BLACK - OUT  NEGLI ACQUARI

 

 

Negli ultimi tempi si parla molto di crisi energetica e qualche acquariofilo ha cominciato a preoccuparsi anche dei problemi che potrebbero derivarne per il proprio hobby. Quando ci avviciniamo ai mesi invernali, durante i quali l'illuminazione e il riscaldamento degli acquari sono di particolare importanza, ho ritenuto opportuno riservare lo spazio di questo articolo a tale argomento. A prima vista, considerando che tutti gli accessori dei nostri acquari funzionano ad elettricità, sembra veramente che la crisi energetica possa provocare grossi danni ai nostri acquari, soprattutto se si pensa alla ventilata possibilità di una interruzione nella fornitura dell'energia elettrica per alcune ore al giorno: il famoso "black out". Senza voler entrare in dettagli su questo tanto discusso problema, non dimentichiamo che, secondo molti esperti, in Italia non sussisterebbe il pericolo di "black out" dovuto ad un troppo elevato consumo di energia elettrica, mentre si può parlare del pericolo di interruzione della fornitura di elettricità solo a causa di guasti; va detto da parte nostra che l'interruzione della luce, o dell'energia elettrica in generale, non crea particolari problemi ai nostri acquari. Vediamo un po' da vicino tutta la problematica del consumo di elettricità, perché giustamente qualcuno ha fatto osservare che si deve risparmiare energia e, trattandosi di un soggetto chiaramente voluttuario, si potrebbe anche pensare ad eliminare il nostro "spreco" di consumo sostituendo gli attuali accessori elettrici con altri, oppure addirittura facendo completamente a meno degli acquari. Affrontiamo allora il problema del consumo di energia elettrica in un acquario medio, cioè di una capacità di circa 100 litri.

IL FILTRAGGIO

Per prima cosa parliamo del filtraggio, parte indispensabile di qualsiasi acquario domestico. Se il filtro è dotato di una pompa centrifuga, i conti sono presto fatti: una pompa centrifuga con una resa oraria di 200 litri ha un consumo massimo di 20 w all'ora; ciò significa 480 w al giorno (la pompa funziona 24 ore su 24) e circa 14,5 chilowatt al mese. Per gli amici acquariofili che possiedono pompe più grosse va ricordato che il consumo non sale proporzionalmente: infatti una pompa centrifuga di 1500 litri/h ha un consumo di circa 70 w all'ora, cioè di 50 chilowatt al mese. Molti acquari sono inoltre dotati di un aereatore, o in aggiunta alla pompa centrifuga, oppure in sostituzione di essa per far funzionare il filtro. Un aereatore potente con una resa oraria intorno ai 200-300 l d'aria ha un consumo che si aggira al massimo sui 20 w, mentre i piccoli aereatori, anche se il loro consumo dipende molto dal modello, superano difficilmente i 10 w orari.

 

IL RISCALDATORE

Per quanto riguarda il riscaldatore, il discorso è un po' più complesso. I riscaldatori fissi naturalmente hanno un consumo relativamente alto, ma con una piccola spesa superiore, e qui veramente si può parlare di risparmiare energia elettrica, si può usare un riscaldatore termostatato, il quale riduce i consumi per quei brevi periodi durante il giorno o la notte in cui si rende indispensabile il riscaldamento dell'acqua per portarla alla temperatura desiderata. Tuttavia, per un acquario da 100 litri che si trova in un ambiente casalingo normalmente riscaldato, e cioè con una temperatura media intorno ai 20°C, il consumo del riscaldatore termostatato si aggira al massimo intorno ai 200-250 w al giorno. Arriviamo cioè ad un consumo mensile di circa 7 chilowatt.

 

L'ILLUMINAZIONE

Ultimo problema: l'illuminazione. Quasi tutti i nostri acquari sono oggi dotati di un impianto di illuminazione con lampade fluorescenti. Per fortuna queste lampade consumano poca energia. D'altra parte è quasi impossibile fare a meno dell'illuminazione artificiale, considerata la necessità delle piante e degli animali tropicali di disporre di una intensa illuminazione per circa 12-14 ore al giorno. Se però guardiamo il problema più da vicino, ci accorgiamo che per un acquario da 100 litri l'illuminazione con 50 w di lampade fluorescenti è già da ritenersi sopra la media, e ciò significa, per un'illuminazione di 12 ore giornaliere, un consumo di 600 w, cioè 18 chilowatt mensili. Sommando tutti questi consumi si arriva ad un totale, per un acquario di 100 litri dotato di una pompa centrifuga, di un piccolo aereatore ( che non serve in un acquario d'acqua dolce), di un riscaldatore termostatato e di un impianto di illuminazione da 50 w, di 1500-1600 w al giorno. Nel giro di un mese pertanto il nostro acquario consumerebbe tra i 45 e i 50 chilowatt. Ad una persona non esperta in elettricità, tutte queste cifre potrebbero confondere le idee; facciamo perciò qualche paragone. Una lavatrice consuma circa 4,5 chilowatt ogni volta che funziona, e cioè ogni lavaggio di biancheria ci costa una decima parte di quello che ci costa mensilmente l'acquario: 10 lavaggi corrispondono perciò largamente al consumo di energia elettrica di un acquario da 100 litri. Il consumo di una lavastoviglie è pressapoco uguale a quello della lavatrice. Un altro paragone: parliamo di un frigorifero di media grandezza. Il suo consumo, sempre secondo dati forniti dall'Enel, si aggira intorno ai 60-70 chilowatt al mese, molto di più cioè di un acquario. Naturalmente il consumo di un frigorifero dipende da molti fattori: non solo dalla grandezza, ma anche da come è regolato e da quante volte, per dirla con parole povere, viene aperto e chiuso lo sportello. Restiamo pertanto nell'ambito di apparecchi più facilmente controllabili: parliamo di una semplice lampadina da 100 w (o, se preferite, di 2 lampadine da 50 w, più frequenti nei nostri lampadari). Ebbene, una lampadina ad incandescenza da 100 w per consumare la stessa quantità di energia elettrica che viene consumata dal nostro acquario nel giro di un mese, deve stare accesa 12 ore al giorno per un totale di 39 giorni. In altre parole, un acquario ben illuminato consuma poco più di una lampadina da 100 w che resta accesa 12 ore al giorno. Dissipate allora le preoccupazioni sull'eccessivo consumo di energia elettrica da parte dei nostri acquari, anzi, constatato che il loro funzionamento richiede molto meno energia di quanto non ne sia necessaria per la stragrande maggioranza degli elettrodomestici oggi ritenuti indispensabili in una casa moderna, resta il problema dell'eventuale "black out", cioè dell'interruzione momentanea della elettricità. A parte il fatto che simili fenomeni non sono nuovi, se ci ricordiamo delle recenti interruzioni provocate da semplici guasti tecnici, finora nessuno ha attribuito a queste brevi pause particolare attenzione. Semmai ci siamo accorti di questi fenomeni perché, se disponevamo di un programmatore per l'illuminazione, il nostro orologio risultava sfasato e la luce si accendeva o spegneva agli orari più strani. Tutto lì, almeno in linea di massima.

 

COSA POTREBBE SUCCEDERE AL NOSTRO ACQUARIO ?

Più concretamente, cosa potrebbe succedere al nostro acquario se mancasse per 6 ore l'energia elettrica? Prima di tutto resterebbe senza luce. Qui possiamo tranquillizzare tutti i nostri lettori: non succederebbe proprio niente, perché un acquario ben funzionante, illuminato normalmente, non subisce nessuna conseguenza se per alcune ore rimane al buio. Ricordiamoci che anche nei Tropici ci sono dei giorni durante i quali il sole, per improvvisi temporali ecc., non riesce ad illuminare mare o fiumi, e quindi gli organismi che noi normalmente alleviamo in acquario. Arriviamo al problema del riscaldamento: stranamente, uno dei problemi più "sentiti" dalla maggioranza degli acquariofili. Dico "stranamente" perché tutti sembrano dimenticare una regola fondamentale di fisica che dice che l'acqua è un ottimo accumulatore di calore; basta a questo proposito ascoltare con un minimo di attenzione le previsioni del tempo per capire che proprio per questo fenomeno dell'accumulazione del calore da parte dei mari si assiste ad un tempo particolarmente regolare nelle zone vicine a questi o anche adiacenti a grossi laghi. Cosa significa in pratica per i nostri acquari? Che un acquario di una certa dimensione, con una capacità cioè di almeno 50-60 litri, conserva per un certo tempo la temperatura dell'acqua. In altre parole, se l'acqua del nostro acquario è stata riscaldata, poniamo, a 25°C, anche se improvvisamente si spengono l'illuminazione e il riscaldamento, i due fattori cioè che scaldano l'acqua dell'acquario, la temperatura dell'acqua scende molto lentamente; a seconda della temperatura dell'ambiente circostante ci vogliono parecchie ore, a volte anche un giorno, per abbassare la temperatura intorno ai 20°C. Ciò significa, concretamente, che anche laddove la temperatura dell'ambiente circostante è particolarmente bassa (supponiamo che la vasca si trovi in una stanza non riscaldata e che si tratti di un inverno particolarmente rigido) difficilmente, durante le 6 ore di supposta interruzione di energia elettrica, la temperatura può scendere sotto i 20°C, e fino a tale temperatura qualsiasi animale ospitato nei nostri acquari può vivere senza conseguenze per la sua salute almeno per breve tempo. Naturalmente ciò è valido solo per animali in buono stato di salute. Allora, non esistono problemi nè per l'illuminazione, nè per il riscaldamento. Rimane il filtraggio. Si è ripetuto nelle più svariate occasioni che l'interruzione del filtraggio provoca la morte dei batteri nitrificanti e di conseguenza lo sviluppo di batteri anaerobici che producono sostanze tossiche le quali, una volta riacceso il filtro, vengono introdotte nell'acqua dell'acquario provocando, se non la morte, almeno notevoli danni alla salute dei pesci e anche delle piante. Tutto ciò è e rimane vero, ma si deve vedere anche dopo quanto tempo i batteri anaerobici riescono a sopraffare quelli aerobici, cioè quelli che sono in grado di decomporre le sostanze organiche trasformando i prodotti nocivi in sostanze non pericolose per pesci e piante. Un'entità sicura di misura non esiste e perciò non si può dare un'indicazione precisa del tempo che deve passare prima che il filtro immetta nella vasca delle sostanze tossiche. Il rimedio c'è, ed è anche abbastanza semplice: per non cambiare dopo un prolungato "black out", diciamo di più di 2 ore, completamente tutto il materiale filtrante, rimedio che a sua volta potrebbe arrecare almeno in parte dei danni allo sviluppo della vita nel nostro acquario, si può ricorrere ad un semplice trucco: si preleva un secchio d'acqua dall'acquario (ne bastano una decina di litri) e si immerge il tubo d'entrata e di uscita del filtro nel recipiente; facendo funzionare il filtro per una decina di minuti si può presumere, se rinterruzione non è stata superiore alle 5-6 ore, che tutto il materiale filtrante è stato sufficientemente "lavato" e ha lasciato almeno la stragrande maggioranza di sostanze tossiche nell'acqua del secchio. Quest'acqua va gettata via e il filtro nuovamente applicato alla vasca. Un simile accorgimento, naturalmente, funziona soltanto laddove si disponga di un filtro esterno e non di un filtro interno, incorporato cioè nella vasca stessa. Qui però, poiché anche in caso non funzionasse la pompa il filtro è pur sempre collegato tramite i fori d'entrata con tutta l'acqua dell'acquario, il tempo per provocare la formazione di sostanze tossiche nel filtro stesso è molto superiore. In ogni modo, anche qui il trucco c'è: si cambia il materiale del prefiltraggio, cioè della camera dove per prima passa l'acqua proveniente dall'acquario, e dopo si fa funzionare la pompa o l'aereatore del filtro, ma facendo defluire i primi 10-20 litri filtrati in un recipiente, in modo da poterli buttare via. Così si elimina la prima quantità d'acqua che potrebbe eventualmente contenere delle sostanze nocive e, contemporaneamente, si effettua anche un cambiamento parziale dell'acqua che alleggerisce una eventuale concentrazione di sostanze nocive nell'acquario. Quest'ultimo è infatti un ulteriore rimedio quando, a causa di una prolungata interruzione dell'energia elettrica, si nota un qualsiasi sintomo di malessere fra animali o piante. Un cambiamento parziale dell'acqua, intorno ad un 20% anche 30%, giova a tutti gli animali ed è un ottimo rimedio senza che per questo si debba ricorrere a qualsiasi altro trattamento per esempio con prodotti chimici. È indispensabile, naturalmente, che in questo caso si abbia cura di usare per l'acqua di ricambio la stessa qualità alla stessa temperatura usata nell'acquario. L'aggiunta di un buon biocondizionatore è inoltre consigliabile.

 

CONCLUSIONE

Tutto sommato, niente di "nuovo" per far funzionare i nostri acquari e nessuna paura che un domani un "black out" possa irrimediabilmente condannarli a morte. Secondo me, dobbiamo preoccuparci di ben altre cose, non certo delle conseguenze della crisi di energia sui nostri acquari. Cerchiamo, e questo lo vorrei sottolineare in questa sede, di risparmiare laddove è possibile. Ricorriamo ai trucchi dei vecchi acquariofili, ricordandoci per esempio che i condensatori delle lampade forniscono una notevole quantità di calore e che quindi possono, se disposti lateralmente o sotto la vasca, contribuire notevolmente al riscaldamento dell'acqua, con conseguente risparmio di energia eventualmente consumata dal riscaldatore. Evitiamo d'altra parte i riscaldatori fissi che, anche se meno costosi, consumano inutilmente dell'energia. Non attacchiamo accessori elettrici inutili o troppo potenti ai nostri acquari. Un aereatore da 300 l sotto una vaschetta da 50 litri di capacità, a parte questioni di costo, dal punto di vista del consumo è naturalmente un controsenso. Proviamo piuttosto a fare a meno dell'aereatore in tutti gli acquari d'acqua dolce dove una rigogliosa crescita delle piante ed un buon filtraggio assicurano una più che sufficiente ossigenazione. Tutto sommato, anche se questo esula dal mio compito, vorrei dire che ci sono ben altre possibilità per tutti noi di risparmiare energia che non quelle di spegnere una lampada da 20 w sopra il nostro acquario o di fare a meno di un aereatore che nel giro di un mese consuma meno di una piccola lampadina di un qualsiasi lampadario di casa.