Favole, racconti e storie per bambini

L'Orsetto Leonardo e la sciarpa gialla

 

Era arrivato l'inverno portando con sé freddo e neve, ma nel Paese degli Animali quasi nessuno si preoccupava troppo del tempo. Anche se alcuni di loro, specialmente i più piccoli, si vedevano poco in giro e preferivano rimanere al caldo in attesa della primavera, tutto proseguiva più o meno come sempre.

All'ingresso del paese c'era l’edicola di Arturo il Canguro che, con gli occhiali perennemente sul naso, trascorreva la sua giornata leggendo ogni genere di libro e di rivista. Era sempre informato su qualsiasi notizia e regalava preziosi consigli agli animali che chiedevano il suo parere.

Lungo la strada, pochi metri più avanti, c'era la pasticceria della Gatta Violetta. Ogni giorno, dietro il bancone della cucina, con le zampette infarinate ed il muso sempre impiastricciato di cioccolato, preparava torte e focacce così gustose che nessun animale rinunciava ad assaggiare le sue bontà.

Proseguendo per le strade del paese ed arrivando nella piazza, una stretta viuzza portava nel bosco.

Passato il ponte, che tutti chiamavano il Ponte dei Sorrisi, s'intravedeva una casa tinteggiata di rosso, con due alberi altissimi ai lati, simili ad enormi pennelli in attesa di dipingere il cielo. In quella casa viveva l'Orsetto Leonardo con la sua famiglia.

Quella mattina Leo non aveva voglia d'alzarsi e neppure di andare a scuola.

"Leonardo! Leonardo! Alzati è tardissimo! Tra poco arriveranno i tuoi amici e tu sei sempre in ritardo", urlò la mamma dalla cucina.

"Sì mamma, ora mi alzo", rispose l'Orsetto con voce ancora assonnata.

Leonardo, con poco entusiasmo, sollevò le coperte e poi andò in bagno a lavarsi.

Il profumo della torta di mele preparata dalla mamma si era ormai diffuso per tutta la casa e Leo non riusciva più a trattenere l'acquolina in bocca.

Si precipitò in cucina dove l'aspettava un piatto con un'enorme fetta di torta e con pochi bocconi finì la colazione.

Corse quindi in camera sua per vestirsi, indossò la sua salopette di blue-jeans, il maglione blu ed il piumino, infine aprì il cassetto e scelse con cura una sciarpa.

Leonardo aveva una vera passione per le sciarpe e ne aveva di tutti i colori e di vari modelli. Molte le acquistava, ma le più belle e le più originali gliele faceva la mamma, lavorandole a maglia oppure cucendole.

Quel giorno scelse la più semplice ma anche la sua preferita: la sciarpa gialla con le frange blu ed il suo nome ricamato a grandi lettere.

"Leo, insomma! Filippo il Leprotto e Michele il Formichiere ti stanno aspettando da un quarto d'ora!", gridò la mamma spazientita.

"Arrivo mamma, arrivo".

Leonardo s'infilò il piumino, si avvolse la sciarpa intorno al collo e si presentò baldanzoso ai suoi amici, pronto per iniziare una nuova giornata.

Leo, Filippo e Michele, come tutte le mattine, cominciarono a correre e a scherzare, ma il Leprotto, che era un po' il mattacchione del gruppo, prese la sciarpa dell'amico Orsetto e iniziò a lanciarla per aria, facendola volteggiare.

"Ridammela! Ridammela!", urlò Leonardo inseguendo Filippo.

"Vieni a prendertela", rispose divertito il Leprotto mentre correva.

Leo si stava innervosendo e voleva che quello scherzo finisse al più presto.

Purtroppo, giunti sul Ponte dei Sorrisi, Filippo il Leprotto inciampò e la sciarpa gialla volò di sotto, dove scorreva il fiume.

L'Orsetto Leonardo si affacciò immediatamente oltre lo steccato e si accorse che la sua sciarpa non era caduta in acqua, ma per sua fortuna si era posata sopra il ramo di un alberello sottostante.

"Andiamo subito a prenderla!", urlò Leonardo preoccupato.

"Leo, è tardi e dobbiamo andare a scuola", disse Michele il Formichiere.

"Non importa! Non voglio perdere la mia sciarpa preferita", protestò l'Orsetto Leonardo.

Filippo il Leprotto si sentiva colpevole ed era dispiaciuto per quello che era successo. Sapeva quanto Leo tenesse alla sua sciarpa gialla ed avrebbe fatto l'impossibile per rimediare all'accaduto.

"Ascolta Leonardo, adesso è ora d'andare a scuola ma finite le lezioni torneremo a prenderla", promise il Leprotto.

"...E se non dovessimo più trovarla?, chiese Leonardo impensierito.

"Leo, chi potrebbe prendere la tua sciarpa! Guarda là! E' posata sul ramo ed è al sicuro", disse Filippo tentando di tranquillizzare Leonardo.

"Va bene ragazzi, mi avete convinto, ma datemi la vostra parola che dopo la scuola mi aiuterete a recuperarla".

"Certo Leo, ma ora non preoccuparti più", risposero gli amici.

Al volo riuscirono a salire sull'autobus che portava in paese e nelle ore successive, Leonardo non pensò ad altro che alla sua sciarpa gialla.

Quando la campanella suonò la fine delle lezioni, i tre amici salutarono frettolosamente i compagni e si diressero verso il Ponte dei Sorrisi.

"Aspettatemi! Non correte così! Non ce la faccio!", ansimò Michele il Formichiere cercando di raggiungere gli amici.

"Forza, sbrigati! Dobbiamo fare presto!", rispose l'Orsetto Leonardo incitandolo ad affrettarsi.

Quasi senza fiato Leo arrivò sul Ponte dei Sorrisi e sporgendosi a guardare verso il fiume, restò senza parole per ciò che vide. La sciarpa gialla, purtroppo, non era più sul ramo sul quale era caduta poche ore prima.

"Hai visto Filippo? E' solo colpa tua! Se non fosse stata per la tua voglia di giocare, ora avrei ancora la mia sciarpa!", urlò Leo al Leprotto quasi piangendo.

"Leonardo, scusami! Ti prometto che la ritroveremo. Oggi non c'è vento e di certo non è volata via".

"Parli bene tu, ma intanto io non ho più la mia sciarpa preferita", disse Leo con voce triste.

"Potremmo scendere lungo il sentiero che porta al fiume e provare a cercarla", propose Filippo il Leprotto.

"Sei diventato matto? La strada è piena di sassi e se scivoliamo cadremo nel fiume! Chissà dove ci porterebbe la corrente! ...Non ce la faremo mai!".

"Perché non andiamo a casa e chiediamo aiuto a tuo papà?", suggerì Michele il Formichiere.

"Buona idea, bravo! Mio papà ci aiuterà.", gridò l'Orsetto contento.

Iniziarono a correre all'impazzata e quando la mamma di Leonardo li vide arrivare trafelati dal fondo del viottolo, gridò spaventata: "Leo, calmati! Cosa succede?"

"Mamma, mamma, è già a casa papà? Presto! Dobbiamo fare presto!", esclamò agitato l'Orsetto.

Leonardo si diresse in giardino dove papà Orso stava curando le piante.

"Leo, ma cosa ti è capitato?", chiese stupito al figlio.

"Nulla di grave papà, ti spiegherò tutto strada facendo", rispose Leonardo mentre lo tirava per una zampa.

Senza avere il tempo di rendersene conto papà Orso si ritrovò sul Ponte dei Sorrisi alla ricerca della sciarpa.

"Leo, resta con i tuoi amici e non muoverti per nessun motivo! Tornerò presto."

"No, papà, voglio venire con te!"

Ed un coro di voci urlò: "Vogliamo venire anche noi!"

Così insieme giunsero fino all'albero dov'era caduta la sciarpa. Si guardarono intorno, cercano e cercarono ancora, purtroppo senza alcun successo. Proprio quando stavano abbandonando le ricerche, Leonardo vide qualcosa di giallo che spuntava da un cespuglio.

"Amici, mi sembra di vedere qualcosa!"

Incuriosito e pieno di speranze si diresse verso quella macchia di colore che aveva catturato la sua attenzione.

Con la zampetta scostò leggermente le foglie e con sorpresa ritrovò la sua sciarpa preferita. Fece per prenderla ma appena la mosse, scoprì che avvolti nel suo interno c'erano quattro cagnolini appena nati, tremanti di freddo e con gli occhietti ancora chiusi. Abbaiando quasi senza forze si fece vedere anche la mamma, una tenera cagnetta dal pelo nero e le zampine bianche.

"E tu? Quando sei arrivata? Non ti abbiamo mai vista nel Paese degli Animali. Da dove vieni?", le chiese Leonardo.

"Poche ore fa ero in auto con il mio padrone, ma ad un tratto frenò e mi fece scendere, abbandonandomi sul ciglio della strada. Ho abbaiato con tutta la forza che avevo e poi ho cercato di rincorrerlo, ma l'auto in pochi secondi era ormai lontana. Iniziai a camminare cercando aiuto, ma il momento del parto era sempre più vicino ed avevo bisogno di un posto sicuro e al riparo dove dare alla luce i miei cuccioli. Da sola e con coraggio, sono diventata la mamma di questi cagnolini e quasi miracolosamente, dopo pochi minuti, ho trovato questa calda sciarpa di lana con la quale ho potuto coprire i miei quattro piccoli. Oggi è una giornata molto fredda e i miei cuccioli non sarebbero sopravvissuti se non fosse stato per questa sciarpa. Ora vi prego, aiutatemi, ho appena partorito e sono tanto stanca."

Il papà di Leonardo avvolse i quattro cagnolini nella sciarpa, l'infilò dentro la giacca e li tenne al caldo finché arrivarono a casa.

La mamma di Leonardo preparò una cesta vicino al fuoco per riscaldarli e del latte caldo per nutrirli.

Ora i quattro cuccioli e la loro mamma erano al sicuro. Sarebbero rimasti nel Paese degli Animali dove avrebbero vissuto in serenità e armonia insieme gli altri abitanti.

Giunta la sera l'Orsetto Leonardo, sotto le coperte del suo lettone, rifletté a lungo su ciò che era successo quel giorno.

Non aveva mai pensato che una semplice sciarpa, che per lui era soltanto qualcosa da indossare con vanità, potesse essere tanto preziosa ed importante da salvare addirittura la vita di quattro cuccioli.

   

Home Page

LE MILLE BOLLE BLU ringrazia per la grafica:

www.graphicsbypennyparker.com/