Gli aerei indistruttibili



Questo capitolo prende spunto dai molti discorsi e post riscontrati sul newsgroup hobby.it.modellismo.
Un problema che affrontano tutti i modellisti, con gli aeromodelli, è la non indistruttibilità degli aerei stessi. Un problema molto serio, che affligge soprattutto chi inizia ad imparare a volare. Gli aerei radiocomandati non sono per niente rubusti; o almeno non così come un inesperto si aspetta. L'aereo non perdona! :(
Infatti, chi inizia a volare, sbaglia sovente i comandi, e spesso inverte gli ordini impartiti al modello volante, con conseguenze purtoppo catastrofiche.
I modelli sono quasi sempre costruiti in modi e con materiali tradizionali quali il legno di balsa, la vetroresina, il polistirolo rivestito in sfoglia di legno (obeche). Questi materiali, che pur avendo una apprezzabile leggerezza hanno doti di rigidezza che consente il volo, sono materiali fragili.
Cioè pur avendo un minimo di elasticità, se la forza d'urto del modello con il suolo (o con gli alberi, i sassi, le staccionate, le recinzioni dei conigli...) supera la capacità di assorbimento degli urti del materiale impiegato, l'aereo si danneggia in modo severo.
Un aereo costruito con tecnica tradizionale e con materiale tradizionale, può sopportare atterraggi anche bruschi, "nasate" di un certo peso e strisciate d'ali sul terreno anche cospicue. Ma, superato il limite dei materiali, l'aereo si rompe. L'esperienza dell'aereo rotto o semidistrutto, che accumuna purtroppo tutti i principianti, tende a far allontanare gli appassionati del volo dalla pratica aereomodellistica.
Perché l'aereo è costato soldi, tempo e fatica. La delusione ricevuta, a volte, fa chiudere per sempre il capitolo aeromodellistico nella vita di molte persone.
Per questo è opportuno iniziare a volare con l'aiuto di amici già esperti, che possono impartire delle semplici lezioni pratiche di volo.
Soprattutto per chi trae la massima soddisfazione dal volo in sé, e non più di tanto dalla costruzione del modello fine a se stessa, volare è fondamentale.
Rompere il modello significa raccogliere i cocci e tornare a casa con la tristezza nel cuore.
Ma le cose sono cambiate! :)
E noi siamo qui per dirlo e ribadirlo!
Siamo anche aperti ad ogni considerazione e agli sviluppi futuri che i materiali e le tecniche avranno in futuro.
La soluzione?
Prima della soluzione chiediamoci un po' perché gli aereomodeli radiocomandati si rompono. Il divertente è che i modelli vengono distrutti sia dai principianti (più spesso) sia dagli esperti ( un po' meno spesso, ma in modo altrettanto disintegrativo!)
I modelli volanti pesano normalmente dai 5-600 gr ai 2-3 Kg.
Parliamo di alianti da pendio, normali, che si vedono comunemente nei pendii di volo.
La loro apertura alare varia dagli 80 cm ai 250-300 cm.
Come Einstein ha dimostrato, l'energia di un aeromodello, quando impatta il suolo, dipende dalla sua massa per il quadrato della sua velocità.
Quindi o facciamo l'aereo molto leggero (ma deve rimanere robusto) o lo facciamo andare
piano. Così ridurremo l'energia dello scontro.
L'aereo leggero lo si fa normalmente, magari a scapito della robustezza. La velocità minima di sostentamento non si può ridurre, per le leggi aereodinamiche.
Possiamo allora aumentare la robustezza della costruzione, ma a discapito della leggerezza. Inoltre il maggior peso richiederà, di solito, una maggior velocità minima di sostentamento (a parità degli altri parametri di volo).
Così i nostri aerei sono troppo veloci per il loro peso e per la velocità che facilmente raggiungono.
Quindi non si può intervenire più di tanto né sulla massa, né sulla velocità.
La tecnologia ci ha dato un'altra possibile soluzione: il materiale costruttivo!
Esatto!
La chiave di volta del sistema aereo, nella robustezza nei confronti dei crash, è data dal materiale di costruzione.
La balsa e la vetroresina non riescono ad assorbire in modo soddisfacente le forze dell'impatto del modello con il suolo. Infatti vengono superati presto i limiti di deformabilità delle strutture, e si ha un cedimento. Della fusoliera, della ali, ecc.
Se esistesse un materiale, abbastanza rigido da resistere alle sollecitazioni del volo, in grado di assorbire con deformazioni elastiche l'energia dell'impatto, avremmo la soluzione in mano.
Ok!
La soluzione l'abbiamo: EPP!!!
Il materiale è l'EPP, cioè il Polipropilene Espanso.
E' un materiale elastico, resiliente, non subisce facilmente deformazioni plastiche, leggero e molto facilmente lavorabile.
Di contro non ha un modulo di elasticità (rigidezza) così elevato da consentirne l'impiego strutturale nella costruzione di un aereo.
Che fare?
Semplice!
Utilizziamo degli artifici per renderlo abbastanza rigido per gli impieghi che ci proponiamo.
Così costruiremo le fusoliere in EPP, ma le rivestiremo di nastro rinforzato in fibra di vetro, e costruiremo le ali in EPP, ma le rinforzeremo con dei longheroni in legno e rivestiremo il tutto con nastro rinforzato e con rivestimenti termoretraibili.
L'ultimo scoglio, la scarsa adesione dei nastri adesivi sul EPP, la risolveremo con dei prodotti "aggrappanti", come la colla spray.
Così avremo un aereo leggero, rigido abbastanza per non piegarsi in volo, estremamente robusto e virtualmente indistruttibile.
Gli spessori richiesti da questo materiale sono maggiori, rispetto all'impiego dei materiali tradizionali, e la finitura superficiale è meno regolare, per cui le doti di volo saranno leggermente inferiori.
Ma saranno voli sicuri e sereni, in tutto relax e con la certezza di non tornare a casa mesti a ricomporre aerei distrutti.
Il volo con aerei in EPP è una tipologia di volo diverso. E' il volo sereno e spensierato. E' il volo dei pivelli come me! E' il volo di chi vuole volare tutto il pomeriggio. E anche il pomeriggio dopo. E quello dopo ancora...



 

 

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