3)  Chi si ferma (a pensare) è perduto ?



Perché qualcuno ha pronunciato questa frase.. divenuta una massima ?
Non so quale fosse il significato originale, però echeggia nella mia mente in questi giorni.
Mi sono chiesto che cosa potrebbe succedermi se decidessi di ribellarmi al flusso. 

Io sono io, semplice a dirsi.. ma quanto sono veramente io? 


Non ho certamente costruito il mio corpo, ne ho deciso l'architettura del mio cervello, scrigno di ogni mio pensiero e decisione.
Questo hardware è si è costruito da solo, utilizzando le informazioni genetiche ereditate dai miei genitori.


Queste, oltre ad essere architetti del mio corpo, mi hanno anche trasmesso l'intelligenza arcaica: l'istinto, potente consigliere se non addirittura sovrano, di ogni decisione.


Ho poi immagazzinato informazioni, fin dal primo istante di vita, queste hanno tracciato i primi collegamenti tra i neuroni del mio cervello, autostrade per lo scorrere del pensiero futuro mentre le emozioni, controllate dall'istinto, hanno fissato le informazioni più significative, accumulandole nella memoria.
Le esperienze vissute, l'educazione, i premi e le punizioni ricevute per le mie azioni e per il mio pensare hanno completato l'opera e mi hanno reso quello che sono ora. 


Sicuramente, se avessi vissuto in un ambiente diverso da quello nel quale sono cresciuto, sarei diverso da come sono ora.
Se avessi vissuto nella media borghesia americana parlerei inglese, avrei respirato gli ideali della religione protestante, non avrei amato gli stessi amici e amiche che ho amato qui.
La stessa cosa sarebbe successa se fossi cresciuto in Russia o in India o in Cina, tradizioni, educazione, esperienze diverse, mi avrebbero sicuramente reso diverso.


Ricapitolando: non ho deciso niente in merito al mio corpo, non ho costruito la mia intelligenza istintiva, non ho deciso che tipo di educazione ricevere....


Quand'è che faccio scelte veramente mie?


Se è vero che siamo istintivamente programmati per cercare premi e sfuggire punizioni, vuol dire che vivo in funzione dell'ambiente che mi circonda.
Il vivere è una catena di scelte, fatte verso i premi o per sfuggire punizioni ed ogni scelta fatta in precedenza condiziona quelle successive.


Se il mio patrimonio ormonale fosse ricco di testosterone farei probabilmente scelte più individualistiche, avrei un maggior appetito sessuale, lotterei maggiormente per il potere... se invece fosse meno ricco troverei maggior piacere nel collaborare con gli altri, nell'interesse comune, sarei meno distratto dagli impulsi sessuali e il piacere non sarebbe solo un orgasmo ma un incontro, uno scambio di opinioni ed esperienze.
Le donne che frequenterei sarebbero probabilmente diverse, nel primo caso cercherei femmine nelle quali prevalga un sex appeal fisico ed istintivo, nel secondo femmine dal sex appeal maggiormente legato a sfumature intellettuali.


Naturalmente vivrei esperienze diverse, che continuerebbero a formarmi in modo diverso.


La chimica del corpo quindi decide in quale direzione esercitare le nostre scelte; allora torno a ripetermi: ma io.. quanto sono io?


O quanto sono invece parte di un’entità superiore che ha già organizzato tutta la mia avventura?  … O forse è tutto solo caos?

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