Gravere

Informazioni generali

Altitudine: 821 m.
Superficie: 18.71 km2.
Abitanti: 954.
Distanza da Torino: 57 km.
C.A.P.: 10050.
Come arrivare: ss. 24, A32 casello Susa, Linea Ferroviaria Torino-Modane stazione Susa o Chiomonte.

Storia

Gravere: il paese che non c'è. Situato sul versante destro della Dora Riparia, il comune di Gravere è composto costituito da diversi insediamenti che furono per secoli borgate della comunità segusina, fino al 1662, anno in cui venne riconosciuto loro un autonomo riconoscimento quale comunità di uomini. Ma l'autonomia religiosa precedette quella amministrativa: con il voto a favore per la costruzione d'una nuova chiesa del 1598, periodo di pestilenza, ebbero inizio i lavori per la costruzione della Parrocchia dedicata alla Natività di Maria Santissima e a Santa Barbara, terminata, però, solo nel 1745 con il primo orologio elettronico che secondo la tradizione proveniva dalla Brunetta; prima di allora, i giaveresi erano dipendenti dalla Pieve di Santa Maria Maggiore di Susa e frequentavano la propria chiesuola dei Santissimi Giacomo e Filippo a Croaglie, oggi diruta.
Costruito nel 1592, forte di San Francesco, costruito su progetto dell'ingeniere militare Gabrio Busca, faceva parte dei tre forti graveresi con la Rocca di Molaro e Monmorone, posti a difesa della frontiera del Delfinato con la Francia, e che videro i sabaudi cercare invano fermare le armate francesi del Cardinal Richelieu e del Mareschallo Catinat diretti a Torino nel 1629 e nel 1690.
Ciò che è senz'alcun dubbio il più singolare monumento di Gravere è senz'alcun dubbio la Certosa di Losa, sorta nel 1189 in una chiesa dedicata a Maria, abitata un tempo tutt'intorno, in casupole, da una comunità benedettina, fuggita inseguito all'invasione saracena, per iniziativa di Tommaso I di Savoia. Dell'edificio romanico restano tracce nel miluscolo campanile, affreschi interni del primissimo quattrocento d'ispirazione lombarda e il delizioso Baldachinaltar di tema mariano, risalente alla prima metà del XV secolo..

Arte&cultura

Certosa di Losa

Nell'anno 814 dal convento dell'abbazia di Oulx, divenuto piccolo per i numerosi i religiosi, si sarebbero staccati una ventina di appartenenti alla comunità benedettina che per vivere in solitudine si stabilirono alla Losa, dove costruirono la cappellaa vivendo in case-celle distribuite intorno ad essa. Gli eremiti vissero qui per 150 anni, fino al X secolo quando furono costressi a fuggire per l'infasione saracena. 1189 vi giunsero i certosini di Grenoble che rimasero solo fino al 1200, quando si recavano a Montebenedetto. Ottenuta l'autonomia religiosa, il parroco graverese mal tol lerava le processioni dei pellegrini della Chiesa della Madonna del Ponte di Susa che per un voto contro la peste del 1598 si recavano ogni anno alla cappella, appartenuta alla cittadina, nel giorno del 15 di agosto, giacché solo nella propria giurisdizione si possono autorizzare funzioni religiose. Quando ebbe pieno possesso della chiesetta e poté arredarla e nominare i priori, che per antico diritto dovevano essere dell'Alteretto pose fine alla controversia proibendo il pellegrinaggio. Meta di tali processioni era un'antica icona lignea della Madonna (XIII - XIV secolo). Nel 1690 per essere liberati dalla guerra che annientava il paese, già provato da una grande epidemia, i giaveresi fecero essi stessi solo di recarsi in processione alla Madonna della Losa il giorno di Sant'Anna (26 luglio) e tale tradizione ancora oggi anche se, come abbiamo già visto il percorso si è notevolmente ridotto, La chiesa è anche stata frequentata assiduamente da ladri che hanno ormai saccheggiat o tutti gli arredi.

Parrocchia dedicata alla Natività di Maria Santissima e a Santa Barbara

La parrocchia fu terminata solo nel 1745 con il primo orologio elettronico che secondo la tradizione proveniva dalla Brunetta; prima di allora, i giaveresi erano dipendenti dalla Pieve di Santa Maria Maggiore di Susa e frequentavano la propria chiesuola dei Santissimi Giacomo e Filippo a Croaglie, oggi diruta.

Borgata Refornetto

La chiesa, dedicata alla Vergine, fu costruita in seguito ad un voto fatto durante la peste che imperversò nell'estate del 1598. I Lavori vennero intrapresi con slancio, ma con l'arrivo dell'inverno e l'affievolirsi del morbo anche la Iena di molti si ridusse; il monito di alcuni a mantener fede all'impegno preso e il recupero dei lasciti fatti durante la pestilenza (difficile impresa giacché non tutte le donazioni erano scritte e ormai, a pericolo scampato, molti si "dimenticavano" di quanto detto...), permise nell'anno 1599 la ripresa regolare dei lavori. La costruzione però non proseguì celermente, a causa della carestia che seguì il morbo, aggravata da un'alluvione nel 1601 e per le scorrerie e gli scontri militari frequenti nella zona di Gravere di quegli anni. Nel 1609 la parrocchiale, ancora incompleta, venne finalmente consacrata dando a Gravere l'autonomia religiosa prima di quella amministrativa. Il campanile sorse solo nel 1656 a spese del comune, utilizzando le pietre della cava del Grande Essimonte. Le campane furono sistemate nel 1657: la piccola, esistente, proveniva da un campanile di fortuna, la mezzana venne presa dalla Losa ma nel trasferimento si ruppe e dovette essere rifusa, la grossa (460 kg) venne fatta fondere apposta. Il primo orologio meccanico, che secondo la tradizione proveniva dal forte della Brunetta, fu applicato al campanile nel 1745. Sulla sommita del roccione, immediatamente a sud della chiesa, si notano alcune interessanti incisioni. Sono ben visibili due impronte di zoccolo equino che una leggenda vuole come quelle lasciate dal cavallo di Erode nello spiccare il balzo che lo portava con il suo re in esilio oltre le Alpi; ma c'e anche chi racconta che da quel roccione il demonio dominava su Gravere e lo marco con i suoi piedi carallini quando dovette abbandonarlo per la costruzione della chiesa. Accanto a queste incisioni vi sono anche sei piccoie coppelle, segno di antichi riti sacrificali pagani dei sacerdoti druidi alle divinita celtiche, che traevano profezie da come il sangue della vittima si disponeva nelle cavità scavate sulla roccia.

Forte di San Francesco.

Sopra il roccione, a sud del quale si addossano le case della borgata Bastia, fu costruito neI 1592 il forte di San Francesco, su progetto di Gabrio Busca, ingegnere militare di Carlo Emanuele I; sfruttando il rilievo venne realizzato un semplice parapetto che correva sul bordo con delle torrette agli angoli. All'interno erano 2 baraccamenti per l'alloggio delle guarnigioni ed una cappella. L'accesso era possibile da un tracciato che risaliva sul versante orientale della rupe. Faceva parte dei tre forti giaveresi, con la Rocca di Molaro e Monmorone, posti a difesa della frontiera con il Delfinato che videro i sabaudi cercare vano di fermare, nel 1629 e nel 1690, le armate Francesi del cardinale Richelieu e del maresciallo di Catinat. In realtà Gravere non fu mai coinvolta in vere e proprie guerre, ma fortemente provata dal passaggio di numerose soldatesche che transitavano in valle e che operarono ripetuti saccheggi ai danni della popolazione e delle cappelle di borgata che in molti casi furono rase al suolo.

Pilone votivo.

Sparsi sul territorio vi sono numerosi piloni votivi clic testimoniano, come anche le immagini sacre dipinte sui muri di vecchie abitazioni, lo spirito profondamente religioso dei graveresi nei secoli passati. Spesso furono eretti per volere di alcune famiglie in seguito ad un voto fatto, come questo costruito dalla famiglia Richetto quando i tre fratelli Domenico, Ambrogio, e Francesco, tornarono indenni dalla guerra.

Borgata Alteretto.

È probabilmente uno dei più antichi insediamenti di Gravere, certamente il più popolato nel scolo scorso, prima che una forte ondata migratoria lo riducesse ad un paese ormai diruto. La sua cappella è dedicata alla Madonna del Rosario. La borgata era sede dei Conti Ripa consignori di Losa e Alteretto, ancora oggi ben noti alle cronache politiche e mondane, che contribuirono, non solo economicamente, al completamento della chiesa parrocchiale.

Case Moranda.

La zona è ricordata per "la fabbrica del tabacco" c'era infatti l'essiccatoio per le foglie che venivano lavorate per realizzare il tabacco in corda, quello in polvere, quello sminuzzato e le sigarette. Vista la tipologia del terreno non è remota la possibilità che la coltivazione della pianta avrenisse in loco, sulla spianata ancora oggi libera da altrc vegetazioni.

Pilone Votivo dedicato a Sant'Anna.

Altra testimonianza religiosa, era una delle tappe della processione che dalla parrocchiale saliva su alla Losa passando per l'Alteretto nel giorno di Sant'Anna. L'usanza cessò durante la Seconda Guerra Mondiale ma ripresa subito dopo, e questo divenne il limite della processione ohe partiva per` dalla chiesa del borgo; oggi il percorso si è ridotto ulteriormente e si limita ad un giro della cappella della Losa.

Batteria militare del Trucco.

Detta anche Batteria della Losa, fu realizzata nel 1891; era costutuita da un fossato che racchiudeva due distinte batterie su due [...]

Frazioni.

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