Il percorso della mostra “Magia, alchimia, scienza dal ‘400 al ‘700. L’influsso di Ermete Trismegisto”.
Note esplicative di Ferdinando Rizzardo

Il percorso si articola in tre punti
1)    Percorso librario organizzato dalla Bibliotheca Philosophica Hermetica di Amsterdam e dalla Biblioteca Nazionale Marciana. Occupa le bacheche nella sala detta “dei filosofi”. Si sviluppa in senso orario iniziando dalla prima bacheca vicina alla porta che si apre sull’antisala; traccia la diffusione dell’ermetismo dal Rinascimento ai Rosacroce.
2)    Percorso iconografico ideato da Ferdinando Rizzardo: Ermete, la Libreria Sansoviniana e Venezia. Inizia nell’antisala e prosegue nei pannelli centrali della “sala dei filosofi”. Comprende una bacheca con gli strumenti alchemici del laboratorio di Paolo Lucarelli e dello storico veneziano Alfiero A. I. Campagnol.
3)    Acromie ermetiche retroilluminate di Lorenzo Spinazzi (4 acromie nell’antisala – Egitto inizio dell’ermetismo -, e 8 nella sala – diffusione dell’ermetismo dal Rinascimento ai Rosacroce).
 
PUNTO 2 – Ermete, la Libreria Sansoviniana e percorso iconografico dell’ermetismo a Venezia (di Ferdinando Rizzardo) suddiviso in:
A)    Antisala
B)    Sala dei filosofi

A)    L’antisala comprende:
1)    Video Multimediale di introduzione - principi dell’ermetismo -
2)    Computer multimediali (n°2) con CD “Il Museo della Casa dell’Alchimista”
3)    Ricostruzione del locale Massonico noto come “gabinetto di riflessione” scoperto a Venezia nel 1785.
4)    Pannello espositivo con immagini della Libreria Sansoviniana – Pannello 1
5)    Scultura a forma di pozzo. Centro-Specchio-Sapienza , sintesi del messaggio ermetico.
B)    Sala dei filosofi comprende:
            Pannello 2 - LA LIBRERIA SANSOVINIANA E I NUMERI SACRI
            Pannello 3 - LA LIBRERIA SANSOVINIANA E L’ASCESA: LA SCALA
Pannello 4 - LA LIBRERIA SANSOVINIANA – IL CIELO DELLA SALA
Pannello 5 - ERMETISMO E CABALA


ANTISALA
VIDEO posto nell’Antisala ad introduzione della mostra con brevi immagini che suggeriscono il percorso della diffusione dell’Ermetismo
( –di seguito riporto i testi delle immagini del video -)


PRINCIPI FONDAMENTALI DELL’ERMETISMO
Cicerone nel “De natura Deorum” ricorda cinque Mercuri di cui l’ultimo, dopo aver vinto il confronto con Argo va esule in Egitto, vi porta le Leggi e le Lettere, infine viene Divinizzato: questa l’estrema sintesi della trasmissione del mito di Ermete riportato da Marsilio Ficino.

Punti Fondamentali dell’Ermetismo:
1)    UNITÀ DEL TUTTO: Tutto-è-Uno, quindi:
ogni cosa è correlata alle altre parti:  “Ciò che è in basso è come ciò che è in alto e ciò che è in alto è come ciò che è in basso…per il miracolo della Cosa UNA” - Ermete Trismegisto“la Tavola di Smeraldo”;
- importanza della Conoscenza di Sé come conoscenza dell’Uno il TUTTO (Pimandro, Venezia, 1471);
2)    - importanza di Conoscere le Leggi della Natura ed i vincoli segreti ed occulti che rendono possibile l’UNIONE delle varie parti del TUTTO.  Questa consapevolezza stimola la conoscenza dei segreti della natura e permette lo sviluppo della scienza;
- la forza nascosta che rende possibile il legame del tutto è l’ARMONIA (Importanza delle proporzioni e del numero)
3)    - Possibilità di realizzare l’unione effettiva col divino -“essere Dio” è il fine vero dell’Ermetismo (secondo l’accademico Alessandro Farra)

4)    ERMETE  apporta nuova energia alla fede in quanto rende concretamente possibile l’unione col Sacro. Viene considerato un antico profeta, contemporaneo di Mosè come afferma Ficino e come si vede nel pavimento di Siena, anzi più antico (Vergerio)

Collegarsi attraverso il Tutto all’UNO, o meglio vedere e sentire questo meraviglioso collegamento è l’essenza profonda del Rinascimento

In questo ambiente culturale troviamo impegnate le massime autorità del Rinascimento Veneziano.

L’ermetismo influenza dal profondo tutto il Rinascimento: l’Architettura, la Letteratura la Pittura, la Scultura, la Musica e le Scienze.
5)    La diffusione avviene soprattutto attraverso la STAMPA e le ACCADEMIE.

LIBRERIA MARCIANA ED ERMETISMO
Immagine del Fanete
La Libreria Sansoviniana  è fondata sul numero SETTE e TRE.
6)     Tutta la Libreria appare sostenuta su TRE gradini. Il lato verso il campanile da cui inizia la costruzione è diviso in TRE archi. L’arco centrale porta in “Chiave”, quasi ad introduzione, FANETE (il Portatore di LUCE) che nasce dall’Uovo Cosmico, è circondato dallo Zoodiaco ed è avvolto dall’antico serpente che finisce con il TRIPLICE capo sul cuore (tre teste - passato, presente e futuro)

Immagine del Palazzo Vendramin a S. Fosca
Il Tricipite a Venezia si ritrova a Ca’ Vendramin a Santa Fosca, a Ca’ Trevisan-Cappello in canonica, nella Chiesa di San Francesco della Vigna
Palazzo Vendramin a Santa Fosca – Stipite di destra del portale. Particolare della parte sommitale con il Tricipite tra le rose e il Sacro Pellicano che si squarcia il petto per nutrire i suoi tre piccoli.  E’ in questa casa, abitata da Taddeo Contarini, che Marcantonio Michiel nel 1525 vide il misterioso quadro di Giorgione “ i Tre Filosofi” (ora a Vienna)

Immagine del tricipite dal Hypnerotomachia Poliphili
Il Tricipite compare due volte nel capolavoro dell’editoria Veneziana:
 l’Hypnerotomachia Poliphili, il testo ermetico  del  Frate Francesco Colonna,  stampato a Venezia nel 1499

immagine del tricipite dal testo del Bocchi
il Tricipite particolare da Symbolicarum quaestionum libri quinque, 1555, del Bolognese Achille Bocchi fondatore di una Accademia di ispirazione ermetica-platonizzante

immagine del Tricipite dal quadro del Tiziano
Tiziano, raffigurazione del Tricipite
secondo le indicazione del
Mago
Giulio Camillo Delminio:
“il Lupo significava il tempo passato,
percioché ha già devorato;
quella del Leone il  presente
(se presente dar si può)....
e quella del cane significa
il tempo futuro, percioché
a guisa di cane adulatore il
tempo futuro ci promette sempre
di meglio.
Adunque questa immagine
conterrà questi tre tempi Saturnini”
 L’idea del Theatro, Venezia, 1550

Immagine del Saturno in chiave d’arco della Libreria Sansoviniana
Nel lato fronte Palazzo Ducale troviamo i SETTE pianeti, il Primo Arco è introdotto dal Malinconico e freddo Saturno. Nel sottarco, decorato a grottesche secondo la moda dell’epoca, appare la clessidra simbolo dello scorrere del tempo

“Nel primo grado adunque si vedranno sette porte dissimili, percioché ciascun pianeta in figura humana sarà dipinto sopra la porta...”
Giulio Camillo Delminio, L’idea del Theatro, Venezia, 1550

Immagine di Giove in chiave d’Arco della Libreria
GIOVE sorridente espansivo e… Gioviale (nel sottarco gli attributi simbolici)

Immagine dell’ingresso della Libreria Sansoviniana
Antico ingresso della Libreria , da un lato Minerva e dall’altro Mercurio

Immagine dal Bocchi, “Symbolicarum”
Bologna, l’angolo del palazzo dell’Accademia ermetico-platonica del bolognese Achille Bocchi dove si vede Mercurio-Ermete abbracciato Minerva- Athena con il medesimo significato simbolico dell’ingresso Marciano. (“Symbolicarum quaestionum…Libri quinque” 1555 )

“così i sapienti, dimesse le cure della vita civile, dovevano periodicamente raccogliersi nella meditazione estatica: questo l’insegnamento centrale impartito alla parte eletta del patriziato verso la fine del secolo XVI dall’Accademia degli Uranici erede dell’Accademia Medicea e delle dottrine di Marsilio Ficino”.
 (Elémir Zolla)

immagine della Sapienza nella scala
Biblioteca Marciana, ultimo gradino della scala: la vera Sapienza che unisce il quadrato (la Terra) al Cerchio (il Cielo). Compie in sé la “quadratura del cerchio” unendo le cose superiori alle inferiori, il Cielo alla Terra, lo Spazio al Tempo!

CABALA
immagine della cavalla: la Cabala?
Palazzo Ducale, cortile rinascimentale, particolare di capitello.
Raffigurazione della Cabala?
La Cabala sarebbe indicata dalla cavalla (secondo la cabala fonetica) e dal putto alato, che guarda indietro, in senso contrario, ad indicare il linguaggio cabalistico che è scritto da destra a sinistra.

immagine de giovane mercurio seduto sopra la tartaruga
Palazzo Ducale, capitello rinascimentale del cortile.

ERMETISMO E HYPNEROTOMACHIA POLIPHILI
immagine delle tre porte dall’Hypnerotomachia Poliphili
Hypnerotomachia Poliphili (1499) è Libro iniziatico per eccellenza, dove ogni parte è collegata all’altra tramite la bellezza simbolo della Via dell’Amore, Via dettata dalla scelta di Polifilo per la porta centrale indicante proprio la Via dell’Amore

immagine della sirena dall’Hypnerotomachia Poliphili e capitelli palazzo Ducale
La Sirena.
Comparazione tra la sirena raffigurata nell’Hypnerotomachia Poliphili e quelle nei capitelli rinascimentali del cortile di Palazzo Ducale

immagine dall’Hypnerotomachia Poliphili e palazzo Vendramin a Santa Fosca
L’apparato decorativo del Polifilo
Palazzo Vendramin a Santa Fosca

immagine dall’Hypnerotomachia Poliphili il Labaro Amor Vincit Omnia
La Via dell’AMORE è sottolineata dal Polifilo  nel Labaro che porta i simboli del Fuoco e dell’Universo “Avvinti”. Sotto, la scritta AMOR VINCIT OMNIA: l’Amore avvince e vince ogni cosa
I FIGLI DI ERMETE: L’ALCHIMIA
Immagine del Tricipite in Alchimia
Raffigurazione alchemica del Tricipite come simbolo della
Pietra Filosofale nel
Theatro di  Astronomiae Terrestri
dell’alchimista E. Kellaeus

immagine
Frontespizio della Voarchadumia, la prima opera che unisce Alchimia e Cabala del sacerdote veneto
J. Augustino Pantheus.
L’autore è raffigurato tra Tubalchain ed Hermes.

immagine
Spelndida tavola dello Splendor Solis, il capolavoro artistico dell’Alchimista Salomon Trismosin.
La luna che galleggia nell’acqua ricorda la gondola. Fu proprio a Venezia che il Trismosino conobbe il suo Maestro

LE SEGRETE FIGURE DEI ROSACROCE: Immagini -
Immagine del Vitriol
Immagine della Filosofia Ermetica, parte superiore
Immagine della Filosofia Ermetica, parte inferiore
Immagine del Cuore
Immagine delle Segrete Figure dei Rosacroce dai secoli 16° e 17° nella
Traduzione di
Paolo Fuga
Miriadi Edizioni
Mestre Venezia, 2002
Immagine della croce IMMANUEL con ROSA
Immagine i pianeti e i numeri
Seguono vari immagini tutte tratte dalle Segrete Figure dei Rosacroce dei secoli 16° e17°
ANTISALA - PANNELLO ESPOSITIVO N°1
foto1: FANETE (il portatore di LUCE) nasce dall’Uovo Cosmico, è circondato dallo Zodiaco ed è avvolto dall’antico serpente con il TRIPLICE capo sul cuore (TRE teste, passato, presente e futuro).
Foto2 -3: Chiave d'arco raffigurante il vecchio e freddo SATURNO.
Nel sottarco decorato a grottesche, secondo la moda dell'epoca, appare la clessidra simbolo dello scorrere del tempo.
Chiave d'arco raffigurante GIOVE sorridente, espansivo e... "gioviale".
Il sottarco ne riporta gli aspetti archetipici.
Foto4: Ingresso della Libreria Sansoviniana
Tutta la Libreria è fondata su TRE gradini. L'ingresso della fabbrica sapienziale è custodito da MINERVA e MERCURIO.
Il Dio alato mostra il celebre "caduceo"  e il capo di Argo dai molti occhi, segno di quella vittoria che permise la liberazione di Io.
Secondo il mito, dopo questa vittoria Mercurio si recò in Egitto, inventò le Leggi e le Lettere ed infine fu Divinizzato.
Questo stesso mito fu raffigurato dal Pinturicchio nella stanza dei Santi nell'appartamento Borgia in Vaticano, in cui compare anche la dea Io, divenuta in Egitto Iside.
Foto4: Scala della Libreria Sansoviniana. La cupola di Saturno è divisa in OTTO spicchi, quattro contenenti cornici quadrate e quattro ottagonali.

STRUTTURA CON DUE COMPUTER, A DISPOSIZIONE DEL PUBBLICO, CON IL CD “IL MUSEO DELLA CASA DELL’ALCHIMISTA” A VALDENOGHER IN ALPAGO (Belluno).

Il CD, coordinato da Ferdinando Rizzardo, contiene:
l’ambiente, dell’ arch. Aldo Colazzuol;
il restauro, arch. Cleonice Vecchione, Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio del Veneto Orientale;
l’allestimento museale, arch. Giuliana Zanella;
due interpretazioni alchemiche dell’edificio, una a cura di Giovanna Milanesi ed una di Ferdinando Rizzardo;
la Bibliografia a cura di Paola Cadelano con la relativa segnatura Marciana e note a cura di Giovanni Fazzini;
Il CD contiene musiche tratte dall’opera “Atalanta Fugiens” del medico-alchimista Michael Maier  che può considerarsi la prima opera multimediale essendo formata da un insieme di illustrazioni, poesie,e fughe musicali (canoni) composte nel 1617.
Le musiche, eseguite per la prima volta in Italia, sono state incise dal Coro “Primula Vernalis” diretto dal maestro Salvini.

ANGOLO CON LA RICOSTRUZION DI UN LOCALE MASSONICO NOTO COME “GABINETTO DI RIFLESSIONE” ricostruito secondo i documenti del 1785, il cui insegnamento fondamentale è il “CONOSCI TE STESSO” espresso da uno specchio nascosto da una tenda.

AL CENTRO DELLA STANZA E’ COLLOCATO UNA SCULTURA A FORMA DI “POZZO”.
L’antisala è il CENTRO della costruzione Sansoviniana ed il pozzo è stato costruito proprio per sottolineare l’importanza di “porsi al Centro”.
Sulla superficie superiore la scritta attribuita ad Ermete in latino “Deus est sfera…” cioè “Dio è un sfera infinita il cui Centro e dappertutto e la circonferenza in nessun luogo”. La parte interna del pozzo degrada verso il centro attraverso una serie di figure geometriche simboliche (simboli che si ritrovano nei testi ermetici esposti nella sala della libreria) fino ad arrivare ad un piccolo specchio. Questo specchio, posto in basso (nella profondità della materia), è disposto in modo da riflettere il quadro del Tiziano (soffitto della sala), raffigurante la Sapienza che contempla uno specchio retto da un amorino o Eros. Questo “pozzo” è stato progettato per far “riflettere” il visitatore: solo avvicinandosi al CENTRO si può contemplare la Sapienza, anzi il nostro cuore-centro è come uno specchio luminoso: supremo insegnamento sapienziale della Libreria.
Nelle pareti del pozzo le lettere VITRIOL (“vetriolo alchemico”) iniziali di “Visita Interiora Terrae Rectificando Invenies Occultum Lapidem”. Alla base del pozzo, il “serpente che si morde la coda”, simbolo del TUTTO, del tempo e della rigenerazione.
Nel bordo superiore del Pozzo all’inizio della frase “Deus est …” è seduto il “Piccolo Principe” di Antoine de Saint-Exupéry :-“On ne voit bien qu’avec le coeur. L’essentiel est invisible pour les yeux”. Suggerisce con la posizione e lo sguardo di guardare dentro il pozzo: al Centro.
La Sapienza (del Tiziano) viene vista riflessa nello specchio del pozzo solo quando il visitatore è in corrispondenza della parola “centrum” ed è di fronte al Piccolo Principe. Bisogna tornare fanciulli se si vuole contemplare lo specchio del proprio cuore.


SALA DELLA LIBRERIA SANSOVINIANA
PANNELLO ESPOSITIVO N°2  : LA LIBRERIA SANSOVINIANA E I NUMERI SACRI
Elaborazione dell’antica planimetria della Libreria Sansoviniana (da Cicognara, Diedo, Selva, “Le fabbriche cospicue…”)
L'Antisala è il "centro" della Libreria Sansoviniana
La Libreria concepita dal Sansovino doveva finire alla diciassettesima arcata, seguendo il ritmo di SETTE, TRE,SETTE:
iniziando dal campanile SETTE archi, TRE al centro e altri SETTE verso la Zecca.
In evidenza le piante del piano terra e del primo piano dell’Antica Libreria Sansoviniana

Elaborazione della sezione della Libreria Sansoviniana
Sezione della Libreria Sansoviniana con evidenziata la “camera di mezzo”, CENTRO della costruzione (antisala).

Particolare del Prospetto della Libreria dove si evidenzia la TRIpartizione dell’opera Sansoviniana.
Tutta la costruzione è sopraelevata su TRE gradini.
1) Il piano terra rappresentante il “mondo sub-lunare” con il portico le cui chiavi d’arco sono costituite da teste leonine alternate a volti che rappresentano la personificazione dei pianeti, (nel disegno si nota Saturno). Nei sottarchi le lotte dei Titani si alternano agli archetipi dei pianeti. I Titani sono Semi-dei che, commettendo l’unico grande peccato contemplato dai greci (la tracotanza), sono destinati a perire.
2) Il primo piano (o Piano “Nobile”) è decorato con le raffigurazione delle Arti e delle Virtù. E’ in questo piano che ha sede l’antica Libreria e nel ‘500 si riuniva l’Accademia della Fama o Accademia Veneziana. Il motto dell’Accademia esprime l’ascesa attraverso i Tre piani dell’essere fino al riposo in Dio. Secondo l’accademico Luca Contile il moto è “così dal basso me ne volo in cielo”.
3) Sopra, a conclusione della fabbrica, il piano attico di coronamento con amorini alati che reggono ricche ghirlande. Nella parte alta svettano gli Dei.

Pianta della Libreria Sansoviniana in evidenza l’originaria suddivisione modulare fondata sui numeri 7 (4+3) e 3.

PANNELLO ESPOSITIVO N°3  : LA LIBRERIA SANSOVINIANA E L’ASCESA:
 LA SCALA – immagini tratte dalla decorazione della scala -
Immagine di Ercole.
La "Scala d'Oro" della Libreria Sansoviniana inizia e finisce con Ercole, ed Ercole tra le fiamme era l'immagine dell'Accademia degli "Infiammati" di cui il Bembo, uno dei fondatori
dell'Accademia Veneziana, faceva parte. Ercole è caro agli Accademici in quanto rappresenta la Forza nel senso etimologico, ossia la Virtù (da Virtus = Forza). Narra il Mito che Ercole, dopo essere passato attraverso le 12 fatiche impazzì e, resosi conto della propria follia, si costruì una pira e si diede fuoco. Il fuoco avvolse il corpo di Ercole, ma...con stupore tra le ceneri non rimase nemmeno un ossicino. Questo mito per gli Accademici rappresentava il Fine Ermetico espresso con estrema chiarezza dal Farra: la realizzazione del Corpo di Luce ossia la trasmutazione in Dio (la Deificazione).
Il Vescovo Egidio da Viterbo, il sapiente discepolo del Ficino, ricorda che "bisogna cercare l'oro nascosto nella selva, cioè la similitudine e splendore divini che rifulgono dentro la mente umana; e poichè questo non può avvenire se non con l'abbandono del corpo... bisogna... separarsi dal corpo, e ciò avviene con la morte. Una duplice separazione opera una duplice morte; l'una della natura, l'altra della FILOSOFIA; l'una del volgo, l'altra dei Sapienti...".

Immagine della sapienza (Quadrato e Cerchio)
La vera Sapienza che unisce il quadrato (la Terra) al Cerchio (il Cielo) compie in sé la “quadratura del cerchio”, unendo le cose superiori alle inferiori, il Cielo alla Terra, lo Spazio al Tempo. Lo stesso simbolismo verrà espresso nell’iniziazione Muratoria, con la formula:“Tra Squadra e Compasso”. La squadra misura la terra con i suoi angoli retti (disegna il quadrato) e il compasso segue i moti del cielo (disegna il cerchio). L’ermetista conosce i TRE principi, Solfo, Mercurio e Sale, ovvero Anima, Spirito e Corpo. Il Corpo corrisponde alla Terra, alla pietra cubica, ovvero all’esaedro; gli alchimisti col cubo indicano il Sale. L’Anima corrisponde a quello che gli Alchimisti chiamano Zolfo, principio Igneo divino, detto in greco theion che indica sia lo Zolfo che il Divino, il principio dell’oro indicato dal Cerchio: la figura perfetta. Tra lo Spesso, il cubo (ciò che è in basso) ed il Sottile, il cerchio (ciò che è in alto), la figura femminile indica il medium che è in grado di collegare il Sottile allo Spesso. Gli Ermetisti lo chiamano Spirito, principio fluido, vitale (argento vivo), sempre in movimento, essenza di vita che gli alchimisti nel ‘400 indicano col termine Mercurio, già chiamato dai Greci e dai Romani Hidragirio (da cui Hg. o Mercurio), acqua-argento. L’acqua mercuriale corrisponde alla fanciulla, per la vicinanza sempre avvertita tra la donna e l’elemento fluido. Mercurio è il principio intermedio che possiede una grande mobilità e la capacità di amalgamarsi ed unirsi anche con l’oro e l’argento. Il pensiero umano è anch’esso come il Mercurio continuamente in moto e capace di immedesimarsi tanto con i sensi (terra, cubo) che con la parte spirituale (cielo, cerchio). Un braccio verso il basso con la mano appoggiata alla pietra cubica, l’altro alzato verso il cielo che regge un cerchio. Curiosamente questo atto, già presente nella figura di Fanete, il portatore di Luce che dà inizio alla Marciana, avrà una grande importanza nell’esoterismo occidentale fino a costituire il segno di riconoscimento del grado detto ROSA-CROCE del Rito Scozzese Antico ed Accettato (18° grado della Massoneria) secondo quanto riferisce Arturo Reghini. Esso ricorda il Solve et Coagula degli Alchimisti, cioè Sciogli il Fisso (disciogli la parte terrestre) e Coagula il Volatile (ovvero fai di nuovo corporale questo spirito). L’opera consiste nel trasformare il corpo in spirito e convertire lo Spirito in Corpo. Come dice Ermete “sale dalla Terra al Cielo e dal Cielo ritorna a Terra”. Sempre il Reghini commenta questo procedimento avvertendo che “è un’operazione prettamente tecnica per mezzo della quale ci si accorge della nostra incorporeità. La coscienza si rende conto della universale immaterialità, percependo intrinsecamente anche la presenza del corpo entro di noi. E, poiché questa modalità di coscienza è il frutto, non di violento accidente, ma di paziente metodica e savia operazione, condotta a regola d’Arte, e poiché viene raggiunta e percepita essendo pur sempre vivi e presenti al corpo, c’è anche la possibilità di coagulare lo spirito, rendendo fissa e duratura la condizione raggiunta”. Così dice il Reghini nel XX secolo (Brevi note sul Cosmopolita ed i suoi scritti, ed. Phoenix Genova, 1980, pag.22), ma già il Farra nel ‘500 aveva scritto “l’uomo da natural desiderio spinto, sopra tutte l’altre creature alzandosi può finalmente trasformarsi in Dio e indi produrre nelle cose esteriori quei miracoli, che solo d’Iddio son propri. A questo solo fine rivolsero le teologie loro i Fenici, gli Assiri, gli Egittij e i Caldei, le speculazioni…i Cabalisti hebrei, le sacre purgazioni gli antichi Magi”..ed ancora “…rivolgi tutti gli occhi, cioè tutte le virtù animali, all’unità, centro, e profondità dell’intelletto tuo, carattere dell’Unità Suprema percioché quindi a Iddio congiungendoti SARAI VERAMENTE IDDIO… onde facilmente il tuo corpo materiale dal precipitio, cioè dal mondo sensibile, così da MAGI detto, alzando in celeste e Immortale trasformerai. Onde ben dice altrove il medesimo Principe de MAGI
corpo labile sia salvo, s’harai
la mente ad opra di pietate intenta.
A questa inestimabile dignità dunque come all’ultimo fine della Beatitudine humana rivolsero continuamente i saggi antichi gli ingegni loro.
Con questa aurea immagine finisce la scala e si entra nella Camera di Mezzo.

PANNELLO ESPOSITIVO N°4: LA LIBRERIA SANSOVINIANA – IL CIELO DELLA SALA DELLA LIBRERIA
Immagine del rilievo del soffitto (cielo) della Libreria
Per decorare il soffitto della Libreria furono chiamati SETTE pittori, ad ogni pittore furono commissionati TRE quadri.
La Triplice Via: al centro in evidenza la via "Sacra", le cui raffigurazioni sono rivolte in asse.
Al lato sinistro la Via dei "Capitani" Al lato destro la Via Mondana.
Queste sono le TRE possibili Vie aperte al Sapiente Veneziano, che corrispondono a quanto esprime il mito di Ermete: il TRISmegisto  (Tre volte grande) si reca in Egitto, inventa le Leggi (via dei Capitani) e le Arti (via Mondana), infine è Divinizzato (via Sacra).
Le TRE Vie indicate nel soffitto della Libreria Marciana le troviamo sintetizzate nei TRE discorsi, che si rifanno allo schema cabbalistico dell'Albero Sefirotico, scritti nel 1564 dall'Accademico Alessandro Farra: "...volsi che il discorso della DIVINITA' da un canto avesse AMORE dall'altro MARTE, sì come i Cabalisti Hebrei..." Pavia, 1564.
Il Primo dipinto, al centro della sala della Libreria, è rivolto in senso contrario rispetto agli altri. Questa curiosa disposizione potrebbe fare riferimento alla Via Cabalistica descritta dal Farra. La tela dipinta da Giulio Romano raffigura l’inizio della “Via Spirituale” e la presentazione delle Tavole della Legge scritte nella Lingua Sacra in caratteri ebraici. L’ebraico si legge da destra a sinistra, vale a dire in “senso contrario”.
PANNELLO ESPOSITIVO N°5: ERMETISMO E CABALA
Palazzo Ducale, particolare di capitello del cortile interno (sec.XVI) con scritte in Latino ed  Ebraico benedicenti il nome Divino.
Per la prima volta a Venezia appare una scritta in Ebraico, proprio nel cuore della Serenissima, fatto importante poiché testimonia l’unione di Ermetismo e Cabala coltivata dal francescano Francesco Zorzi.

Gigantografia di Ermete nella raffigurazione del bolognese Achille Bocchi, mentre regge un candelabro a SETTE braccia (tradizione esoterica ebraica, la Cabala). La mano destra è avvicinata alle labbra (allusione ai Misteri custoditi dal Sacro Silenzio).

Foto di un capitello rinascimentale di Palazzo Ducale
Palazzo Ducale, pilastro d’angolo del cortile interno (sec XVI).
L’importanza fondamentale del NUMERO per il sapiente del Rinascimento è scolpita sulla “pietra viva”  con la formula:
“ORDINE, NUMERO, MISURA”
“ è nota cosa all’Heroe Sapiente, che la natural Magia, dopo Iddio, ha la sua dipendenza, non da altro, che da i numeri” “…questa voce numero deriva da NUME, cioè Deità”  Cesare DELLA RIVIERA, Il Mondo Magico degli Heroi, Milano, 1606

Pianta della chiesa di San Francesco della Vigna a Venezia
La Chiesa è impostata sul numero TRE, il ternario sacro, “numero Primo e Divino”. Zorzi determina la larghezza della chiesa ripetendo Tre volte il Numero Tre definendo così come modulo di base il 9. Determinata la larghezza, la ripete TRE volte ottenendo il 27 che è la lunghezza e che definisce il sedime di base.  Su questi numeri costruisce tutta la Chiesa grazie ai rapporti proporzionali basati sugli accordi di Ottava, Quinta e Quarta, ottenendo così l’accordo ARMONICO.
L’ARMONIA per Zorzi è la chiave che unisce i vari piani dal creato al Creatore: dal TUTTO all’UNO.
Su questa legge fu edificata la Chiesa di San Francesco della Vigna che diventa immagine del TUTTO.
In altri termini il valore dell’Harmonia Mundi per il sapiente del Rinascimento si può paragonare al valore che ha per noi la formulazione di Einstein, cioè permette la comprensione del Mondo.

Prospetto della chiesa di San Francesco della Vigna a Venezia
Chiesa di San Francesco della Vigna. Il prospetto Palladiano, con le iscrizioni volute dal Patriarca di Aquileia Giovanni GRIMANI, umanista e grande collezionista di opere d’arte. Collegando il punto centrale delle varie iscrizioni si ottiene un triangolo il cui contenuto fa riferimento alla lotta esterna e interna, necessaria per accedere al Sacro.
ERMETISMO E CABALA - Francesco ZORZI
Il francescano Francesco ZORZI, nato intorno al 1466, scopre nei numeri e nelle lettere ebraiche, nell’unione tra ermetismo e cabala, già riscoperta da Pico della Mirandola, la formula che permette l’unione col sacro e quindi la vera comprensione delle Sacre Scritture. Il “De Harmonia Mundi” stampato a Venezia nel 1525, costituisce fonte di ispirazione non solo per l’ambiente veneziano.
Sansovino, nel progettare la Chiesa di San Francesco della Vigna, è obbligato a seguire le sue indicazioni. Nel Memoriale del 1535, firmato anche dal Serlio e da Tiziano, abbiamo la testimonianza dell’importanza che hanno il NUMERO e le PROPORZIONI nel legare magicamente mediante l’ARMONIA l’architettura al Sacro. L’opera dell’Architetto, secondo Zorzi, imita l’Opera Divina.

Foto, testi, video: Ferdinando Rizzardo