Isaiah Beethoven

 

Mi dissero che avevo tre mesi di vita,
così mi trascinai a Bernadotte,
e per ore e ore me ne stavo accanto al mulino
dove l’acqua raccolta agitata nel profondo
sembrava immobile:
o mondo, questo sei tu!
Sei soltanto uno slargo nel fiume
in cui guarda la vita e ci rallegra
vederla specchiata in noi, e così sogniamo
e ci volgiamo altrove, ma quando torniamo
a cercare quel volto, ecco le pianure
e i pioppi disseccati tra i quali ci gettiamo
nel più grande fiume!
Ma qui accanto al mulino le nubi menate
si schernivano nell’acqua vorticante
e di notte sul suo pavimento di agata
la fiamma della luna scorreva sotto i miei occhi
nella quiete della foresta rotta
da un flauto in una capanna sul colle.
Alla fine quando fui costretto a letto
debole e sofferente, coi sogni intorno a me,
l’anima del fiume m’era entrata nell’anima,
e la forza raccolta nella mia anima si muoveva
così in fretta da parere ferma
sotto città di nubi e sotto
sfere d’argento e mutevoli mondi—
finché vidi un bagliore di trombe
sui bastioni al di sopra del Tempo!