il cammino verso


Anna, gli Elvetici e l'Impero


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Introduzione

Questa pagina, considerata come la seconda pagina storica, ci spiega di avvenimenti accaduti, ci fa capire alcuni fatti presenti e può farci intuire dove andremmo a finire. Qui si viene a conoscenza della vera storia elvetica e dei motivi per i quali il mondo, si accorse della loro esistenza.

Come iniziare se non ... :

C'era una volta, ancora prima dell'avvento dell'era Dieguitiana e molto probabilmente ancor prima della formazione della civiltà olmense, un popolo nomade. Queste persone essendo di non fissa dimora ma che di zingaro poco avevano, venivano chiamati barbari. Ai primordi la loro cultura era assai bassa ma la loro forza era piuttosto consistente.  Di popolazione barbariche, ne esistevano parecchie ma questa si distingueva dalle altre per via del ceppo svizzero, atavicamente preso da un valoroso vichingo di nome Luca, conosciuto come "LuK il Rosso".

Quest'ultimo passò diversi anni, solitario, a razziare la terra elvetica e con l'andare del tempo, ne apprese la cultura e si fece capo di codesto popolo chiamato ovviamente gli "Elvetici".

Di costoro ci fu un accenno nel primo libro di storia, quando in un magica notte d'estate, quatti quatti, colpirono l'Impero duramente al cuore. Mostrarono la propria forza e crudeltà al mondo Dieguitiano in quello che fu l'atto barbarico per eccellenza: noto a tutti come il ratto della vongolina.


AnnA dai capelli rossi

Ora entriamo nel vivo della storia parlandovi di AnnA, colei che darà una svolta alla dinastia svizzera. 

Il luogo dove l'elvetica AnnA nacque, attualmente risulta ignoto. Tuttavia viaggio dopo viaggio, assedio dopo assedio, si tramanda una storia che racconta la sua infanzia. Ora ve la illustro premettendo che i barbari, quando conquistavano un territorio, si fermavano sul posto per qualche anno (fino alla fine delle risorse) vivendo in una specie di campeggio chiamato: "campo barbaro".

All'età di dieci anni, prima di fare l'esperienza elvetica, LuK viveva in un campo dove la maggioranza barbara, discendeva dalla stirpe dei vichinghi dalla gamba lunga. In una giornata di eclissi totale vennero al mondo sette bambine. La tradizione voleva che chi nasceva quando il giorno diventa notte, doveva essere la predestinata compagna di un futuro capo barbaro. Sette donne ovviamente erano troppe ne doveva rimanere solamente una. Gli anziani del campo, riunitisi in segreto, escogitarono un sistema naturale ma allo stesso tempo, crudele. Le bambine appena compiuto il loro primo anno, durante un giorno piovoso, vennero prese e lasciate nella foresta del pungiglione.  Questa foresta era temuta da tutti perchè nei tronchi degli alberi, si annidavano miliardi di api assassine. Solo la pioggia le teneva buone nei loro alveari.  Le sette bimbe (messe ognuna su di un vassoio d'argento, posizionato sopra un fusto d'albero tagliato) erano alla mercè delle api; cessato di piovere, uscite allo scoperto, le api furono subito attirate dai vagiti delle piccole.

                                             

Non sto a raccontarvi i macabri dettagli ma ve li potete sicuramente immaginare. Le api si accanirono funeste, addosso alle loro loro prede così gentilmente offerte. Tutte furono bucherellate ed avvelenate ... tranne una. Eh, si !! Proprio lei, AnnA, impavida era l'unica bimba che non piangeva e non aveva paura. Le api non sentendo in lei alcun timore, non la uccisero; anzi si instaurò fra AnnA e le api un reciproco rapporto di telepatica amicizia. La piccola AnnA, con le sue manine, giocava con le apette e loro, affettuosamente sporche ancora del sangue versato, si strusciavano sui suoi capelli tingendoli di rosso. 

AnnA rimase nella foresta per sette giorni e sette notti (come Samara dentro al pozzo prima di morire nel film The Ring) tanto che ricominciò a piovere. Gli anziani abbattuti dato che a quel punto, se non fossero state le api ad uccidere le neonate, sarebbe stata la fame e la disidratazione, andarono a vedere ciò che successe. Beh !! Rimasero imbambolati quando videro sola soletta, la piccola AnnA, sopravvissuta e piena di energie. Le api non solo la lasciarono in vita ma la sfamarono tutto il tempo, rilasciando sulla sua bocca il loro miele; AnnA da questo ne trasse sostentamento e formò il suo carattere all'insegna della bontà.

Infatti AnnA crebbe sana, forte e piena di dolcezza. In barbaro il significato del suo nome è : salvata dalle api.

A questo punto spettava ad AnnA, divenire la donna del prossimo capo barbaro. Fino al compimento della maggiore età era vietato ad AnnA sapere del suo destino; se a qualcuno scappava una parola, gli veniva recisa la lingua. LuK qualche anno dopo, quando ritornò dalla campagna svizzera, appena fu eletto capo, oltre a cambiare il nome del suo popolo, venne a conoscenza di quale sarebbe stata la sua compagna però senza sapere come venne prescelta.

AnnA, LoriS e la vita nel campo

Ora qui possiamo introdurre un altro noto elvetico:  il barbaro LoriS.

LoriS è il fratello minore di LuK; egli stimava  ed ammirava molto suo fratello tanto che da quando compì dieci anni, iniziò a seguirlo sempre nelle scorribande. D'altro canto LuK voleva molto bene al suo fratellino e da quando i loro genitori andarono in letargo (nella cultura barbara la morte era vista come il bisogno di un sonno lungo e perenne), non gli faceva mancare niente ... era come un padre!

Alle femmine minorenni, era impedito partecipare alle refurtive scorribande quindi AnnA, viveva serenamente la sua infanzia nei vari campi, cambiati. Gli elvetici si cibavano con tutto ciò che di commestibile strappavano ai popoli sottomessi. AnnA, a differenza degli altri ragazzi era un po' contraria alla violenza, nei momenti di tristezza si appartava e col pensiero (ignorando il motivo della sua dote) chiamava a se qualche ape amica che la consolasse.

La sua amicizia coi pungenti insetti, sebbene il trascorrere del tempo, continuava essere piuttosto forte. Questa tenace amicizia fu dimostrata il giorno in cui i due elvetici FederiK e LorenX convinsero il resto del popolo, ad incendiare la foresta del pungiglione. AnnA, in questa occasione, fu lei a mettersi in prima linea per difendere le api.

Era troppo tardi, purtroppo tutti gli elvetici erano d'accordo e si avviarono a compiere il grande incendio .

Il temerario ed ambientalista cuore di AnnA, la spinse a compiere un nobile gesto: decise di donare la sua vita per la salvezza della foresta. Gli elvetici non potevano opporsi al suo volere e dovettero interrompere, le loro brutali intenzioni. AnnA camminò sul "ponte della sorte" (trattasi di un ponte assai pericolante, attraversato dalla persona impenitente nel tentativo di liberarsi, in caso ci riuscisse, dalle proprie angoscie) e a metà strada senza pensarci si gettò nel vuoto (si narra che la caduta dal ponte fosse infinita perchè dall'alto, ad occhio nudo, non si vedeva il fondo).  Fu proprio in quel istante che il cielo si annuvolò improvvisamente; molti pensarono fosse la fine del mondo e LuK distrutto, per la perdita della sua donna, si stringeva forte a LoriS. Il nero del cielo, non era altro, che una moltitudine di api che sfrecciava verso il corpo di AnnA. A mo' di tappeto volante, bloccarono la caduta della piccola elvetica, e volando la portarono in salvo davanti gli occhi increduli di tutti. Il volere di AnnA, dopo ciò, fu rispettato da tutti e i due istigatori piromani, furono punti dalle api, sul loro barbaro culetto.

I maschietti invece, si facevano le ossa, con le loro prime piccole orde; fu proprio così che AnnA conobbe LoriS. Tutti i ragazzi ritornavano al campo con del bottino mentre il povero LoriS era l'unico che ritornava malconcio, con qualche occhio nero ed a mani vuote. Ad AnnA, egli ispirava simpatia e per lei era un piacere, ogni volta, medicare le sue ferite.

LuK era felice che fosse proprio AnnA, a prendersi cura del fratellino. Dopo parecchie incursioni, LoriS divenne un bravo elvetico del quale LuK ne andava fiero.

Cerotto dopo cerotto, i due elvetici diventarono grandi amici. Quando LoriS era fuori per "lavoro", AnnA passava il tempo a leggere tutti i libri che lui sgraffignava e le portava con gioia. Nelle giornate in cui erano assieme, i due amici, si divertivano giocando a nascondino ed a rincorrersi fra gli agnelli.

Gli Elvetici erano anche furbi, il loro unico "onesto" mestiere era l'allevamento degli agnelli. Questi ovini, non venivano mangiati anzi, si facevano ingrassare ben bene. LuK sapeva che una volta arrivati all'Impero, poteva andare alla Zecca e cambiare ogni chilo di agnello, con tre bronse e mezzo.

 

La visione

 

Perchè, vi domanderete, proprio la vongolina dovette essere oggetto di rapina? 

LoriS, giunto all'Impero, ebbe l'incarico di cercare la Zecca. Durante gli anni, aumentò in LoriS la curiosità di sapere com'era fatto l'Impero. LuK molte notti, per far addormentare AnnA e LoriS, raccontava loro storie fantastiche che riguardavano: l'Imperatrice, i prosperosi vigneti di Crea, le alte querce della Contea e soprattutto il culto della vongola. I due elvetini,  ogni notte, si addormentavano increduli se tali racconti sarebbero mai stati veri.

Dunque un pomeriggio LoriS, passeggiando vicino al cuore dell'Impero, sostò dinanzi un lussuoso negozio chiamato "Perla". Stupito da quel nome, si immobilizzò ... fu come per incanto che allo stesso tempo, da un olmo si staccò una grande foglia che dondolante, cadde nelle sue mani . La disposizione delle venature di tale foglia, formava un nome: "Lisa". LoriS, attonito non capiva che gli stava succedendo, alzò gli occhi alla coincidenza del passare veloce di una bmw bianca, dalla quale, partì un flash atto ad immortalare una mora universitaria che l'autobus aspettava . LoriS vide in controluce grazie al flash che quella fanciulla possedeva un guscio (nel culto della vongola si narra che soltanto chi possiede degli occhi speciali, detti occhi del campione, può vedere il guscio della vongolina).

Di primo acchito, LoriS, pensò: "ma in che cavolo di paese sono capitato?! Allora esiste davvero!!". Nonostante tutto, la serendipità di quegli strani eventi al fulmicotone ed i ricordi delle storie raccontate dal fratello, portarono LoriS alla riflessione ed a collegare le cose: quella ragazza aveva il guscio di una conchiglia perciò lei ne doveva essere la Perla, il suo nome dunque doveva essere  ... Lisa. Da quel momento i suoi occhi si colmarono di lei. Per lui, lei divenne la sua unica ragione di vita.

 

Vongologia II (inedita fine del vecchio racconto incredibile)

 

Riscendiamo nuovamente la scala cronologica :

Tempo addietro l'Italico mare e la Vittoriosa luna, depositarono sopra un onda, una piccola conchiglia bianca . Ella da quest'onda venne giù e andò a finire sulla soffice sabbia di Eraclea.  Elenoire che aveva la residenza estiva proprio in quel paese, passeggiando sul bagnasciuga, un giorno la trovò. La portò con se e si prese cura di lei come fosse sua figlia. Per questo Gigetto, a volte si sentiva un po' trascurato e nel frattempo si dilettava a creare nuove invenzioni.

Messa in un tinello d'acqua salata, la vongolina fu trasportata sino all'impero. Nella capitale l'acqua marina non c'era quindi per selezione naturale, ella dovette adattarsi a vivere lontana dal sodio. Questo ambientamento, comportò a Lisa, la perdita della nuda visibilità del suo guscio. Tuttavia nella lisea vita, la parte salina non mancava: Lisa in occasione delle cene a palazzo, per far ricordare il suo originale sapore, donava a tutti una marea di torte salate (la vicina Monia, racconta che lei le preparasse con ardore, ascoltando ed intonando la vecchia canzone "Iris").

Elenoire riceveva molte soddisfazioni da quella innocente ragazza. Oltre a divenire sua ottima amica, le impartì le più crude nozioni della scienza economica avviandola al dottorato. Il primogenito e futuro erede al trono, Mike Fragola, come suo padre, si sentì messo in disparte dalla madre. Mike sebbene nel suo più remoto angolo del cuore, voleva bene alla bevarassa, temeva ch'ella potesse portar via la sua eredità; per ripicca Mike quando gli si presentava l'occasione, non si tirava indietro nel burlare Lisa che pian piano, priva del suo guscio protettivo si rinchiudeva sempre di più nella sua camera. La stanza dove viveva la vongolina, progettata dall'Arch. pazzo Casazzo,  fu un intrigo fattole da re Gigetto per dimostrare alla sua qual specie di figliastra, il bene volutole... in realtà era un bunker.

A volte Lisa, per astrarsi sotto le stelle, fuggiva attraverso l'unica finestra della sua stanza; era molto furba: aveva fatto crescere sotto il suo balcone, dei girasoli alti alti.

Questi girasoli, non avevano solamente la funzione di farla entrare ed uscire, senza esser vista ma servivano nella speranza che un giorno, un prode uomo, potesse salire da lei per corteggiarla. Nelle notti assai splendenti, Lisa contemplava madre Luna seduta su un fragoleto;  fu così che imparò ad apprezzare le rosse fragole e dedicarsi a cose nuove (il suo estremismo iniziò proprio in quel periodo) .

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il Ratto

 

Da quando LoriS venne folgorato, giorno dopo giorno, diventava sempre più instabile, permaloso ed irrequieto, tanto che LuK cominciò a preoccuparsi seriamente sul suo stato psicologico. LuK non venne a conoscenza, del liseo smarrimento di Loris, di conseguenza non si dava pace perchè non capiva, che cosa gli fosse successo.

AnnA notò in LoriS, un cambiamento; oltre a non giocare più con lei come prima, svolgeva le razzie con un ferocia che non era mai stata sua. Una sera LoriS, in preda a degli incubi morbosi, esplose e confidò alla cara amica, il suo colpo di flash; AnnA vide nei suoi occhi, attorniata da una luce bianca, il volto di una ragazza.  Capì quindi che c'era poco da fare: bisognava agire, per il bene del suo amico.

Il giorno dopo, AnnA, spiego a LuK tutta la faccenda e col suo dolce visino, misto a tenerezza, lo convinse a far diventare reale l'oggetto dei sogni di LoriS. Si dette inizio all'operazione chiamata il ratto della Vongolina.

Per questa operazione LuK si portò FederiK, NikoL e GabrY (i famosi quattro moschettieri elvetici perchè assieme, riuscivano sempre a raggranellare più bottino di tutti gli altri elvetici messi assieme) e a LoriS non disse nulla per potergli fare un intrigo. Giunti sotto la terrazza di Lisa, NikoL il più leggero dei quattro, si arrampicò sui girasoli. Arrivato al davanzale, trovò su di esso delle grosse fragolone tanto invitanti quanto pericolose. Lisa per mettere alla prova lo spavaldo corteggiatore, metteva sul marmo della finestra, delle fragole avvelenate in modo tale che se il ragazzo, avesse preferito la dolcezza della fragole al posto della sua, se ne sarebbe amaramente pentito.  Infatti NikoL senza pensarci ne mangiò subito una e cadde brutalmente a terra, col mal di pancia.

LuK era il capo, FederiK era di palo, perciò toccò a GabrY salire per prendere la vongolina. Lisa, ancora dormiente, non credeva ai suoi occhi: un baldo giovane era venuto a rapirla; l'elvetico GabrY, ignaro, si trovò a far breccia nel cuore della fanciulla desiderata da LoriS, la quale,  senza opporre resistenza, si lasciò prendere e portare via. GabrY per di più, dette un occhiata veloce al bunker, per vedere se c'era qualcosa di valore da portare con se. L'unico oggetto che meritò interesse, fu un grande quadro d'autore ignoto, chiamato "loneliness" (donato a Lisa dall'Imperatrice il giorno in cui perse l'ultimo dentino latteo); codesta opera passò subito nelle mani elvetiche.

 

L'inserimento

 

La mattina dopo, quando Lisa si svegliò, era piena di dolori alla schiena per via delle rozze maniere con la quale i barbari, la trasportarono (quella per i 4 moschettieri,  era la prima volta in cui una persona umana, era oggetto di razzia; non avevano ancora esperienza su come si dovesse maneggiare tale merce). Appena il cervello della vongola arrivò al cento per cento delle sue facoltà, la portò a capire che si trovava dentro un container assieme ad oro e altra merce di valore.

LuK, in mattinata andò alla Zecca imperiale e barattò tutti gli agnelli che aveva; dallo scambio ricavò 30030 bronse, tutte in monete di bronzo . Appena intascata la cospicua somma, decise di portare il proprio popolo, verso ... le rive del Garda, a Tignale.

Lisa quindi, si trovava da subito in viaggio diretta in lontane terre. Anche se sola in un luogo umido e buio, non aveva timore alcuno: sapeva che la corsa prima o poi doveva finire e ad aspettarla, ci sarebbe stato il suo conquistatore.

LoriS che conduceva il trattore , dove attaccato c'era il pesante bilico che conteneva la preziosa conchiglia, era ancora all'oscuro di tutto. Anna che faceva da navigatore all'amico, guidata delle api contattate lungo il tragitto, diresse gli svizzeri direttamente alla meta. Arrivati nei pressi del Garda (leggendaria zona nota per il lago, le cui acque avevano il potere di rinvigorire e ringiovanire il corpo), gli elvetici espropriarono coattivamente gli autoctoni e costruirono velocemente il loro campo. Durante i festeggiamenti notturni, LuK decise che era il momento giusto, per dare a LoriS l'intrigo che tanto bramava. LuK condusse il fratello dinanzi lo sportello del container e gli disse che dentro c'era un intrigo per lui. LoriS carico di curiosità, di colpo ritornò sereno come un tempo; aprì le porte e soltanto per lui, la notte divenne giorno: la candida luce della vongolina, illuminava tutto il lago (questa luce che la vongolina ereditò da madre luna, ovviamente, solo Loris poteva vedere) .

Lei era lì. Finalmente, gli occhi di LoriS, misero a fuoco nitidamente la reale immagine dei suoi sogni. Lisa, inizialmente perplessa perchè si aspettava l'elvetico GabrY, salutò LoriS che all'istante svenne a terra. Ella pensò che la festa e tutta quella gente, fosse lì per lei, così iniziò a salutare e ringraziare tutti. Molti elvetici, in principio, non la videro di buon occhio ; pensarono fosse un'avvinazzata, passata lì per caso, intenzionata a sbaffarsi la fondutta (nota specialità svizzera) preparata dal capo LuK.

La giovane e lungimirante AnnA, fece subito amicizia con la leggendaria vongolina e le presentò gli elvetici più illustri, tra i quali c'erano, i già veduti, moschettieri. LoriS ripresosi dallo shock, invitò subito Lisa a prendere parte alle danze svizzere. La vongola trovò l'elvetico un ballerino eccezionale.

Col passare delle giornate, Lisa desiderava conoscere il suo rapitore ma ben prestò capì che costui, non era interessato a conoscerla (vigeva un codice tra i maschi che imponeva, di non desiderare la donna, voluta prima, da altri).  Parallelamente, giorno dopo giorno, LoriS notava che gli intrighi dati a Lisa dalle razzie, non le interessavano per niente e resosi conto che oltre alle danze, poco c'era, la sua lisea bramosia cessò. Comunque a LoriS, Lisa rimase molto in simpatia e con Anna, ella si affiatò alla grande. Seppur grande amiche, AnnA non sapeva da dove venisse Lisa, ne immaginava che la sua amica, in futuro, avrebbe recato danno al suo popolo.

 

LisA

 

Era passato più di un anno e Lisa oramai, era già ben inserita nel campo. Solitaria in una tenda tutta sua, trascorreva le giornate gustandosi gli occhi coi muscolosi elvetici, a chiacchierare (fu con gli elvetici che Lisa, apprese la famosa tecnica segreta di conversazione, usata spesso con la Sgorlina),  e leggere libri, con l'amica AnnA. Visto il giovare della acque del Garda, a loro piaceva molto fare il bagno per poi farsi notare, stese sotto il sole, dalle invidiose ragazze gardensi (agli abitanti originari, non era più consentito fare il bagno perchè si credeva che meno gente si trovasse in acqua, tanto più concentrato dovesse essere il beneficio tratto dalla stessa).   

Il libro preferito da AnnA, era uno di Shekespeare: "Il mercante di Venezia". In esso si narrano le gesta di Jessica, figlia di un avido ebreo, che si convertì al cristianesimo per poter stare col suo amore.

Potete vedere qui sotto, la somiglianza che corre tra Lisa (a sx) e Jessica (a dx, scena tratta dal film) ...

Forte della similitudine, attratta dalla storia veneziana e aperta al nuovo mondo, il guscio della vongolina sparì del tutto (LoriS una sera, provò farle un sacco di foto ma l'involucro ... non vedeva più). Era evidente ormai che la vongolina, creatura dal sangue olmense, si trasformò in LisA, separatista dall'animo elvetico .

Come potete vedere (foto tratta dagli archivi imperiali), gli abiti di AnnA, calzavano a pennello sul corpo della vecchia olmense. LisA, era proprio felice, di stare con AnnA. In quei giorni, l'elvetica compì la maggiore età e come voleva la tradizione, venne a conoscenza, proprio da LuK, del destino che l'aspettava. LisA, condivise quel momento importante, assieme a lei, cercando di starle moderatamente vicino (in una intervista rilasciata dalla stessa LisA, si dichiarava essere logorroica e tachente). AnnA, frastornata ma conscia che le tradizioni dovevano essere rispettate, accettò ciò che il destino le aveva preparato; internamente, voleva assai bene a LuK ma ciò non le bastava, a colmare il vuoto del suo bisognoso cuore. D'altro canto, anche LuK che conosceva AnnA fin da piccola, vedeva in lei, una sorella mancata e non pensava minimamente, di riuscire a provare per lei, dei sentimenti estremi. Del resto, non essendoci altri capi barbari, anch'egli accettò ciò che il fato voleva.

 

La presa della Vongolina

 

Riportiamoci ad Olmo ...

L'Impero si risvegliò senza la sua amata vongolina.

I servi della gleba, furono dunque privati, di un simbolo di speranza (l'Architetto Casazzo scolpì una statua, simile alla Venere, raffigurante Lisa e la pose, vicino alla macchina del tempo e dello spazio. Tutti i s.d.g., nelle notti di luna piena, si adunavano attorno la statua e decantavano i versi della poesia "Lisologia II", scritta per l'occasione). Per di più, presi dal panico, smisero di corteggiare le a.s.m.; queste non potendosi più far belle, di conseguenza non avevano accesso al calendario: panico anche per loro.  Il malcontento cresceva a dismisura ed un rimedio necessitava.

L'Imperatrice Helen ripresasi dallo shock (fu un trauma che durò parecchi mesi), sapendo delle sue fughe notturne, andò a cercarla per tutti i fragoleti dell'Impero. Setacciò tutta la spiaggia di Eraclea, pensando fosse ritornata nel luogo d'origine. Guardò negli spogliatoi del campo da tennis, tra le siepi del campo da calcio parrocchiale e lungo tutta la via tangentia ma alla fine,  in preda alla forza della tigre, decise di rivolgersi, alla Fera Bianca Investigation. I due noti investigatori dopo settimane di duro spionaggio, tramite messaggi cifrati scritti sugli olmi, lunghe sedute dalla parrucchiera ed acquisti da Ilario (noto commerciante i cui pettegolezzi rasentavano le sponde del Mar Egeo), vennero a sapere tutto: luoghi, nomi, fatti e misfatti che riguardavano la vicenda su Lisa e riferirono tutto, ad Elenoire.

A questo punto l'Imperatrice che rivoleva con se Lisa:

sentita l'esperienza garibaldina del vice-imperatore,

galvanizzata dall'irosa Dede,

appoggiata da tutti i feudatari di Crea che per l'occasione offrirono i loro parancoli,

sostenuta dalla Quercia che inviò gli scalzi più veloci,

adottando le tattiche bellicose di Re Gigetto,

dichiarò guerra agli elvetici

 

L'acidità della Regina Helen of Olm, cambiò gli animi degli olmensi, solitamente buoni e miti; in poche giornate, mise in piedi, l'esercito imperiale. Questi, composto da mille combattenti, era rispettivamente formato:

- in prima linea 50 dei migliori granchi ammaestrati del Tury, pronti a tagliar le gambe al nemico elvetico

- in seconda linea cento scalzi e cento parancoli (gente altamente sacrificabile) che dovevano fungere da kamikaze per debellare i centri vitali degli svizzeri

- nel mezzo, assieme ad Helen che avanzava nella scatoletta d'assalto, c'erano 250 "bei norbi" creatini e 400 cavalieri d'olmo

- in coda, per tamponare eventuali attacchi dalle retroguardie, stavano cinquanta a.s.m. a cavallo dei propri s.d.g.

                          

La regina, durante lo spostamento, mandava in avanscoperta le sue farfalle e la Satrapa, i suoi canarini. Questi innocenti mezzi di rilevamento, servivano per avvertire la sovrana, su possibili trappole poste lungo la strada. La Finanziera Bianca, rimase a casa, per vegliare che nessun sciacallo, ne approfittasse per depredare l'Impero, privo dei propri regnanti.

L'esercito avanzava spedito: Fra i cavalieri d'olmo, Dede guidava un pugno di rinozelesi accecati d'ira, muniti di ascia diabolica .

Mike Fragola era a capo di un manipolo di olmensi, armati di alabarda spaziale .

La Satrapa si portò il coro al completo, i quali acuti, potevano frantumare qualsiasi pezzo di vetro. Gigi aveva con se, il kit alla Mac Gyver, pronto a preparare chissà quale diavoleria. I creatini, come integratore salino, avevano ettolitri di vino e tramite questo si aumentavano la forza. Elenoire, come ultimo appiglio, per difendersi, poteva usare il suo sangue che vista la sua ira funesta, era assai acido (il potere della Regina, aveva la facoltà di trasformarla in un "alien"; in uno stato di rabbia, si raccontava che il pH del suo sangue poteva arrivare a valori sotto lo zero).

 

L'incontro

 

Dopo sette settimane di marcia ininterrotta, l'esercito assetato di sangue, raggiunse le rive del Garda. Il sole ignaro (gli elvetici, percependo il raggiare del sole, capivano l'andamento della giornata ... ma in quella giornata esso forse, non rideva loro), dava il benvenuto ad un nuovo giorno che già gli olmensi, per farsi sentire, incendiarono una tenda elvetica.

Gli elvetici, dopo aver gozzovigliato tutta la notte, al mattino si dedicavano al riposo: la loro colazione di solito era il pranzo. Quella mattina, furono svegliati di soprassalto, dalle urla del barbaro FederiK che trovatosi col sedere in fiamme, urlò correndo all'impazzata, fino alle acque del lago dove vi si gettò, per spegnere, i suoi fumanti pantaloni.

Tutti gli elvetici, svegliati, si adunarono attorno alla tenda del loro capo. LuK, non appena vide i granchi, capì chi era venuto fargli visita. Quand'egli andò a scambiare gli agnelli, buggerò i calcoli dichiarando venti agnelli in più. LuK tuttavia pensò che nessuno, per una manciata di bronse, si sarebbe spinto così avanti perciò il motivo della visita imperiale doveva essere un altro (effettivamente col tempo poi, gli ovini si riprodussero e sarebbe stato impossibile, per i due cassieri e per la Bianca finanza,  risalire al numero iniziale). Tutto fu svelato quando un portavoce imperiale lesse l'ultimatum (gesto palesemente inutile ma puramente di cortesia, consigliato da Mike Fragola)  della Regina:

 "barbari, consegnateci viva la vongolina altrimenti del vostro popolo, non ne rimarrà nemmeno il ricordo".

AnnA e LoriS, stretti per mano, non capivano che cosa stava succedendo. Tutti gli elvetici (stanziati lì erano 500 circa più altri 100 ex-gardensi convertiti) che solitamente erano loro a fare la prima mossa, per la prima volta si ritrovarono a fare da bersaglio. Non più conquistatori ma oggetto di conquista. LisA, la cui mente era ormai posseduta dall'elvetismo, si scordò il popolo che l'aveva allevata e non riconobbe nessuno fra gli olmensi.

 

Spettava a LuK prendere questa grossa decisione, dopo qualche minuto di riflessione:

Forte per non aver mai perso uno scontro,

Vedendo un sole assai raggiante e caloroso,

Sapendo che AnnA senza LisA non poteva altro stare,

e orgoglioso di dimostrare al popolo la sua temerarietà:

 

come duro segno, di guerra aperta, rimandò indietro il portavoce con un ciuffo, di vongolini capelli.

 

Lo scontro

(la prima guerra dieguitiana)

 

Diretti contro LuK, dagli occhi dell'Imperatrice, partirono due verdi raggi fotonici. Quel irideo colore, dava il via alle ostilità che sulla nuda terra di Tignale, venivano consumate. I granchi, cominciarono subito ad affettare le caviglie dei barbari più vicini: già una decina caddero mutilati ma vista la lentezza dei loro movimenti, gli elvetici fuori uso, rimasero solo quelli.

Le tende elvetiche, non erano dure e resistenti perciò non serviva il sacrificio dei parancoli, per farle saltare in aria. Tuttavia la loro l'esperienza bellica, era scarsa, così si misero a vegliare sull'Imperatrice. Anche i trenta cantori del Tarù, non trovarono finestre di vetro da rompere allora rimasero a proteggere la Satrapa. Quest'ultima assieme alle a.s.m., approfittò delle benefiche acque del lago per farsi bella, disponendo i s.d.g. a loro guardia. La Regina inorridì, vedendo questa specie di ammutinamento ma aveva altro a cui pensare.

(l'esercito elvetico)

Nel frattempo, a donne e bambini elvetici, fu dato l'ordine di mettersi al riparo. AnnA e LisA, rinchiuse in un container, ancora non capivano che cosa stava succedendo e per di più, LisA, scordatasi pure del suo nome originario, era ignara che la guerra fosse per lei.

L'armata elvetica, era divisa in quattro battaglioni dove ogni moschettiere, ne dirigeva uno. I battaglioni venivano costituiti, in base alla specialità d'arma che ogni barbaro, meglio sapeva usare. Queste armi erano: Coppe, Denari, Spade e Bastoni. LuK conduceva i denarosi tra i quali c'era LoriS (i denari erano delle grandi monete di bronzo, gettate contro il nemico, in segno di forza, oltre che fisica, anche economica. LoriS da piccolo mostrava spesso ad AnnA, i suoi progressi, nel lancio del denaro). FederiK guidava la squadra dei coppisti (trattasi di grossi magli, con i quali si colpivano le nuche, in gergo "cope", degli avversari). NikoL era a capo degli spadieri e GabrY dei bastonatori (la velocità di questi due gruppi, nel muovere le loro armi, era spaventosa: ad occhio nudo era impossibile vedere la loro arma) .

(la prima guerriglia: Impero vs Elvetici 1-0)

 

Mike Fragola, con le sue alabarde, avanzava contro i coppisti. Le lunghe alabarde, impedivano ai coppisti di avvicinarsi quindi soltanto chi decideva di morire, poteva arrivare a colpire la nuca olmense. Vista la superiorità numerica, sebbene con fatica, i coppisti furono sopraffatti. Contemporaneamente gli irosi asceri dedici, irruppero contro i denarosi: la loro rabbia fu tale che con la loro ascia, riuscivano a tagliare i denari quando ancora erano in volo.

A Dede, toccò lo scontro con LoriS: il suo denaro fu tagliato, dalla rinozelese, perfettamente in quattro parti uguali; l'ira dedica lo stava per invadere quando Dede, riconobbe in lui, qualcosa di buono perciò non lo uccise ma lo ferì alle gambe, rendendolo inerme. LuK appena visto LoriS a terra pensò al peggio e si precipitò subito a prestargli soccorso. Gli ascieri, sgominato il primo gruppo e spalleggiati dal resto della squadra di  Mike, convogliarono alla volta dei bastonatori. Dallo scontro, ne risultò un grosso polverone di segatura: i bastoni degli elvetici furono tritati in un batter d'occhio, dalle taglienti asce ed alabarde .

Tutto sembrava concludersi al meglio, per gli Olmensi e per di più anche velocemente ma ... il mal fato, stava per cadere sull'Impero ...

(la seconda guerriglia: Impero vs Elvetici 1-1)

Rimanevano solo gli spadieri; ultimi ma anche i peggiori. La disciplina, impartita agli spadieri, nel corso degli anni da NikoL, li portava alla perfezione nell'arte della spada (da parecchi anni, NikoL voleva che il fratello GabrY, si applicasse meglio nell'arte del bastone ma a questi, poco importava). Oltre a velocizzare i propri movimenti, impararono a forgiare delle spade che potessero tagliare, qualsiasi materiale conosciuto (si racconta che nella lega d'acciaio, al momento della fusione, i barbari aggiungessero un additivo segreto; questo non era altro che le gettate, fatte dopo le sbronze più atroci) .

Il corpo dei cavalieri d'olmo, rimasto solamente composto dagli asceri, si diresse fiducioso contro gli spadieri ma ahime, nonostante fossero anch'essi veloci, la loro corazza nulla poteva fare contro le spade elvetiche. Mike vedendo che ormai, non si poteva più far nulla, accorse dall'alleata Dede e riportandola nelle linee amiche, la salvò da morte sicura (probabilmente da questo gesto, sbocciò l'amore tra i due). Oltre alla vittoria, dal nemico abbattuto, gli spadieri ne assorbivano la forza e la rabbia. Potete pensare adesso che pericolo si stava per accanire contro l'Imperatrice rimasta sola con i creatini e i parancoli...

(un'idea fantastica : Impero vs Elvetici 2-1)

L'impero cominciava a tremare, gli spadieri si stavano avvicinando di gran lena.

Fu allora che Gigetto si ricordò di una cosa: quand'era piccolo andava spesso a trovare, il suo coetaneo amico Damy che abitava nella Contea della Quercia.  Un giorno, mentre giocava ad arrampicarsi sulle alte Querce, Gigino trovò un ramo spezzato da un fulmine. Da quel ciocco di legno, desiderava farsi un mazza da baseball. Gli fu praticamente impossibile perchè, come gli spiegò Damy, il legno delle Querce della Contea, aveva una peculiarità unica, poteva essere tagliato solo lungo la venatura; in nessun modo poteva essere scalfito con un taglio normale alla vena.

A quel punto, sapendo di avere al seguito parecchia legna delle Querce della Contea, usata per alimentare i falò notturni (un etto di quel legno ardeva per tutta una notte e bastava per riscaldarsi), Gigi prese un manubrio e lo armò con una tavola di legno di quercia; questa doveva fungere da scudo. Il sacrificabile parancolo, forte del detto "femene, schei e paura mai avui", si diresse solitario contro gli spadieri.

Da lontano il geniale Gigi con Elenoire, vide che effettivamente le spade svizzere, non riuscivano a penetrare nel legno. Tuttavia il parancolo perì all'istante, sotto i duri colpi ma non si spense invano: La Regina ordinò a tutti i creatini di equipaggiarsi di tavole di quercia e con queste di apprestarsi per l'ultimo scontro.

I creatini di certo, sapevano combattere meglio dei parancoli e fu così che colpo dopo colpo, fecero stancare gli spadieri. NikoL e i suoi uomini, non credevano potesse esistere un materiale così duro. Privati dell'uso della spada, gli spadieri divenivano comuni mortali; anche in questo caso, la superiorità numerica dei creatini prevalse e dopo varie ore di lotta corpo a corpo, domarono i barbari .

Ormai l'esercito elvetico non aveva più combattenti ed i pochi rimasti, erano feriti o privi di forza: la presa della vongolina sembrava ormai cosa fatta ma...

(un aiuto inaspettato: Impero vs Elvetici 2-2)

LuK con LoriS sulle spalle e i moschettieri, tutti ormai mezzi morti, si diressero al container dove stavano AnnA e LisA.

Elenoire, scortata dagli unici combattenti ancora in forze (parancoli e scalzi), scese dalla scatoletta corazzata e si diresse, dove poche ore prima, si ergeva il centro del campo elvetico. LuK, non voleva che le due ragazze vedessero tutto il sangue e la distruzione che rivestiva il campo, perciò disse loro di chiudere gli occhi e di tenerli così, fino a nuovo ordine. Purtroppo essendo la curiosità, una debolezza femminile, le due monelle aprirono gli occhi. Le reazione di LisA fu uno shock psicotico: nella sua mente iniziavano ritornarle dei barlumi di memoria. Ad AnnA invece, non appena vide LoriS ferito gravemente e resti umani sparsi qua e la, provò un forte odio e disprezzo verso: LuK, il suo destino, tutto ciò in cui credeva e soprattutto, verso quella donna che si stava avvicinando (l'Imperatrice) che per lei, era rea d'aver iniziato tutto. Figuriamoci! : tale sgomento, portò la rabbia di AnnA, alle stelle; credendo che Elenoire stesse per sopprimerla, non potendosi trasformare in Hulk, con la potenza immane del suo pensiero, chiamò le sue adorate api a difenderla.

La Regina che da lontano vedeva la vongolina, di colpo, sentì levarsi un brusio assordante e la terra tremare. La velocità con la quale le api avanzavano, provocò un onda d'urto che smosse il suolo e abbatté gli alberi. L'Imperatrice, comodo bersaglio per lo sciame assassino,  si vedeva passare davanti agli occhi tutti gli anni del suo brillante regno.

Le api, erano a pochi metri dalla loro preda quando, consapevoli del loro destino, i cento scalzi e i novantanove parancoli entrarono in azione.  Con i loro corpi, fecero da scudo alla Regina, riparandola da tutti i lati.

Per quanto tempo, il corpo di questi eroi, poteva resistere all'incessante pungere?

Mentre le api si facevano strada, nei corpi che pian piano cadevano saturi di veleno, tutti stavano a guardare ... tranne uno ...

(colpo di genio : Impero def. Elvetici 3-2)

Fu ancora Gigetto Fiketto che per salvare la sua amata, aguzzò il suo ingegno. Sapeva di avere  il tempo contato, perciò prese subito il kit che aveva con se (da quando si laureò in Ingegneria, non ne andava mai in giro senza). Dentro, aveva un fialetta, contenente cinque millilitri del sangue di Helen. Sapendo che quel sangue, in quel momento, era assai acido, lo diluì nel vino dei creatini. Ora non restava che trovare il modo, di versare l'acido contro le api. A questo punto prese i profumi delle a.s.m. (pur andando in guerra, le a.s.m. non potevano fare a meno, dei loro prodotti di bellezza quindi avevano sempre con se le boccette vaporizzatrici di profumo) e li riempì con la soluzione creata. Oltre alle a.s.m. divennero utili anche i s.d.g.: incaricati dal vice imperatore Mike, si disposero a cerchio attorno al nuvolone apifero e spruzzarono il prodotto nocivo, contro le api.

Alcuni di loro morirono perchè, per stupidità, se lo spruzzarono addosso comunque l'acido fece il suo effetto; le ali delle api, si sciolsero all'istante e come una rapida reazione a catena, precipitarono tutte a terra.

Ahimé!! Perbacco!! Aciderbolina!! Pressata dalla coltre umana di parancoli, la cui vita era ormai andata, Elenoire stentava a respirare e nonostante il sacrificio umano ............. stava morendo pure lei.

(la magia della lisea fenice : La resa degli Elvetici)

Era giunta notte. Una luna a metà sbiancava la nebbia che appena alzata, aggirandosi tra i freddi corpi dei caduti, li benediceva.

Mike e Gigetto, coi pochi creatini, spostarono la montagna di parancoli per liberare Helen; purtroppo l'Imperatrice non dava segni di vita, il polso era assente. Mutismo e rassegnazione avvolsero i pochi olmensi rimasti. Padre e figlio stretti nel cordoglio, dovevano compiere ad ogni costo, ciò che Helen voleva.

Dopo aver visto quest'ultima animalesca battaglia, la mente di LisA si spalancò del tutto i suoi ricordi le erano, ora nitidi. La rabbia di AnnA, aumentò ancor maggiormente quando vide che la morte dei suoi amici insetti, non soddisfò la sua sete di vendetta. Stava personalmente correndo verso l'inerme Helen creduta ancora viva, per darle il colpo di sicura grazia, quando LisA la fermò. AnnA vide dagli occhi della sua amica, uscire una marea di lacrime amare (queste lacrime formarono un ruscello che diretto dentro al Garda, lo tramutarono, in un lago d'acqua salata).

Tutti i presenti si fermarono. Un brivido, levato dalla vongolina, fece venire la pelle d'oca a tutti. LisA che ora si ricordava tutto, fu consapevole di possedere, il potere della vongola. Conscia di poter usare il potere datole dai genitori, una sola volta, scelse d'impiegarlo per ridare la vita all'Imperatrice.

LisA, emettendo luce pura, improvvisamente divenne splendente. Fu allora che dalla Luna (madre) partì un raggio lunare, atto a prelevare l'immobile corpo di Elenoire. A costui, deposto al centro del lago salato (considerato mare, perciò padre), vu infusa la vita. Con gran gioia di tutti, anche dei più scettici, la Regina tornò a riva e si alzò. Il suo amato Gigetto, le corse subito incontro e l'abbracciò (i due si scambiarono un favoloso bacio record). Accertatasi della salute dei suoi cari e del popolo rimasto, corse ad abbracciare e ringraziare, la vongolina ritrovata (consumato il potere, da quel momento in poi, divenne una comune mortale e vongolina non lo era più).

La Satrapa ed i cantori, attorniati da canarini e maripose, per la felice occasione cantarono l'alleluja.

Anna si calmò perchè capì, quanto importante fosse quella donna, per LisA. Elenoire, come risorta dalle ceneri, era ora calma e benevola; usò il suo sangue (in uno stato di gioia e tranquillità, il suo sangue aveva poteri sanatori) per medicare LoriS e tutti gli Elvetici feriti. In pochi secondi erano tutti già arzilli.

Ma LuK, anche se fisicamente risanato, aveva l'animo scosso e guardando i fondi del lago, capì quale sarebbe stato il suo destino. Illuminato pure dalla sconfitta e dalla morte della sua gente, decise che era inutile continuare a vivere sempre di corsa, rischiando sempre la pelle e senza mai mettere le radici. Con un peso madornale che gli incombeva sulla coscienza, chiese alla Regina di prendere la sua gente con se perchè si potessero insediare nell'Impero. Rinunciando ad AnnA e LoriS e a millenni di storia barbara, decise di ritornare nelle terre svizzere. AnnA, LoriS e i moschettieri condivisero all'unanimità l'ultimo volere del loro capo. In fin dei conti, sapevano anche loro che quella era ... la scelta più saggia.

 

P.S. vi domanderete: "ma i granchi che fine hanno fatto ?" beh !! Delusi per la loro lentezza, decisero di suicidarsi nelle profonde acque del Garda. La natura benevola invece li trasformò, in splendidi pesciolini che vissero felici, amandosi gli uni con gli altri .

Il presente

 

Trascorsero diversi mesi: la guerra per il mondo dieguitiano, restò solo un brutto ricordo che andava a riempire i libri di storia e ad aumentare il mito dell'Impero, nelle temerarie leggende. Gli elvetici che durante il ritorno da Tignale, socializzarono con olmensi e creatini, attecchirono sia ad Olmo, sia nelle Terre Perse di Crea; più esattamente, aNNa e parecchi altri, ora vivono nel feudo d'Orne.

Le stagioni si avvicendavano. LISa e lORIs, si affiatarono nel ballo (un divertimento che col tempo appassionò la maggior parte degli elvetici, sia nuovi che vecchi). Il colore rosso, nella vita di aNNA, divenne un marchio indelebile.

Elenoire permise agli elvetici, di vivere pacificamente, assieme ai dieguitiani purché avessero, un onesto lavoro. Ella pensò anche a questo: incaricò aNNa, di fondare e dirigere, la Gazzetta Dieguitiana ovvero il giornale dell'Impero. ANNa, prese questo onere, con molto impeto ed appassionata per un fumetto che lORIs le portò anni fa, chiamò il giornale: "Dylan Dieg" .

Tale tabloid, si trova nei migliori edicolanti, tutti i Venerdì. In esso si scrive cronaca bianca e nera ma non rosa (tale materiale viene divulgato viva voce previa censura dell'FBI). Una parte della Gazzetta, era impiegata come metodo informativo col quale, le alte cariche governative dei vari distretti, divulgavano le proprie leggi. Codesta parte normativa, se convalidata dall'Imperatrice, diveniva ufficiale.

Nel giornale, aNNa scelse di avere lISa, come vice e tutti gli altri elvetici, come operatori da usarsi nei vari reparti. In questa maniera, gli elvetici rimangono vicini e possono sfruttare al massimo, la propria potenzialità. Ogni tanto, nel giornale viene pubblicata un'intervista, su di un personaggio illustre; la prima che non ebbe vergogna a farsi intervistare, fu proprio lISa.

Il fatto che gli svizzeri stavano assieme, con l'andare del tempo, portò aNNa ad una elevata autostima: donna in piena carriera praticamente aveva, in ambito lavorativo, tutti gli elvetici sotto di lei. Non avendo poteri ufficiali su nessun territorio, stampa dopo stampa, capì quanto potente poteva essere il mezzo sotto il suo comando (usando un vecchio codice elvetico, celato tra le righe, aNNa comunicava con tutti i barbari (convertiti e non) sparsi per il mondo).

Traendo spunto proprio dal suo lavoro, aNNa fondò una massoneria di stampo giornalistico detti: "i giornalisti" (ne facevano parte gli elvetici più convinti; tanto per spolverarvi qualche vipposo nome, oltre alle due preposte, c'erano lORIs, lORENx, fEDERIk, gABRy, lUIz, nIKOl. Nelle ore extra-lavorative, questi elvetici più convinti,  tutt'ora si riuniscono nei sotterranei della cattedrale di Santa Berta.

Come per gioco, aNNa si ritrovò, leader del movimento neo-elvetico. Oggi, legati a questa nuova fede, si contano innumerevoli individui. Disposti come cellule, in un tessuto corporeo rappresentato dalle sempre continue espansioni territoriali dell'Impero, questi seguaci attendono di essere attivati.

Accecato dall'enorme potere che via via sta acquisendo, continuerà il lato buono di aNNa dominare su quello oscuro?!!

Ora, dipende tutto dal buon cuore di aNNa ....

 

.... ad ogni modo nelle vene di aNNa, scorre sangue barbaro!!

 

MA QUESTA ... E' UN'ALTRA STORIA