinee con l'ombrello.Ancora negli anni 50-60 resisteva la giacchetta, ma la velocizzazione del gioco premeva alle spalle e con gli anni successivi la figura dell'arbitro è cambiata in modo epocale, sia nella divisa che, e soprattutto, nella preparazione atletica.

Ai miei tempi, verso fine anni ‘50, l’Organo Tecnico richiedeva all’arbitro esattamente le stesse cose richieste oggi: essere in forma, sempre presente vicino all’azione di gioco, correre con scioltezza e quant’altro necessario per una ottima prestazione. Ma l’allenamento veniva gestito ed effettuato in modo personale, empirico, senza indicazioni particolari...altro che test di Cooper. Mi ricordo che allora venivano effettuati i brevetti atletici alla presenza di un rappresentnante AIA; nel caso, in una occasione, era presente il commissario regionale Pecchiura. Si trattava di compiere dei tests su cinque specialità tipiche di atletica leggera: salto in alto, lancio del disco, lancio del peso (ma quello usato per la specialità femminile, in quanto l’altro è...molto difficile alzarlo, altro che lanciarlo!), salto in alto, velocità 80 metri piani e prova di mezzo fondo 1500 metri.

Per le curiosità sezionali è il caso di qualche citazione d’epoca: nei 1500 metri vinse con mezzo giro di pista di distacco il collega Giuseppe Granero, ma era un ottimo fondista della zona, buon secondo...ed ultimo il sottoscritto (gli altri avevano abbandonato), mentre per la velocità mi ricordo si impose il collega Tullio Cirri, che a quel tempo era un ottimo velocista anche a livello regionale. Naturalmente era anche presente Gianfranco Passet da sempre ottimo atleta che, prima di diventare arbitro, militò nel ruolo di centrocampista nelle squadre giovanili di calcio della Juventus.

Appare evidente quindiche con il calcio attuale molto veloce e agonistica è indispensabile seguire una preparazione atletica specifica, studiata dagli esperti del settore, che tenga conto delle mutate esigenze muscolari, psichiche, atletiche, ecc. che l’arbitro deve utilizzare durante la partita per offrire una prestazione ottimale, oggi necessarie ma impensabili nel calcio passato.


NON SOLO 90 MINUTI - di Walter Giachero
 

Alla domanda, in quanti tempi si divide una partita di calcio, sono certo che tutti voi affermereste, sicuri di non sbagliare, due. Questa risposta sarebbe accettabile, se gli interlocutori, fossero delle persone che si devono accomodare in poltrona per gustarsi la partita, però questo non è il nostro caso. Volendo cercare di fare una riflessione, su quale sia il servizio che noi arbitri dobbiamo dare al mondo del calcio, ritengo che la nostra prestazione sia composta da sei tempistiche diverse, ognuna di queste deve essere svolta nei migliori dei modi per fornire un’ottima prestazione complessiva.

Il primo tempo della nostra prestazione, nella quale ci dobbiamo confrontare, inizia quando riceviamo la designazione della gara; questo è il momento in cui bisogna documentarsi: sapere dove è il campo su cui andremo a fornire la nostra prestazione, che tipo di gara dovremo dirigere, che tipo di squadre, queste sono informazioni che vanno raccolte appena ricevuta la designazione. Tutto questo ci permette di avvicinarci all’evento avendo delle informazioni che sono indispensabili.

Il secondo tempo, che io ritengo fondamentale per la nostra prestazione, inizia il giorno della gara con il viaggio per recarsi nella sede dove sarà svolta la gara, che deve già essere stato organizzato dopo il ricevimento della designazione. Lo spostamento va gestito con ampio margine, in modo da raggiungere il terreno di gioco almeno un’ora prima della gara. Questo ci permette di arrivare al campo serenamente anche nel caso ci dovessero succedere degli inconvenienti o imprevisti.

Una volta raggiunto il terreno di gioco ci si deve rapportare con i dirigenti delle società, assolvere a tutte le nostre funzioni: visionare il campo di gioco, controllare gli elenchi e fare l’identificazione dei giocatori. Durante tutte queste operazioni siamo sotto l’occhio vigile ed attento di tutte le componenti delle squadre, veniamo continuamente giudicati e soppesati, e proprio in questo momento che ci costruiamo la nostra figura verso i dirigenti e i giocatori, e difficilmente riusciremo a cambiare l’impressione che abbiamo lasciato nel primo impatto; per questo è fondamentale arrivare puntuali e dare un’impressione da una parte di serenità e dall’altra di gran professionalità. A questo punto se abbiamo operato bene, non ci resta che entrare in campo e dirigere il terzo e il quarto tempo della nostra prestazione, sicuramente saremo accettati anche negli sbagli perché abbiamo seminato prima della gara, adesso e ora di raccogliere i frutti del nostro impegno. Al termine della gara inizia il quinto tempo, anche questo molto importante, ma questa volta è fondamentale per la nostra esperienza personale e arbitrale, in quanto col colloquio con l’osservatore che deve essere un momento di crescita nel quale dobbiamo cercare di capire ed accettare tutti i consigli che ci sono dati.

Non dobbiamo però accettare che l’osservatore venga nello spogliatoio e dica soltanto dove abbiamo sbagliato, perchè sarebbe fine a se stesso e poco utile, bisogna avere la pretesa che gli episodi siano analizzati a fondo cercando di capire perché c’è stato l’errore e quali sono le possibili soluzioni di diversi comportamenti da attuare in modo costruttivo portando delle nuove esperienze che ci arricchiranno.

La sera quando rientriamo a casa dobbiamo affrontare l’ultimo tempo della nostra gara, che consiste nell’azione referendaria; quest’aspetto è molto importante, in quanto chi dovrà prendere delle decisioni, non ha visto la gara, e dovrà sanzionare attenendosi a quello che abbiamo scritto noi; per questo dobbiamo essere precisi, attenti e puntuali. Con questa breve analisi volevo cercare di farvi riflettere, su cosa significhi fare l’arbitro, non è sufficiente essere bravi in campo se si vogliono raggiungere degli obiettivi;bisogna essere arbitri a trecentosessanta gradi sempre, non solo sul terreno di gioco e avere una condotta di vita che sia indirizzata a svolgere nel miglior modo possibile il nostro “Hobby”.


LA CAN D DALLA TRIBUNA - di Sergio Capurso
 

Tutto inizia due stagioni sportive or sono, quando dalla mia posizione in classifica regionale mi resi conto di essere tra i primi dieci e quindi puntai tutto per arrivare tra i primi nella stagione successiva. A marzo del 2002, dal colloquio con l’OTR e dalle partite ed Arbitri che visiono mi rendo conto che c’è aria di promozione. Infatti, a fine stagione sono stato inserito negli organici della CAN D come Osservatore Arbitrale. Per il lavoro che svolgo sono abituato a raggiungere obiettivi importanti e strategici per l’Azienda, e quindi anche l’obiettivo della CAN D non mi smuove emotiva- mente (nonostante le attestazioni di stima ed affetto che arrivano da tutti gli amici sparsi nelle varie sezioni della regione e dell’Italia) ma diventa la base di partenza per nuovi stimoli e nuovi obiettivi consa- pevole che in una categoria nazionale bisogna essere preparati e non ci si può permettere di sbagliare.

La stagione sportiva inizia al raduno di pre-campionato a Pieve di Cento insieme con altri colleghi della CAN D oltre naturalmente agli OA del Piemonte che fanno parte di questa categoria, per ricevere le istruzioni della Commissione composta dal Presidente Pieri ed OT degli OA Polacco che ho già avuto occasione di conoscerlo e di apprezzare le doti carismatiche oltre che professionali. Sono uno dei primi ad arrivare all’Hotel che ci ospita, ed appena entro mi viene incontro Daprà (anche Lui OT) e mi dice “ciao Capurso, come stai!”; la cosa sembrerebbe normale ma quello che mi sorprende è che io e Daprà non c’eravamo mai visti prima eppure conosceva già il mio viso ed il mio nome. Questo mi fa capire che aria tira e come sono organizzati oltre alla frase più ricorrente “tolleranza zero” che aleggia durante il raduno. Il mio esordio è a Cuneo con un’ottima terna e qua ricevo i primi complimenti da parte della terna stessa per essere stato chiaro e risolutivo nei rilievi evidenziati. Si prosegue normalmente ed a dicem- bre a San Colombano in Lombardia ricevo la co-visionatura dell’OT dove il mio voto attribuito all’Arbitro coincide con quello attribuito dall’OT. (Enorme soddisfazione personale naturalmente!) A Gennaio, nel raduno di metà campionato l’OT mi conferma che la mia situazione è ottima, la co-visionatura è andata bene e che per un OA da primo anno è già un passo fondamentale per arrivare alla fascia TOP per i passaggi di categoria; quindi sono inserito in seconda fascia dove le responsabilità aumentano e bisogna prendersele. Così la seconda parte della stagione inizia all’insegna di gare con Arbitri più esperti e mi avvio verso il finale di stagione cercando di non commettere errori, tra l’altro anche Viterbo (ns.CRA, uno dei miei maestri) mi comunica che la mia situazione è buona e quindi cerco di essere concentrato ad ogni gara soprattutto, per finire in bellezza, a quella che penso sia l’ultima designazione poiché ultima di campionato dove si affrontano due squadre che devono solo vincere per non essere incluse nei ply-out per vivere sogni tranquilli. E’ stata una bella stagione sportiva ricca d’episodi durante la quale ho incontrato Arbitri ed Assistenti in gamba, soprattutto bravi ragazzi con tanta voglia di migliorarsi, umili ed intelligenti, portandosi nel cuore, in giro per l’Italia (sacrificando mogli o fidanzate, figli o svaghi vari, spesso insultati e derisi) la tanta voglia di arbitrare. Aldilà delle prestazioni fornite ritengo doveroso (cercando di non peccare di presunzione) che qualcosa nel mio piccolo ho contribuito a far fare delle migliorie agli Arbitri che ho visionato cercando di non essere solo uno “spietato selezionatore” ma d’essere anche un fratello maggiore per gli arbitri sforzandomi di fargli capire le cause degli errori, suggerendo al tempo stesso i rimedi.Si sostiene che bisogna partire da casa, prima della gara, con “8,40 in tasca” se vogliamo investire sui giovani. Mi confronto con ragazzi che, nella maggioranza, sono più acculturati (in senso generale), ai quali manca il supporto dell’esperien- za; ecco dove deve operare (e lavorare) l’O.A. qualora intraveda nel soggetto le basi per poterlo fare.

I giovani hanno un atteggiamento più critico e questo, se manifestato con spirito costruttivo, non è un aspetto negativo. Per fare questo noi O.A. dobbiamo confrontarci; farci capire per poter, a nostra volta capire.

Il confronto presuppone umiltà e capacità d’autocritica; non rappresenta certamente perdita d’autorità, ma un veicolo per acquisire stima e considerazione. Aspetti questi importanti per essere ascoltati.

Per poterlo assolvere compiutamente l’O.A. deve possedere conoscenze approfondite (Regolamentare, com- portamentali tattiche ed atletiche tecniche disciplinari) che siano il più possibili comuni affinché ciascuno abbia come riferimento un univoco modo ideale di arbitraggio altrimenti, a parità di evento, ci saranno valutazioni diverse.

Per arrivare a questo, a mio avviso, bisogna che, a tutti i livelli, sia parlato lo stesso linguaggio (magari con sfumature diverse, ma comunque con la stessa comune base).

E’ superfluo, e non serve alla crescita dell’arbitro, elencare gli errori commessi se non si capiscono (o non si fanno capire) i motivi dai quali sono stati generati.

La visionatura deve essere rapportata a tutte le situazioni che si sono verificate sul terreno di giuoco, siano esse positive o negative, e non focalizzate solo su episodi singoli.

Aspetto pregnante è quello comportamentale nelle varie manifestazioni della personalità (temperamento, fermezza, decisione, intelligenza) poiché è l’essenza, il motore, del modo di operare e proporsi dell’arbitro. In definitiva lavoriamo con costanza senza tralasciare nulla al caso per fare in modo che i nostri arbitri siano sempre più competitivi ed efficienti. Quali sono le mie aspettative come O.A.? Accurata selezione da parte dell’OT. e giusta considerazione del mio operato; per fare questo è necessario essere preparati tecnicamente, capace di comunicare, coscienza e consapevolezza del mio ruolo.

Cerco con tutte le mie forze di rispettare queste regole, non è stato facile questo primo anno essere stato un buon O.A. di CAN D e lo sarà ancor più difficile portarsi nei posti alti delle classifiche nei prossimi anni, ma dentro di me ho la consapevolezza di voler raggiungere l’obiettivo, questo è il mio carattere, la mia indole devo almeno provarci come Tutti coloro che sono Arbitri vogliono far bene. Un saluto cordiale a Voi Tutti ed un caloroso augurio per la prossima stagione.


IL FRATELLO MINORE DEL GRANDE CALCIO... - di Mauro Vignolo
 

Stiamo parlando ovviamente del “calcio a 5”, una disciplina sportiva in costante crescita che fino ad alcuni anni fa, in pochissimi conoscevano ed ancor meno praticavano, mentre oggi si stà pensando a come incentivarlo sempre di più, creando nelle società sportive dei validi settori giovanili che facciano da serbatoio alle prime squadre e tolgano per sempre quell’etichetta di sport per “pensionati del calcio a 11”. Ad onor del vero, quando tre anni fa mi fu proposto di entrare nell’organico regionale degli arbitri F.I.G.C. di calcio a 5, ero scettico su quanto mi potesse appassionare questa nuova esperienza; invece vi assicuro che si tratta di una disciplina bellissima, l’importante è conoscerla bene; ed allora proviamo a parlarne e a farci conoscer un pochino anche noi che la pratichiamo; della nostra sezione siamo attualmente in nove a far parte dell’organico regionale: i “vecchietti” Avolio Vincenzo, Buonpensiero Massimiliano, De Nigro Roberto, Marino Renzo, Sacchetto Adriano ed il sottoscritto Vignolo Mauro; poi ci sono i baldi giovani, Camisassa Paolo e la nostra “first lady” Squillace Rosa, per finire con la nostra punta di diamante, su cui riponiamo molte speranze ed a cui auguriamo una lunga catena di successi, il giovanissimo Scali Sergio. Negli anni scorsi a far da pionieri per la nostra sezione ci sono stati Gilardi Walter e Cavallone Mario, e chiedo scusa se per caso dimentico qualcun altro.

Innanzi tutto sfatiamo subito qualche pensiero sbagliato; arbitrare il calcio a 5 non è facile e non è vero che non si corre; semmai lo si deve fare in modo diverso e specialmente, per farlo bene è necessaria la perfetta conoscenza del regolamento ed una concentrazione se vogliamo ancora maggiore di quanto serva per il calcio ad 11, dal momento che la caratteristica prioritaria di questo sport è la velocità.

Con il passare degli anni il calcio a 5 modificato anche il suo regolamento, eliminando lacune ed avvicinandolo sempre di più al suo fratello maggiore; basti pensare che già solo nella dizione, prima si parlava di “calcetto” mentre il suo nome corretto è “calcio a 5”.

A tal proposito è fondamentale che l’arbitro interpreti il suo ruolo con la massima responsabilità e cognizione di causa cercando di interrompere il meno possibile il gioco, applicando correttamente le regole e sollecitando continuamente i giocatori alla rapidità nelle riprese di gioco.

Proprio per questo in qualità di referente sezionale, su richiesta del nostro Presidente Falca Guido, abbiamo tenuto quest’anno una riunione tecnica che è stata accolta da tutti con enorme piacere e dove ci siamo confrontati sui vari aspetti regolamentari, chiarendo molti dubbi e cercando di uniformare il più possibile le nostre direzioni di gara. Sarà un mio obiettivo primario ripetere queste riunioni, magari tre o quattro volte nella stagione, perché solo parlando e discutendo di regolamento possiamo migliorare le nostre prestazioni.

Un unico invito a chi volesse accingersi a diventare arbitro di calcio a 5 e a chi lo è già; se arbitrate il calcio a 5 solo perché non siete impegnati la domenica o perché pensate di dovervi impegnare di meno...beh, per favore, andate a fare qualcos’altro. Questo innanzitutto per il rispetto verso le società che praticano e promuovono questo sport, poi per rispetto verso l’A.I.A. che vi designa e infine per voi e per la vostra dignità di arbitri. E’ infatti molto brutto constatare che quando arrivo al campo di giuoco 45 minuti prima dell’inizio della gara, vengo accolto come un extraterrestre, in quanto tanti (troppi!) arrivano a volte anche solo 5-10 minuti prima, perché tanto “è solo una gara di calcio a 5”. Ragazzi, questa non è la serie “B” del calcio ad 11, questo è totalmente un altro sport, per certi versi simile al calcio, ma comunque una realtà indipendente, in cui serve la massima preparazione tecnica ed atletica per dare sempre il massimo sul campo. E credetemi, vi verrà presto anche a voi la passione, quella vera, quella che alcune settimane fa, nella sua prima stagione di arbitro di calcio a 5, ha fatto sì che suonasse il mio telefonino, ed in linea dall’altra parte c’era Rosa Squillace, la quale mi comunicava, commuovendosi, l’esordio in “C2”, ringraziandomi per i consigli ricevuti nelle gare di “C1” che aveva diretto con me. Queste sono le soddisfazioni che può avere sia un arbitro di calcio a 5 che ad 11, se pratica il suo sport con dedizione e con passione.

Forza ragazzi !!! Penso proprio che Felice Viterbo, Enrico Borio e Nino Bondi possano essere soddisfatti della truppa dei m”magnifici 9” di Pinerolo.


ASPETTO ATLETICO - I CONSIGLI DEL MEDICO - del Dott. Gino Barral
 

Si vogliono qui chiarire alcuni concetti riguardanti la pratica sportiva per poter così affrontare nel modo più giusto gli allenamenti.

Sono ormai alcuni anni che ci troviamo di fronte a due aspetti opposti di vita giovanile: da un lato la riduzione di attività motoria connessa alle nuove abitudini di vita dovute all’invasione di video giochi, computer e TV fino ad una vera “malattia ipocinetica”, dall’altro l’inizio precoce di attività sportiva agonistica, spesso alla ricerca esasperata di un successo sportivo che se da un lato può assumere in alcuni casi una notevole rivincita sociale dall’altro può essere pagato con uno stress sul piano psicologico mal tollerato dal giovane. E’ necessario quindi riportare l’attività sportiva al suo ruolo essenziale nello sviluppo psico-fisico del giovane coinvolgendo tutto il mondo sportivo che ruota attorno all’atleta.

L’obiettivo da perseguire è la promozione di una diversa cultura sportiva; la palestra o il campo da gioco devono essere per il giovane prima di tutto un luogo di incontro con i coetanei, una palestra di vita dove si imparano a gestire le vittorie e le sconfitte in modo sereno e solo secondariamente un luogo di selezione per “campioni”.

Per meglio comprendere quali sono le potenzialità da sviluppare nel giovane è necessario ricordare che lo sviluppo, inteso come accrescimento corporeo, è un fenomeno non uniforme nel tempo, sia come proporzione che come velocità. Il tronco cresce più rapidamente degli arti inferiori nei primi anni di vita, ma poi sono gli arti a determinare la statura finale dell’individuo dopo lo sviluppo puberale.

La velocità di crescita è massima nel primo anno di vita, poi rallenta e si mantiene costante (cinque sei centimetri all’anno) dall’età prescolare sino alla pubertà, quando la spinta ormonale determina una accelerazione fino a 10 – 12 cm l’anno (periodo molto critico per i dismorfismi del rachide come è la scoliosi).

La scelta dell’attività sportiva deve fare riferimento per ogni età a questi dati di crescita, sapendo come gli aspetti biomeccanici della prestazione sportiva possono influire sullo sviluppo fisico stesso. Inoltre è da tenere in considerazione la naturale predisposizione del giovane verso lo sforzo fisico; infatti il giovane percepisce meno dell’adulto maturo la sensazione di fatica: in allenamento si deve quindi normalmente evitare di lavorare al massimo e con sovraccarico.

L’energia necessaria per ogni attività motoria deriva da due metabolismi:

- quello aerobico, che utilizza e brucia ossigeno.

- quello anaerobico, di breve durata, senza necessità di ossigeno ma che accumula acido lattico.

Il metabolismo aerobico viene valutato con il massimo consumo di ossigeno e la determinazione della soglia anaerobica:

- il massimo consumo di ossigeno è la più elevata quantità di ossigeno che può essere utilizzata dall’organismo per unità di tempo e aumenta con le dimensioni corporee ed è strettamente correlato con la massa magra

- la soglia anaerobica è il livello di consumo di ossigeno necessario per determinare accumulo di acido lattico.

L’efficienza aerobica può essere migliorata con una attività fisica almeno trisettimanale che comprenda all’interno del periodo di allenamento almeno trenta minuti di lavoro al 75% della massima frequenza cardiaca; inoltre devono essere coinvolte nell’allenamento importanti masse muscolari per ottenere un adeguato stimolo allenante sulle doti aerobiche (come avviene nella corsa, nel ciclismo, nello sci di fondo, nel nuoto, etc.)

Invece le prestazioni sportive anaerobiche aumentano con l’età sia in senso assoluto che rispetto al peso: tra gli otto e i quindici anni nei maschi si osserva un incremento del 42%.

Vi sono poi altre caratteristiche che devono essere sviluppate per ottenere una buona performance sportiva:

- LA VELOCITA’: la velocità viene migliorata non solo dallo sviluppo dei processi metabolici, ma anche dalla struttura corporea e dalla evoluzione del sistema motorio, per esempio sui 100 m gli incrementi maggiori si hanno tra gli otto e i nove anni;

- LA FORZA: non tutti i muscoli si sviluppano allo stesso modo, i più precoci risultano i muscoli dell’arto inferiore seguiti da quello superiore e infine dal tronco. La composizione in fibre muscolari dopo i sei anni di età non presenta variazioni qualitative sino all’età adulta. Alla pubertà si ha il maggiore incremento della forza rispetto all’età precedente ed è più evidente nel sesso maschile: nelle femmine tra gli 11 e i 13 anni e per i maschi tra i 12 e i 14 anni.

- LA COORDINAZIONE: il miglioramento delle capacità integrative tra sistema nervoso centrale e apparato osteoarticolare e muscolare si verifica anche oltre lo sviluppo puberale in quanto legato al perfezionamento del gesto tecnico. Il progressivo miglioramento del rendimento motorio porta ad un conseguente risparmio energetico.

Un altro aspetto da non tralasciare riguarda la resistenza dell’apparato locomotore a sopportare un carico meccanico senza subire lesioni.

L’osso del bambino contiene una quantità proporzionalmente più elevata di tessuto molle, per cui è malleabile ma ha una minor resistenza. In particolare le cartilagini di accrescimento sono ottimi ammortizzatori contro i traumi, ma presentano una minima resistenza ai carichi in torsione o taglio. Nell’adulto traumi distorsivi provocano più facilmente lesioni legamentose, nel bambino è più frequente il distacco osseo a livello della cartilagine di accrescimento.

Questi dati suggeriscono di non usare dispositivi di sovraccarico durante l’allenamento e di aumentare l’intensità del lavoro lentamente e progressivamente.

Numerosi sono gli studi scientifici effettuati sugli atleti che hanno evidenziato gli effetti positivi dell’allenamento, sia sulle qualità aerobiche che su quelle anaerobiche e sulle altre capacità motorie anche a sette – otto anni di età purché sufficientemente intenso.

L’adattamento cardio-circolatorio come è noto comporta un aumento del volume cardiaco e dello spessore delle pareti; la ventilazione polmonare con l’allenamento diminuisce per uno stesso carico.

A livello muscolare aumenta l’attività enzimatica in funzione dello stimolo specifico.

Le prestazioni in gara dei giovani migliorano probabilmente più in funzione di un perfezionamento dello stile che non per le modificazioni organiche. Vi sono dei movimenti molto tecnici che è bene incominciare ad acquisire in epoca precoce (seconda infanzia) perché esiste una capacità di apprendimento molto elevata (ad es. lanciare palle di dimensione diversa, imparare a correre controllando la palla, reagire a segnali ottici o acustici, sciare su neve di consistenza diversa, pattinare su rotelle, fare percorsi ad ostacoli, etc.).

Risulta quindi evidente come sia importante allenare il giovane alla conoscenza di gesti e tecniche sportive diverse.

Da non tralasciare l’aspetto psicologico ed educativo svolto dall’attività sportiva, infatti, attraverso la pratica sportiva è possibile un ampliamento delle conoscenze anche sul piano sociale. L’attività sportiva, specie di gruppo, rappresenta un elemento estremamente valido per permettere l’inserimento sociale di giovani che presentano fenomeni di timidezza ed introversione. Allo stesso modo soggetti particolarmente vivaci e scoordinati possono trarre giovamento dalla pratica di alcune attività sportive quali judo, karate, scherma e pallacanestro.

L’allenamento è anche un mezzo per controllare l’eccesso di grasso corporeo, spesso ci sono combinazioni di errori alimentari con riduzione di attività sportiva. Per mantenere un peso ideale, a partire dall’età infantile e continuando in età adulta, è importante effettuare un’attività sportiva che previene in parte le malattie cardiovascolari e metaboliche e migliora la qualità della vita.

Concludendo possiamo ribadire come un buon allenamento deve tener conto sia delle capacità fisiche da potenziare, sia dell’aspetto psicologico dell’atleta.

Le sedute settimanali con un impegno intenso di almeno trenta minuti, adattato all’età della persona, devono essere almeno tre per ottenere un significativo miglioramento delle capacità motorie.


BILANCIO ANNUALE 2004 - di Guido Falca
 

Sta per finire l’attività arbitrale e associativa di questa stagione calcistica 2003 / 2004 che per la ns. Sezione, passatemi il termine, è stata ‘eccezionale’ ; prima ad ottobre la visita del Presidente nazionale Tullio LANESE e adesso, alla fine del mese di giugno, si dovrebbero concretizzare, salvo inaspettate e spiacevoli sorprese dell’ultima ora, ben 4 proposte di promozione a livello nazionale alla CAN D dei Colleghi A.E. Alessandro Reale, A.A. Francesco Coppola, O.A. Andrea Bedini e per il calcio a 5 A.E. Sergio Scali.

La presenza di LANESE a Pinerolo il 10 ottobre scorso è stata ‘storica’, in quanto la prima di un Presidente dell’Associazione nei 47 anni della ns. Sezione, ed ha coronato gli sforzi organizzativi e associativi di tutto il C.D.S. e in particolare di Ezio Morina e miei, considerando che, nei 4 anni del Suo mandato, il Pres. Nazionale ha fatto visita in Piemonte solamente alla sezione di Torino, oltre che al C.R.A.. Di questa preferenza ringraziamo con grande stima e considerazione il Pres. Nazionale che ha dimostrato nelle 2 riunioni svolte, la prima con il C.R.A e i Presidenti di Sezione, e la seconda con tutti gli Associati presenti, non solo pinerolesi, le Sue grandi doti comunicative e organizzative e il costante impegno, insieme al Comitato Nazionale, per il miglioramento di tutta la ns. Associazione.

Le ultime iniziative portate a termine o in via di completamento da parte dell’A.I.A. riguardano: le designazioni di tutte le partite settimanali, anche quelle sezionali, visibili dal sabato mattina sul sito dell’Associazione WWW.AIA-FIGC.IT , la linea ADSL per il collegamento ad Internet per tutte le 212 Sezioni d’Italia e che servirà, prossimamente, anche per REFER-ONLINE che sostituirà la procedura SINFONIA, uno spot televisivo per il reclutamento arbitrale, interpretato dal miglior arbitro ‘mondiale’ Pier Luigi Collina, dal Commissario tecnico della Nazionale Trapattoni e da alcuni calciatori azzurri, un manifesto ‘cartaceo’ da affiggere, sempre per il reclutamento, il riconoscimento dell’A.I.A. come sesta Componente della F.I.G.C. con diritto di voto, la revisione migliorativa dei regolamenti associativi con riunioni dei rappresentanti dei Pres. di Sezione con la Segreteria e il Comitato Nazionale, accordi commerciali con Trenitalia e Meridiana per i viaggi arbitrali e altre ancora.

L’attività sezionale è iniziata a metà settembre con il raduno precampionato, al quale hanno pertecipato la maggior parte dei Colleghi a disposizione dell’O.T.P., anche se, come al solito, le prove atletiche, specialmente ad inizio stagione, risultano ‘indigeste’ e ‘da evitare’ per troppi Arbitri, come pure gli allenamenti settimanali al campo ‘Martin’; il reclutamento dei nuovi Arbitri, anche quest’anno, ha dato ottimi risultati con ben 17 Colleghi che a metà dicembre hanno superato brillantemente l’esame del corso, dopo 2 mesi di lezioni tenute dai Consiglieri Bedini, Coppola Francesco, Giachero e Vignolo e che hanno portato , al momento, la forza arbitrale sezionale a 123 Associati, in aumento ancora rispetto all’anno scorso; vi sono, purtroppo, troppe dimissioni, non solo di giovani Colleghi ma anche alcune inaspettate di Associati con molti anni di tessera, che lasciano molta delusione nel sottoscritto e nei Consiglieri.

Le prestazioni sui terreni di gioco, oltre 1500 durante l’annata, sono state complessivamente positive da parte di tutti gli Arbitri a disposizione della Sezione, con moltissime promozioni alla categoria superiore, anche se gli amichevoli e appassionati consigli degli Osservatori sezionali non sempre vengono messi in pratica nelle partite successive, per cui alcuni Colleghi non ottengono i risultati sperati. Per quanto riguarda l’attività a livello regionale degli Arbitri, Assistenti e Osservatori, oltre alle 4 proposte di promozione già citate, vi sono stati i positivi esordi in Eccellenza dell’A.E. Gianluca Manganiello e dell’O.A. Giuseppe Puddu, mentre per Stefano Sblendorio l’impiego nella massima categoria regionale è rimandato all’inizio del prossimo campionato e la conferma nella categoria per tutti gli altri. Walter Giachero ha continuato a dirigere, fino alle scorse settimane, le partite di C1 e C2 con grande impegno, capacità e professionalità, non riuscendo,però, ad essere tra i 4/5 arbitri che saranno promossi in serie ‘B’; mi auguro, che la Commissione presieduta da Mattei, che ha sempre riconosciuto queste qualità del ns. Associato, valuti positivamente la sua richiesta di passaggio tra gli Assistenti arbitrali per la CAN A/B.

Anche in questa annata, essendovi la disponibilità finanziaria, il C.D.S. ha deciso di continuare le iniziative a favore degli Associati omaggiando i partecipanti ai raduni precampionato con un giubbotto impermeabile con logo sezionale e, a fine anno, tutti i Colleghi con una cartina dettagliata del Piemonte, utile per le trasferte arbitrali; inoltre nel mese di giugno la squadra di calcio parteciperà al torneo di Nichelino.

Nei prossimi mesi, purtroppo, dovremo lasciare l’attuale sede sezionale che occupiamo da ben 18 anni, in quanto il Comune di Pinerolo, proprietario dell’intero palazzo ‘Vittone’ procederà ad una ristrutturazione complessiva ad uso museale; la sede sostitutiva di V.le Rimembranza 65 proposta dall’Amministrazione comunale non soddisfa pienamente le ns. esigenze, ma un accordo con un’altra Associazione per l’acquisizione di un locale adiacente ci permetterà, comunque, di svolgere le riunioni nella nuova sede, anche se un po’ allo stretto; siamo in attesa, al momento, di una risposta positiva da parte della Giunta su alcuni lavori richiesti, che il Comune deve effettuare, prima di procedere alla sistemazione definitiva dei locali assegnati; sono state, comunque, valutate altre possibilità, ma gli affitti richiesti e i contributi non aumentabili da parte dell’A.I.A., ci obbligano ad accettare questa soluzione. Venerdì prossimo, 11 giugno, si effettuerà la riunione biennale sezionale a conclusione del mandato di presidenza, durato circa 4 anni; insieme al C.D.S. ho cercato di continuare a gestire la Sezione in modo valido e positivo, come avevano fatto i miei predecessori, portando qualche idea nuova e mettendo in pratica alcune iniziative per dare una immagine più marcatamente arbitrale della ns. attività, in base alla mia trentennale esperienza; spero che l’impegno profuso in questi 4 anni sia stato apprezzato da tutti Voi e rimango, come sempre, disponibile a suggerimenti e critiche costruttive. Nella stessa serata si svolgerà anche l’assemblea elettiva del Presidente sezionale per il prossimo quadriennio; il sottoscritto ha dichiarato al C.D.S. la propria disponibilità a lasciare l’incarico e a sostenere un eventuale altro Candidato, invitando i Consiglieri con i requisiti richiesti ad accettare questo impegno, sicuramente gravoso e impegnativo, ma ricco, comunque, di soddisfazioni, mettendo la propria esperienza al servizio di tutti gli Associati. Vedremo.

Concludo questa lunga chiacchierata con i ringraziamenti agli Arbitri, Assistenti, Osservatori, Revisori e Consiglieri per l'attività arbitrale e gli incarichi assolti con impegno, capacità e passione che hanno consentito un positivo svolgimento della stagione sportiva. Buone vacanze a tutti Voi e alle Vostre Famiglie.

Al termine del mandato di presidente sezionale voglio ringraziare chi ha voluto, 4 anni fa, che assumessi questo incarico e che quotidianamente ha collaborato con me nella gestione della Sezione, non solo con le decine di designazioni settimanali, ma, in molte occasioni con utili consigli e suggerimenti. Grazie Gianfranco.


BILANCIO ANNUALE 2004 - di Guido Falca
 

Sta per finire l’attività arbitrale e associativa di questa stagione calcistica 2003 / 2004 che per la ns. Sezione, passatemi il termine, è stata ‘eccezionale’ ; prima ad ottobre la visita del Presidente nazionale Tullio LANESE e adesso, alla fine del mese di giugno, si dovrebbero concretizzare, salvo inaspettate e spiacevoli sorprese dell’ultima ora, ben 4 proposte di promozione a livello nazionale alla CAN D dei Colleghi A.E. Alessandro Reale, A.A. Francesco Coppola, O.A. Andrea Bedini e per il calcio a 5 A.E. Sergio Scali.

La presenza di LANESE a Pinerolo il 10 ottobre scorso è stata ‘storica’, in quanto la prima di un Presidente dell’Associazione nei 47 anni della ns. Sezione, ed ha coronato gli sforzi organizzativi e associativi di tutto il C.D.S. e in particolare di Ezio Morina e miei, considerando che, nei 4 anni del Suo mandato, il Pres. Nazionale ha fatto visita in Piemonte solamente alla sezione di Torino, oltre che al C.R.A.. Di questa preferenza ringraziamo con grande stima e considerazione il Pres. Nazionale che ha dimostrato nelle 2 riunioni svolte, la prima con il C.R.A e i Presidenti di Sezione, e la seconda con tutti gli Associati presenti, non solo pinerolesi, le Sue grandi doti comunicative e organizzative e il costante impegno, insieme al Comitato Nazionale, per il miglioramento di tutta la ns. Associazione.

Le ultime iniziative portate a termine o in via di completamento da parte dell’A.I.A. riguardano: le designazioni di tutte le partite settimanali, anche quelle sezionali, visibili dal sabato mattina sul sito dell’Associazione WWW.AIA-FIGC.IT , la linea ADSL per il collegamento ad Internet per tutte le 212 Sezioni d’Italia e che servirà, prossimamente, anche per REFER-ONLINE che sostituirà la procedura SINFONIA, uno spot televisivo per il reclutamento arbitrale, interpretato dal miglior arbitro ‘mondiale’ Pier Luigi Collina, dal Commissario tecnico della Nazionale Trapattoni e da alcuni calciatori azzurri, un manifesto ‘cartaceo’ da affiggere, sempre per il reclutamento, il riconoscimento dell’A.I.A. come sesta Componente della F.I.G.C. con diritto di voto, la revisione migliorativa dei regolamenti associativi con riunioni dei rappresentanti dei Pres. di Sezione con la Segreteria e il Comitato Nazionale, accordi commerciali con Trenitalia e Meridiana per i viaggi arbitrali e altre ancora.

L’attività sezionale è iniziata a metà settembre con il raduno precampionato, al quale hanno pertecipato la maggior parte dei Colleghi a disposizione dell’O.T.P., anche se, come al solito, le prove atletiche, specialmente ad inizio stagione, risultano ‘indigeste’ e ‘da evitare’ per troppi Arbitri, come pure gli allenamenti settimanali al campo ‘Martin’; il reclutamento dei nuovi Arbitri, anche quest’anno, ha dato ottimi risultati con ben 17 Colleghi che a metà dicembre hanno superato brillantemente l’esame del corso, dopo 2 mesi di lezioni tenute dai Consiglieri Bedini, Coppola Francesco, Giachero e Vignolo e che hanno portato , al momento, la forza arbitrale sezionale a 123 Associati, in aumento ancora rispetto all’anno scorso; vi sono, purtroppo, troppe dimissioni, non solo di giovani Colleghi ma anche alcune inaspettate di Associati con molti anni di tessera, che lasciano molta delusione nel sottoscritto e nei Consiglieri.

Le prestazioni sui terreni di gioco, oltre 1500 durante l’annata, sono state complessivamente positive da parte di tutti gli Arbitri a disposizione della Sezione, con moltissime promozioni alla categoria superiore, anche se gli amichevoli e appassionati consigli degli Osservatori sezionali non sempre vengono messi in pratica nelle partite successive, per cui alcuni Colleghi non ottengono i risultati sperati. Per quanto riguarda l’attività a livello regionale degli Arbitri, Assistenti e Osservatori, oltre alle 4 proposte di promozione già citate, vi sono stati i positivi esordi in Eccellenza dell’A.E. Gianluca Manganiello e dell’O.A. Giuseppe Puddu, mentre per Stefano Sblendorio l’impiego nella massima categoria regionale è rimandato all’inizio del prossimo campionato e la conferma nella categoria per tutti gli altri. Walter Giachero ha continuato a dirigere, fino alle scorse settimane, le partite di C1 e C2 con grande impegno, capacità e professionalità, non riuscendo,però, ad essere tra i 4/5 arbitri che saranno promossi in serie ‘B’; mi auguro, che la Commissione presieduta da Mattei, che ha sempre riconosciuto queste qualità del ns. Associato, valuti positivamente la sua richiesta di passaggio tra gli Assistenti arbitrali per la CAN A/B.

Anche in questa annata, essendovi la disponibilità finanziaria, il C.D.S. ha deciso di continuare le iniziative a favore degli Associati omaggiando i partecipanti ai raduni precampionato con un giubbotto impermeabile con logo sezionale e, a fine anno, tutti i Colleghi con una cartina dettagliata del Piemonte, utile per le trasferte arbitrali; inoltre nel mese di giugno la squadra di calcio parteciperà al torneo di Nichelino.

Nei prossimi mesi, purtroppo, dovremo lasciare l’attuale sede sezionale che occupiamo da ben 18 anni, in quanto il Comune di Pinerolo, proprietario dell’intero palazzo ‘Vittone’ procederà ad una ristrutturazione complessiva ad uso museale; la sede sostitutiva di V.le Rimembranza 65 proposta dall’Amministrazione comunale non soddisfa pienamente le ns. esigenze, ma un accordo con un’altra Associazione per l’acquisizione di un locale adiacente ci permetterà, comunque, di svolgere le riunioni nella nuova sede, anche se un po’ allo stretto; siamo in attesa, al momento, di una risposta positiva da parte della Giunta su alcuni lavori richiesti, che il Comune deve effettuare, prima di procedere alla sistemazione definitiva dei locali assegnati; sono state, comunque, valutate altre possibilità, ma gli affitti richiesti e i contributi non aumentabili da parte dell’A.I.A., ci obbligano ad accettare questa soluzione. Venerdì prossimo, 11 giugno, si effettuerà la riunione biennale sezionale a conclusione del mandato di presidenza, durato circa 4 anni; insieme al C.D.S. ho cercato di continuare a gestire la Sezione in modo valido e positivo, come avevano fatto i miei predecessori, portando qualche idea nuova e mettendo in pratica alcune iniziative per dare una immagine più marcatamente arbitrale della ns. attività, in base alla mia trentennale esperienza; spero che l’impegno profuso in questi 4 anni sia stato apprezzato da tutti Voi e rimango, come sempre, disponibile a suggerimenti e critiche costruttive. Nella stessa serata si svolgerà anche l’assemblea elettiva del Presidente sezionale per il prossimo quadriennio; il sottoscritto ha dichiarato al C.D.S. la propria disponibilità a lasciare l’incarico e a sostenere un eventuale altro Candidato, invitando i Consiglieri con i requisiti richiesti ad accettare questo impegno, sicuramente gravoso e impegnativo, ma ricco, comunque, di soddisfazioni, mettendo la propria esperienza al servizio di tutti gli Associati. Vedremo.

Concludo questa lunga chiacchierata con i ringraziamenti agli Arbitri, Assistenti, Osservatori, Revisori e Consiglieri per l'attività arbitrale e gli incarichi assolti con impegno, capacità e passione che hanno consentito un positivo svolgimento della stagione sportiva. Buone vacanze a tutti Voi e alle Vostre Famiglie.

Al termine del mandato di presidente sezionale voglio ringraziare chi ha voluto, 4 anni fa, che assumessi questo incarico e che quotidianamente ha collaborato con me nella gestione della Sezione, non solo con le decine di designazioni settimanali, ma, in molte occasioni con utili consigli e suggerimenti. Grazie Gianfranco.


LA VISITA DEL PRESIDENTE NAZIONALE LANESE - di Margherita Caggiano
 

Quest’anno la nostra Sezione ha avuto l’onore di ospitare un personaggio di grande rilievo. Ricordate lo scorso venerdì 10 ottobre ? E’ il giorno in cui il Presidente nazionale Tullio Lanese è venuto a trovarci per incontrare i Rappresentanti delle 17 Sezioni piemontesi e tutti gli arbitri pinerolesi.

Lanese è in carica dal 2000, dopo essersi distinto per anni sui terreni di gioco non solo italiani , ma di tutto il mondo. Vanta 159 gare in serie A, nel 1988 arbitra le Olimpiadi di Seul, nel ’91 dirige la finale di Coppa Campioni e nel ’92 rappresenta la nostra classe arbitrale agli Europei, e questi sono solo alcuni dei Suoi successi. All’Hotel Cavalieri erano presenti anche Pietro Biasizzo, Componente nazionale dell’A.I.A., Felice Viterbo, Presidente regionale con tutti i Componenti del C.R.A., il Presidente del Piemonte della Lega Nazionale Dilettanti Giovanni Inversi, e naturalmente la Sezione di Pinerolo al gran completo. La platea era composta da circa 200 partecipanti, provenienti da tutto il Piemonte. Il Presidente nazionale ha parlato, innanzi tutto, di una questione importante, ossia quella della necessità impellente di aumentare il numero di Associati, specialmente nel nord d’Italia che è la zona dove maggiormente si fatica a soddisfare le esigenze del calcio dilettantistico. A tale proposito ha invitato tutti a fare propaganda per il reclutamento; l’Associazione a livello nazionale cresce, anche se di poco; entrano circa 6000 arbitri l’anno e ne escono circa 5500, e vi sono ormai 2000 donne arbitro: ‘Questa è un’area che ha avuto e ha grandi Arbitri e grandi Dirigenti e che ha scritto pagine importanti nella nostra Associazione; l’attività sui terreni di gioco è una grande palestra di vita, aiuta i giovani a conoscere le regole e farle rispettare’. Per assolvere nel miglior modo possibile al nostro ruolo, ha invitato a rivedere il regolamento, poiché : ‘Più conosci le regole e meglio le applichi; il migliore di noi è quello che sbaglia di meno. Dobbiamo lavorare affinché ci sia meno violenza, anche se questa non è una zona ad alto rischio, abbiamo avuto degli episodi preoccupanti in passato.’ Dopo di che ha dichiarato con orgoglio che da quest’anno l’A.I.A. è stata riconosciuta come la 6° componente della Federazione, con diritto di voto: ‘Si tratta di una grande conquista, il calcio italiano è conosciuto in tutto il mondo; quando non c’è una squadra italiana in finale, c’è un nostro Arbitro; mandiamo continuamente Colleghi all’estero, anche in paesi come il Giappone e la Cina’. Il Presidente nazionale ha concluso il suo discorso dicendo : ‘Io sono orgoglioso di essere arbitro, vorrei che anche Voi lo foste’.

Poi è giunto il momento fatidico delle domande, ed è stato chiesto per quale motivo oggi vediamo Arbitri in TV, proprio in trasmissioni che l’Associazione ha sempre criticato. Lanese ha spiegato che si è trattato di una scelta mirata, che ha richiesto un accurato periodo di preparazione; gli Arbitri interessati e il Presidente hanno svolto un apposito stage per imparare a confrontarsi con le telecamere e i giornalisti. Proprio grazie a questa scelta i toni di tali trasmissioni sono decisamente diminuiti; il calcio diventa sempre più un fenomeno mediatico e anche gli Arbitri, che da sempre hanno lavorato in silenzio lasciando parlare gli altri, iniziano a farsi sentire.


LE NOSTRE SEDI - di Mario Ameduri
 

E’ in corso la preparazione della storia della nostra Associazione tramite la raccolta di tutti i numeri della rivista ‘ L’Arbitro ‘, dalle prime pubblicazioni del 1923 fino ad oggi e che a breve sarà disponibile sul sito ufficiale dell’A.I.A.; tra i curatori vi è il collega Luciano LUPI della Sez. di Genova che, contattato nei mesi scorsi dal Presidente Falca e dal Consigliere Morina sulla storia della nostra Sezione, ha fornito dei dati molto utili ed interessanti, anche se concisi. Mi rivolgo, pertanto, a tutti i Colleghi, in modo particolare a quelli più anziani, a volerci fornire ogni informazione in loro possesso sulla nostra Sezione riguardo a : Associati, avvenimenti, date, curiosità, fotografie, ecc. Tutto questo materiale sarà utilizzato tra 2 anni, nel 2006, in occasione della ricorrenza dei 50 anni di fondazione della Sezione.

Possiamo intanto raccontare, molto sinteticamente, sui vari siti della nostra sede in Pinerolo, argomento particolarmente attuale e pressante.

Come già accennato in passato, il nostro primo corso arbitri si svolse presso la “Trattoria Cernaia” , sotto i portici nuovi di Corso Torino, per gentile concessione dei proprietari. genitori di un nostro ex associato Giuseppe UBINO, valente arbitro nonché per parecchi anni segretario sezionale. Fu infatti in quell’ampio salone che si svolsero le prime riunioni e lezioni sul regolamento per il gruppo di giovani arbitri , una trentina, che costituirono, all’inizio del 1956, il nucleo fondatore della nostra Sezione , capitanati da Piero FERRERO, che diventò il nostro primo Presidente.

In seguito il Comune di Pinerolo ci mise a disposizione il locale di due stanze situato al pianterreno di Vicolo delle Carceri; questa fu una sistemazione precaria fino a quando non si resero disponibili i locali di Piazza Guglielmone dove restammo fino agli anni 1963-64; nel frattempo abbiamo dovuto di nuovo alzare i tacchi e sistemarci provvisoriamente nella saletta piccola del “Bar Ristorante Miro” - situato su Viale della Rimembranza all’incrocio con Via Gioberti , concessa dal proprietario che era un nostro associato Clodomiro TAPPERO, fratello del più giovane Piero, pure lui arbitro e che molto si distinse negli anni 60-70.

Finalmente nell’anno 1966, nel decimo anniversario della nostra sezione, fummo in grado di affittare un alloggio al piano rialzato di via Caprilli 18 dove restammo una decina d’anni. Fu un periodo molto intenso e in cui la sezione diventava adulta. In tale periodo nacque la seconda generazione, se così si può dire, di arbitri tra cui due dei nostri Presidenti: Alberto DI MAURO e Guido FALCA.

Successivamente la sede si trasferì in Via Stampini 9 dove dopo 20 anni la presidenza passò da Piero FERRERO a Tullio CIRRI. Intanto i soci crescevano di numero di anno in anno fino al raggiungimento del centinaio. Significativo l’anno 1981 in cui potemmo festeggiare il venticinquesimo anniversario con ospiti di riguardo del calibro del Vice Presidente A.I.A. Giuseppe ADAMI , Sergio GONELLA arbitro della finale della Coppa del Mondo in Argentina nel 1978 , Gino RANCATI giornalista RAI, autorità locali e con i massimi Dirigenti regionali arbitrali sempre disponibili alle nostre manifestazioni.

Quindi restammo senza sede per un breve periodo durante il quale il corso arbitri si svolse presso i locali della Parrocchia Madonna di Fatima .

Successivamente, nel 1986, il Comune di Pinerolo ci propose l’attuale sede nei locali all’ultimo piano di palazzo ‘ Vittone ‘, alla cui sistemazione parteciparono gratuitamente molti Associati e dove la nostra forza sezionale è andata di anno in anno aumentando, fino a raggiungere gli oltre 120 attuali, sotto le gestioni CIRRI , DI MAURO , PASSET e FALCA .

Si prospetta adesso una nuova sistemazione, come tutti sappiamo, in altri locali comunali più periferici, ma allo stato attuale non vi è ancora nulla di definito. Nutriamo fiducia nel Comune di Pinerolo come pure nelle doti e nello zelo del nostro Presidente per una ottima sistemazione.


ARBITRI SENZA FISCHIETTI - di Walter Giachero
 

La comunicazione è un processo piuttosto complicato, tanto è vero che dall'inizio del '900 ad oggi possiamo contare innumerevoli studi sull'argomento. Sono molte le scienze nate intorno al tema: la linguistica, la semiotica, la psico - linguistica e molte altre. Aldo Bertelle è partito da questi studi, il suo percorso ha toccato anche l'antropologia, la filosofia e la psicologia di matrice Freudiana. Ha applicato tutte queste nozioni al mondo dell'arbitraggio, giungendo a conclusioni che possono far sì che ognuno di noi svolga il proprio ruolo in ,maniera più consapevole. E' chiaro che in campo noi comunichiamo, ma non solo tramite il codice verbale, bensì anche tramite la gestualità, le posture, le espressioni del viso, gli sguardi e il fischietto. Bertelle sottolinea l'importanza dell'assenza di comunicazione: quando decidiamo di non intervenire su un fallo o su una protesta, non possiamo scegliere di non comunicare in assoluto, altrimenti i nostri interlocutori penseranno che non abbiamo visto l'infrazione, oppure che non siamo in grado di intervenire, sentendosi legittimati a compierne altre. Dunque, se non vogliamo interloquire verbalmente, dobbiamo farlo almeno attraverso i gesti, o con lo sguardo, in modo che la nostra presa di posizione sia chiara per il destinatario del messaggio. Tuttavia non iniziamo a comunicare solo dal fischio di inizio. E' importante prestare attenzione al nostro modo di presentarci fin dal momento in cui arriviamo al campo di gioco. L'impressione che diamo agli interlocutori, ci accompagnerà per tutta la gara. A che ora ci presentiamo? Come siamo vestiti? Sorridiamo? Diamo confidenza oppure no? Lo stesso vale per il momento dell'appello negli spogliatoi, il primo impatto con i giocatori. "Arbitri senza fischietto" esplicita molti aspetti su cui normalmente non ci soffermiamo. Questo è fondamentale, in quanto finché un atteggiamento viene eseguito a livello inconscio, non siamo in grado di controllarlo e di modificarlo. Bertelle ad esempio ci spiega che la comunicazione può essere complementare o simmetrica. Quest'ultima si verifica quando ad un atteggiamento dominante ne corrisponde uno analogo. Ma solitamente al ruolo-guida dell'arbitro, è complementare quello subordinato dei giocatori. Quando questa relazione salta, cioè nel caso di proteste, il consiglio è quello di non opporre un "muro contro muro", che otterrebbe come unico effetto quello di irritare la controparte, o addirittura di provocarla. Il libro entra nell'analisi specifica di alcuni gesti; ad esempio il richiamo dei giocatori con l'indice "è meno diffuso di quello con la mano, ed in Inghilterra ha una sfumatura di sarcasmo e di sfida". Si sofferma poi sul contatto fisico, e spiega che premere leggermente la mano sulla schiena altrui origina un contatto guida, che può servire per comunicare il fatto che abbiamo il pieno controllo della situazione. Esamina, inoltre, le esibizioni facciali e la distanza fisica che è bene mantenere;avvicinarsi a più di 50 centimetri dal giocatore può essere controproducente, salvo che non si voglia sottolineare un momento di confidenza. La distanza ideale varia da 1,20 a 2,40 metri. Bertelle cita Freud: "Nessun mortale può mantenere un segreto, se le labbra restano mute parlano le dita". E non solo, ogni fibra del nostro corpo invia un messaggio ed è fondamentale per un arbitro che ciò non avvenga in maniera istintiva ed irruente. Dunque "Arbitri senza fischietto" si rivela un ausilio importante per razionalizzare e sfruttare al meglio la nostra presenza in campo.


GLI ESAMI NON FINISCONO MAI - di Andrea Bedini
 

La nostra Associazione offre diverse opportunità per impegnarsi anche al di fuori delle direzioni di gara sul terreno di giuoco.Personalmente ritengo che essere “arbitri” sia sostanzialmente praticare non solo un hobby ma soprattutto uno sport legato all’emozione della partita, al profumo dell’erba dei campi di giuoco, all’agonismo dei calciatori, agli stimoli che si ricevono anche dalle proteste del pubblico, alle soddisfazioni che si provano quando un osservatore arbitrale si complimenta per la prestazione offerta…Tuttavia si arriva ad un punto della propria attività arbitrale in cui si fanno scelte alternative: diventare assistenti, intraprendere la strada dell’osservatore, partecipare più attivamente alla vita sezionale conoscendone anche gli aspetti amministrativi, burocratici e contabili, accettare incarichi particolari che possono essere proposti sia a livello sezionale sia a livello regionale. Uno di questi è ad esempio essere nominati Presidente di commissione d’esame per l’idoneità dei nuovi arbitri.

In sezione, in collaborazione con efficienti colleghi, mi sono spesso occupato dei corsi arbitri vivendo direttamente tutte le fasi che un/una giovane deve percorrere per diventare ufficialmente arbitro di calcio: dalle lezioni settimanali fino alla prova finale rappresentata dall’esame tenuto dal collegio esterno nominato dal Comitato Regionale.

Da due anni tuttavia mi sono trovato dall’altra parte della “barricata” poiché il Presidente Regionale mi ha designato – perché anche per quest’incarico si è designati – membro della Commissione d’esame nominata per accertare il grado di preparazione dei nuovi arbitri della sezione di Torino.

E’ un’esperienza insolita, i nuovi futuri colleghi Ti guardano sospettosi e qualcuno anche con timore riverenziale nonostante le rassicurazioni di tranquillità che vengono continuamente fornite per sdrammatizzare un momento che in realtà deve rappresentare una festa per tutti: per i dirigenti per le nuove leve immesse nell’Associazione, per i neo-arbitri per essere ufficialmente inseriti in quella che sarà una grande famiglia allargata. Tecnicamente le prove si svolgono in modo ordinario; cioè si controlla tramite quiz scritti il grado di preparazione raggiunto dai candidati sul regolamento per poi conoscere direttamente i ragazzi esaminati mediante un colloquio orale. Naturalmente si “chiude spesso un occhio” quando gli esaminati nella prova scritta si scambiano opinioni sui quesiti proposti: sembra di essere tornati a scuola con la differenza che stavolta i professori siamo Noi esaminatori. Devo ammettere che, tranne sporadici casi, il grado di preparazione è sempre stato soddisfacente sebbene mi sia capitato purtroppo l’anno scorso di ritenere non idoneo un ragazzo che ha chiaramente dimostrato di ignorare gli elementi basilari del nostro regolamento. E’ di pubblico dominio il problema sempre più grave del reclutamento, ma in certe situazioni occorre anche interrogarsi sulla responsabilità che si ha nel mandare sul terreno di giuoco un ragazzo che già in sede di esame ha palesato chiare e ingiustificabili lacune; potrebbe essere lesivo non solo per l’immagine dell’Associazione ma potrebbe costituire anche un pericolo per l’incolumità del ragazzo stesso. Escluso quest’unico caso, devo ammettere che solitamente tutti i membri delle commissioni d’esame sono ben disposte verso i nuovi colleghi; gli aiuti sono elargiti in abbondanza anche quando vengono fatti quesiti “a trabocchetto” per verificare in modo più approfondito la conoscenza regolamentare dell’esaminato. E’ importante in ogni caso fin dall’inizio fornire motivazioni e incentivi accompagnati a consigli da seguire soprattutto nelle prime direzioni di gara; naturalmente la preparazione sul regolamento da parte di chi interroga, a maggior ragione del Presidente di commissione, deve essere pressoché perfetta. Infatti come si potrebbe interrogare i nuovi arbitri e soprattutto impartire istruzioni e consigli quando si è impreparati sul regolamento? Purtroppo su questo punto molti colleghi peccano di presunzione: l’esame che si sostiene all’inizio per entrare nell’Associazione è forse l’unico momento della carriera arbitrale in cui abbiamo una discreta preparazione sulle regole del giuoco. Poi ci si dimentica abbastanza in fretta del regolamento con conseguenze spesso poco edificanti: errori tecnici, magre figure nei test che vengono sostenuti nel corso dei vari raduni, polemiche durante le riunioni tecniche (..quando si frequentano..). Per questo motivo io da Presidente di Commissione ho sempre raccomandato alle nuove leve di sfogliare continuamente in futuro il libro del regolamento prestando massima attenzione alle nuove disposizioni e modifiche che vengono inserite all’inizio di ogni stagione sportiva.

Devo dire che quest’esperienza mi ha divertito perché nei nuovi ragazzi che entrano nel Nostro mondo rivedo me stesso all’inizio dell’arbitraggio e soprattutto perché ho ritrovato amici che, appassionati come me dell’Associazione, accettano incarichi come quello di membro di commissione d’esame come un confronto tra persone che pur cessando l’attività agonistica trovano stimoli anche nell’esercitare incarichi puramente amministrativi.


IL QUARTO UFFICIALE DI GARA - di Walter Giachero
 

Dall’ attuale stagione sportiva 2003-2004 anche in Italia il ruolo del IV ufficiale di gara, detto ‘ quarto uomo ‘, è ricoperto da un arbitro effettivo in tutte le gare dove è previsto, cioè le partite di serie A e B ; fino alla scorso campionato questo compito era assolto da un assistente arbitrale e questo comportava che in caso di infortunio ad uno dei 2 assistenti ufficiali la gara poteva proseguire, in quanto veniva sostituito dal quarto uomo, ma nel malaugurato caso di un problema fisico dell’arbitro la gara veniva sospesa.

Proprio per questo problema l’U.E.F.A. ha chiesto che l’Italia si uniformasse al resto d’Europa, e quindi il ruolo del IV ufficiale di gara deve essere ricoperto da un arbitro effettivo, perché questi ha la facoltà di sostituire uno qualunque dei componenti la terna, compreso l’arbitro.

I principali compiti del ‘ quarto uomo ‘ riguardano il controllo dei dirigenti, allenatori e giocatori di riserva indicati nella distinta ufficiale presenti in panchina e che persone sconosciute o non autorizzate accedano o sostino nel recinto di gioco; prendere nota del contenuto di striscioni offensivi e/o incitanti alla violenza esposti all’interno dello stadio, delle manifestazioni di intemperanza dei tifosi, di cori ingiuriosi uditi e del lancio di oggetti nel terreno di gioco, di fatti ed episodi gravi commessi dagli ammessi nel recinto di gioco; esporre i numeri e assicurare la corretta esecuzione delle sostituzioni dei calciatori.

L’organico arbitrale di serie A e B non è sufficientemente ampio per far fronte alla richiesta dell’U.E.F.A. e la C.A.N. A/B ha deciso di utilizzare gli arbitri della serie C per ricoprire questo ruolo nel campionato nazionale di serie B.

Questa innovazione ha permesso a molti arbitri di serie C, come me, di fare un’esperienza molto positiva per la propria crescita, oltre che frequentare stadi storici, ed “assaggiare” quale sia l’atmosfera e l’ambiente del calcio professionistico, concedendo loro di vedere come un Collega più esperto, affronta questo tipo di gare, a contatto con calciatori famosi, mass-media e decine di migliaia di spettatori.

Ritengo, personalmente, che questo nuovo incarico sia molto importante per un arbitro in formazione quale è quello che dirige le gare di serie C ; difatti può carpire i segreti e le malizie utilizzati da un Collega molto più esperto e abituato a vivere certe situazioni , come si rapporta con gli altri componenti la ‘ quaterna ‘ e quali sono gli argomenti trattati, ad esempio, nel colloquio pre-gara.

Per esperienza personale ritengo, ove sia possibile, che la “chiaccherata” pre-gara con gli Assistenti, molto importante per ottenere una collaborazione proficua, debba essere fatta in albergo prima di recarsi allo stadio , in quanto ci permette di arrivare negli spogliatoi privi di questa incombenza, liberi di poterci concentrare sulla gara.

Ritengo inoltre, sia anche molto importante per la crescita caratteriale di un giovane arbitro, il rapporto che deve instaurare durante la gara con gli Allenatori e i Dirigenti di queste categorie che sono personaggi pubblici e famosi, ognuno con il loro carattere, e difficilmente gestibili durante la gara quando la tensione per l’andamento della partita e del risultato è altissima.

In questo campionato ho avuto la fortuna di andare in stadi come il “Luigi Ferraris” di Genova, il “Fratelli d’Italia” di Bergamo, ma soprattutto di conoscere e collaborare con degli arbitri internazionali del calibro di: Rosetti, Farina e Messina. Aver conosciuto e aver disputato una gara con questi Arbitri, che hanno raggiunto i massimi traguardi arbitrali, è stata sicuramente una bella esperienza, ma quello che più mi ha fatto piacere è il rapporto umano che si è instaurato con i Colleghi della CAN A/B.


SPERIAMO CHE NON SUCCEDA MAI - di Paolo Bolley
 

Accade talvolta, fortunatamente assai di rado, che l'arbitro venga aggredito o dai giocatori di una delle squadre, o da un dirigente, o ancora da un tifoso esagitato.

Ricordando per inciso che, nel caso in cui l'aggressione avvenga a gara in corso, questa deve essere immediatamente sospesa, occorre in questa sede spiegare quali sono gli adempimenti che l'arbitro deve svolgere.

La prima cosa da fare, nel caso in cui sia presente la forza pubblica, è quella di richiedere l'immediata identificazione del colpevole e la stesura di una relazione di servizio che non verrà, però, consegnata all'arbitro; Immediatamente dopo è necessario recarsi presso il pronto soccorso del più vicino ospedale al fine di ottenere le cure del caso; in tale contesto il medico rilascia all'arbitro un referto con la diagnosi e, soprattutto, con l'indicazione dei giorni presumibilmente necessari per la guarigione dalle lesioni subite. Arrivati a casa è necessario avvisare il Presidente di Sezione sui fatti accaduti, il quale provvederà alle comunicazioni al C.R.A. e al Comitato Nazionale dell’A.I.A. e potrà consigliare, eventualmente, il Collega sulla stesura del rapporto della gara, che è l’unico documento utilizzato dal Giudice sportivo per determinare la squalifica del colpevole (se tesserato per una società). Per poter procedere giudizialmente nei confronti dell'aggressore (se tesserato) ed ottenere da questi il risarcimento del danno subito, occorre richiedere alla F.I.G.C. l’autorizzazione, inoltrando la documentazione prevista che comprende la copia del rapporto di gara e del comunicato ufficiale con la squalifica del colpevole, il referto medico con la diagnosi, eventuali altre notizie utili. Entro il termine di 3 mesi dalla data in cui si è verificato l'episodio l'arbitro, ricevuta l’autorizzazione dalla F.I.G.C., potrà agire depositando presso un ufficio di polizia giudiziaria (Carabinieri, Polizia, ecc.) un atto di querela con il quale, dopo un breve resoconto dei fatti, chiede formalmente che l'Autorità giudiziaria proceda penalmente nei confronti dell'aggressore. In tale atto, che dovrebbe essere predisposto preferibilmente con l'assistenza di un legale, è necessario indicare l'entità delle lesioni subite (ovvero i giorni necessari per la guarigione), allegare le certificazioni mediche, ed indicare analiticamente tutti gli insulti e le minacce ricevute: normalmente, infatti, chi aggredisce l'arbitro condisce il tutto con una raffica di ingiurie. Dopo un certo periodo di tempo, che purtroppo può variare da qualche mese ad un paio d'anni a seconda della Procura della Repubblica territorialmente competente, in relazione al luogo in cui si è verificato l'episodio, l'arbitro viene convocato dal Giudice di Pace (per i fatti antecedenti al 2003 oppure dal Tribunale per lesioni superiori a 20 giorni) per la celebrazione del processo a carico dell'aggressore. Normalmente il processo non viene però celebrato perché spesso, prima della data fissata, si giunge ad una transazione fra le parti, che concordano l'entità del risarcimento del danno ed il conseguente ritiro della querela.

Negli altri casi - che sono la minoranza - in cui invece l'imputato preferisce professarsi innocente, l'arbitro, questa volta con la necessaria assistenza di un avvocato, potrà costituirsi parte civile e chiedere che il Giudice, oltre a valutare se l'imputato è colpevole ed emettere a suo carico la condanna penale, emetta altresì quella civile con la quale lo dichiara tenuto a provvedere al pagamento di una somma di denaro in favore dell'arbitro a titolo di risarcimento del danno subito.

Occorre ancore rilevare che dal 2003, ovvero da quando la competenza per i reati cosiddetti minori è stata affidata al Giudice di pace, il risarcimento del danno nella misura stabilita dall'imputato - se valutata congrua dal giudice - determina l'estinzione del reato e ciò a prescindere dall'intenzione dell'arbitro di ritirare o meno la querela. Questo significa che oggi è venuta meno per l'arbitro la possibilità di insistere nel richiedere a titolo di risarcimento una somma maggiore di quella che presumibilmente il Giudice liquiderebbe all'esito del processo, facendosi forte del timore che genera nell'imputato l'essere sottoposto ad un procedimento penale.

In pratica, quindi, ciò ha comportato una drastica riduzione dell'entità dei risarcimenti che oggi vengono normalmente quantificati in circa 60 Euro per ogni giorno di malattia ed in pochissime centinaia di Euro per le ingiurie e le minacce che normalmente si accompagnano.

Per completezza è necessario ricordare che è possibile, anche, agire immediatamente in sede civile ma la strada penale appare di gran lunga preferibile.