Myricae
Giovanni Pascoli

 


CREATURE

I
FIDES

Quando brillava il vespero vermiglio,
e il cipresso pareva oro, oro fino,
la madre disse al piccoletto figlio:
Così fatto è lassù tutto un giardino.

Il bimbo dorme, e sogna i rami d'oro,
gli alberi d'oro, le foreste d'oro;
mentre il cipresso nella notte nera
scagliasi al vento, piange alla bufera.

II
CEPPO

È mezzanotte. Nevica. Alla pieve
suonano a doppio; suonano l'entrata.
Va la Madonna bianca tra la neve:
spinge una porta; l'apre: era accostata.
Entra nella capanna: la cucina
e piena d'un sentor di medicina.
Un bricco al fuoco s'ode borbottare:
piccolo il ceppo brucia al focolare.

Un gran silenzio. Sono a messa? Bene.
Gesu trema; Maria si accosta al fuoco.
Ma ecco un suono, un rantolo che viene
di su, sempre più fievole e più roco.
Il bricco versa e sfrigge: la campana,
col vento, or s'avvicina, or s'allontana.
La Madonna, con una mano al cuore,
geme: Una mamma, figlio mio, che muore!

E piano piano, col suo bimbo fiso
nel ceppo, torna all'uscio, apre, s'avvia.
Il ceppo sbracia e crepita improvviso,
il bricco versa e sfrigola via via:
quel rantolo... è finito. O Maria stanca!
bianca tu passi tra la neve bianca.
Suona d'intorno il doppio dell'entrata:
voce velata, malata, sognata.


III
MORTO

Manina chiusa, che nel sonno grande
stringi qualcosa, dimmi cosa ci hai!
Cosa ci ha? cosa ci ha? Vane domande:
quello che stringe, niuno saprà mai.

Te l'ha portato l'Angelo, il suo dono:
nel sonno, sempre lo stringevi, un dono.
La notte c'era, non c'era il mattino.
Questo ti resterà. Dormi, bambino.
IV
ORFANO

Lenta la neve fiocca, fiocca, fiocca.
Senti: una zana dondola pian piano.
Un bimbo piange, il piccol dito in bocca;
canta una vecchia, il mento sulla mano.

La vecchia canta: Intorno al tuo lettino
c'è rose e gigli, tutto un bel giardino.
Nel bel giardino il bimbo s'addormenta.
La neve fiocca lenta, lenta, lenta.
V
ABBANDONATO

Nella soffitta è solo, è nudo, muore.
Stille su stille gemono dal tetto.

Gli dice il Santo-Ancora un po'; fa' cuore-
Mormora-Il pane; è tanto che l'aspetto-

L'Angelo dice-or viene il Salvatore-
Sospira-un panno pel mio freddo letto-

Maria dice-È finito il tuo dolore!-
-oh! mamma io voglio, e dormire al suo petto-

Lagrima a goccia a goccia la bufera
nella soffitta. Il Santo veglia, assiso;

l'Angelo guarda, smorto come cera;
la Vergine Maria piange un sorriso.

Tace il bambino, aspetta sino a sera,
all'uscio guarda, coi grandi occhi, fiso.

La notte cade, l'ombra si fa nera;
egli va, desolato, in Paradiso.