Raid enduro in Mongolia 2013

L'organizzazione di quest’anno non è stata particolarmente laboriosa, in quanto avevo già moltissime tracce GPS salvate dagli scorsi anni e dopo l’esperienza del 2012 sapevo che la pioggia poteva condizionare tempi e percorsi, per cui ci siamo ritenuti liberi di scegliere le piste  in base al tempo e agli eventi.

Una parte del lavoro organizzativo l’ho dedicato a consolidare il rapporto con chi ci ha dato un appoggio e un aiuto come sponsor in materiali. 

I nuovi aiuti sono arrivati da LS2 che ci ha fornito due caschi da enduro, comodi e performanti

e da Interphone cellular line   che mi ha fornito una maschera con telecamera integrata Torque wifi, che permette la visione dei filmati sullo smartphone.

mi hanno confermato un aiuto come negli scorsi anni 

Bandavej  che ci ha fornito le caldissime maglie termiche pratiche ed essenziali per un viaggio on the road!! anzi Off-road,

  olio e gadgets le Giacche Diluvio efficientissime

 ed alcuni marsupi della FITLETIC    ringrazio

Abbiamo concluso la terza puntata della nostra trilogia del raid enduro in Mongolia.

Per questa nostra avventura con le PZF o Asiawing 450 eravamo in cinque motociclisti e 4 sulle auto d'appoggio, più i mongoli. E precisamente, come al solito, io e Philippe, poi Sergio, un caro vecchio amico che aveva già viaggiato con me, e le new entry di Giampi e Maurizio. Sulle auto Liliana, Serena, Barbara e Mauro; come traduttrice quest'anno avevamo Yuki, una ragazzina diciassettenne che si è rivelata veramente in gamba, brava ed efficiente. Gli autisti erano ancora una volta Bimba con il suo vecchio Uaz e Nasca con il pulmino 4x4 Mitsubishi Delica

Poiché ho quasi esaurito lo spazio  sul mio sito

 cliccate sui link per vedere le foto su FB, e leggete il diario sotto

il primo album di foto

 e le foto prevalentemente di Lilli, Serena  e Barbara

questa  descrizione compare anche su alcuni forum:

  endurostradali, adventure4you, soloenduro, sahara.it,

Il 23 luglio Philippe arriva ad Ulaanbataar e ripristina le moto ferme da undici mesi, la solita manutenzione più un intervento radicale su una delle moto. In una, evidentemente era rimasta una sacca d'acqua nella camera di raffreddamento del cilindro e i -30° che si raggiungono facilmente in inverno aveva crepato il cilindro; ebbene un saldatore espertissimo dell'aeroporto ha sezionato le concamerazioni, le ha risaldate e sistemato perfettamente il cilindro.

 

Il 25 mattina Liliana,Giampi, Sergio, Serena ed io arriviamo ad Ub. Ci fiondiamo a cambiare e a fare una mega spesa e arriviamo al deposito delle moto: le donne caricano e sistemano le vettovaglie, mentre noi sistemiamo i particolari, montiamo portagps e GPS. Alle 17 arriveranno Barbara, Mauro e Maurizio, nel frattempo Philippe è ancora indaffarato a montare la moto con il grande danno, per cui lo lasciamo a finire il suo lavoro. Io, Giampi, e Sergio, con Lilli e Serena ci rechiamo all'aeroporto attraversando la città, bloccata come al solito in un traffico caotico e lentissimo, sui tabelloni leggo che il volo è in ritardo di un'oretta, ma alla fine i nostri tre finalmente sbucano dal portone dell' aeroporto.

Barbara e Mauro salgono sul Delica e partiamo alla volta del campo gher a 90 km dalla città. Diamo l' indirizzo del deposito delle moto ad un tassista e Maurizio raggiungerà Philippe. Da li partiranno, seguiti da Bimba per raggiungerci, a tramonto avvenuto.

 

26/7 la destinazione è il lago di Ogiy, la strada è asfaltata e procede diritta in direzione ovest, noi in moto cerchiamo di seguire piste secondarie, ma a volte facciamo dei tratti d' asfalto perché ti senti idiota a fare fuoristrada a 800m dallo stradone, in ogni caso appena ci sono dei tagli li facciamo e dopo averne fatto uno particolarmente lungo, le auto ci superano ed arrivano già al Lago.... Peccato che noi stiamo finendo la benza, per cui telefono col satellitare dicendo che ci siamo fermati al km 282 e che Bimba torni con le taniche; venti minuti dopo dal nulla su una stradina secondaria sbuca Bimba esattamente dove siamo noi, mentre riempiamo i serbatoi scoppia un temporale, e si mette anche a grandinare, ...ci sentiamo Fantozzi, con la nuvola dell' impiegato, infatti ripartiti sotto il diluvio, dopo 500 metri spunta sole e arcobaleno!!

Notte al campo gher, un minimo di manutenzione alle moto.

 

27/7 Partiamo su una piccola pista in direzione di Battsengel, percorso divertente, e noi con le moto siamo quasi sempre in fuoripista, la nostra idea sarebbe di stare a nord del fiume e puntare su Ihtamir, ma al villaggio, il benzinaio parlando con Yuki e gli autisti ci avvisano che a Tsetserleg, ci sono tre giorni del grande Nadaam, per cui puntiamo a sudovest per raggiungere la cittadina, in moto siamo quasi sempre in fuoripista o su tracce appena segnate nel manto erboso, fino a che sbuchiamo su una vallata ove si sono concluse da pochi minuti le gare dei cavalli, sosta di qualche minuti poi puntiamo su Tsetserleg circondati da centinaia di fuoristrada che puntano tutti all asfalto che porterà in dieci km alla città. Sosta al "solito"supermercato dove ci eravamo fermati gli scorsi anni, e raggiungiamo il campo gher dopo aver fatto la discesa sulla sabbiolina e gli ultimi 30 km in fuoripista sulle cime delle montagne e il grande guado del Tamirin. Ci ricongiungiamo con il resto del gruppo, cena e docce.... calde solo in serata.

28/7 A Tsetserleg questa mattina ci sarà il Naadam di lotta, lo sport nazionale mongolo. Facciamo un summit e il Delica con Lilli, Serena, Barbara , e Mauro andranno a passare la mattinata al Naadam, per arrivare nel tardo pomeriggio al lago Terhiyn o Tariat, seguendo la strada principale, ed avranno un centinaio di km di asfalto. Noi con Bimba decidiamo di percorrere una pista secondaria che punta a sudovest per un centinaio di km e poi a nord di altrettanto, per ritrovare la pista principale. In sostanza raggiungiamo il villaggio di Chuluut,

facciamo sosta sulla riva del fiume, poi ripartiamo, nel primo pomeriggio, ma viene giù un bel temporale, e tra uno scroscio e l'altro riesco a bucare, ma siamo praticamente autonomi, smontiamo la ruota, cambio camera e la rigonfiamo col compressorino, che si rivelerà utile in molte occasioni. Ad operazione ultimata sopraggiunge Bimba dopo 30 km arriveremo al ponte, che scavalca il grande fiume che inizia ad incassarsi nella faglia. Percorriamo i pochi km che mancano al bordo del canyon, poi mandiamo Bimba al lago e noi puntiamo in cima alle due montagne fino a 2560m scavalcandole in verticale, Sergio, non ancora abituato alle nostre fantasie estreme è poco convinto... ma non si tira indietro, e fa buona esperienza.

Arriveremo al campo gher quasi al tramonto. A cena, Sergio ammetterà che quando siamo arrivati sul bordo del canyon aveva avuto paura che noi volessimo scendere da lì con le moto!!! e che quando io avevo detto che saremmo saliti sulla montagna aveva tirato un sospiro di sollievo!.

 

29/7 Il mattino vede noi motociclisti indaffarati con la manutenzione dei mezzi, per cui mandiamo gli amici sul vulcano Horgo, noi li raggiungeremo un'ora dopo dando loro il tempo di fare tutto il giro del cratere, poi pianifichiamo l'incontro a Tososengel per la serata, noi seguiremo il lato nord del lago, percorrendo il più possibile piste secondarie, loro il lato sud che è una pista più veloce.... Peccato che il Delica fa le bizze a partire e perderanno due ore per trovare la causa. Noi intanto prendiamo acqua a go-go! Ci fermiamo in un ristorantino per strada vicino ad un distributore e attendiamo l'arrivo degli amici, si mangia ci si scalda un po' e ripartiamo per Tosonsengel. Passo sul punto ove il buon Valter si era lussato l'acromioclaveare nel 2011, ma non ci fermiamo e arriviamo in città un ora prima delle auto. Troviamo l' "HOTEL" che ha camere pulite ed ampie, ma non la doccia che è a 100 m nelle docce pubbliche del paese. La cena la faremo in un ristorantino a 50m dall'hotel, la padrona ha dei grossi pescioni che ci prepara fritti, il gusto è ottimo, la birra scorre a fiumi, l'ambiente è decisamente povero, ma si scherza e si mangia abbondantemente.

30/7 Il proposito sarebbe di puntare decisamente a ovest con tappe di 250km al giorno, ma la pioggia è battente anche se a tratti ci da attimi di respiro, passiamo il lago Telmen e a pranzo ci fermiamo a Nomrog, nel solito ristorantino, e infine io propongo quello che sto rimuginando da un giorno!"è inutile che andiamo sempre avanti se continua a piovere", il divertimento è giocare in fuoripista, se piove forte dobbiamo rimanere sulle piste vicino alle auto, per cui iniziamo a puntare a sud, se non dovesse diminuire la pioggia punteremo verso il deserto dove normalmente non piove, per cui nel pomeriggio puntiamo a sud su una traccia sperduta per sbucare a metà della strada di Uliastay. Alla sera sotto una pioggia battente facciamo sosta nel posto più squallido che avessimo visto: in quattro, Io Lilli, Giampi e Maurizio, preferiamo montare le tende sotto la pioggia, ma in sei preferiscono passare la notte al caldo della stufa sul grande materasso che fa da sosta per i viandanti. Credo che passeranno la peggiore notte del viaggio se non della vita!!, o meglio Philippe dormirà tranquillamente, mentre Serena... poco "serenamente" starà sveglia a controllare ogni volta che un camionista, entra nel bel mezzo della notte.

 

31/7 Facciamo colazione con le nostre vettovaglie nella squallida stamberga e partiamo sotto pioggia battente e nuvoloni cupi. La pista è larga, trafficata con numerosi guadi, passiamo un colle in quota, guardo la montagna di 3000m sulla dx dove due anni fa ci eravamo lanciati in fuoripista, ma con tutta questa pioggia siamo moralmente costretti a rimanere in pista, troviamo un tratto di strada in costruzione che con le piogge è diventata una fangaia, ci sono ovunque auto, camion e fuoristrada piantati, e intraversati, davanti a me un autobus carico di persone si intraversa ed arresta con due ruote che girano a vuoto, sembra un girone dantesco, io e Philippe giochiamo e perdiamo tempo, gli altri convinti che siamo davanti tirano per raggiungerci e si fermeranno solo trenta km dopo oramai convinti di essere loro in testa. Sono circa le 14 che dopo l'incontro di rito al primo distributore di benzina"rigorosamente ad 80 ottani" entriamo in Uliastay. Siamo tutti bagnati specialmente negli stivali che in alcuni guadi li abbiamo riempiti dall'alto!!! andiamo in un bel ristorante dove ci riservano un "privè" e decidiamo di trovare un Hotel per asciugarci e sperare che il giorno dopo non piova. L' hotel è tipico da struttura postsovietica, alcune camere decenti altre squallide, ma di meglio in città non c'è, e ho girato personalmente tutti e quattro i teorici hotel. La sera si torna al buon ristorante mentre Nasca cerca di fare riparare l'auto che continua a non partire, scoprendo che il problema è nel nottolino di avviamento.

La notte sarà movimentata! Sul letto di Barbara e Mauro, infiltrazioni d'acqua e cambio camera all'una di notte, noi in 6 in un camerone vicino ad un portone che sbatte ogni 5 minuti.. ma almeno siamo al coperto.

 

1/8 Finalmente al mattino non piove!!! Puntiamo a sud per 40km poi si attraversa il fiume con un bel guado e puntiamo in una zona di dune "Barhin els" peccato che l'ultimo guado prima delle dune è assolutamente invalicabile, per cui si ritorna sulla pista e dopo una sessantina di km ci fermiamo a fare il campo accanto a delle gher, i proprietari ci inviteranno a mangiare la loro pasta e noi contraccambieremo con i nostri spaghetti al pesto, in serata faremo una specie di rodeo durante il quale vengono separati gli agnellini dalle madri, in modo che al mattino la mungitura sia proficua, ed a questa separazione partecipiamo anche noi correndo per la landa per bloccare gli agnellini.

 

2/8 Oggi la giornata inizia con un bel cielo terso!! appena smontato il campo partiamo separandoci dalle auto e puntando sulle montagne che costeggiano la vallata. Scolliniamo alcune volte e siamo sempre in fuoripista, quando raggiungiamo per pranzo il villaggio di Otgon in un minuscolo ristorante ci cibiamo a sufficienza, poi ci mettiamo a fare manutenzione sulle forcelle, che sono piene di aria e sono tremendamente indurite. Si riparte e precediamo le auto fino a che vediamo delle altissime montagne sulla dx le scaliamo in fuoripista fino in cima, alla quota di 2980m e da lì la discesa è veramente in verticale. Davanti a me vedo cappottare in avanti Philippe che ha infilato la ruota anteriore in una tana di marmotte; raggiungiamo le auto e dopo aver fatto benza a Bayanbulang troviamo un bel posto per fare il campo, in una vallata vicino al fiumiciattolo, serata tranquilla e tempo buono.

3/8 La mattinata seguente è in una zona particolare con colline disseminate da enormi macigni; ci stacchiamo spesso dal gruppo anche per 50/60 km prendiamo una piccola pista a sud di una trentina di km e arriviamo per primi al ponte su un grande fiume; in 15 minuti le auto sono con noi, riempiamo i serbatoi dalle taniche e si riparte, il clima è cambiato e arriva il caldo dal Gobi. A Bombogor si fa un altro pieno al distributore, ora ci separano gli ultimi 90 km di pista da Bayannongor,. E' una pista facile e veloce su colline e all'arrivo alle prime propaggini della città c'è un hotel, ha camere pulite, docce ecc! Prendiamo le stanze mentre aspettiamo l'arrivo delle auto. Mentre contrattiamo il prezzo delle stanze, sento suonare un telefono, la signora con indifferenza infila una mano in mezzo alle sue enormi tette e risponde:: io non riesco a trattenere una risata. Cena in città in un ristorante bello all'apparenza esterna, ma piuttosto scadente.

 

4/8 Propongo di abbandonare le zone pre desertiche e di ributtarci verso le montagne, dove i paesaggi sono molto più belli, propongo che le auto percorrano 60 km sulla pista principale e che poi si infilino nella vallata del villaggio di Tusenjargalant per puntare su Unyanga. L'appuntamento potrebbe essere al distributore del villaggio nel primo pomeriggio. Noi in moto taglieremo sulla vallata prima, passando dalle sorgenti calde di Shargaliut, come facemmo 2 anni fa. Allora non c'era benzina per strada per cui ognuno mette nello zaino una bottiglia con un litro e mezzo di benzina, in modo da riuscire ad arrivare all'appuntamento. La vallata in basso è ampia e non impegnativa, poi a mano mano che si sale iniziano vallate che tagliano la pista, noi giochiamo come al solito in fuoripista fermandoci alcune volte nelle gher dei nomadi che ci offrono il loro Yogourt di cavallo, e dove compriamo del formaggio fresco da una simpatica ragazza. Avendo fatto soste arriviamo alle sorgenti che è ora di pranzo, entriamo nel ristorantino del villaggio, ci siamo solo noi e ci preparano la zuppa con carne di pecora. Noi lasciamo il grasso bianco, che per i mongoli è una prelibatezza, ma la carne è buona; la ragazzina del locale va a cercare in altri negozi e torna con alcune lattine di birra. Morale alto...che viene subito abbassato, facciamo 300 metri e foriamo, ma siamo attrezzati, con leve, camere e ho il compressorino, in 15 minuti siamo pronti a ripartire, altri 500 metri e Sergio si sbraccia!!! gli è rimasta dentro la seconda e non riesce a cambiare, percorriamo un km ed entriamo nel villaggio. Due mongoli sono intenti ad aggiustare un auto. A gesti spieghiamo il problema, noi non abbiamo Bimba con noi con tutti gli attrezzi, mentre telefono all'altro satellitare ed avviso Lilli che abbiamo un grosso problema e che sarebbe meglio che si arrestino in attesa di ulteriori notizie, Troviamo la chiave a tubo che ci mancava per poter smontare il cambio. Così in mezzo alla piazzetta smontiamo il motore, tolta la campana della frizione arriviamo sul selettore, e troviamo il bicchierino del selettore intasato da una morchia densa, puliamo e rimontiamo il tutto si riparte... ma dopo poco il cambio si riblocca, dobbiamo prendere una decisione, siamo a 50km in linea d'aria dal resto del gruppo, ma se Bimba torna indietro deve fare almeno 200km di piste, per cui decidiamo che teniamo buono l'appuntamento. Noi valicheremo la montagna con la moto in seconda. Philippe che è più esperto, prende la moto di Sergio, procediamo in modo che io sia davanti di circa 800m e cerco i passaggi migliori, Sergio precede Philippe di un centinaio di metri in modo che nei molti guadi riesca ad indicare il punto di passaggio. Chiedendo nelle gher mi indicano che c'è una pista per le motociclette che taglia prima verso la nostra meta. Ci inerpichiamo sulla montagna su questa pista larga 30cm e in cima siamo orgogliosi di essere arrivati fino lì con sempre la seconda dentro. Ora ci aspettano 30 km di discesa. Siamo lì a fare foto e a bere l'ultima lattina di birra, quando sentiamo il rumore di un motore, e sbuca una moto con due mongoli con tanto di taniche appese..... ridiamo di noi stessi!!!! I mongoli sono simpatici, si accodano e non ci mollano più fino a Ttusjargalant, Da in cima all ultima montagna vedo due macchie arancioni in fondo alla pianura, prendo il binocolo e vedo dove i nostri amici hanno già fatto il campo aspettandoci. Prima di cena Philippe rismonta il cambio e io intuisco il problema: la morchia che c'era aveva smerigliato il bicchierino che era diventato tagliente come una lama di coltello, così si piantava nella sede quando doveva rientrare, con la diamantata del Leatherman in 20 secondi arrotondo il bordo, rimontato il tutto che non darà più nessun problema. Si fa cena e ricomincia a piovere abbondantemente. Durante il giorno, durante la lunga sosta Serena, Barbara e Mauro hanno scalato una montagna nelle vicinanze: sono fantastici, non si lamentano mai per gli imprevisti.

 

5/8 Pioggia per tutta la notte, e non ci manca nemmeno al mattino, scrosci importanti ci colpiscono smontiamo le tende senza fare colazione, cercheremo un ristorantino, i guadi sono tutti alti e abbiamo gli stivali pieni d'acqua. Arriviamo ad Uyanga, ordiniamo the, caffè e uova starpazzate, nel frattempo in un negozietto compro alcuni paia di calze, le metto inserendo attorno sacchetti dell'immondizia almeno fino alla prossima immersione avrò i piedi asciutti. 30 Km dopo c'è Dzunbayan, passiamo la solita serie di guadi già importanti, ma fattibili fino ad arrivare al guado a un km dal paese: è assolutamente invalicabile, largo 200m, profondo con corrente molto forte, cerco di convincere i mongoli di una gher a traghettarci con il loro camion, ma il segno "glu-glu-glu" che mi fa è ben esplicativo, nel frattempo sento Lilli col satellitare; loro hanno chiesto e sanno che il guado è invalicabile e hanno puntato a sud di 35km dove c'è l' unico ponte poco dopo Arvayher. Finalmente non piove più. Anche noi dopo aver valicato una montagna ed esserci piantati in in una palude arriviamo al ponte. Qui vediamo che il cuscinetto della ruota posteriore di Giampi è letteralmente esploso e anche il mio non è in buone condizioni. Fortunatamente non piove più e li cambiamo. Mandiamo il Delica verso Harkorin, mentre Bimba rimane momentaneamente con noi con gli attrezzi. Finita la sostituzione dei cuscinetti, mandiamo Bimba per la strada principale e noi procediamo direttamente su piste secondarie o in fuoripista avendo impostato Harkorin sulla linea retta del gps. A metà strada passiamo su un punto dello scorso anno dove ci eravamo fermati presso tre gher, decido di puntare sullo stesso punto e esce lo stesso omone dello scorso anno, che appena tolgo il casco mi riconosce e ci invita a gustare il loro yogourt. Dopo di che tratti in fuoripista e finiamo su una traccia che punta nella nostra direzione, arriviamo ad Harkorin al tramonto. Sento Lilli e mi spiega in che campo gher hanno trovato posto. Cena, docce e meritato riposo all'asciutto!

 

6/8 Facciamo la solita manutenzione mentre gli altri iniziano ad entrare nel monastero. In mattinata li raggiungiamo, poi tutti al grande mercato a scattare foto e vedere personaggi tipici; mangiamo sulla spianata davanti al monastero, ma la moto di Giampi si spegne per probabilmente una massa elettrica. Proviamo lungamente ma inesorabilmente si spegne dopo pochissimo, a quel punto propongo di mettere la moto sul tetto, io cederò la mia a Giampi, e salgo sul pulmino a fare il passeggero per un giorno. Do le tracce GPS agli altri, consiglio un paio di tagli, ma si è fatto tardi e alla fine percorreranno la maggior parte della strada sull'asfalto e ci ritroveremo verso il tramonto. Gli ultimi 20 km saranno col buio sulla pista che porta al parco Hustai. Sosta in un bellissimo campo gher, con bagni favolosi e cena ottima, d' altra parte è la zona più turistica e gli standard qualitativi sono alti.

 

7/8 Dedichiamo la prima parte della mattinata al parco, per vedere i cavalli Przewalski,

gli eredi dei cavalli primordiali, unici al mondo e vantano un cromosoma in più rispetto agli altri cavalli. Dopo di che puntiamo sulla capitale ed entriamo in città verso le 12, andiamo direttamente dal fratello della traduttrice e lasciamo le moto; poi in hotel per un pranzo verso le 16. al che io e Philippe andiamo a casa di Bimba per recuperare alcuni bagagli e lasciamo le ultime due moto.

Per noi è chiudere un ciclo, e un minimo di magone ci assale, con le nostre moto abbiamo percorso nei tre anni circa 10.000km quasi tutti in fuoristrada. Ma la scelta è per non essere ancora vincolati a tornare. Raggiungiamo gli altri in città. Maurizio è già con altri amici e farà ancora un giro in bici, mentre noi andiamo a fare una cena frugale, gironzoliamo per il centro e si va a dormire. Baci e abbracci, con Philippe che lascerà l'hotel alle 4,30 di mattina.

 

8/8 Alle 8 Bimba e Nazca sono a prenderci e ci accompagnano all'aeroporto, avremo voli diversi , così Giampi, Sergio e Serena volano su Istambul, Barbara e Mauro su Pechino, Shanghai quindi Malpensa e io e Lilli Pechino e Singapore dove ci raggiungerà nostra figlia con altri amici, e il prosiego è un'altra storia!

Abbiamo così concluso il nostro peregrinare per la Mongolia : negli ultimi tre anni abbiamo percorso in quel fantastico paese almeno 10.000km di piste e fuoripista, le moto  erano oramai usurate e non avevano mai subito una vera manutenzione, oltre a quella volante in viaggio, per cui le abbiamo cedute… e per non farmi tirare da amici, abbiamo ceduto anche tende, cucina, sedie e materassini, così ho tagliato i ponti alle spalle.

Ma la nostra fantasia non ha limiti e stiamo già pensando a rifare la stessa cosa in Cina, tra  il nord del Tibet e l’Inner Mongolia.

Al momento stiamo prendendo contatti, ma vogliamo … e sicuramente riusciremo a farlo nel 2014!!  

Per cui gli amici continuino a seguirci, per condividere con noi le emozioni e … magari l’avventura.

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