YAZID ED IL MARTIRIO DELL’IMAM HUSSAIN

Nel mese di Rajab 60H (Marzo 680 DC), Muaia mori’ all’eta’ di 77 anni. Yazid, figlio di Muauia, assunce il califfato secondo il testamento di suo padre, attraverso una procedura ereditaria che non si era mai verificata nella storia dell’’Islam fino a quel punto. Muauia aveva posto le basi per un facile passaggio dei suoi poteri a suo figlio attraverso una meticolosa azione diplomatica preparatoria e grazie al poter militare che aveva raggiunto. L’unico elemento che ancora mancava per la completa legittimazione di Yazid a califfo dell’Islam era l’approvazione di quattro prominenti individui appartenenti alla cosi’ detta "seconda generazione" (tabi'un) dopo la generazione del Profeta (P): Hussein ibn Ali’, Abdullah ibn az-Zubair, Abdullah ibn Umar e Abdurrahman ibn Abu Bakar.

Prima che la notizia della morte di suo padre giungesse in Medina, Yazid ordino'’al governatore della citta’ Al Walid ibn Utba di assicurarsi il giuramento di fedelta’ dei quattro. Abdullah ibn az-Zubair decise di allontanarsi immediatamente dalla citta’ alla volta di Mecca per evitare di prestare l’omaggio ; mentre Hussein, convocato d’urgenza alla corte del governatore, cerco’ di guadagnare tempo dicendo che sarebbe stato preferibile prestare il giuramento (bay'a) in pubblico. Marwan al Hakam, consigliere di Walid ibn Utba, capi’ che le reali intezioni di Hussein era di non prestare il giuramento e fortemente sconsiglio’ il governatore dal lasciare andare via Hussein prima che questi l’avesse prestato. Ciononostante, il governatore non

 

 

 
 
     


se la senti’ di imporre la sua volonta’ ad un personaggio della statura morale e politica di Hussein e lo lascio’ andare. Per evitare ulteriori confronti, Hussein parti’ a sua volta per Mecca.Nel frattempo la notiza della morte di Muauia si diffuse tra la popolazione e reinvigori’ le speranze dei partigiani di Hussein in Mecca e Kufa. Soprattutto gli abitanti di Kufa gli scrissero numerose lettere per invitarlo a divenire il loro leader (Imam).

Per assicurarsi che gli abitanti di Kufa erano sinceri nelle loro asserzioni di supporto, Hussein mando’ a Kufa suo cugino Muslim ibn Aqil. Questi appuro’ che le intenzioni dei Kufani erano sincere a ne informo’ Hussein.

Yazid, tuttavia, ricevette parola della presenza di Muslim nella citta’ e del supporto che stava raccogliendo in favore di Hussein e immediatamente mando’ il suo braccio destro Ubaidullah ibn Ziad, governatore di Basra, per sedare il focolaio di rivolta. Arrivato in Kufa, Ubaidullah ibn Ziad ordino che le case di tutti I simpatizzanti di Hussein fossero bruciate, che I loro beni fossero confiscati e che i colpevoli venissero messi a morte. Muslim fu catturato e giustiziato per decapitazione di fronte agli atterriti Kufani.

Con l’avvicinarsi della stagione del Pellegrinaggio (Hajj), i pellegrini si stavano recando a Mecca provenendo da tutte le parti e Hussein intuendo che Yazid aveva mandato sicari travestiti da pellegrini, e volendo evitare che le cerimonie fossero sconsacrate con uno spargimento di sangue, lascio’ Mecca il

 
   

giorno prima che le cerimonie cominciassero (l8 Dhul Hija 60H/ 10 Settembre 680).

Hussein si avvio’ verso Kufa con soli 50 uomini, ma ben presto fu avvisato che tutte le vie per la citta’ erano state bloccate dall’esercito Ummaide. Giunto ad Attilbia, gli pervenne anche notizia dell’esecuzione di Muslim; poco piu’ avanti, a Zubaba, fu informato che anche i messageri da lui inviati per annunciare il suo arrivo nella citta’ erano stati uccisi. Essendo stato avvisato che un numeroso esercito nemico si era accampato sulla sua via presso una localita’ chiamata Cadisia, devio’ il corso della sua marcia ma fu intercettato da Ur ibn Attamimi a capo di una legione 1.000 kuomini. Ur tuttavia esitava ad uccidere colui che era il nipote del Profeta (P) e si limito’ a inseguire a breve distanza la carovana di Hussein, senza attaccarla.

Il 2 Muharam 61 (2 Ottobre 689) Hussein si accampo’ sulla piana di Karbala. Il giorno successivo un rinforzo di 4.000 uomini comandato da Omar ibn Sad si uni’ alla forza di Ur, stazionata anch’essa nelle vicinanze di Karbala. Sebbene Omar non esito’ a porre d’assedio la carovana di Hussein privandole l’accesso all’unica fonte d’acqua nelle vicinanze, anch’esso temporeggio’ prima di attaccarla, sperando in una risoluzione pacifica. Ben presto pero’, Shamir gli conferi’ l’ordine di Yazid di attaccare o di cedere a Shamir stesso il comando delle forze armate.

Vedendo che l’esercito nemico si apprestava ad attaccare, Hussein mando’ suo fratello Abbas nel campo opposto per

 

 
     
 



richiedere di rimandare le ostilita’ almeno di una notte; Hussein infatti presagiva l’imminente sconfitta e aveva bisogno di tempo per lasciare andare coloro che non volessero il sicuro martirio. Da parte sua Hussein era deciso ad andare fino in fondo, perche’ capiva che il prezzo da pagare per riaccendere la luce del Corano e della Tradizione di suo nonno il Profeta (P) nelle anime dei musulmani, era la propria vita. Solo alcuni dei suoi decisero di lasciarlo, cosi’ che il totale dei suoi uomini era di 72, comprendendo coloro che si erano uniti a lui lungo il viaggio e coloro che avevo disertato dall’esercito Ummaide.

Il 10 Muharram, il giorno noto come Asciura, tutti gli uomini delle forze di Hussein vennero uccisi, I loro corpi vennero poi denudati e le loro teste mozzate. Sinan ibn Anas taglio’ la testa di Hussein e Kawali ibn Yazid al Asciai la prese in custodia per trasportarla a Kufa. I corpi dei martiri vennero lasciati sul campo di battaglia finche’, dopo due giorni, gli abitanti di un vicino villaggio si sentirono sicuri abbastanza per andarli a seppellire.

L’esercito Ummaide nel frattempo si era avviato verso Kufa in una macabra processione con le 72 teste dei martiri infilzate su lance, e le donne e i bambini catturati al seguito; alle donne fu anche rimosso il velo dai loro capi. Tra i prigionieri si trovava il 22-enne Ali, figlio di Hussein, che era estremamente malato ed incapace di muoversi, cosa che gli aveva impedito di combattere risparmiandogli il martirio. Tra I prigionieri vi era anche Mohamed Hassan al Muthauna, di appena quattro anni, figlio di Hasan ibn Ali ibn Abu Talid. Tra le donne vi era Zainab figlia di Ali ibn Abu Talib.

 
 
   


Dopo essere stata mostrata in pubblico in Kufa, la testa mozzata di Hussein fu portata a Damasco per essere presentata a Yazid in una sontuosa cerimonia di corte. Tutti i prigionieri vennero condotti al seguito. La storia ci testimonia come Yazid non ebbe nessun rimorso per la morte di Hussein ed il rude trattamento dei prigionieri che tenne incarcerati per un ulteriore anno prima di essere rilasciati ed autorizzati a ritornare alle loro abitazioni. La famiglia del Profeta (P) ritorno’ prima a Karbala e poi a Medina.

Durante il suo regno come califfo Yazid continuo’ apertamente a trasgredire le leggi dell’Islam, cosa per cui esso era diventato famoso anche prima della morte del padre. Se il califfato aveva mantenuto ancora qualcosa di sacro durante il regno di Muauida, il comportamento di suo figlio Yazid rese sicuro che l’ufficio si trasformasse completamente in una despotica monarchia assoluta.

 

 

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