Myricae
Giovanni Pascoli

 
IDA E MARIA



O mani d'oro, le cui tenui dita
menano i tenui fili ad escir fiori
dal bianco bisso, e sì, che la fiorita
sembra che odori;

o mani d'oro, che leggiere andando,
rigasi il lin, miracolo a vederlo,
qual seccia arata nell'autunno, quando
chioccola il merlo;

o mani d'oro, di cui l'opra alterna
sommessamente suona senza posa,
mentre vi mira bionde la lucerna
silenzïosa:

or m'apprestate quel che già chiedevo
funebre panno, o tenui mani d'oro,
però che i morti chiamano e ch'io devo
esser con loro.

Ma non sia raso stridulo, non sia
puro amïanto; sia di que' sinceri
teli, onde grevi a voi lasciò la pia
madre i forzieri;

teli, a cui molte calcole sonare
udì San Mauro e molte alate spole:
un canto a tratti n'emergea di chiare,
lente parole:

teli, che a notte biancheggiar sul fieno
vidi con occhio credulo d'incanti,
ne' prati al plenilunio sereno
riscintillanti .

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