La scultura ad Alcara li Fusi tra il 1500 ed il 1600

Le grandi correnti dell’arte italiana, determinate da Leonardo e Raffaello arrivarono nella provincia di Messina durante il secolo XVI per mezzo di alcuni artisti provenienti dal nord Italia. Nella provincia di Messina l’arte in quel periodo segna un momento di decadenza.

Nel 1655 nacque a Messina da Pietro Tancredi e da una sorella di Filippo Giannetto, Filippo Tancredi. Quest’ultimo nei suoi quadri ad olio caricati un po’ troppo di rosso, eseguiti con molta raffinatezza, rialzò le sorti della pittura siciliana della seconda metà del ’600. Filippo Tancredi ritornato da Roma, dove aveva acquisito uno stile dolce e un disegno perfetto, raggiunse un altissimo livello, specialmente negli affreschi; si stabili a Messina e in poco tempo la sua pittura conquistò tutta l’isola.

Appunto per la sua perfezione di esecuzione degli affreschi e dei dipinti, nei orini decenni del 1700, fù chiamato anche ad Alcara li fusi per eseguire due dipinti ad olio su tela, rappresentante la morte di S. Nicolò Politi e S. Antonio Abate.

Oltre al Tancredi operarono ad Alcara Pietro Castelnuovo, Salvatore Rivel, Guasto da Regalbuto, Damiano De Basilei, Giuseppe Tomasi, frate Umile (frate Cappuccino) ecc.

Cercherò ora, per quanto mi è possibile, descrivere le opere che codesti artisti hanno prodotto tra il 1500 ed il 1600.

Uno dei dipinti più belli, di autore ignoto, che si custodisce ad Alcara Li Fusi, è il dipinto su tavola, raffigurante la “Madonna con bambino tra S. Sebastiano e S. Antonino”, risalente pressappoco alla prima meta del XVII sec.. Proveniente dalla chiesa Madre, ma conservato fino a pochi anni fa nella chiesa di S. Pantaleone, adesso sembra abbia trovato una collocazione definitiva presso il museo d’arte sacra allestito presso i locali della Chiesa del monastero delle suore Benedettine

In questa tavola la madonna assume le stesse caratteristiche di impostazione della Madonna con S. Anna raffigurata nel dipinto che si trova all’interno della chiesa Madre, e ancora della Madonna con il Bambino di Antonello da Messina; osservando attentamente la tavola dal punto di vista iconografico si nota subito l’influenza di Antonello da Messina. Continuando nella lettura iconografica dell’opera, vediamo che la figura di S. Sebastiano non è rappresentato nella classica posizione con il braccio alzato. L’artista sembra avergli voluto fatto assumere un’espressione meno dolorosa, dovuta forse alla presenza del Bambino che si muove vivacemente tra le braccia della madonna, mentre S. Antonino osserva il tutto con una certa fissità dello sguardo. Molto probabilmente il dipinto faceva parte di un polittico. Nella chiesa di S. Vincenzo si conserva un dipinto ad olio su tela, raffigurante “l’Incoronazione di Maria Vergine” o “Immacolata e SS. Chiara e Rosalia”. In basso al dipinto notiamo in un riquadratino rappresentato a mò di targhetta la firma dell’artista e la data.

 

 

 

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