Raid enduro Mongolia 2012
… e il sogno ha avuto la seconda puntata!!!!
Sei
moto ci aspettavano a Ulaan Baatar!
Lasciate
la scorsa estate, ci attendevano per farci vivere ancora nuove emozioni….
Philippe
ed io eravamo entusiasti all’idea di tornare in quel magico paese per cui
occorreva organizzare un nuovo viaggio per condividere l’esperienza e superare
le difficoltà economiche, famigliari e tecniche degli amici interessati.
Con
entusiasmo, per primo, aderisce Pietro, in breve si aggiungono
Ottimo
risultato: appena presentato il progetto le sei moto sono occupate per il primo
giro!
Philippe
presenta quindi Didier, un suo amico francese, che si fermerà un ulteriore
settimana per andare a pesca di un enorme salmonide
che si trova nei fiumi del nord. E si aggiunge il mitico James!... un
fenomenale cinese
che
non dice nemmeno una parola in nessuna lingua, che non ha una cartina, non sa
dove vogliamo andare, ma parte senza timore e la nostra impresa sarà una sorta
di caccia al tesoro per recuperlo nei posti più impensabili dove lui riuscirà
a ficcarsi.
Nel
primo giro c'è anche Floren la compagna di Philippe e nel secondo Erika una
ragazza cinese, che almeno parla inglese e ci permetterà di
comunicare con James il suo compagno.
La
parte organizzativa inizia molti mesi prima della partenza: ho lavorato per
intere giornate a disegnare rotte e tracce sul pc, per poterle trasferire sui
Garmin.
La
Mongolia è veramente un paradiso per il fuoristrada e per chi ama la
navigazione, ma le mappe digitali sono estremamente povere, quindi una gran
parte del lavoro è stata disegnare il percorso su Google Earth , salvarlo poi
trasferirlo in un formato accettabile.
Ho
coltivato alcuni contatti, in primis con la CMC che
è la ditta che importerà e distribuirà le moto che abbiamo a UB;
mi hanno fornito, oltre agli adesivi dei loro loghi, gli scudi para
carter dell'Acerbis, che sono quelli per l' Honda,
e una decina di camere d' aria, che sono state utilissime. In Mongolia
sono introvabili camere da
Altro
contatto è stato con la Tucanourbano che
anche quest'anno ci ha fornito dei bellissimi giubbotti
e, fortunatamente, ho portato anche i loro impermeabili dello scorso
anno, dato che come vedrete è venuta più acqua in questi 20 giorni che negli
altri 3 viaggi messi assieme.
Motorex Italia mi ha fornito dell'olio motore e ci sono stati molto utili i loro grandi adesivi verdi appiccicati sulle fiancate dei Uaz, perché dall’alto delle montagne o da lontano ci hanno permesso sempre di riconoscere e distinguere le nostre auto!
|Bandavej mi ha fornito le caldissime maglie termiche pratiche ed essenziali per un viaggio on the road!!
Pasquale
Cianci, mi ha messo in contatto con Motorex e con
CMC
su
Soloenduro però bisogna essere registrati per vedere le foto.
Avendo due partecipanti che
ripartivano il 4 agosto, e altri due che davano il cambio, ho disegnato un
itinerario che coprisse prima il nord, poi il 3 sosta di un giorno ad Harkorin
mentre col pulmino i partecipanti che sarebbero partiti sono andati in aeroporto
ad UB, risparmiandosi i soli 300km di asfalto che avrebbero dovuto percorrere, e
i nuovi arrivati ci avrebbero raggiunti ad Harkorin nello stesso modo.
Organizzo
anche il trasporto locale e mi procuro un’interprete per tradurre
dall’inglese al mongolo. Cerco ed
acquisto con molto anticipo i voli per evitare lunghe soste in aereoporto e
coprire la tratta in sole 12 ore.
Siamo
pronti... ultime mail e telefonate e via!
Philippe
e Flo arrivano il 24 mattina in Mongolia , mentre noi partiamo
per incontrarci a Mosca con Roberto, Martina e Florian..
Philippe,
essendo arrivato un giorno prima, provvede alla manutenzione delle moto,
aggiunge acqua nei radiatori che avevamo svuotato l' estate scorsa,
cambia olio, isola meglio il relè e la centralina, cambia dei raggi e
rimonta alcuni cerchi con i raggi maggiorati.
Il
25 alle 6 di mattina arriviamo ad UB, ad aspettarci troviamo l’ autista,
Philippe e Seghi, la nostra giovane interprete.
Ci dirigiamo al deposito delle moto dove facciamo l' ultima manutenzione,
attacchiamo i vari adesivi, andiamo a fare una megaspesa, per avere vettovaglie
ed essere comunque indipendenti nei prossimi giorni. Quindi procediamo a
caricare i furgoni con i bagagli, le tende, le sedie, i fornelli, tutti i
ricambi che avevamo comprato lo scorso anno, alcuni pneumatici di scorta, 6
taniche di benzina per le moto, il cibo, la birra
Alle
14 del 25 /7 quando ormai stiamo per
partire viene giù un diluvio con
lampi e tuoni, siamo costretti ad
attendere almeno 2 ore per non partire sotto l’ alluvione, poi, quando inizia
a diminuire la pioggia battente, indossate le tute da pioggia, partiamo. Le
strade di UB sono invase da detriti portati dall'acqua, l'asfalto è
viscidissimo, per cui procediamo lentamente , in gruppo verso l' uscita ovest
della città. Il traffico è comunque intenso e percorriamo lentamente la decina
di km che ci separano dalla porta di Ulaan Baatar
Continua
a piovere e poiché non abbiamo molta voglia di buttarci subito sulle piste
fradice e fare il campo sotto la pioggia dopo solo 100km,
scegliamo di fare
45km di asfalto fino al primo campo gher. Così, raggiunto il bivio,
lasciamo l' asfalto solo per 6/7 km fino al campo anche se la pioggia è ora
molto più lieve, ma in ogni caso l' idea di fermarci in un campo attrezzato con
cena, docce e tutti i confort è
stata la migliore, per evitare di avere già tutto bagnato dal primo giorno. La
cena sarà discreta anche se non fantastica.
26/7
Al mattino il sole è splendente, facciamo piccoli controlli alle moto,
che hanno percorso pochissimi km e si parte attraverso piste secondarie verso
Bulgan.
Il
percorso non è eccessivamente impegnativo, ma il terreno è viscido, c'
è qualche scivolata, senza conseguenze, anche se la statura di Roberto e la sua
non grande esperienza di enduro, lo fiaccano e il numero delle sue cadute è
decisamente al di sopra della media. Il percorso che avevo tracciato, prevedeva
l' attraversamento di un largo guado, ma le piogge imponenti del giorno
prima, ci obbligano a piegare ad ovest di 40km per passare sull'unico ponte,
vicino al villaggio di Horon.
Avevo allungato la strada… così ci cerchiamo un bel posto e facciamo
il primo campo libero in una bellissima conca, con una vista splendida.
Montiamo
le tende e prepariamo cena, il morale è alto, e la maggior parte dei
partecipanti è esaltata dal poter scavalcare collina dopo collina
su tracce appena visibili.
27/7
Precediamo i fuoristrada in direzione di Bulgan, perché in Italia, ho
avuto un' idea peregrina, quella di portare il vecchio paio di stivali,
abbandonati da 5 anni, per poi lasciarli in Mongolia, peccato!!
Già al secondo giorno la suola si è scollata , per cui decido di
precedere gli altri e andare a
cercare un calzolaio che risolva il problema!!
Roberto,
intimorito dai percorsi, rimane con
le auto e noi altri 5 facciamo una tirata velocissima, che ad alta velocità ci
costa due pizzicate, io all' anteriore e Philippe al posteriore, percorriamo gli
ultimi
Trovo
un calzolaio e, con l' equivalente di 1,5€, mi reincollano le suole, poi
arrivano le auto e, mentre ripariamo i due pneumatici, compriamo altre provviste
in un discreto supermercato, dopo di che lasciamo la città in direzione di
Moron.
Il
primo tratto negli ultimi due anni è stato asfaltato, ma dopo meno di 20km
inizio a tagliare in fuoripista, mentre le auto proseguono sull'asfalto. L'
appuntamento è al distributore di Hutan Hondor, ma nel pomeriggio si scatena un
vero diluvio per cui procediamo nuovamente lentamente per evitare di schiantarci
clamorosamente sull'erba bagnata. Dopo un oretta arriviamo a destinazione al
distributore ed è finalmente tornato un magnifico sole… più sereni
andiamo a dormire in un bel campo gher, inerpicato su una collina dove
per nostro gioco ci arriviamo in fuoripista dalla punta della montagna, mentre
le auto arrivano dalla stradina. Docce, cena
nella gher centrale, un po' di manutenzione sulle moto,
stufa accesa nella gher per asciugare gli abiti umidi
e notte al calduccio.
28/7
Al mattino ora di partire si presenta un problema: Roberto, essendo
scivolato alcune volte il giorno prima ed avendo male ad una mano, non se la
sente di continuare in moto, per cui non ci sono molte alternative, o lasciamo
la moto qui e ritorniamo in seguito a riprenderla, o , ed è quella che
scegliamo, la carichiamo sul tetto del Uaz di Bimba.
L’
autista non è entusiasta di questa idea, ma alla fine si convince
anche se a malincuore, perché nei prossimi due giorni ho disegnato delle
tracce su piste secondarie che lui non ha mai percorso e i mongoli non amano le
novità , anche se in questi due anni ha imparato a conoscermi e sa che non ho
mai sbagliato una pista.
Partiamo
quindi in direzione di Moron , prendendo poi la pista per Tarialan. Arriviamo al
distributore, facciamo il pieno alle moto, poi andiamo in paese a cercare un
ristorantino, ordiniamo degli ottimi ravioloni al vapore
che mangiamo a rate perché le auto arrivano tardi.
In
paese ci sarebbe un internet point, ma al sabato dopo le 14 chiude.. quindi
niente notizie o foto da pubblicare su FB.
Ripartiamo
in direzione di Erdenebulgan su piste bellissime e quasi per niente frequentate,
diamo il solito appuntamento al distributore del paese e precediamo
clamorosamente le auto, arrivando un 'ora prima;
nel frattempo si formano nuvoloni e per non fare campeggio cerchiamo
soluzioni alternative, ma l' unico “Hotel” è veramente di uno squallore
imbarazzante. Tuttavia veniamo a sapere che 2km prima del paese c'è una
stradina che in
29/7
Al mattino si parte, per una volta di buon’ora, i percorsi sono
stupefacenti, su tracce appena segnate, le auto corrono su piste erbose e noi
per lo più in fuoripista nell'erba alta, scavalchiamo alcune colline poi una
montagna con pista rocciosa dove i vecchi Uaz arrancano, poi troviamo una
discesa viscida, al fondo la pista
attraversa un prato fangoso, in mezzo ci sono dei tronchi per lungo,
li evito, pensando di spalancare il gas su un tratto di
Prendo
un cavo da traino, lo passo nel cerchio posteriore e tirando in 6 la
“risucchiamo” fuori dalla mota. Nel frattempo Florian ha bucato la sua terza
gomma! Riparazione volante, dopo di che si torna indietro di 800mt per
ridiscendere sull' altro versante della montagna dove il terreno è più sassoso
e gli Uaz non dovrebbero piantarsi.
In
effetti è stata una scelta giusta, riprendiamo a navigare sulle montagne che
costeggiano la pista, fino ad un fiume. La pista più grande piegherebbe sulla
sx, ma in quella direzione cj sono nuvoloni neri e minacciosi, per cui decido di
aggirare il maltempo sulla dx e guadiamo il fiume
Poi
arrivano gli Uaz, salutiamo i nuovi amici e dopo
Ci
offre comunque il loro the salato col burro, e all'arrivo degli autisti
ripartiamo, ci “spariamo” una
trentina di km, poi all' incrocio di due valli aspettiamo un'ora, ma le auto non
arrivano e non sappiamo quale decisione prendere !! Bimba non conosce quelle
strade, però parla mongolo e può chiedere info, inoltre se rompe l'auto
l'aggiusta, ma se ha girato in una vallata prima, è rischioso per noi
tornare indietro a cercarli, perché se non li troviamo, non avremo benzina per
arrivare ad Hatgat la città al punto sud del lago di Hovsgol.
Alla
fine torniamo di soli
Solo
Florian rimane a piedi a 500mt dal distributore, ma con una bottiglietta da
mezzo litro lo salviamo!! Il sole sta tramontando, impossibile contattare le
auto perché sono in zone dove non prende nessun telefono, ed il satellitare è
con me, per cui lasciamo un biglietto al distributore e troviamo una gher vicina
alla strada che costeggia il lago. Pietro riesce a comprarsi un paio di
calze di lana di yak visto che siamo senza bagagli e le sue le ha inzuppate in
un guado. Ci sistemiamo in una gher, andiamo al ristorante dove mangiamo tutto
ciò che hanno e ci scoliamo un paio di birre. Mandiamo sms, sperando che gli
altri quando arriveranno in paese dove il gsm prende, li leggano e ci trovino!!
Intanto i turisti mongoli, in vacanza al lago, si scatenano in musiche e balli,
noi, sfiniti, andiamo a dormire.
Alle 3 di notte arriva Florence che ha letto l' sms,
ci ha trovati, si sistemano in un paio di gher e al mattino ci incontriamo
a colazione.
30/7
Giornata magnifica, perdiamo parte della mattinata in paese, con Bimba
che è preoccupato per la moto sul tetto, cerco soluzioni alternative, ma
spedire con un camion la moto ad Harkorin costerebbe oltre 500$!! Alla fine si
tranquillizza e partiamo in direzione nord costeggiando la sponda ovest del
lago. Quattro anni fa era una pista impegnativa, ora stanno costruendo un
pistone largo
Dobbiamo
decidere il percorso, sembra che per le piogge dei giorni precedenti, la pista
che avevo scelto e che punta ad ovest a metà del lago, in direzione di
Renchinlumbe, sia in parte franata ed in parte fangosa, così, anche per via
della moto sul tetto decidiamo di fare puntare le auto direttamente su Moron.
Noi,
dopo aver rifatto il pieno ad Hatgat, ci buttiamo su piste secondarie
scavalcando decine di vallate puntando decisamente più ad ovest, ci fermiamo in
una gher sperduta dove due sprovveduti
hanno fatto casino con l' impianto elettrico del camion, e hanno uno stacca
corrente sotto il sedile che è in cortocircuito. Armeggiamo,
Philippe ed io, fino a capire il problema, bypassiamo il guasto e
riusciamo a far partire il camioncino. Ci viene offerto Yogourt e formaggio!
Dopo di che scavalchiamo la montagna che sovrasta la gher e puntiamo su Moron.
In un tratto pianeggiante ci imbattiamo in una serie di stele monolitiche
che
Ignoriamo
la funzione, ma recano scolpite iscrizioni a noi sconosciute ed emanano un
fascino particolare…. poco dopo incrociamo la pista proveniente da nord che
era quella pianificata in origine. Arriviamo a Moron, sulla pista
dell'aeroporto, pieno delle moto oramai in riserva poi ci rechiamo al campo gher,
adiacente all' hotel dove abbiamo appuntamento con Bimba e il resto del gruppo.
Una ventina di minuti dopo arrivano dove c'è campo telefonico e riusciamo a
contattarli, non abbiamo un gran
distacco perché con tutto il fuoripista e la riparazione del camion arrivano
quasi con noi. Docce, cena e a
nanna.
31/7 Dopo colazione si parte verso sud, in direzione del lago Terhiyn o lago bianco...
sarà
una giornata impegnativa con almeno 250km da percorrere e una parte di piste
sassose di montagna, ed iniziamo bene!!! non abbiamo fatto
Sopraggiunge
Bimba che avendo sempre tutto, è soprannominato mister Gadget, ci passa una
mola elettrica con la quale lisciamo
la testa dei raggi sporgenti... rimontiamo il tutto e si riparte.
Nella prima parte le piste sono scorrevoli e veloci, poi più
impegnative, così ci troviamo a staccare di molto le auto.Aarrivati a
Shine-Ider dopo aver tagliato su una montagna e esserci fermati un paio di volte
presso dei pastori,facciamo benzina.
L'
operazione benzinaio si svolge così:…. si arriva al distributore,
regolarmente chiuso, si guarda fino a che si trova un bigliettino con un numero
di telefono, si fa il numero con la Sim mongola che abbiamo, si inizia a urlare
nel microfono ...”benzin, benzin, turist!!!” Dopo 5 minuti vengo richiamato
da una ragazza che parla un po' di inglese e mi avvisa che in 5 minuti verrà
qualcuno per il rifornimento. Assieme al benzinaio arriva mezzo paese, foto e
saluti come se fossimo i vincitori di una Dakar!
Ripartiamo per Jargalant.
Dopo
una ventina di km ennesima foratura, le auto saranno indietro di almeno un'ora,
per cui propongo di fermarci in qualche gher e vedere se riusciamo a riparare
soprattutto
ha la pompa e in venti minuti siamo pronti a ripartire. Dopo aver bevuto il
solito the , facciamo un offerta di qualche migliaio di tugrut pari ad 2/3 euro,
40km dopo arriviamo al distributore di Jargalant, dove facciamo il pieno,
sono già le 5 di pomeriggio, quindi, o "ci diamo una mossa" o
arriviamo col buio.
La
proposta di fermarci li per la notte viene scartata, si riparte dando gas, ma
dopo meno di mezz'ora inizia a piovere veramente forte, mettiamo le tute e
proseguiamo fino a che giunti in cima al colle , intorno ai
Tagliando
a gps in fuoripista punto direttamente a metà del lago, il paesaggio è
veramente mozzafiato…. costeggiamo ora il lato nord del lago, attraversiamo
molti guadi profondi, tutti siamo con gli stivali inzuppati e verso le 20,30
siamo nel campo gher dello scorso anno, come da accordi con Bimba.
Senza
esserci fatti mancare una foratura a
Risulta
evidente che gli altri arriveranno in serata avanzata, infatti arrivano che noi
stiamo quasi per andare a dormire!!!
1/8
Al mattino facciamo tante foto del lago che è veramente meraviglioso,
poi puntiamo verso il vulcano, trovo il sentiero che ho percorso lo scorso anno
che sale verso le pendici su una antica colata di lava, la velocità è minima,
ma la guida è impegnativa per il tipo di terreno durissimo. Arrivati al
parcheggio , tiriamo dritto fino a che iniziano le scale in cemento, e
percorriamo a piedi gli ultimi 400 mt. Dalla sommità la vista è spettacolare
verso il lago e il cratere è proprio sotto le nostre gambe mentre siamo seduti
sul bordo con i piedi a spenzoloni.
Fatte
le ultime foto si ridiscende e l' appuntamento è
Nel
frattempo si sono addensati dei brutti nuvoloni neri, decisamente minacciosi,
per cui, a scanso di equivoci, indossiamo le tute da pioggia e ripartiamo.
Ora
siamo in fuoripista sulla sinistra della pista principale, che dopo una ventina
di km inizia ad essere asfaltata,
noi sulle colline proseguiamo su tracce appena segnate nell'erba, sotto una
pioggerellina inizialmente neanche
fastidiosa, ma presto la pioggia
diventa veramente battente e ci costringe ad
un breve meeting in cui
decidiamo di raggiungere l'asfalto, perché il fuoripista è veramente
pericoloso, o lentissimo, così ci mettiamo sotto il temporale
a discreta velocità, tanto che le gocce che passano tra casco ed
occhiali sono dolorose al volto.
Percorriamo una quarantina di km su asfalto, sono circa le 16,30, quando
propongo di fermarci un un campo gher a Ihtamir, dove avevamo fatto sosta lo
scorso anno,
Il
padrone si ricorda di noi ed è amico di Bimba, gli chiedo subito che ci prepari
la capra come lo scorso anno e si dichiara entusiasta. Ci sistemiamo nelle gher,
accendiamo le stufe per asciugare gli abiti umidi, nel frattempo cessa il
temporale e rispunta il sole. Girovagando nel retro del campo, ci imbattiamo
nella nostra cena, alla quale hanno appena tagliato la testa ed appena
scuoiata… la visione è un po' cruda, ma è spontanea e il padrone appena ci
vede, prende il fegato ancora caldo, lo scotta sulle braci e ce lo serve a
dadini con un pizzico di sale, avvolgendo altri pezzi in quello che
credo sia l' omento e offrendoceli. Garantisco della bontà del piatto
pur essendo una persona che non mangia fegato…
A
500 mt dal campo c'è un enorme masso erratico, meta di pellegrinaggi buddisti,
tra di noi solo Martina lo degna di una visita.
La
cena sarà stupefacente con il padrone che mangia con noi,
dopo cena discoteca e tralascio l' effetto di tre litri di vodka, e di
molte birre!!
2/8
Il giorno seguente è una giornata splendida, si parte un po' tardi, così
diamo tempo a Pietro di riprendersi dai “postumi” della serata.
In breve si arriva Tsetserleg, al supermercato rifacciamo spesa, di
vettovaglie, birra, coca e .. vodka, con la promessa di farne
un uso più moderato. Giro per il mercato, in mezzo ai container che
servono da magazzini per lo più riforniti di cibo e ricambi per auto e
motorini. A questo punto propongo di separarci: le auto proseguiranno per
Tsenher, dove c'è il ponte e punteranno a sud fino ad un punto gps che presi
anni fa e che è appena oltre al guado sul fiume Tsetserleg, quello in cui l'
anno scorso Clem sommerse
Dopo
pranzo puntiamo decisamente a sud dandoci un primo appuntamento ad un villaggio,
del quale avevo il punto gps, e riprendiamo il nostro peregrinare in fuoripista
attraverso colline bellissime, Arriviamo al punto stabilito con largo anticipo
sulle auto, nel frattempo compro
3/8
Partiamo relativamente presto, la meta che avremmo dovuto raggiungere
ieri sera è il monastero di Tonkhov. Bimba compirà un largo giro di
Arrivati
al monastero gli altri motociclisti salgono a visitarlo, mentre io scendo al
parcheggio tre km più sotto sperando di trovare Roberto, ma non lo trovo, ma un
gruppo di francesi a cavallo dicono di aver visto il Uaz con la grande scritta
Motorex su una collina alcuni km prima, sto per partire a cercarli quando
arrivano dalla pista principale, Bimba e Batà che si sono incontrati prima.
Prima
di correre altri rischi facciamo il pieno dalle taniche
così abbiamo autonomia sufficiente per arrivare ad Harkorin. L'
appuntamento è al grande tempio della città, per cui ci stacchiamo dalla pista
tagliando una lunga serie di colline e montagne in fuoripista o su tracce appena
segnate, sempre tenendoci una quindicina di km sulla dx della pista principale
fino a che arriviamo all' asfalto e percorriamo gli ultimi
iniziamo
a visitare il complesso dei templi e delle mura mentre ci riuniamo con il
gruppo.
Faremo
cena tutti assieme per salutarci e verso le 21 Andrea, Roberto, Flo, che partono
per rientrare in Europa vengono
accompagnanti in auto da Philippe
fino
ad UB.
Baci
ed abbracci!!
Persino
Bimba prende in giro Andrea continuando a dire “Andrea no Gobi ahahaha!” e
lui un po' nicchia per il
dispiacere di non essere ancora con noi, rimpiangendo tutto il fuoripista che
abbiamo fatto!!!
4/8
La situazione è quindi questa: Pietro,
Florian e Martina con Bimba siamo ad Harkorin, ad attendere James ed Erika
provenienti dalla Cina, che alle 10 arrivano ad UB.
Philippe
in mattinata passa a prendere altri manubri, compra una chiave per smontare le
forcelle, preleva Didier un suo amico francese arrivato il giorno prima, e Juri
una ragazza mongola che starà con noi nella seconda parte del viaggio e che
parla perfettamente italiano, raccoglie il gruppo e riparte per arrivare in
serata ad Harkorin.
Noi
nel frattempo facciamo manutenzione alle moto,
cambio olio e filtri, sostituzione di alcuni raggi, cambiamo due
catene.... e il cambio catena è un operazione lunga!!!! le catene sono continue
prive della falsamaglia, per cui si deve smontare il forcellone! A dire il vero
è l' occasione per controllare cuscinetti e leveraggi, ma fa perdere un mucchio
di tempo. Faccio aggiustare ancora
una volta le suole agli stivali, questa volta mi mettono anche chiodi ritorti
che non si staccheranno più! Mi reco alle 17 al centro internet per caricare
alcune foto su FB, peccato che a quell'ora chiudono, riesco a sforare di 15
minuti, ma con la linea lentissima faccio ben poco. Al mercato cerco olio per
forcelle, ma non ne esiste, per
cui compro un litro di olio ATF per cambi automatici, è il più fluido che
trovo.
In
serata arrivano tutti, ceniamo e
facciamo la conoscenza con i nuovi arrivati.
Didier
è un tipo simpatico, con scarsa esperienza di fuoristrada, ma correva anni fa
con moto da pista ed ha buone conoscenze meccaniche.
Erica
starà sull'auto d' appoggio con Martina, è cinese, ma parla perfettamente
inglese. Ed arriviamo al pezzo forte dei nuovi arrivati!!! James, un cinese, che
costruisce Pit Bike in Cina, è amico e fornitore di Philippe, ma
5/8
Prima di partire mettiamo un po di Atf nella forcella, ma non è
sufficiente, quindi decidiamo di irrigidirla finché basta e mettendo olio
motore 10/30 diventa rigida, ma non batte più. Quindi partiamo per la valle
di Horon, e inizialmente su Hujirt e mentre le auto ci arrivano su
asfalto, noi facciamo i
su
una collina e vediamo dei nuvoloni
neri avvicinarsi, in lontananza scoppiano tuoni e lampi che rischiarano la
pianura : la pioggia, che nasconde la vallata si avvicina velocemente, facciamo
in tempo a indossare le tute che viene giù il finimondo,
cerchiamo di tenerci sull'erba perché la pista è viscida come il
sapone.
Ci
teniamo sul versante sud della vallata per restare lievemente in quota e per non
essere nella pianura allagata, arriviamo al paese e al distributore attendiamo
le auto sperando che smetta di piovere per non rischiare di doverci accampare
sotto la pioggia, però Juri ha un amica con una casa grande e ci sistemiamo in
due cameroni, facciamo cena li e tiriamo fuori materassini e sacchi a pelo.
6/8
Purtroppo la scelta si rivela
sbagliata perché continua a diluviare per tutta la notte e al mattino i fiumi
si sono oramai ingrossati a dismisura, abbiamo
difficoltà a lasciare il paese in tutte le direzioni, persino il ruscello che
attraversa il paese in due è “quasi “ invalicabile!! Comunque quando
arriviamo dopo pochi km
al fiume ha quasi smesso di piovere, ma l'acqua che scende dalle montagne
lo ha portato ad un livello mai visto e c'è
una corrente spaventosa, è
impossibile guadare senza correre seri rischi di incolumità e di perdere le
moto.
Trovo
la soluzione : caricheremo le moto su un camion e ci faremo “traghettare “
sull'altro lato, peccato che al momento di guadare l' autista si rende conto che
il suo filtro aria andrebbe
Alla
fine riesce a portarci dall'altra parte, scarichiamo le moto, Bimba rimane
piantato in mezzo al fiume, fortunatamente arriva un enorme camion 6X6 che lo
tira via e farà la stessa cosa con l' altra macchina .
Ripartiamo….
in sei ore abbiamo percorso in linea d' aria non più di
7/8
Il primo obbiettivo sono le cascate sul fiume Horon
che vediamo bellissime ed impetuose.
.
Dopo
soli
Diventa
provvidenziale l' impermeabile Tucanourbano
che arancione fosforescente permette alla auto di individuarci a distanza anche
nel temporale!!
Finalmente
arrivati alla cittadina, smette di piovere e percorsi altri
8/8
Levate
le tende partiamo in direzione di Arvayheer e, come al solito, mandiamo le auto
sulla pista principale e noi compiamo dei bellissimi tagli sulle praterie e
sulle colline, ci fermiamo ancora una volta presso alcune gher, dove siamo una
vera attrazione , come sempre ci viene offerto the e yogourt
e dalle altre gher vicine inizia una vera processione per vedere questi
strani turisti con delle moto “altissime” !!
Quindi
ripartiamo per non arrivare troppo dopo le auto e sbuchiamo sull'asfalto,
circa
e
a fare la spesa per i rifornimenti.
Appena
dopo pranzo partiamo in direzione sud verso il Gobi, sempre precedendo le auto
dandoci l' appuntamento al distributore di Guchin-Us
che essendo a
9/8
Al mattina finisco di montare il motorino,
operazione che avevo sospeso per mancanza di luce la sera precedente, noto che
da quando non c'è più Andrea andiamo più piano ed infatti è crollato il
numero delle pizzicate alle camere. Smontiamo tende e
dopo colazione carichiamo sedie, materassini e bagagli e siamo pronti a
partire.
Circa
Sopraggiungono
gli altri, io sono parzialmente bloccato sotto la moto e due delle pecore sono
tuttora sotto, ferme immobili, Pietro invece di aiutarmi fa fatica a reggersi in
piedi dal ridere perché si è visto tutta la scena dato che mi era
10/8
Partiamo per la grande duna con l' intento di andare a giocare
sulle pendici, spiego a chi non ha mai fatto dune, di guardare il colore
della sabbia, di non andare a
ficcarsi in un catino e di stare all' occhio a non volare una barcana…. James
"Bond" è rimasto nella
tenda a leccarsi le ferite, Didier non vuole rischiare e resta basso, per cui
io, Pietro e Florian iniziamo a a
saggiare le pendenze della duna e a fare i primi giri..... Philippe parte a
cannone e si allontana sulla sx , supera un paio di crinali ripidi e scompare
alla nostra vista. Mentre noi stiamo iniziando a percorrere la cresta delle
dune, per
Mi
precipito, trascino via la moto che è ancora sulle sue gambe, urlo per
chiamarlo, ma non risponde, è supino con la testa verso il basso, slaccio il
casco per vedere gli occhi, lo estraggo stabilizzando il collo. Continuo a
chiamarlo fino a che inizia a muovere gli occhi che all' inizio avevano un
brutto aspetto vitreo pur con pupille isocoriche( cioè con lo stesso diametro)
. Prende un minimo di conoscenza, mi riconosce, dice il mio nome, ma quando gli
chiedo dove siamo, si guarda intorno, vede la duna e tenta con Marocco!!!
purtroppo è la risposta sbagliata,
ha un evidente stato commotivo, lo lascio fermo , sdraiato, nel frattempo gli
altri arrancano sulla duna e arrivano tutti, anche Martina che era andata a
piedi fino in cima, vedendo il trambusto arriva fino da noi.
Passa
una buona mezz'ora e inizia a riprendersi, per farlo scendere le pensiamo tutte,
prendere un cammello, ma non sembra una buona idea,….arrivano dei mongoli con
un asse per fare una barella, ma essendo passata un' ulteriore mezz'ora Philippe
decide di scendere lentamente a piedi aiutato da tutti, io ridiscendo con la mia
moto, Pietro porta giù quella di Philippe che ha il manubrio piegato in
verticale , valutiamo la situazione e in sostanza è saltato da una barcana alta
3-
Noi
facciamo un bel giro seguendo a mezza costa la grande duna per una quindicina di
km e altrettanto al
ritorno, poi puntiamo sul campo gher per vedere Philippe che, ancora
rintronato, si è messo a dormire. Lo ricontrollo perché fosse in Italia o in
Francia avrebbe già fatto una Tac o un RMN,mentre
qui
non abbiamo nulla oltre all” osservazione” , ma seppur lentamente inizia a
parlare più fluidamente e ricorda tutto tranne i 10 minuti fatidici. Rimaniamo
al campo per la seconda notte. James in serata da il meglio di sè con le
ragazze del campo: prende dei
bicchieri, mettono dentro un pezzo di carta cui danno fuoco, poi, con la carta
incendiata se li appoggia sulla schiena e uno su un capezzolo! Il risultato
sono degli enormi succhiotti, secondo lui questo sistema porta via
l' infiammazione!! tutti noi ridevamo come dei matti a vederlo andare via
con succhiotti da
11/8
Philippe sta meglio, ma neanche da prendere in considerazione di andare
in moto, per cui proponiamo a Bimba di togliere la forcella e la
ruota posteriore e metterla nel Uaz, lui ci chiede di togliere l' olio
del motore e la carichiamo sul tetto.
Dopo
di che partiamo in direzione est, a mezzo giorno siamo al
villaggio di Bayandalay, dove in un minuscolo ristorantino ordiniamo la
pasta con la carne che fanno ovunque, qui vediamo un nanerottolo che ci saluta
tutto contento!! E' quello che 10 giorni prima Pietro ed Andrea buttavano in
alto in cima alla montagna sopra al lago bianco... lo incontriamo qui
Usciamo
dal canyon e andiamo a dormire in un campo gher vicino, dove lavora una ragazza
che frequenta architettura a Torino.
12/8
Le auto devono fare il pieno, il primo distributore è a Dalandzadgad a
circa
James
subito non capisce un tubo e parte in direzione della città, noi 5
puntiamo a nord, consci fin dal principio che saremo al limite della
autonomia, quindi è imperativo non vagare a vanvera e non fare km
inutilmente… Si parte seguendo le tracce di un auto che va nella nostra
direzione, poi una ventina di km in fuoripista, in seguito troviamo altre tracce
che vanno nella nostra direzione e chiediamo anche ad un camionista
che va nella nostra direzione, ma lui compirà un largo giro su una pista
principale, noi avendo poca benzina cerchiamo la strada più corta, lo rivedremo
in lontananza
Proseguiamo
e troviamo una bellissima serie di dune, la tentazione è grande, ma non
possiamo permetterci il lusso di scorrazzare lungamente su queste e
giocherelliamo solo per pochi minuti. Poi arriviamo
al paese per incontrarci con le auto, andiamo al distributore, c'è il solito
numero di telefono, chiamo senza risposte, arriva un tizio in motorino che ci
sfinisce, poi mentre noi siamo sdraiati all'ombra parte e va a casa della
benzinaia, che dopo mezz'ora e e dopo aver finito il pasto,
arriva…finalmente!! Dopo il pieno andiamo al ristorantino, ordiniamo ed
aspettiamo almeno un' ora fino a quando arrivano le auto : la spiegazione è che
hanno inseguito James per
Comunque
recuperato il cinese pazzo, fanno pranzo
e ripartiamo, su piste secondarie in direzione di Erdenedalay,
quando inizia a calare il sole ci fermiamo e facciamo il campo a una
ventina di km dalla cittadina. È stata una giornata lunga
con oltre
13/8
Al mattino sosta ad Erdenedalay per un the, poi
piste veloci e più monotone ci portano verso il monte Hayrhan,
poco prima ci fermiamo a pranzare in una gher che fa da autogril. Si
riparte mentre sta per scoppiare l' ennesimo temporale
e pensiamo di fermarci in un campo gher
L'
ingresso è sempre drammatico con le auto incolonnate in code caotiche
che procedono meno che a passo d' uomo, passiamo un cavalcavia e
riusciamo a perdere James per la centesima volta!!! Lo aspettiamo per 40 minuti,
ma inizia a fare buio per cui
andiamo all' hotel dopo aver avvisato Philippe, ed Erica telefona al
mister dandogli il nome dell' hotel… si troverà un taxi da seguire e
ci raggiungerà che avremo già fatto cena nel
ristorante coreano, in ultimo
arrivano le auto.
14/8
Al mattino di buon ora andiamo a parcheggiare le moto, togliamo acqua dai
radiatori, curiamo le poche magagne, scarichiamo le auto , e riponiamo
materassini e ricambi.
Pranziamo in un ristorante italiano mangiando una vera bistecca!!
Facciamo
tutti i conti con Bimba e alla sera ceniamo al Mongol barbecue.
15/8
Al
mattino alle 4,30 Bimba porterà in aeroporto Pietro, Martina e Florian, e il
sottoscritto, più tardi sarò la volta di Philippe e dei cinesi, mentre Didier
resterà ancora una settimana per andare a pesca di un enorme salmonide che si
trova nei fiumi del nord.
Noi
saremo a Milano entro le 13 italiane, Martina e Florian purtroppo
perderanno la coincidenza per Venezia e arriveranno solo il giorno dopo.
CONCLUSIONI
Il
viaggio è stato bellissimo, abbiamo
percorso in totale
La
Mongolia non offre grandi monumenti o musei, ma dona tutti i suoi paesaggi, la
sua gente spontanea ed ospitale anche nella più sperduta Gher.
Le
moto per il secondo anno sono state fantastiche ed affidabili e ci aspetteranno
per un altro anno.
Il
sogno e l'avventura continuano…
Ringraziamenti
Ringrazio
tutti gli amici che sono stati con me, con i quali abbiamo passato 21 giorni
senza una lite o uno screzio, gente tosta che ha dato il meglio di sè anche
nella fatica, sotto la pioggia o la polvere del deserto. Dove possibile abbiamo
sempre cercato di dormire e mangiare comodi nei campi gher, ma dove non c'erano
nessuno ha protestato per le notti in tenda.
Ringrazio
Ringrazio
la CMC per la fornitura che ci ha dato, in camere e para carter, sono certo che
il prodotto che importeranno sarà valido, e con il miglior rapporto qualità
prezzo possibile, d' altra parte
La
Motorex per la fornitura di lubrificanti
la
Tucanourbano per i bellissimi giubbotti e per gli impermeabili.
Ringrazio
mia moglie Liliana per l' infinita pazienza
nello scrivere per me centinaia di mail in inglese e in francese e per
non aver boicottato la mia passione.
Allora
al prossimo giro… chi ama l'avventura mi contatti, insieme è più
divertente!!!
Per il prossimo anno abbiamo già pensato varie possibilità, ma è prematuro parlarne, l' unica cosa certa è che al momento ci saranno 4 moto libere, o tutte e sei dopo che saremo rientrati noi!
provvisoriamente si possono vedere le foto qui
http://www.facebook.com/media/set/?set=a.4383808684167.304173.1556732040&type=1&l=436d002cd3
http://www.facebook.com/media/set/?set=a.4384544942573.304195.1556732040&type=1&l=b0f6798dfc
http://www.facebook.com/media/set/?set=a.4387535817343.304281.1556732040&type=1&l=6dd0c8619f
TUCANO URBANO : ACCESSORI, ABBIGLIAMENTO TECNICO
BANDAVEJ : BIANCHERIA INTIMA MOLTO TECNICA
SPORTEXTREME LIQUID IMAGE: FANTASTICI OCCHIALI DA MOTOCROSS CON VIDEOCAMERA
a questi si è aggiunto:
MOTOREX: OLIO MOTORE DA COMPETIZIONE