DOMITIANUS
Titus Flavius Domitianus
13/09/81 - 18/09/96


Titus Flavius Domitianus


Figlio di Vespasiano e di Flavia Domitilla, fratello minore di Tito, Tito Flavio Domiziano nasce nell'anno 51.
Si tramanda di lui che fosse uomo dal carattere freddo e crudele, pervaso da un perenne stato di nervosismo ed irritabilità ma anche dotato di capacità organizzative fuori dal comune.
Nell'estate del 69, al momento della salita al potere del padre ai danni di Vitellio, Domiziano si trova a Roma con lo zio; a differenza di quest'ultimo il giovane, quando i Vitelliani attaccano il Campidoglio, scampa alla morte.
Alla caduta di Vitellio viene proclamato Cesare; durante il principato del padre, Domiziano è in aperto contrasto con Muciano (cfr. la pagina su Vespasiano) e, al contrario del fratello, non riceverà mai la guida di una spedizione militare o una qualche carica sostanzialmente importante. Dal momento che Tito, designato al trono, non ha prole, si profila la successione di un fratello al fratello; Domiziano dà comunque fiato alle voci che circolano - non sappiamo se false o meno - sulle presunte intenzioni di Vespasiano di conferire il regno a lui e al fratello in compartecipazione, e sul fatto che Tito abbia manomesso il testamento del padre per escluderlo, almeno momentaneamente, dal trono.
Alla morte di Tito, Domiziano si adopera in modo da colmare il vuoto di glorie militari che lo separano dal defunto, riportando diversi successi. Uno dei passi successivi è la presa della Dacia, celebrata nell'89 con un trionfo ma ottenuta non senza qualche difficoltà; durante quello stesso anno in Germania Superiore scoppia una rivolta militare, guidata da Lucio Antonio Saturnino (plausibilmente con l'appoggio di una parte del Senato, particolarmente scossa per gli atteggiamenti sempre più accentratori di Domiziano). Questi si fa acclamare Imperatore, con l'approvazione delle truppe ausiliarie di stanza in Germania, ma il comandante in Germania Inferior, fedele a Domiziano, lo sconfigge e ne causa la morte. La rivolta è così sedata dopo soli ventiquattro giorni .

Con il passare del tempo e con le operazioni svolte sul Danubio Domiziano si ingrazia sempre più le simpatie dell'esercito, rafforzando la propria posizione. Istituisce una raffinata organizzazione del personale militare creando archivi informativi a persona costantemente aggiornati; questa iniziativa rientra nella vasta e sistematica attività amministrativa ottimamente diretta dall'Imperatore. Svetonio, che non lo ha in simpatia, sottolinea come l'efficienza dell'organizzazione dei controlli dei funzionari e dei governatori non abbia mai avuto risultati così positivi nell'amministrazione dell'Impero sino ai suoi giorni. Per contro non è possibile fare a meno di sottolineare quanto l'eccessiva rigidità nell'applicazione delle norme risultasse talvolta paradossale.
Durante il principato di Domiziano viene costruito uno stadio della capienza di circa 30.000 posti, ed è completato l'Arco di Tito.

Negli anni successivi l'Imperatore fa via via sempre più mostra di una politica che ha in palese dispregio quella attenta filosofia di gestione del potere perpetrata da Augusto, che presentava il Senato quale compartecipe del potere del Princeps nell'ambito di un regime "pseudo-repubblicano": non fa mistero delle proprie tendenze assolutistiche, ed alimenta un clima generale di sospetto e tensione latente con la riesumazione dei processi per tradimento, di una complessa rete di spionaggio e con la messa a morte di molti senatori di non comprovata fiducia.
In tale atmosfera di dubbi e timori sono ben poche le alte cariche dello Stato a non sentirsi passibili di rappresaglie, anche estreme, da parte del princeps. E' Domiziano stesso, così, a mettere a repentaglio la propria vita - per l'ultima volta - allontanando i due prefetti del Pretorio: a suo avviso sono in aria di cospirazione e decide di rimpiazzarli con due figure che per lui si riveleranno altrettanto infide; i due sostituti, temendo la stessa sorte dei loro predecessori, giocano d'anticipo e decidono di eliminare Domiziano, complottando congiuntamente a parecchi dignitari provinciali, ai comandanti delle truppe in Germania e a Domizia Longina, moglie di Domiziano nota per la propria avversione ai comportamenti tirannici del consorte.
Domiziano viene così assassinato, per mano di un liberto, il 18 settembre del 96

Above: sestertius.

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