Festa di Carnevale

Storia, maschere, costumi e filastrocche

 

Il Carnevale è il periodo di festa tra l'Epifania e il digiuno quaresimale nei paesi a tradizione cattolica. Per molto tempo si è creduto che l'origine del termine Carnevale derivasse da "carne levare", ovvero prepararsi al digiuno quaresimale. Ed il fatto che per 40 giorni si dovesse digiunare per fede e per prepararsi alla Pasqua, doveva risultare non poco pesante per un popolo che già il digiuno lo faceva "forzatamente" per tutto l'anno. Dunque trascorrere un certo periodo prima della quaresima spensieratamente, per forza di cose doveva rappresentare quella valvola di sfogo per evitare che la gente, già in condizioni di estrema povertà, potesse trovare sfogo in rivolte. Il Carnevale è una festa allegra e divertente. Ci si può vestire come si vuole, ma un po’ di tempo fa, le maschere tipiche erano quelle come Arlecchino, Colombina, Pulcinella, ecc. In questo periodo c'è molta euforia e la gente va per le strade e le piazze divertendosi. I veri giorni in cui si svolge il Carnevale sono il giovedì e il martedì "grasso". In Italia ci sono dei Carnevali molto famosi, ad esempio quello di Venezia, o quello di Viareggio. Durante i giorni del Carnevale, in queste città, si festeggia con maschere, carri che raffigurano personaggi famosi, coriandoli e stelle filanti. 

 

LE MASCHERE ITALIANE DEL CARNEVALE

PULCINELLA (guarda la foto)

Nato a Napoli, è di umore mutevole e pauroso. Ha un carattere poco affidabile e cerca di uscire dalla situazione in cui si è cacciato con ogni mezzo a disposizione. L’unico suo affanno è procurarsi il cibo, per il quale è disposto a raccontare bugie, rubare e farsi prendere a bastonate. Il suo ruolo spesso cambia: servo, capitano, vecchio, o falegname; qualsiasi sia il mestiere, il suo ideale di vita è il dolce far niente. Porta una camicia bianca con lunghe maniche che coprono le mani e un cinturone nero alla vita che mette in evidenza il pancione. I  pantaloni  sono molto ampi e morbidi. La sua maschera è nera con un grande naso aquilino.

PANTALONE (guarda la foto)

Pantalone è una delle più antiche maschere veneziane. Piange sempre miseria ed è alla costante ricerca  dei ''bezzi'', come erano chiamati i soldi di quell’epoca. Pantalone è un mercante ricco, avaro e pedante. I suoi servi patiscono la fame, perché ha la strana abitudine di cacciarli proprio quando è il momento di mettersi a tavola. Sulla scena gironzola con le braccia dietro la schiena, infila ovunque il naso adunco senza smettere di chiacchierare. Indossa casacca, pantaloni e calze rosse (tipico colore del mercante veneziano). Il cappello è nero, soffice e senza tesa. Indossa una sopravveste nera, ampia con maniche molto larghe, delle ciabatte senza tacco, con punte rivolte verso l’alto, come si usa in Oriente. La sua maschera ha il naso a uncino e una barbetta.

BALANZONE (guarda la foto)

Balanzone rappresenta il simpatico dottore che usa un linguaggio apparentemente colto, ma in realtà insensato. Ha sempre la testa fra le nuvole, come stesse pensando a cose importantissime. E’ molto sensibile al fascino femminile, ma non è mai ricambiato. E’ burbero ma bonario, grande apprezzatore della succulenta cucina della sua città natale, Bologna.   Indossa un abito nero, con polsini e gorgiera bianchi. Sulle spalle porta un’ampia toga. In testa porta un grande cappello nero con tesa larga rigirata. Tiene sotto braccio libri e manoscritti. La maschera che porta è nera e copre soltanto la fronte e il naso, quasi a sottolineare la sua grande intelligenza e cultura. Porta gli occhiali.

BRIGHELLA (guarda la foto)

Nasce nei quartieri ricchi di Bergamo. Il suo nome deriva dal verbo brigare, che definisce un comportamento dispettoso. Sulla scena è spesso in contrasto con Arlecchino ma si rivela però più furbo, pronto a beffare il padrone, solitamente impersonato da Pantalone. E’ molto abile nel suonare, ballare, cantare e indossa una casacca su ampi pantaloni decorati con nastri verdi.  Ha una maschera a mezzo volto che può essere di colore verde oliva, bordeaux o nera. I fori per gli occhi sono ampi, per permettere di cogliere il suo sguardo malizioso.

ARLECCHINO (guarda la foto)

Nasce in uno dei quartieri più poveri di Bergamo ed è tra le maschere più conosciute. Rappresenta un servo in cerca di una vita migliore. E' ingenuo e credulone e per non mettersi nei guai non esita a ingannare, tradire, raccontare bugie e fare dispetti. Poi si dispera e si consola con grande rapidità. Si trova sempre in mezzo ai guai mentre è alla ricerca disperata di cibo. I suoi movimenti rapidi, il modo di parlare cantando e il tono stridulo della voce divertono chi lo segue. Indossa pantaloni aderenti e giacca sfiancata con toppe multicolori. Porta, attaccati alla cintura, il "batocio" e la "scarsella". Il "batocio" è un bastone a forma di spatola che veniva utilizzato dai bergamaschi per girare la polenta nel paiolo e per condurre le vacche al pascolo e che usa nelle zuffe. La "scarsella" è una piccola borsa dentro la quale tiene il pane, i soldi e la lettera del padrone da recapitare. In testa porta un cappello di feltro con un codino di coniglio in ricordo di un passato di cacciatore. In viso calza una maschera nera che non toglie mai. 

COLOMBINA (guarda la foto)

E’ la più conosciuta tra le ''servette''. Nata a Siena, sulla scena è spesso moglie o fidanzata di Arlecchino, ma anche se viene corteggiata dal padroncino o dai suoi amici, rimane fedele allo sposo o al fidanzato. Favorisce gli intrighi amorosi della sua padrona, raggirando il padre  burbero e severo. Consegna bigliettini segreti e organizza incontri lontani da occhi indiscreti. Talvolta è bugiarda ma sempre a fin di bene. E’ civetta, intelligente, furba e chiacchierona. Veste un corpetto e  un’ampia gonna a balze e ha un grembiulino provvisto di tasche in cui infilare i biglietti d‘amore. Sul capo porta una ''crestina'', il fazzolettino tipico delle cameriere, fermato da un nastro.

 

COSTRUISCI LA TUA MASCHERA DI CARNEVALE

Qui di seguito troverai delle indicazioni per delle semplicissime maschere da realizzare in poco tempo e con materiali semplicissimi. E anche se Carnevale finisce presto ... non è detto che questi costumi tu non li possa usare per divertirti con i tuoi amici in qualsiasi periodo dell'anno.

LO SPETTRO
Fatti dare dalla mamma un lenzuolo o una tovaglia vecchi. Pratica due fori per gli occhi e il tuo costume è pronto per essere indossato e per spaventare tutti i tuoi amici.

IL CAPPELLO DELLA STREGA
Materiale occorrente: 2 pezzi di cartone o 2 grossi fogli di carta pesante, carta crespata nera, colore a tempera nera, nastro adesivo.
Ritaglia un grosso cerchio da uno dei due cartoni. Più ampio è il cerchio e più alto risulterà il cappello. Ritaglia uno spicchio fino al centro del cerchio, con la parte rimasta fa un cono e fissane i lembi col nastro adesivo.
Appoggia il cono sull’altro cartone e tracciane il contorno della base. Quindi disegna un cerchio più grande intorno al primo, ritaglia i due cerchi ed avrai l’ala del cappello; attaccala alla base del cappello.
Dipingi di nero il cappello. Annoda un nastro di carta crespata attorno al cappello e il gioco è fatto!

IL GATTO NERO
Materiale occorrente: un sacchetto di carta, colore a tempera nero, quattro cannucce, cartoncino nero, carta crespata nera, una corda da bucato.
Prendi un sacchetto abbastanza ampio da farci entrare la testa; coloralo di nero.
Praticatevi due fori per gli occhi. Col cartoncino fa due orecchie a punta ed incollale al sacchetto. Pratica alcuni fori sotto il naso e applicavi due cannucce per parte, saranno i baffi; fissali col nastro adesivo.
Infine prepara la coda, avvolgendo la carta crespata attorno alla corda da bucato. Fissa la coda dietro la schiena e il gatto è pronto.

 

STAMPA E RITAGLIA LA TUA MASCHERA DI CARNEVALE

Stampa la maschera, ritaglia con le forbici lungo tutto il profilo ed anche l'interno degli occhi. Fai due fori ai lati della maschera per applicare il cordoncino e.... buon carnevale!!

Maschera di Carnevale: Farfalla

Maschera di Carnevale: Leone

 

FILASTROCCHE E POESIE IN RIMA PER CARNEVALE

Io sono Arlecchino, vivace e birichino.

Io sono Zorro, prendo il mantello e ti rincorro.

Sono una fatina, tutta azzurra e assai carina.

Arriva il pagliaccio e ci fa un bel versaccio.

Sono colombina e preparo una tortina.

Io mi vesto da canguro e salto il muro.

Mascherine, mascherine, siete tutte assai belline.

 

Son di legno, son piccini,

colorati i vestitini,

sempre buoni ed obbedienti,

svegli, allegri e sorridenti,

son delizia dei bambini.

Che invenzione i burattini!

Quando alcun non li molesta,

dormon tutti in una cesta:

se ne stanno in compagnia

tutti, in pace ed armonia,

come tanti fratellini.

Che gioia i burattini!

Pulcinella ed Arlecchino,

Stenterello e Meneghino,

con Brighella e Pantalone,

Colombina e Balanzone,

fanno ridere i bambini.

Viva, viva i burattini!

 

Pulcinella aveva un gallo,

tutto il giorno vi andava a cavallo,

con la briglia e con la sella.

Viva il galletto di Pulcinella!

Pulcinella aveva un gatto
,

tutto il giorno saltava da matto,

suonando una campanella.

Viva il gattino di Pulcinella!

 

Che fracasso!

Che sconquasso!

Che schiamazzo,

mondo pazzo!

E’ arrivato Carnevale

buffo e pazzo,

con le belle mascherine,

che con fischi, frizzi e lazzi,

con schiamazzi,

con sollazzi,

con svolazzi di sottane

e di vecchie palandrane,

fanno tutti divertir.

Viva, viva Carnevale,

che fischiando,

saltellando,

tintinnando,

viene avanti e non fa male;

con i sacchi pieni zeppi

di coriandoli e confetti,

di burlette e di sberleffi,

di dispetti,

di vestiti a fogge strane,

di lucenti durlindane,

di suonate, di ballate,

di graziose cavatine,

di trovate birichine!

 

Carnevale in filastrocca,

con la maschera sulla bocca,

con la maschera sugli occhi,

con le toppe sui ginocchi: 

sono le toppe d’Arlecchino,

vestito di carta, poverino.

Pulcinella è grosso e bianco,

e Pierrot fa il saltimbanco.

Pantalon dei Bisognosi

Colombina dice:, ''Mi sposi?''

Gianduia lecca un cioccolatino

e non ne da niente a Meneghino,

mentre Gioppino col suo randello

mena botte a Stenterello.

Per fortuna il dottor Balanzone

gli fa una bella medicazione,

poi lo consola: ''E’ Carnevale,

e ogni scherzo per oggi vale.''

 

Girotondo, girotondo,

noi giriamo tutto il mondo.

C'è Gianduia e Meneghino,

Pulcinella e Arlecchino.

C'è Brighella e Pantalone,

Meo Patacca e Balanzone,

Beppe Nappa siciliano,

Stenterello che è toscano...

Girotondo, girotondo,

noi viaggiam per tutto il mondo,

e con noi portiam la gioia

che è nemica della noia.

 

Un saluto, a tutti voi,

dite un po’ chi siamo noi?

Ci guardate e poi ridete?

Oh! mai più ci conoscete!

Noi scherziam senza far male.

Viva, viva il Carnevale!

Siamo vispe mascherine,

Arlecchini e Colombine,

diavolini, follettini,

marinai,

bei ciociari,

comarelle,

vecchierelle:

noi scherziam senza far male.

viva, viva il Carnevale!

Vi doniamo un bel confetto,

uno scherzo, un sorrisetto;

poi balliamo,

poi scappiamo.

Voi chiedete:

Ma chi siete?

Su pensate,

indovinate.

Siamo vispe mascherine,

Arlecchini e Colombine,

diavolini, follettini,

marinai

bei ciociari

comarelle

vecchierelle:

noi scherziam senza far male,

viva, viva il Carnevale!

 

L'Imperatore di Carnevale gridò ad Arlecchino:

"Sono vecchio, sto male, più non sopporto il Carnevale!"

Volle le maschere tutte riunite e disse:

"Udite, udite,

vi ho radunato tutte e il perchè

è spiegato in questo editto di punti tre.

Questo ho deciso:

Regola uno:

dentro al regno non rida nessuno.

Se ciò non basta, punto secondo:

bando alle feste di tutto il mondo.

E ora arriviamo al punto terzo:

cari signori, è tutto uno scherzo!"

 

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