Lambert Hutchins

Ho due monumenti oltre a questo obelisco di granito:
uno, la casa che costruii sulla collina,
con le guglie, le verande e il tetto di ardesia;
e l’altro, il lungolago di Chicago,
dove c’è il piazzale di manovra dei treni,
con le locomotive che fischiano e le ruote che stridono
e il fumo e la fuliggine scagliati sulla città,
e il frastuono dei vagoni sul boulevard—
uno sgorbio come un porcile nel porto
d’una grande metropoli, lurido come un letamaio.
Contribuii a lasciare questa eredità
a generazioni non ancora nate, col mio voto
in Parlamento,
e il bello fu di farla finita
con la continua paura del bisogno,
e di dare alle mie figlie un’educazione come si deve,
e un senso di sicurezza nella vita.
Ma, vedete, benché avessi la villa
e i viaggi gratis e una certa notorietà locale,
mi arrivavano chiacchiere, chiacchiere, chiacchiere,
dovunque andassi, e le mie figlie crebbero
con l’aria che qualcuno le volesse bastonare;
e si sposarono all’impazzata, in fretta e furia,
tanto per togliersi di qui e cambiare.
A che è servito allora tutto quanto?
A niente, a un accidente!