Poesia

Compagni di volo

 

Voglio ringraziarti, Signore per il dono della vita.

Ho letto da qualche parte che gli uomini hanno un’ala soltanto:

possono volare solo rimanendo abbracciati.

A volte, nei momenti di confidenza, oso pensare, Signore,

che tu abbia un’ala soltanto, l’altra la tieni nascosta,

forse per farmi capire che tu non vuoi volare senza di me;

per questo mi hai dato la vita:

perché io fossi tuo compagno di volo.

Insegnami, allora, a librarmi con Te,

perché vivere non è trascinare la vita,

non è strapparla, non è rosicchiarla.

Vivere è abbandonarsi come un gabbiano all’ebbrezza del vento.

Vivere è assaporare l’avventura della libertà.

Vivere è stendere l’ala, l’unica ala, con la fiducia

di chi sa di avere nel volo un partner grande come Te.

Ma non basta saper volare con Te, Signore.

Tu mi hai dato il compito

di abbracciare anche il fratello e aiutarlo a volare.

Ti chiedo perdono, perciò, per tutte le ali che non ho aiutato a distendersi.

Non farmi più passare indifferente vicino al fratello che è rimasto con l’ala,

l’unica ala inesorabilmente impigliata

nella rete della miseria e della solitudine

e si è ormai persuaso di non essere più degno di volare con Te.

Soprattutto per questo fratello sfortunato,

dammi, o Signore, un’ala di riserva.  

  

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