INTRODUZIONE

Viaggiare è stato da sempre un’attività di cui l'uomo non può fare a meno ed è una realtà che prende le mosse in tempi molto lontani.

L’uomo riesce a far viaggiare con sé anche la natura, costruendo mezzi di trasporto sempre più sofisticati, spostando grandi masse rocciose, avvicinando e superando i contorti e casuali ambienti montagnosi con razionali tragitti, convogliando e canalizzando l'acqua.

I viaggiatori sono d’ogni tipo: pellegrini, mercanti, religiosi, letterati, artisti, politici, emigranti e sono spesso curiosissimi e geniali, provvisti d’occhio penetrante ed intelligente e colgono la realtà nascosta dietro ciò che è oggettivamente percepibile.

Tra i viaggi più importanti si possono annoverare senz’altro i pellegrinaggi che già nel XV secolo si trasformano da mistici e religiosi in viaggi laici ed eruditi.

Lo scopo del viaggio del pellegrino consiste nella visita di un luogo particolarmente legato ad un evento religioso.

Le appassionanti notizie sui pellegrinaggi si possono conoscere da tutta una letteratura che fiorì attorno a questi viaggi lungo i secoli.

Ogni viaggio è per loro un'avventura da ricordare per sempre e, perciò, stilano più o meno brevi resoconti durante la trasferta oppure appena ritornati nei luoghi d’origine. Moltissimi hanno lasciato importanti descrizioni, relazioni, libri di viaggio, diari, memorie, guide, epistolari, anche per fornire ad altri suggerimenti e aiuti per il loro viaggio, la lunghezza delle tappe, le possibilità d'accoglienza, le precauzioni da prendere e i vari santuari che il pellegrino, cammin facendo, poteva visitare. Tutti questi elaborati costituiscono una fonte preziosa per conoscere lo stato delle strade, i mezzi di trasporto (diligenza, carrozzella, mula), le condizioni di viaggio, i tempi di percorrenza, la disponibilità, le condizioni degli alloggi, i nomi delle locande, osterie, taverne, alberghi, ospedali, i cibi, i giochi ecc., e testimoniano l'esistenza, la nascita e il declino di alcuni mestieri (carrettieri, cocchieri, mulattieri, pastori, contadini, trainanti), gli stati d’animo dello scrittore e la cultura, la religiosità, lo stato sociale di un popolo.

Talvolta queste relazioni sono di carattere soprattutto pratico e costituiscono vere e proprie guide. Altre volte invece il racconto è più ampio, vivace, personale e la relazione diventa un'opera apprezzabile anche da un punto di vista letterario.

Più ci si avvicina ai nostri giorni e più ci si accorge che l’uomo ha tentato da sempre di impadronirsi della dimensione spaziale e di cambiare illimitatamente la realtà ambientale. Le fonti illuminano gli equilibri sempre più precari del reciproco condizionamento uomo-natura e l’apprezzabile creatività del primo, possessore di tecnologie fondamentali, nell’assicurare comunicazioni indispensabili con mezzi modesti.

Il visitatore moderno è sempre più interessato all'osservazione del reale con il gusto dell'avventura: le montagne, il mare, le difficoltà atmosferiche, gli eventi sismici, il terrorismo, il rischio dei delinquenti e delle epidemie che conferiscono, molto spesso, un senso di sventura al viaggio che si colora di toni leggendari.

Il viaggiatore solitamente giunge con un seguito: il viaggio, strumento di scambio e di diffusione delle idee, è compiuto in carrozza, calesse, portantina, per via fluviale o per mare e, nei tempi moderni, per via aerea.

Un’ indagine su questi percorsi può aiutarci a lanciare uno sguardo sulla vita passata.

Interessantissimi sono i due viaggi di De Sanctis, oltre il viaggio elettorale[1], del ritorno a Morra nel 1833 e nel 1836-37 in occasione dello scoppio del colera, entrambi descritti in “La Giovinezza”, che, con minuzia di particolari, ci aiutano a ricostruire alcuni aspetti dimenticati del passato.

[1]  Una sintesi di questo lavoro è stata presentata all’incontro culturale organizzato dal Comune e dalla Pro Loco di Andretta svoltosi presso il Centro di Comunità “Don Bosco” l’8 agosto 2005 dal tema: L’occhio del viaggiatore – Andretta nei documenti di viaggio  tra seicento e novecento. Oltre allo scrivente che ha trattato: Andretta feudale – Il viaggio di G.V. Imperiale (1633), hanno relazionato il Gen. Nicola Di Guglielmo su Andretta giacobina, - Il viaggio di S. Fusco (1799), il Prof. Toni Iermano su Un viaggio elettorale di F. De Sanctis e il Prof. Dario Ianneci su Andretta popolare – Viaggio in Irpinia di G. De Matteo. L’incontro è stato presieduto dal Prof. Giuseppe Acocella, Ordinario di etica sociale dell’Università “Federico II” di Napoli;