21 maggio (V A.D.) uniti nel compleanno:

Ricky De La Ronza e Teresa Delle Terme


I racconti del Marchese, "Maratona per la torta"

Salve amico visitatore, la mia presentazione non serve, vero? Beh sono Ricky il golosone, politicamente noto come Marchese De La Ronza. Per anni ho abitato nella Quercia ma dopo aver cambiato molti calendari, con la mia onorevole donna, decisi che era il momento di passare a prosciugare le risorse dell' Impero. Chiedo scusa se qualche olmense, per colpa nostra, non vedrà più la luce del sole ma la vita continua (per altri) e lo spettacolo deve andare avanti. Tuttavia non sono qui per comprovare dolore ma per raccontarvi ciò che mi accadde un sabato sera. Non so se qualcuno di voi abbia visto il film "The final cut", comunque tramite la memoria del campione e dei suoi occhi, sono riuscito ad estrarre delle immagini componendo una rememory della serata.


Ero appena andato a prendere la mia torta di compleanno ordinata un mese prima e ritornavo a casa tranquillo, e pieno di gioia. Il sapore delle creme m'accarezzava le narici sfiorandomi sensualmente le labbra; la voglia di papparmela tutta da solo in santa pace era ormai giunta all'apice. Scesi dalla mia auto, non l'avevo ancora chiusa che ... dei facinorosi individui mi correvano incontro con la bocca spalancata che sembravano tre scafe in cattività. Cominciai a correre forte e con la coda dell'occhio feci in tempo a vedere uno dei miei inseguitori: l'accidioso Conte Marcione, un altro personaggio celebre per la sua spietata gola. Non mi diedi per vinto, la forza della fame era in me; acceleravo, mi infilavo dentro cunicoli, aggiravo ostacoli ma loro sempre lì. Dopo aver percorso 42 km e 195 metri, non sapevo se erano più dolorosi, i crampi alle gambe o quelli allo stomaco per la fame. Aguzzai la vista e riconobbi un locale chiamato "Tabià"; sapevo che dentro si denudavano spesse volte uomini e alcune volte anche donne, inoltre parecchie ragazze lì, danno l'addio alla propria condizion singolare. Pensai che sicuramente all'interno ci sarebbe stata molta gente.  

Mi fiondai dentro. I buttafuori videro tutta la scena e raccontarono al proprietario l'accaduto; costui appena entrai mi premiò per la grande fuga e nascose la mia torta assieme a quella di una ragazza che festeggiava, pure lei il compleanno, in quel posto ... si trattava della Senatrice Teresa Delle Terme, moglie del noto Senatore Francesco D'Abano (la spiegazione avverrà più avanti in un'altra sezione) che per l'occasione aveva invitato un sacco di gente della Quercia. Andai di corsa in bagno per rinfrescarmi e ricompormi...

Con la torta in salvo, potevo avvicinarmi agli inseguitori. Entrati anche loro, erano stanchi, disidratati e senza fiato. Riprese le forze, mi spiegarono il motivo della loro folle corsa verso di me ... beh!! Quando appresi che volevano solamente farmi gli auguri, da un lato mi vergognai di me stesso dall'altro ero fiero per aver salvato la cosa alla quale tenevo di più: la torta. Da buoni quercisti ci unimmo alle tavole della nobile Teresa e consumammo felicemente il vitto portatoci.

Anche quella sera, una nobil donzella, festeggiava l'addio al singolarismo e come vuole la tradizione, passava di tavolo in tavolo a condividere con tutti gli altri ragazzi singolari, le gioie della vecchia vita.

Io e la Senatrice, diventammo subito grandi amici tanto da decidere di uniformare la torta, incidendoci sopra i nostri nomi.

Il tempo passava inesorabile e la mia forchetta pure, sopra le patate fritte. Solo una macchinetta fotografica con otturatore ad alta velocità, poteva immortalare i miei movimenti culinari talmente erano rapidi. Mangiavo e bevevo in fretta, per poter arrivare a lei, prima di tutti...

... e finalmente ciò che mi sembrava oramai una utopia, anche se nel luogo dove non volevo, le fette della mia torta tangevano le pareti della mia gola. La sostanza zuccherina attorno ai miei denti mi alienava, tutto attorno a me non aveva più significato; senza dare nell'occhio, col mio magnetismo psico-gastronomico, m'avvicinavo i piatti dedicati ad altri.

 

Per rendermi partecipe della serata fui anch'io oggetto di intrighi; i ragazzi colti impreparati, mi donarono oggetti assai disparati mentre l'audace Teresa fu assalita da prodotti per la bellezza personale e vestiti intimi.

Dietro di me udivo un "White noise" ( vedetevi il film ), pensai sarà mica qualche spirito che cerca di avvertirmi?! Vidi Donna Elisa intenta a dialogare con Miss Dona. Pensate amici, nemmeno le luci stroboscopiche riuscivano a far apparire rallentati i movimenti labiali della Sgorlina ( la regina del p2p ), cose d'altro mondo. Comunque bazzecole e continuai a scartare: ...

 

... l'intrigo donatomi che più mi stupì, fu un portachiavi avente internamente un granchio ... un tirchio ed avido pensiero mi fece rabbrividire: granchio o non granchio, non è che per caso tale simbolo forse mi riguardi?!

Dopo l'ora intrigante arrivò l'ora ballante. Mamma Betta fu la prima ad aprire le danze e venne seguita a girotondo dagli altri quercisti. Il ballo non è mai stata una mia grande passione mentre per Betty è tutta un'altra storia. 

Digerite le venti fette di torta ingurgitate, decisi che potevo aggregarmi anch'io al pubblico ballo. Staccai subito il biglietto per la vaccamora che mi portò al centro della pista.

Praticamente mi trovai proiettato al centro della musica. Le calorie acquisite dalla torta, si dissiparono alla grande a forza di movimenti ritmici. Ballonzolavo tra la gente, quando tutto ad un tratto, mi accorsi che sul pavimento c'era una banconota da 500 bronse. Allibito al pensiero di come una persona può perdere tale somma così sbadatamente ( un quercista non poteva essere di sicuro ), cercai di avvicinarmi per prenderla. Marao mi prese ed assieme agli altri, mi rigettò nella mischia; lo ricambiai mandandolo a quel paese. Ce l'avevo quasi fatta; la banconota era a pochi centimetri da me ma probabilmente anche gli altri se ne accorsero.

Sentivo l'Imperatrice che dal basso mi diceva: "prendimi, prendimi, sono tua, non voglio cadere in mani sbagliate". A tale ordine prestai subito obbedienza. Appena il DJ spense le luci fui più rapido di tutti: mi chinai su di lei e con gli occhi del demonio ... ella fu mia.

Per concludere la serata e festeggiare la somma duramente vinta, io con la mia donna ed altre coppie, ci esibimmo in un ballo romantico strappalacrime (vedi) e detto questo, vi saluto e vi rimando ad un'altra storia incantata... ciao!!