BOTSWANA ZIMBABWE NAMIBIA

ESTATE 2009

resoconto del viaggio¡¡

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Il 25 luglio 2009 partiamo alla volta del Sudafrica, il 26 mattina siamo a Johannesburg, dove nel pomeriggio entriamo in possesso dei sei fuoristrada. Per tutto il viaggio bisogner¨¤ tenere conto che con 6 auto e 22 persone, i tempi si dilatano per qualsiasi operazione, cos¨¬ complice l¡¯inverno australe con le giornate corte partiamo all¡¯imbrunire e optiamo per puntare a Nord sulla strada nazionale 1; trascorreremo la notte in una piazzola di servizio.

Il mattino proseguiamo a Nord per entrare in Botswana e passare da Palapye fino ad arrivare al Khama Rhino Sanctuary, un parco privato dove stanno reintroducendo i rinoceronti, e abbiamo la fortuna di vederne uno subito dopo pochi minuti, e sar¨¤ anche l¡¯unico. Il mattino seguente giriamo per il parco, vediamo i primi animali, e alle 10 partenza sull¡¯asfalto per Letlhakane, da qui ci stacchiamo su pista per andare a Kubu Island, dove trascorreremo la notte. Kubu ¨¨ un¡¯isola granitica in mezzo ai ¡°PAN¡± che sono dei laghi occasionali. Nella stagione secca non c¡¯¨¨ l¡¯acqua, ma la crosta che ricopre il fango pu¨° rompersi facilmente; sull¡¯isola ci sono decine di grandi Baobab che fanno di questo posto un luogo unico. Il 29 mattina partiamo verso nord, non attraversiamo il grande pan in direzione N-E perch¨¦ i ranger ci avvertono che ci sono state piogge a maggio e al centro c¡¯¨¨ ancora troppa acqua. Arriviamo quindi a Zoroga, quindi raggiungiamo  Gweta sull¡¯asfalto, dove facciamo provviste di viveri. A mezzogiorno siamo all¡¯ingresso del parco del Makgadikgadi Pans: puntiamo diretti a sud dove nella zona dei pans ci sono centinaia di zebre, gnu, antilopi, poi iniziamo a gironzolare sui Pans, fino a che una delle auto si pianta nel fango, e nell¡¯inutile tentativo di tirarla altre due rimangono preda della morsa del fango.  A quel punto ¨¨ quasi notte, le altre due auto saranno a fare il campo al posto prestabilito a circa 60km di distanza, e se non avessero notizie certamente si preoccuperebbero, per cui la decisione ¨¨ presto presa: Pietro, Sergio e Daniele coi rispettivi equipaggi rimangono a dormire nel pan, e io raggiunger¨° gli altri. Li incontrer¨° nel buio totale, anche perch¨¦ procedo a velocit¨¤ di sicurezza, spiacerebbe scendere di notte a cambiare una gomma senza vedere avvicinarsi animali. Montiamo il campo nel posto stabilito con l¡¯intenzione di ripartire prima dell¡¯alba per raggiungere gli amici, sennonch¨¦ all¡¯una di notte veniamo svegliati da un potente ruggito, e abbiamo la ventura di essere¡±adottati¡± da un leone che ad intervalli di 15 minuti ruggisce tutta la notte proprio sotto il nostro aircamping. La bestiola si ¨¨ accomodata l¨¬ e vi rimane fino alle 5, il ruggito ¨¨ a dir poco assordante e la vibrazione ad un metro di distanza ¨¨ veramente impressionante, poi fortunatamente verso le 5 e un quarto inizia ad allontanarsi e a ruggire sempre pi¨´ lontano.

Smontiamo il campo e andiamo verso l¡¯entrata nord, dove troviamo una base per la manutenzione delle strade, riesco a farmi dare due latte di tolle ondul¨¨ e alcuni pezzi di lamiera e percorriamo 80km per raggiungere i nostri amici ¡±infangati¡± che nel frattempo hanno sollevato con la binda la pi¨´ affossata e spalato attorno alle altre. Con le lamiere che ho portato, in un¡¯oretta siamo pronti a ripartire, ripercorriamo il parco verso l¡¯entrata est, vedendo elefanti dall¡¯aspetto ostile, che sembrano non essere entusiasti della nostra presenza. Passiamo la notte del 30 luglio all¡¯Audi Camp a Maun. Il 1 agosto provviste e pieno dei serbatoi supplementari per 3 giorni d¡¯autonomia, poi si entra nel Moremi che ¨¨ il parco del Delta dell¡¯Okawango: dopo pochissimi km vediamo un bellissimo Leopardo, con il radiocollare, che si lascia avvicinare con aria sorniona a pochi metri, sar¨¤ l¡¯unico di tutto il viaggio. La giornata ¨¨ intensa perch¨¦ le piste sono molto accidentate e ad ogni animale ci si ferma, vediamo tutti la fauna locale: ippopotami, elefanti, bufali, giraffe, kudu, bufali, antilopi, dikdik, gnu, facoceri, babbuini, cercopitechi esclusi i leoni. Ci troviamo per¨° attardati verso le 5 di sera all¡¯imbrunire, ad affrontare alcuni guadi piuttosto profondi e, per mancanza di luce, non si vede il fondo; ¨¨ chiaramente una sensazione inquietante, ma essendo in 6 auto alla peggio ci si tirer¨¤ fuori. E come sempre accade: all¡¯ ultimo guado l¡¯ auto di Vincenzo che, nel buio ormai assoluto, sbaglia la traiettoria di un metro si pianta per met¨¤ nell¡¯acqua. Ci metteremo quasi due ore a tirarla fuori, dopo aver sollevato l¡¯auto con la binda, di almeno 80cm. E  finalmente ci accampiamo in mezzo a una foresta dove 10 minuti prima avevamo visto una leonessa¡­. Quella notte il fuoco del campo ¨¨ stato tenuto particolarmente fiammeggiante. Al mattino del 2 agosto dovremmo ritornare nel Moremi, ma  la scarsa voglia di riaffrontare i 10 guadi del giorno prima ci induce a proseguire nel Savuti, ramo sud del Chobe.  Lo attraversiamo verso nord, gli animali sono pi¨´ rari che nel Moremi, vista la stagione secca, e ci troviamo a pernottare all¡¯uscita nord del parco.

Al mattino proseguiamo a nord alla volta di  Kasane, piccola cittadina dotata di distributore e di supermercato ben fornito, dormiamo al Chobe Safari Camp, dal quale alle 15 partiamo per una piacevolissima crociera, dove vediamo in un clima bucolico tutti gli animali del posto. Il 3 agosto lo dedichiamo ad una escursione piuttosto deludente al Chobe, e il pomeriggio siamo dal meccanico a riparare un buon numero di magagne saltate fuori alle auto, ¡­ ¡°bisogna ammettere che noi non le abbiamo risparmiate¡±.

Il 4 agosto passiamo il posto di frontiera con lo Zimbabwe che ha un nome sinistramente premonitore Kazungula! Raggiungiamo Victoria Falls la maggior parte di noi fa il pieno di attivita: Cascate Vittoria in elicottero, nel pomeriggio passeggiata con i leoni per circa 3 ore, ¡°una bella esperienza¡±, ma il clou lo compiamo la mattina seguente, quando andiamo a fare Rafting sul fiume Zambesi,  emozione e adrenalina, una meta pensata e sognata per anni, e finalmente raggiunta. Ci divertiamo tutti ma ¨¨ Manuela che prova l¡¯ebbrezza di essere sbalzata fuori nelle rapide, cos¨¬ per invidia io e altri tre decidiamo di buttarci fuori alla fine di un¡¯altra rapida, ma non c¡¯¨¨ la sorpresa, e sicuramente Manu si ¨¨ spaventata di pi¨´! In serata rientriamo in Botswana.

     

     

Il 6 agosto ¨¨ il giorno preventivato per la grande tappa di 650km di asfalto per attraversare tutto il Caprivi la striscia di Namibia al nord del Botswana ed arrivare a Rundu. Peccato che arrivati al ponte sull¡¯Okawango a Pupa Rapids, l¡¯auto di Daniele fonde miseramente, e la sabbia tirata su nella turbina due giorni prima, finisce il suo triste compito. Morale l¡¯auto ¨¨ fusa, siamo a circa 800km dalla capitale, e l¡¯ agenzia delle auto promette una sostituzione ma ci vogliono circa 2 giorni, non migliora la situazione il fatto che sotto stress dagli imprevisti uno si lancia in invettive immotivate e prive di fondamento, comunque l¡¯auto viene trainata per 180km e raggiungiamo tutti Rundu  in serata, qui abbiamo camere prenotate e una cena cucinata. Al mattina propongo di abbandonare l¡¯auto fusa al motel, di stringerci sulle 5 auto e di proseguire per il parco dell¡¯Etosha, sempre in contatto con la succursale dell¡¯agenzia che ci promette l¡¯invio di un auto sostitutiva nel parco. Chiaramente il giorno dopo l¡¯ auto non ¨¨ arrivata, ma visitiamo e vediamo il parco un po¡¯pi¨´ stretti nelle auto, Finalmente alla sera l¡¯auto arriva, e al mattino, dopo aver riparato l¡¯alternatore di un¡¯altra auto, ripartiamo verso nord est puntando su Rucane per entrare finalmente nel territorio degli Himba, e arriviamo al Kunene lodge, sulle sponde dell¡¯omonimo fiume.

Il 10 agosto partiamo dal Kunene, ma dopo 10km l¡¯auto ¡°dei Ragazzi¡± (detta cos¨¬ perch¨¦ gli occupanti hanno al massimo 23 anni), inizia a beccheggiare paurosamente; il cassone del doppiacabina ondeggia ed a una rapida ispezione, vediamo due terribili crepe sui longheroni del telaio, che impediscono all¡¯ auto di proseguire. Cos¨¬ il gruppo si divide: ¡°i Ragazzi ¡° e Daniele tornano al Kunene, dove resteranno per tre notti in attesa della seconda auto sostitutiva, mente le altre quattro auto proseguono sulla pista secondaria che costeggia il fiume: il percorso ¨¨ bellissimo ma veramente impegnativo. Dopo i primi trenta km non vi ¨¨ pi¨´ taraccia di pneumatici e ci dicono che sono mesi che nessun turista ¨¨ passato su questa pista. La Lonely Planet indica per questo percorso una durata di 3-4 giorni, noi lo percorriamo in 6-7 ore e arriviamo alle Epupa Falls poco prima del tramonto e andiamo in un bel campeggio dopo aver visto le cascate.

Il mattino dell¡¯11 ci vede sui primi 100km di un pistone velocissimo fino ad Okongwati, dove compro 20 litri di benzina da una signora che in casa sua ha allestito una specie di distributore, le altre tre auto sono diesel e quindi consumano di meno. Da qui svoltiamo ad oves sulla D3703, per una cinquantina di km la pista ¨¨ discreta, e incrociamo anche due auto che percorrono la pista provenienti da sud, attraversiamo piccoli villaggi Himba, dove le persone sono molto gentili, dato che qui arrivano pochi turisti, e con qualche caramella si ¨¨ subito attorniati da decine di bambini. Ad Otjitanda lasciamo la D 3703 e prendiamo la strada che si inerpica sulle montagne e che punta verso il Van Zyls Pass. Il percorso ¨¨ sempre pi¨´ impegnativo con rampe scalinate tra le rocce che ci costringono a lunghi tratti in prima o seconda ridotta; verso le 17 siamo ad una decina di km dal passo e per non rischiare di passare la notte abbarbicati su un dirupo, decidiamo di fare il campo in piano sul letto di un torrente, tanto ¨¨ stagione secca, il cielo limpidissimo e le possibilit¨¤ di essere travolti da una piena sono nulle. Serata di onomastico per Chiara con aperitivi e abbondanti libagioni, Usiamo per l¡¯ennesima volta il telefono satellitare per sentire Daniele: l¡¯auto sostitutiva non ¨¨ arrivata, se ne parla per domani!

12 agosto: affrontiamo le ultime ripide rampe fino ad arrivare al punto panoramico in cima al passo, e si inizia la discesa : ¨¨ veramente impegnativa per essere affrontata da auto passo lungo stracariche.

Il muso alto delle nostre Nissan  copre la visuale, quando devi scegliere dove mettere le ruote per rimanere in alto sugli ¡±scogli¡± e non raschiare e spanciare sulle rocce, chiaramente il primo deve scegliere, gli altri hanno l¡¯esperienza dei miei errori, ma nei tratti pi¨´ impegnativi c¡¯¨¨ sempre Laura che indica con precisione dove passare, oltre ad essere diventata un¡¯espertissima navigatrice sul gps cartografico. In un¡¯ora riusciamo a scendere con tutte le 4 auto alla fine del passo dove i turisti lasciano scritto sulle pietre, nome e data di chi ¨¨ transitato. Siamo oramai in pianura oltre la catena di montagne, compiamo un taglio in fuoripista per accorciare di 30 km e iniziamo a puntare a sud, raggiungiamo  una localit¨¤ segnata sulle cartine e nominata Red Drum: noi ci aspettiamo una cittadina, ma ¨¨ solo ed esclusivamente un ¡°bidone rosso¡± che funge da balise per indicare il bivio. Imbocchiamo la pista  nuovamente impegnativa , fino a raggiungere per la seconda volta la D 3703 che ci pare un¡¯autostrada! Ad Orupembe imbocchiamo la D 3707, siamo oramai su piste larghe , che ci permettono discrete velocit¨¤ e  superato Puros arriviamo all¡¯imbrunire a Sesfontain in campeggio. Telefonicamente abbiamo finalmente la notizia che l¡¯auto ¨¨ arrivata e che domattina all¡¯alba i nostri amici partiranno verso sud sulla C43 passando per Opuwo , Anabeb  con l¡¯intento di trovarci prima di Palmwag. Il 13 facciamo il pieno a Sesfontain, compriamo qualche vettovaglia nel negozietto del paese e  puntiamo su Palmwag,  dopo qualche km , io che sono il primo, riesco a conversare per pochi istanti con Pitti o con Alberto, poi perdo il segnale, le nostre radio in condizioni normali tirano una decina di km, ma non sono riuscito a capire dove sono loro. Avendoli sentiti solo io,  penso che siano pi¨´ avanti e cerco di raggiungerli; in realt¨¤ sono pi¨´ indietro e li ho captati perch¨¦ erano alti sulla montagna e io li precedo di una quarantina di km. Ad ogni modo verso mezzogiorno, ad uno dei barrage e controllo veterinario ci ricombattiamo: ognuno racconta la propria avventura, a me rimane il dispiacere di non essere riuscito a portare anche Dany e i ¡°Ragazzi¡± al mitico Van Zyls, ma avessimo rinunciato tutti sarebbe stato inutile. Comunque la cosa importante ¨¨ che ci siamo ritrovati. Entriamo ora nel parco dello Skeleton Coast, la pista ¨¨ larga e velocissima, e sulla tolle ondul¨¨ a quasi 140km/ora mi esplode il pneumatico posteriore dx, e si deciappa. Una volta sostituita la ruota, si riparte costeggiando l¡¯ Oceano; il vento ¨¨ fortissimo e la temperatura molto bassa, ci fermiamo a pernottare in Hotel a Cape Cross. Il mattino seguente adiamo a vedere i leoni marini, che si affollano l¡¯uno sull¡¯altro a centinaia, il puzzo ¨¨ allucinante e si percepisce a un km di distanza, per¨° specialmente per chi vede per la prima volta una colonia cos¨¬ numerosa, lo spettacolo ¨¨ impressionante. Dopo 50 km   accosto sulla spiaggia per vedere un relitto e in quel momento la mia auto si incendia: il manicotto del carburante ¨¨ avvolto dalle fiamme, ed essendo l¡¯auto a benzina il rischio di esplosione ¨¨ alto, ma Lilly e un Locale buttano sabbia, io riesco al volo a trovare l¡¯ estintore e in 10 secondi spegniamo l¡¯incendio. Anche questa volta ci ¨¨ andata bene!!!! Non ci fossimo fermati per vedere il relitto le conseguenze sarebbero state ben pi¨´ gravi.

In serata arriviamo a Windhoek. Il 15 alle 8 siamo all¡¯agenzia delle auto per far riparare il circuito elettrico della mia auto incendiata e la balestra di un¡¯altra. L¡¯operazione porter¨¤ via tutto il giorno anche perch¨¦ brillantemente mentre cambiano i cavallotti della balestra, fanno cadere l¡¯ auto dal cric e tranciano il circuito dei freni, non hanno il ricambio e solo nel tardo pomeriggio riesco a far sostituire l¡¯auto con un¡¯altra rientrata in quel momento. Cos¨¬ partiamo alla volta della frontiera del Botswana, per raggiungere le altre 4 auto che sono partite con calma a met¨¤ pomeriggio.

16 agosto: solite pratiche doganali in frontiera, poi svoltiamo immediatamente a dx sullo sterrato. E¡¯ una pista che taglia le propaggini del Kalahari, attraversando una zona semidesertica cosparsa di arbusti, percorriamo in fuoristrada circa 400km per arrivare in serata poco dopo Kang, dove facciamo campeggio libero nel Bush. Al mattino siamo oramai sull¡¯asfalto e dopo circa 200km siamo alla frontiera col Sudafrica, la passiamo e in direzione di Johannesburg , mi viene in mente che c¡¯¨¨ Sun City una specie di Las Vegas africana; facciamo una capatina con un giro di 2 ore tra negozi esagerati,  slot machines, piscine con onde altissime, campi da motocross e per jetsky, Ferrari parcheggiate e hotel di lusso. Lasciamo questa pacchianata, comunque curiosa, e ci avviciniamo a Pretoria. Arriviamo a Brits  che ¨¨ oramai notte,  Dany  ci ha preceduti, guidato da Darietta che ha ben capito come usare il gps:  hanno trovato un bell¡¯hotel fatto a cottage ad un prezzo irrisorio, ultima cena in Africa.

Il 18 mattina passiamo accanto a Pretoria e arriviamo a Johannesburg, depositiamo le auto, e in considerazione dei danni riportati la consegna ¨¨ persino rapida! Per fortuna  avevamo optato per la casco totale! Ci portano in aeroporto e in serata lasciamo la terra Africana.

Il giorno dopo alcuni rientrano direttamente da Madrid, altri rimangono a gironzolare e visitare  la citt¨¤. Tutti in serata rientrano sani e vegeti in Italia.

 

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