sabato 11 maggio  2013 13:02

 

Pd, Epifani: "Non potevo sottrarmi. Rischiamo di toccare il fondo"  
Renzi: "Il traghettatore? Aiuta se la barca regge"
 

Nonostante sia stata formalmente chiusa l'intesa su Guglielmo Epifani come segretario-traghettatore, le frizioni all'interno del Pd non si placano, anche se alla fine all'assemblea del Pd non sono emerse altre candidature oltre a quella dell'ex leader Cgil.

SEGUI LA DIRETTA TV

Assemblea blindata: il servizio d’ordine ha tenuto fuori dal padiglione gli esponenti di OccupyPd presenti, mentre il noto disturbatore Tv Paolini è stato tenuto fuori dal compound della Fiera.

EPIFANI - Nel suo intervento, il candidato unico Epifanidice che non ha cercato la candidatura a segretario Pd ma spiega: “Non potevo sottrarmi. Non ho cercato questo incarico e comunque di fronte alla sollecitazione avuta da tante parti del partito dico che non potevo sottrarmi”. “Non c’era alternativa a questo governo -  ha aggiunto - Se a chi ha un’opinione diversa su un passaggio difficile non si dà l’opportunità di discutere insieme lo si abbandona - ha spiegato Epifani - e noi non ce lo possiamo permette. A Letta dobbiamo dire che non abbiamo bisogno solo di sostenere lealmente il suo governo ma di ricostruire un consenso sociale intorno al suo governo perchè così lo si rafforza”. Sulla situazione del partito:  “Tocchiamo con mano il potenziale fallimento del nostro progetto, perché se alla società italiana tu non offri uno strumento in grado di muovere una passione o rappresentare un interesse e tu sei visto come parte della crisi, quel partito non ha più nessuna funzione da svolgere.

Per questo dobbiamo reagire, dobbiamo tornare in campo assolutamente al più presto possibile”. “La richiesta più forte che veniva dal Paese era quella di dire ‘fate un governo’, ce lo chiedevano innanzitutto tanti cassintegrati e disoccupati dicendo ‘fate presto perchè non c’è futuro’. Ed è per questo che è stata giusta la strada intrapresa, allora non dobbiamo avere paura. Se decidiamo di correre questa strada dobbiamo correrla con coraggio e determinazione. Coraggio non significa incoscienza”. “Troverei incosciente - ha proseguito Epifani - un partito che non sappia stare a fianco del suo ministro Cecile Kyenge quando viene attaccata e offesa”. “Oggi è una giornata in cui chi è a Brescia sta continuando a mettere mine. La sfida è: questo è il governo del Paese o è quello degli interessi di qualcuno?”, si è chiesto Epifani.

BERSANI - L'intervento del leader uscente Pier Luigi Bersani s'incentra sulla necessità di condividere le responsabilità. "C'è bisogno di un nuovo inizio per il partito - scandisce - ma senza personalismi". E poi il leader assicura i suoi: "Da capitano o da mozzo continuerò a lavorare per il Pd". “Il Pd è un partito senza padroni - dice Bersani - Tenerlo insieme non può essere responsabilità di uno, ma di tutti e di ciascuno. Oggi assolutamente, se ne comprendiamo la delicatezza estrema, dobbiamo dimostrare al Paese che guardiamo avanti”. “Le mie dimissioni - ricorda Bersani - sono venute da vicende dolorose che hanno cambiato il corso degli eventi. Non sono state un gesto personale, sono state un gesto politico su una questione esistenziale e voglio credere che se ne potrà discutere a fondo nel congresso o sarebbero state inutili”.

RENZI - "Il traghettatore aiuta se la barca regge...", è la battuta di Matteo Renzi che nel suo intervento sottolinea che il  Pd deve sostenere il governo Letta e deve provare a “guidarlo” e non “subirlo”, altrimenti si fa “un regalo a Berlusconi". Matteo Renzi invita il partito ad avere un ruolo leale ma attivo nei confronti di un governo che ovviamente non è quello che tutti avrebbero voluto. “Dobbiamo chiarire cosa deve fare il partito e cosa deve fare il governo. E’ chiaro che il governo che abbiamo non è il nostro governo, lo ha detto Enrico Letta. Ma è guidato da uno di noi, un governo a cui siamo ahimè obbligati”. Ha aggiunto Renzi: “Non mi interessa sapere quanto dura ancora; mi interessa sapere se lo subiamo o se lo guidiamo. Se lo subiamo stiamo regalando l’ennesimo calcio di rigore al presidente Berlusconi. si tratta di capire se sulle nostre parole d’ordine siamo nelle condizioni di fare uno sforzo innovativo. Non ci impuntiamo sull’Imu, ma dobbiamo fare nostra la battaglia di Cecile sulla cittadinanza a chi è nato qui”. “La politica è ferma alla Bossi-Fini, è ferma sulla paura - osserva -. La realtà invece dice che i nostri bambini vorrebbero assomigliare a Balotelli. Il Pd ha un senso se riesce a incrociare i sentimenti profondi delle persone”. Quanto al traghettatore, Renzi non resiste alla battuta: “Barca naturalmente è la barca. Non mi riferivo a Fabrizio. Anche se certo riguarda anche Fabrizio, tutti devono stare dentro”.

VIDEO: L'INTERVENTO DI MATTEO RENZI

ROSY BINDI - Rosy Bindi assicura “sostegno” al governo Letta, ma avverte che “non è ricevibile la retorica della pacificazione”. L’ex presidente del partito rivendica: “Dobbiamo continuare a praticare l’alternatività al centrodestra. Ho sentito che Berlusconi ha annunciato un discorso pacato a Brescia. Possiamo dirgli pacatamente che non condividiamo quella manifestazione?”. “Enrico - ha aggiunto - ha posto una distinzione interessante: condividiamo delle politiche. Io aggiungo: non ci dimentichiamo mai della politica e della consapevolezza che differenze politiche non possono che portare a politiche diverse. Non accetto che mi si imponga la politica della pacificazione e della legittimazione reciproca, questa teoria non è accettabile, non è ricevibile. Non credo di dover chiedere scusa al paese per le critiche che abbiamo mosso al centrodestra in questi anni. Posso fare lo sforzo di sostenere il governo letta, ma non mi si può chiedere di accettare la retorica della pacificazione imposta da Brunetta, da Berlusconi e da tutti gli altri”. Nessuno può permettersi di fare accuse di “correntismo”, Rosy Bindi, senza citarlo, replica al sindaco di Firenze Matteo Renzi che poco prima aveva polemizzato su questo argomento: “Nessuno si senta in grado di scagliare la prima pietra, sulle correnti. Non dobbiamo essere ipocriti, ci sono agenzie che hanno già battuto i nomi dei nuovi responsabili (il riferimento è alle voci su un renziano probabile nuovo responsabile organizzazione del partito, ndr).

Siccome il segretario non ne ha parlato con me e non ne ha parlato con gli altri...”. Ha aggiunto la Bindi: “Dobbiamo dirci quella cosa banale che è la verità: io la penso così, la penso diversa da te ma la penso così. O la politica dice quello che pensa o non ne veniamo fuori. Quanti non detti, quante persone non rispettate, quante minoranze ignorate e fatte diventare ancora più minoranze. Non è così che si fa un partito plurale. Abbiamo bisogno di aprirci. Se faremo insieme questa fatica forse ritroveremo le nostre radici, che sono quelle dell’Ulivo”.

SPERANZA - “Questo governo non era nei nostri disegni, ma a noi tocca spiegarne il senso con umiltà e coraggio. Serve un Congresso vero in cui la politica prevalga sui personalismi”, dice il capogruppo alla Camera Roberto Speranza. “Abbiamo bisogno di un congresso vero, un congresso che non sia una conta ma una vera e franca battaglia delle idee - aggiunge - Abbiamo bruciato due candidati forti come Marini e Prodi, due cicatrici che rimangono sul nostro corpo. Le dimissioni di Pier Luigi Bersani danno il senso di una responsabilità che non può essere di qualcuno, ma deve essere di tutti”.

IL SINDACO EMILIANO - In apertura dell’assemblea il sindaco di Bari Michele Emiliano prende, senza indossarla, la maglietta degli OccupyPd Emiliano e mette in chiaro: “Siamo qui in una fase ospedaliera. Epifani è un Caronte che deve gestire meno dell’ordinaria amministrazione”. A chi gli chiede se oggi in assemblea ci sia spazio per un candidato alternativo all’ex segretario Cgil, Emiliano risponde: “Secondo me si’. Puo’ darsi che ci sia qualcuno che ha voglia di dare una soluzione un po’ meno grigia a questo momento di crisi. Io ad esempio avrei preferito Roberto Speranza, mi sarebbe sembrata una soluzione un po’ piu’ progressiva”. E su Renzi: “Renzi ha il diritto e il dovere di candidarsi come segretario del Partito democratico”, dice ai microfoni di Rai News 24. “Nel congresso - spiega - bisogna stabilire se questa alleanza col Pdl deve diventare una cosa strutturale o se risolvere il problema in pochi mesi, rifare la legge elettorale e togliere questa pistola carica in mano a Berlusconi e andare al più presto possibile alle elezioni”. “E immediatamente dopo - conclude - si deve andare alle elezioni, entro la primavera al massimo”.

LA BINDI E I VOLANTINI - “Ok, ma ora basta, altrimenti li sprecate tutti per me e non ve ne restano altri”. Cosi’ Rosy Bindi, scherza con i dimostranti di Occupy Pd, che la sommergono di volantini di protesta. E a uno dei contestatori che la saluta con un “Siamo piu’ di centouno, siamo meglio di centouno”, l’ex presidente risponde sorridendo “lo so e me l’immagino”

NO CONTROCANDIDATURE - Non si profilano controcandidature a Guglielmo Epifani all’assemblea del Pd. I malumori però restano e i dissidenti chiedono all’ex leader della Cgil garanzie di imparzialità e soprattutto che non si candiderà al congresso. Molto dipenderà pero’ dal discorso che Epifani farà ai delegati. La scelta di Epifani ha convinto i giovani turchi. “Lo voteremo”, ha assicurato Matteo Orfini.  Laura Puppato non sfiderà Guglielmo Epifani. “non mi candido alla segreteria del Pd”, ha assicurato arrivando all’assemblea nazionale del partito.

IL NO DEL RIBELLE CIVATI - Guglielmo Epifani è un nome in “totale continuità con il gruppo dirigente precedente”, spiega Pippo Civati, intervistato da SkyTg24. “Poi - aggiunge - non ho capito se Epifani si candida per fare l’arbitro o se intende candidarsi al prossimo congresso. L’altra volta eleggemmo nella stessa situazione Franceschini, che poi si candidò...”.  E ancora: "Se c’è Epifani ci sarà un’Epifania di candidati”, scherza Civati.



© riproduzione riservata
www.adisonline.it


promozione

© adisonline.it