DAMA ELEGANTE

 

 

Quella superba sua faccia serena

passar la vidi tra la folla oscena,

e vidi gli occhi della folla ardenti

sprofondarsi ne' suoi,

come attoniti e opachi occhi di buoi.

 

Mordea la folla collo sguardo muto

le nudità di latte e di velluto,

e correa, dietro i vaghi ondeggiamenti

del morbido corsetto,

i profili del largo, augusto petto.

                                                                                   

E allor pensai che poiché brilla il sole

sulle paludi e sulle verdi aiuole,

irradiar poteva in una festa

la pura faccia di una donna onesta!

 

Ma, seguendo il suo strascico di seta,                           

il mio cor sospirava: - O bella creta,

va', domanda alla Venere di Milo

la lista dei cretini

che vide immoti a' suoi piedi divini!...

 

E sentirai dalla vetusta dea                                            

come la forma strangoli l'idea,

come al vergine altar della bellezza

sorga stolto e profano

il basso incenso dell'ossequio umano!

 

O bella creta passa nella festa                                        

poiché sei tanto bella e tanto mesta,

in mezzo all'orgia delle voglie, illesa;

passa candida e altera e non compresa!

 

Adorino il tuo riso incantatore,

agognino al tuo fiato e al tuo pallore,                                 

bevan l'abisso delle tue pupille,

e l'aurora che vola

dalle tue labbra colla tua parola...

 

Sarà l'inno del verme all'infinito,

sarà il ringhio che simula il ruggito,                                    

non sarà la bestemmia e la canzone

che merita la donna,

quando è l'angelo, il santo e la madonna!

 

E tu non sei del mondo, o bella creta,

no, del mondo non sei, nè del poeta;                                 

nè del poeta, o stella passeggiera,

nè del marito che ti abbranca a sera! -

Febbraio 1864.


 

27

 

DAMA ELEGANTE

 

 

La caravana dei desiri miei

verso di voi salìa, donna divina,

come una fila di camelli ebrei

al limitar di mistica piscina.

 

Oh se giungeva ad attaccar la briglia

alle fossette delle vostre spalle,

la noia, il condottier della famiglia,

si dipingea di ciel le guancie gialle!

 

Giacchè, marchesa, voi siete un inganno,

siete una larva dei secoli vieti,

e certo ancor nell'anima vi stanno

le carezze dei numi e dei poeti.

 

Siete risorta da una tomba argiva

per rinnegar coi vergini splendori

le belle inferme dell'età lasciva,

e le viltà dei nostri flosci amori!

 

Deh, spargete la spiga e la verbena

nel folto crine che vi bacia il viso;

deh, non negate alla mutata scena

i firmamenti del vostro sorriso!

 

Ché saran santi sorriso e corona,

fosse del volgo sterminato in mezzo,

s'anco una sola anima mesta e buona

divinizza l'amore al vostro olezzo!

 


 

28

 

DAMA ELEGANTE

 

O bella donna di latte e di rosa,

donna sdegnosa,

m'han raccontato che nessun ti agguaglia

nella battaglia ;

che hai di ferro le braccia, e che il tuo petto

è un corsaletto

dei vecchi dì colla malìa nascosa;

o bella donna di latte e di rosa.

 

O bella donna che sembri uno stelo

mietuto in cielo,

m'han raccontato che di molti amanti,

nei camposanti,

tu puoi legger la lapide forbita,

che uscir di vita

sotto le spire del tuo corpo anelo;

o bella donna che sembri uno stelo.

 

O donna piena di gioie e di luci,

se tu conduci

al cimitero, il cimitero è bello

come un gioiello:                                                              

se per te rode il verme è un usignuolo,

ed il lenzuolo

è porpora regal se tu lo cuci,

o donna piena di gioie e di luci!

 

O donna piena di delicatezze,                                            

le tue bellezze

fan sognare a migliaia i giovinetti

su cui proietti,

passando, un occhio d'angelo e di sfinge,

occhio che pinge

e monti e mari d'inudite ebbrezze!

O donna piena di delicatezze,

 

o donna fortunata ed infelice,

e a me non dice,

a me quell'occhio non dice l'amore,                                   

dice il dolore;

il dolore dell'angelo esiliato,

e condannato

a subir la materia peccatrice!

O donna fortunata ed infelice,

 

se v'ha nume che ascolta, e se tu preghi,

egli non nieghi

questa dolcezza alla mia musa altera:

deh, la preghiera

aspettata per schiudermi il sorriso

del paradiso

dal tuo mistico labbro il vol dispieghi,

se v'ha nume che ascolta, e se tu preghi!

 


 

29

 

DAMA ELEGANTE

 

 

Costei, la bionda dagli occhi procaci,

costei, la bella

che ha fralezze di fior, raggi di stella,

io la vorrei

compagna e schiava dei dolori miei.

 

Vorrei darle la mia sete di baci

non noti al mondo;

come un aratro sul suo sen giocondo

vorrei passare,

e nell'ansia vederla agonizzare.

 

E poi narrarle la immensa amarezza

dei disinganni ;

dirle la noia che precede gli anni;

dirle che Iddio

ci ha fatti al sogno, all'estasi e all'oblio!

 

 Questo vorrei, perché la sua bellezza

troppo divina

sentisse un po' la mota e la pruìna;

questo vorrei

per far men gaia e pallida costei.

 

 


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