L'ULTIMO VIAGGIO

  XVIII

 

L'ISOLA DELLE CAPRE

 

Indi più lungi navigò, più triste,

E corse i flutti nove di la nave

or col remeggio or con la bianca vela.

E giunse alfine all'isola selvaggia

ch'è senza genti e capre sole alleva.

E qui vinti da sonno e da stanchezza

dormian sul lido a cui batteva l'onda.

Ma con la luce rosea dell'aurora

vide Odisseo la terra dei Ciclopi,

non presso o lungi, e gli sovvenne il vanto

ch'ei riportò con la sua forza e il senno,

del mangiatore d'uomini gigante.

Ed oblioso egli cercò l'Aedo

per dire a lui: Terpiade Femio, il sogno

dolce e dimenticato io lo risogno:

era la gloria... Ma il vocale Aedo

dormia sotto le stridule aspre foglie,

e la sua tetra là cantava al vento

il dolce amore addormentato in cuore,

che appena desto solo allor ti muore.

E l'Eroe disse ai vecchi remiganti:

Compagni, udite. Qui non son che capre;

e qui potremmo d'infinita carne

empirci, fino a che sparisca il sole.

Ma no: le voglio prendere al pastore,

pecore e capre; ch'è, così, ben meglio.

È là, pari a un cocuzzolo silvestro,

quel mio pastore. Io l'accecai. Ma il grande

cuor non m'è pago. Egli implorò dal padre,

ch'io perdessi al ritorno i miei compagni,

e mal tornassi, e in nave d'altri, e tardi.

Or sappia che ho compagni e che ritorno

sopra nave ben mia dal mio ritorno.

Andiamo: a mare troveremo un antro

tutto coperto, io ben lo so, di lauro.

Avessi ancora il mio divino Aedo!

Vorrei che il canto d'Odisseo là dentro

cantasse, e quegli nel tornare all'antro

sostasse cieco ad ascoltar quel canto,

coi greggi attorno, il mento sopra il pino.

E io sedessi all'ombra sua, nel lido!

Disse, e ai compagni longiremi ingiunse

di salir essi e sciogliere gli ormeggi.

Salirono essi, e in fila alle scalmiere

facean coi remi biancheggiare il flutto.

E giunti presso, videro sul mare,

in una punta, l'antro, alto, coperto

di molto lauro, e v'era intorno il chiuso

di rozzi blocchi, e lunghi pini e quercie

altochiomanti. E il vecchio Eroe parlava:

Là prendiam terra, ch'egli dal remeggio

non ci avvisti; ch'a gli orbi occhio è l'orecchio;

e non ci avventi un masso, come quello

che troncò in cima di quel picco nero,

e ci scagliò. Rimbombò l'onda al colpo.

Ed accennava un alto monte, tronco

del capo, che sorgeva solitario.

 

 

L'ULTIMO VIAGGIO 19-IL CICLOPE